Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Fiamma Erin Gaunt    11/07/2013    3 recensioni
A volte Regulus aveva bisogno di Rabastan, altre volte era Rabastan ad aver bisogno di lui. Non aveva importanza chi e per quale motivo cercasse l’altro, quando avevano bisogno sapevano sempre che l’altro sarebbe stato al loro fianco. Non esiste amore sbagliato. L’amore è sempre giusto, indipendentemente dalla persona che lo suscita.
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Rabastan Lestrange, Regulus Black
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Il Leone

 

- Rab, sbrigati, stiamo aspettando solo te! –

La voce insistente di Rodolphus lo raggiunse, spingendolo ad aprire gli occhi e ad abbandonare il tepore delle coperte. Era la mattina di Natale e lui, ormai, aveva perso da tempo la gioia fanciullesca che possedevano i bambini al risveglio, quando sfrecciavano sotto l’albero di Natale per scartare i doni. Ragion per cui, quella era solo una mattina come tante altre e, come per il resto dei trecentosessantaquattro giorni dell’anno, non aveva alcun interesse ad abbandonare il letto.

Si trascinò a passo pesante verso il bagno privato, per esaminarsi con cura davanti al grande specchio sistemato sul lavandino. Il riflesso che gli venne restituito fu quello di un giovane uomo dagli occhi azzurri, con una sfumatura di tenebra nello sguardo, e una leggera barba che gli adombrava il volto dai tratti volitivi. Con un sospiro, recuperò il rasoio magico e lo incantò affinchè eliminasse la peluria e restituisse la consueta morbidezza alle sue guance. Esaminò il risultato con sguardo critico, ritoccando leggermente le basette, per poi entrare nella doccia e godersi il getto caldo che gli accarezzava il corpo muscoloso. Flettè i bicipiti, osservando con soddisfazione i muscoli che guizzavano sotto la carnagione dorata e che apparivano più seducenti a causa dell’ acqua che li striava. Sorrise nuovamente. Non era mai stato un tipo modesto, ma quella mattina doveva ammettere che, se possibile, si sentiva ancora più affascinante del solito. Era sempre stato sicuro del suo ascendente sulle donne; aveva quello che suo padre chiamava: il fascino sessuale dei Lestrange e che, unito al suo bell’aspetto, l’avrebbe reso in grado di sedurre anche un muro in mattoni, se l’avesse voluto.

- Rabastan! –

L’ennesimo urlo di suo fratello lo convinse a velocizzare il suo processo di preparazione per il pranzo natalizio. Dove sarebbero andati quella volta?

Ah, sì. Cygnus Black aveva insistito affinchè le sue due figlie trascorressero il Natale in famiglia, e ovviamente i loro mariti dovevano accompagnarle.

Non aveva mai apprezzato più di tanto il padre di sua cognata, al quale preferiva di gran lunga il fratello, Orion, ma quella volta la prospettiva di riunirsi con i Black gli era congeniale. Avrebbe rivisto Regulus, come l’amico si era premurato di ricordargli nella sua lettera di due giorni prima, certo che Rabastan avrebbe finito con il dimenticarsene.

Si asciugò i capelli con un colpo di bacchetta, sistemandoli in modo che le onde color cioccolato ricadessero ad incorniciargli gli occhi. Una volta, Regulus gli aveva detto che in quel modo sembrava ancora più il giovane angelo nero che tutte le ragazze della scuola tanto decantavano.

Tornò nella sua stanza, setacciando l’armadio alla ricerca della camicia adatta. Finalmente la trovò: era di una seta azzurra che riprendeva il colore dei suoi occhi e che era tanto sottile da lasciar intravedere il guizzare dei muscoli sotto di essa. Completò il tutto con un completo grigio antracite, realizzato su misura da uno dei migliori sarti del Mondo Magico, e raggiunse suo fratello e la moglie al piano di sotto.

Lo sguardo con cui l’accolse Bellatrix, un luccichio negli occhi grigi che rivelava quanto avesse apprezzato l’ingresso del cognato, gli diede la conferma di cui aveva bisogno: non avrebbe potuto stare meglio di così.

- Alla buon’ora, stavamo per andarcene –

Rodolphus aveva un’espressione infastidita dipinta sul volto incredibilmente simile a quello del fratello, sebbene leggermente più spigoloso e meno avvenente, che denotava chiaramente quanto avrebbe preferito passare la giornata nel suo castello, magari a leggere uno dei suoi tanti amati libri. Era sempre stato Rabastan quello incline ai ricevimenti e alle feste mondane, lui non amava pavoneggiarsi impettito e lanciare occhiate ammiccanti a tutte le streghe presenti in casa.

- Ora sono qui, possiamo andare – gli fece notare, sapendo perfettamente cosa stesse passando per la mente del fratello maggiore.

I tre Purosangue si Smaterializzarono con un sonoro Pop per ricomparire nel giardino della tenuta invernale dei Black, a circa un’ora dal loro Manor.

Entrarono nell’ampio salone, accolti da una Druella dall’espressione raggiante e due piccoli elfi, incaricati di recuperare i soprabiti degli ospiti.

I fratelli le fecero a turno un elegante baciamano e le rinnovarono i loro complimenti su quanto fosse sempre incredibilmente affascinante e quanto fossero onorati di trascorrere le festività in compagnia della sua famiglia.

La donna congedò Rabastan con una risata civettuola, annunciando che avrebbe rapito per un po’ sua figlia e suo marito ed esortandolo a cercare Regulus. Al ragazzo non serviva niente di meglio che un invito del genere. Avanzò tra gli invitati con la sua solita camminata lenta ed elegante, che ricordava un grande felino a caccia, si destreggiò con disinvoltura tra le lontane cugine di Bellatrix, e raggiunse l’amico, che sedeva in un angolo ed era intento a conversare con nientemeno che suo padre: Raimond.

- Reg, finalmente ti ho trovato, tua zia mi ha mandato a cercarti – mentì, rivolgendo un rispettoso cenno del capo al padre e trascinandolo via.

- Grazie, tuo padre non la finiva più di parlare, mi hai salvato –

Regulus gli rivolse un sorriso riconoscente, che ebbe l’effetto di fargli perdere un battito. Erano passati solo quattro giorni dall’ultima volta che si erano visti, ma a Rabastan sembrava un’eternità. Si sorprese a pensare a quanto fosse bello e a quanto gli sarebbe piaciuto afferrarlo per i capelli, spingerlo contro il muro e baciare quelle labbra che sembravano scolpite nel marmo.

Davanti a quella fantasia così vivida, si costrinse a serrare i pugni e a riprendere il controllo di sé.

- Figurati, so quanto può essere logorroico –

- Deve essere una caratteristica di famiglia –

Il commento ironico del ragazzo lo fece sorridere e lo spinse a replicare con malizia, come avrebbe fatto se al suo posto ci fosse stata una ragazza.

- Un modo per farmi stare zitto c’è –

A quelle parole, Regulus lo guardò incerto e le sue gote divennero di un rosa delicato, donandogli un aspetto un po’ più umano. A quella vista, il commento che passò per la mente di Rabastan fu uno solo: “Assolutamente delizioso”.

Di norma non amava le ragazze timide, lo infastidivano e considerava uno spreco di tempo il cercare di entrare in sintonia con loro quando avrebbe voluto fare ben altro, ma la timidezza di Regulus era un vero e proprio carburante per la sua passione.

- Certo, e so bene quanto ti piaccia, ma non mi sembra questo il caso – lo rimbeccò, accennando velatamente all’assenza di ragazzine disposte a soddisfare le sue voglie.

Rabastan ridacchiò, consapevole dell’opinione che il minore dei Black aveva di lui; era convinto che il sesso fosse il suo passatempo preferito e trovava i suoi commenti maliziosi e la sua licenziosità un gioco divertente.

- E chi lo dice? – lo sfidò, facendo un paio di passi in avanti e costringendolo ad addossarsi alla parete bianca del corridoio. La fantasia che aveva avuto poco prima tornò a fasi strada prepotentemente, ma questa volta non la represse. Annullò la distanza che separava i loro corpi e intrufolò una mano tra i capelli del ragazzo sotto di lui, neri e lucidi come le piume di un corvo e altrettanto morbidi.

Regulus lo fissava con gli occhi sgranati, evidentemente incerto su come comportarsi, ma non accennava a respingerlo.

Lo afferrò per la cravatta nera, costringendolo ad avvicinare il volto al suo e prese d’assalto le sue labbra, trovandole fredde e delicate proprio come le aveva sempre immaginate. Dopo un momento d’incertezza, Regulus ricambiò il bacio, accarezzando la lingua con la sua, e rabbrividì quando Rabastan gli mordicchiò gentilmente il labbro inferiore. Gli sorrise a fior di labbra, soddisfatto della reazione che aveva suscitato in lui.

- A quanto sembra, Regulus Black non è gelido e controllato come vuol far credere –

Il sorriso divenne ben presto un ghigno divertito e Regulus si ritrovò a ribattere, con voce roca, - Dovresti sapere che a volte l’apparenza inganna –

Soddisfatto dalla risposta, tornò ad assaltare le sue labbra, che per l’intensità dei baci erano diventate rosse. Nell’impeto del momento, i loro bacini si scontrarono, strappando un gemito ad entrambi.

Le labbra di Rabastan corsero lungo il collo alabastrino del ragazzo, alternando una scia di baci roventi a lievi morsi e leggeri dardeggiamenti di lingua. Si arrestò all’altezza dell’orecchio, provocando un mugolio di protesta in Regulus.

- Sarà il caso di spostarci, non vorrai mica che tutti ti sentano mentre miagoli come una gattina in calore? –

Con queste parole lo prese nuovamente per la cravatta e lo attirò verso il piano superiore, dove si trovava la zona notte. Giunti in una stanza buia, che a giudicare dalle pareti rosa confetto doveva essere stata quella di Narcissa, Regulus prese l’iniziativa, cercando con foga le labbra dell’amico.

- Siamo impazienti, è? – sogghignò Rabastan, strappando con un movimento deciso la camicia bianca del ragazzo e mordendogli le labbra.

- Fai piano, quella camicia è costata un occhio della testa – bofonchiò contrariato.

- Mandami il conto –

Alla replica seguì l’ennesimo suono del tessuto che veniva squarciato, ma stavolta Regulus non fece in tempo a lamentarsi perché il torace alabastrino venne preso immediatamente d’assalto dal suo amante, che ne percorreva ogni centimetro depositandovi baci smaniosi.

Un sospiro sfuggì dalle labbra del giovane Black, mentre con mano tremante slacciava i bottoni della camicia di Rabastan e lo spogliava a sua volta.

Si chinò, baciando il petto muscoloso e seguendo con la lingua il profilo degli addominali, fino ad arrivare all’orlo dei pantaloni di alta sartoria. Rabastan gettò la testa indietro, chiudendo gli occhi.

- Merlino, Reg –

Incitato da quella esclamazione, si fece più audace, aprendo la cerniera e facendo scivolare a terra l’indumento.

Vederlo chinato in quel modo, a pochi centimetri dalla sua erezione, gli fece tornare alla mente l’avvenimento della sera precedente e dovette trattenersi dal liberarsi dei boxer e schiacciarlo contro di sé.

Intuendo l’indecisione del ragazzo, che era rimasto come pietrificato davanti a quella vista, lo fece alzare e lo baciò gentilmente, in un gesto che aveva come unico scopo quello di rassicurarlo.

- Se vuoi me ne vado, devi solo dirlo – sussurrò, mentre tutto il suo corpo protestava sentendo quelle parole.

Regulus lo guardò negli occhi, prima di replicare con un bacio che spazzò via ogni dubbio.

- Resta –

Lo attirò verso il letto, facendolo sdraiare e spogliandolo a sua volta dei pantaloni, poi si sdraiò accanto a lui, mentre con le mani percorreva ogni centimetro di pelle lasciato scoperto.

Una scia di sospiri, sempre più forti mano a mano che scendeva verso il basso.

- M-mi stai facendo impazzire –

Un altro ghigno compiaciuto, cancellato dalle labbra di Regulus che cercavano disperatamente le sue. Si mise a cavalcioni su di lui, lambendo nuovamente il petto del ragazzo con la lingua e i denti.

Regulus si rese conto che avrebbe dovuto fare qualcosa anche lui e, con una lieve esitazione, mosse le mani ad accarezzare il petto del ragazzo, passando per gli addominali fino ad arrivare al bordo dei boxer. Accarezzò l’erezione, per poi impugnarla saldamente e venir ricompensato da una serie di gemiti.

Non riuscì a capire come fosse finito carponi, ma la cosa non gli importava. L’unica cosa che contava era sentire Rabastan che, dentro di lui, affondava sempre più vigorosamente; chiuse gli occhi, godendosi la sensazione di puro piacere che stava rapidamente divampando in lui.

Una manciata di secondi più tardi erano entrambi sdraiati sulla schiena, coperti da un leggero lenzuolo e con il fiato corto.

- Oh, Merlino! È stato fantastico –

La voce roca di Rabastan gli strappò un nuovo brivido, mentre si raggomitolava contro la schiena dell’amico, come aveva fatto innumerevoli volte, quando il contatto tra i loro corpi era del tutto casuale e non dettato dalla lussuria.

Il braccio muscoloso dell’amante gli cinse un fianco, attirandolo ancora di più a sé.

- E ora che si fa? – domandò titubante. Non era abituato a situazioni di quel tipo, lui che anche con le ragazze si era lasciato andare poche volte.

- E ora si ricomincia – ghignò Rabastan, baciandogli il collo.

- M-mh… No, intendevo come ci comportiamo – specificò, trattenendo un mugolio.

- Non so, ma se pensi che ti lasci scappare, Black, sei fuori strada – gli assicurò, ricevendo come replica un bacio a fior di labbra.

- Era quello che speravo di sentirmi dire -

 

 

 

Spazio autrice:

Well, la storia sarebbe finita qui, teoricamente, ma se l'idea vi piace posso sempre continuarla... a voi l'ardua sentenza. 

Baci baci,

               Fiamma Erin Gaunt

 

 

 

 

 

 

 

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Fiamma Erin Gaunt