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Autore: Laila    24/01/2008    1 recensioni
Questa è una mia vecchia fanfiction sul titubante decollo di una famiglia. Il titolo dice tutto!
Genere: Comico, Sovrannaturale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Premessa: i personnaggi non m'appartengono essendo tutte creazioni della Takahashi.
I pensieri sono tre le *stelline*
I dialoghi tra le -liniette-
I ricordi tra questi siboli §ricordo§
Detto questo buona lettura!
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Ranma diventa papà!

11° cap. “ Maschio o femmina? ”

- Ops… – commentò Hiroshi vedendola, scordandosi del suo bruciore alle mani.
- Akane! – Era già il secondo richiamo che sentiva dalla sua voce, ma la ragazza madre, non si lasciò impietosire e continuò con passo andante, finché non fu di fronte alle scale e lui non la costrinse a girarsi stringendola per un polso.
- Ci stavamo solo allenando – rialzò di volume quel “solo” preso da una vena di comprensione per il suo stato, nascosto dietro ad un’espressione dolce quanto ipocrita.
- Non è ancora il momento – sembrava preoccupata.
- E invece dobbiamo chiarire ora o mai più! – le rispose avventatamente il compagno.
- Baka! Non dicevo quello… ho le doglie… devo prendere le mie cose… l’ospedale! – disse tra i sospiri, tenendosi la pancia, come le stesse per partire senza la proprietaria, per la sala travaglio.
- Oh! – si lasciò sfuggire Ranma incapace di dire altro.

C’era qualche cliente a sedere, pochi.
Il locale stava per chiudere e dire che Shampoo era ancora lì, lì e non in Cina!
Per andarci avrebbe dovuto affrontare Cologne mesi fa… ma come combattere contro di lei? Era un’esperta lottatrice nonostante l’età e poi lei, quale sua nipote non era mai riuscita ad affrontarla con la giusta concentrazione… Per questo che era caduta nell’infetta sorgente del gatto, o forse perché era soprappensiero per via del suo unico grande amore: Ranma Saotome, o forse ancora, per entrambe le cose, non lo sapeva con precisione.
Le chiacchierate con Ucchan erano un sollievo, riuscivano a farla sentire meglio, ma proprio per una di queste, ora si stava confidando a Mousse:
- …Ci ha sentite, mentle la sfottevamo, dicevamo della sua pancia! – disse con aria stranita.
Il ragazzo alzò il mento, una fascia di capelli ricurvi scivolò agilmente oltre la sua spalla, coprendo una parte decorata dei suoi indumenti.
- Chiedile scusa - si era azzardato a dirle.
- Non ci penso nemmeno – si rosicchiò un labbro quella, tamburellando i diti sul bancone.
- Hai esagerato con lei – * Perché negarlo? *
A quel punto il petto di Shampoo sembrò esplodere dalla capacità di respiro che vi prese, per poi scaricarlo con aria truce addosso al compaesano.
- Lei ha esagerato! Lanma… Non doveva sposalselo! -
E dire che gli era sembrata pentita! Illuso quattrocchi che non era altro! Aspettava solo un pretesto per sfogarsi, come faceva da un pezzo oramai e Mousse era arrivato al limite della sopportazione…
Prese il secchio delle pulizie che aveva accanto, infradiciandola da cima a piedi nel bel mezzo del turno di lavoro, no! Non era impazzito, era innamorato… Una molletta da panni uscì da una sua manica, poi veloce l’applicò sulla coda della gattina cinese.

Ma che diavolo era preso a quell’idiota d’un semi-papero? Shampoo colpita subì in pieno una secchiata d’acqua, neppure tanto pulita… al tocco le si drizzò il pelo, un brivido avvertitore, cosa le stava facendo? Sentì un dolore acuto irrigidirle la coda come un durone, quel cretino l’aveva pinzata?!
La micia rosata non ebbe neppure il tempo di graffiarlo, troppo presa a miagolarsi addosso ed a girare attorno alla sua coda, senza tuttavia riuscire a togliersi quella morsa feroce con la sola zampa anteriore.
Continuò il suo girotondo finché non fu esausta a quel punto lui, con una mossa che agli insoliti spettatori del locale parve una ventata le tolse il dolore riprendendosi la molletta. Ranma per Shampoo era un pò come quella molletta, una ferita all'orgoglio dell'amazzone, la sua fissazione ma Mousse la stava intimando a crescere!
Fu il momento d’essere riscaldata, il compaesano la stava facendo tornare normale, sentì un lieve formicolio, poi gli artigli si evolsero in unghie; qualcosa fece click nella sua testa.
I due o tre clienti sgranarono gli occhi, era nuda sopra il duro pavimento, raggelò, gli veniva da piangere...l’amico d’infanzia le lanciò sopra la sua giacca bianca e la bisnonna rientrata in quell’istante sorrise appena all’insolita scena.
- Smettila di girarci intorno! – Era stato davvero lui a sgridarla? Lui, Mousse ora si permetteva pure di… Shampoo corse di sopra con rabbia, chiunque l’avesse vista, aveva anche scorto delle piccole lacrime cadere precocemente da lei a terra.

- Ma signora! Cosa aspettava a venire? – l’infermiera, l’aveva subito portata via, senza neppure darle il tempo di cambiarsi, avvolgendola così com’era con sopra una vestaglia d’occorrenza.
Saotome (eccetto Ranma) e Tendo al completo, attendevano nella sala d’aspetto:
Nabiki picchiettava sulla calcolatrice, ma i suoi movimenti lenti, a tratti impediti la tradivano, Kasumi seduta compostamente oscillava i piedi alternandoli, tenendo la testa ricurva.
Genma e Soun iniziarono un discorso:
- Speriamo sia maschio, un bell’allievo per la nostra palestra – era Soun.
- Lo vorrei anch’io – condivise l’amico-panda con un cartello.
- Oh quante pretese… basta che sia sano, altrimenti… – Nodoka lucidò il fodero della katana.
- Ah me piacerebbe femmina! Vi và di scommettere 1000 yen?– espose Nabiki.
La maggiore si sentì in dovere d’interromperli: - Sorellina?! Vergognati…lascia fare al fato! -
Ma la media, frustrata dall’attesa voleva solo renderla più piccante.
- Io maschio! – sventolò i soldi Soun.
Così la sala d’aspetto divenne insolitamente rumorosa… la questione era diventata: “ Maschio o femmina? ”

- Lei è il padre? Sono il dottor.Italo Furbino, lei stia calmo e si metta la mascherina -
Ranma eseguì l’ordine del dottore, che per la verità non gli dava molta sicurezza.
Il signor Italo proseguì: - E’ sicuro di seguire bene sua moglie? -
- Certo! Nulla spaventa un’artista marziale come me. -
- Ne sono lieto, perché prima d’entrare c’è una cosa che deva sapere…- incrociò le dita fra sé.
- Mi dica…- mugugnò il giovane marito, quasi padre, presto sarebbero stati in tre.
- Ci sono dei problemi di là, deve decidere se salvare la creatura o sua moglie… - disse piano il primario.
- Cosa? – sussurrò raucamente.

Buio, doveva essere svenuto. Un sogno, stava sognando…Nero, una linea verde che andava su e giù… un’ellettro-cardiogramma, sì era uno di quei cosi che misurano il battito cardiaco!
Una voce matura: § La sua creatura o sua moglie § * Akane…* piatta, la linea verde luminosa era piatta…* Nooooo! * sentì un dolore impensabile, lancinante e mortale.
Ranma si svegliò di soprassalto in uno dei lettini da ospedale, era così consumato dal sudore.
Non si era mai reso conto di un paragone così forte… l’elettro-cardiogramma e la vita, tutto é fatto di alti e bassi, picchi di felicità e di malinconica tristezza, di varie altezze, ma la morte no, è PIATTA, gli sembrò così elementare! Akane…
- Ben svegliato! -
Ranma ebbe l’impulso di spaccargli i denti a quel dottore straniero di prima.
- Si calmi, era uno scherzo per tastare la sua veridicità, non avrebbe resistito un secondo in sala parto -
Il giovane sospirò – E… Akane? – lo prese per il colletto di riflesso ancora un pò arrabbiato.
- Sono qui! – la sentì dire.
Una tenda verde menta, venne tirata via dalla ragazza che si trovava nel letto adiacente, aveva un involto in mano dentro ad un bianco asciugamano.
Ranma vistala si mise a sedere lasciando stare il medico.
- Vi lascio soli – sorrise il dottor Italo andandosene per i fatti suoi e fischiettando con le mani in tasca al camice.
- E’…- Ranma osservò quel faccino pieno di graffi, gli occhietti verde acqua assonnati, le ditine e le lunghe unghie sottili con cui si autografava il viso, condividendo quella visione con Akane.
- E’ nostra figlia! Pesa come una bolla di sapone questa birichina mi ha anticipato…- sussurrò lei.
- …Akane per oggi io – provò a scusarsi prima di venire interrotto bruscamente.
- Shh… sta dormendo! lascia stare è colpa mia… credevo, avevo la sensazione di… perderti, che tu mi sfuggissi a posta – confidò piano – …che stupidaggini ho pensato! – doveva essere esausta.
Ranma la rassicurò - Non ho mai smesso d’osservati, tu…se i quella che da sempre ho voluto e poi… Akane io t’ amo! – rosso di timidezza le posò un bacio sul capo, mentre Akane lo costrinse con lo sguardo a scendere e a baciarla come si deve.
Ranma stette attento a non abbracciarla troppo, per via della figlia nel mezzo, la circondò alla nuca carezzevolmente stringendole una manciata di capelli nel palmo per lasciarli poi scivolare, infine si avvicinò, e le sue labbra giocose impresse su quelle della compagna, le ridettero nuova energia e calore sciolte in quel tocco essenziale.
- Oggi hai qualcun’altro d’amare – Akane mandò lascivamente un’occhiata alla piccola assopita dolcemente fra di sé, poi dopo un sospiro pronunciò:
- Vuoi Tenerla? – gliela portò vicina finché lui non si arrese e dopo vari – Non so farlo – la prese.
- Weeee-Weeee! - * Pesa come una bolla di sapone, ma strilla forte!* pensò il nuovo padre, gli faceva un’effetto strano quella neonata.
- Dalla a me, non sei capace, la fai piangere – rise una pallida Akane.
- Tse!Deve aver preso da te in questo! – commentò sarcastico il ragazzo col codino.
- Um…come la chiamiamo? – fu una domanda intelligente con la quale proseguì.
- Yucci, ti piace Yucci? – rispose lei.
- Si è un bel nome… Benvenuta Yucci – Ranma le carezzò la testolina semi scoperta.

Fine 11°cap.
Yucci^^una femmina, papu più che altro mi spiace per te che te lo sei tanto immaginato versione boy, le femmine erano di un voto sopra però... non nascondo una certa felicità §^____^§Yuppi!!! Laila

   
 
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