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Autore: Sky_Anubis    11/07/2013    2 recensioni
Il nostro mondo ospita cosě tanti Pokémon che se ne conoscono solo una minima parte. Tra questi vi sono i cosiddetti Pokémon leggendari, che si dice abbiano creato il mondo. Spesso gli diamo cosě tanta importanza che ci dimentichiamo dei Pokémon "normali", che ci sono accanto nella vita di tutti i giorni, a casa, in giro, ci accolgono come loro figli quando ci sentiamo soli, ci amano. Ognuno di loro contribuisce allo scorrere in armonia del cerchio della vita. Ci sono anche molti Pokémon a cui sono dedicate molte leggende. Ed esistono anche molte creature leggendarie ad esse ispirate, come il Kappa, spirito giapponese delle acque.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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In onore di Sweetmiki, la mia lettrice piů assidua, questo capitolo sarŕ dedicato a un Pokémon di tipo Erba.

Se andate su Pokémon Central Wiki a cercare informazioni sul Pokémon Oddish, vedrete che quest'ultimo č basato su una pianta, le cui radici si dice che fossero  usate dalle streghe in vari incatesimi, per produrre pozioni e filtri, la pianta di Mandragola. 
La Mandragola č una pianta con bacche rossastre, che, a seconda della dose puň curare o avvelenare. Secondo le leggende era difficile da raccogliere perchč quando veniva strappata dal terreno lanciava un grido, che poteva uccidere un uomo.
Ma adesso torniamo alla nostra storia.

Nella Romania del XV secolo d.C. un povero contadino stava preparando il suo campo per la semina. Stava quasi per terminare la mietitura, quando vide una piantina diversa dalle altre. Intorno alle foglie verdissime crescevano minuscole bacche di un bel rosso purpureo. Il contadino pensň bene di raccogliere quella piantina e di portarla in dono alla moglie. Si avvicinň e nell'istante in cui iniziň a tirarla dal terreno, udě un grido cosě forte da costringerlo a lasciarla. Riprovň e riprovň piů volte, ma udě sempre quello strillo trapanatimpani. Allora l'uomo scavň intorno intorno alla pianta e mise quest'ultima in un vasetto da portare a casa. 

"Marito mio, hai terminato la mietitura del campo?"
"Certo, moglie. Ho anche trovato una bella pianta da portarti in dono"
Detto questo, le mostrň la pianta e la moglie non potč fare a meno di essere sorpresa dalla bellezza di quel rametto. La donna si accinse a strapparla dalla terra del vasetto, ma venne subito fermata dal marito.
"Che ti prende?"
"Non farlo. Quando ho provato a farlo io, si č udito uno strillo fortissimo. Domattina la porterň dal nostro feudatario, č un uomo molto colto, saprŕ di certo che pianta č questa"

Il mattino dopo il contadino si diresse verso il castello e chiese udienza al suo sognore.
"Mio buon suddito, cosa ti porta nel mio castello?"
"Mio signore, ieri ho trovato questa pianta nel mio campo. Voi saprete di sicuro di che cosa si tratta."
"Vediamo un pň... Piccolissime bacche purpuree, foglie verdissime in questa stagione, e dici che, sul punto di estirparla, hai sentito un urlo fortissimo?"
"Si, mio signore, č proprio cosě."
"Conosco una sola pianta con queste caratteristiche, l'ho vista una sola volta nella mia intera vita e avrei preferito continuare a non vederla"
"Perchč? Che pianta č?"
"Vieni con me"
Attraversato un immenso corridoio si ritrovarono nella ancora piů immensa biblioteca del castello.
Qui il feudatario prese un libro e lesse ad alta voce un capitolo:
                                   
"Magicis et venenosum, ut prćpares veneficas 
utebantur amore potionibus. Fretus dose
 curationis vel venenum. Hominis figura
 huius radices. Cum possit occidere avellite terram clamoribus."

"Che cosa vuol dire?"
"Aspetta un attimo..."

Magica e velenosissima, veniva usata dalle streghe 
per preparare filtri d'amore. A seconda della dose 
puň curare o avvelenare. Le sue radici hanno
 la forma di uomo. Quando si strappa dal terreno
 lancia un grido che puň uccidere.

"Fin qui non ci vedo nulla di male, č solo una pianta rara"
"Aspetta a dirlo"
Sotto vi era scritta anche una piccola nota a caratteri fitti. Il feudatario la lesse:

Haec herba apparet solum coram magnum malum.
Absol sub specie apparet, ita ferre, ut fati timeret.
                       
"E' qui che volevo arrivare" disse il feudatario.
"Cioč?" chiese il contadino.
"La scritta dice questo:"
 

Questa pianta appare soltanto prima di una grande sciagura.
Compare poco prima all'apparizione di un Absol, perciň era
temuta come portatrice di sventura.

"Cosa?! Un Absol?! Siete sicuro, mio signore?"
"Purtroppo si. I segni premonitori non lasciano dubbi. L'Absol dovrebbe apparire tra qualche giorno al massimo..."
"No, non č possibile..."
"Invece si. Ti conviene portare la tua famiglia lontano da qui, mio buon suddito. Io, intanto, avviserň il popolo. Scrivanoooo!"
Un paio di minuti dopo nella biblioteca comparve lo scrivano personale del castellano.
"Scrivi: Mio popolo, si avvicina una grande sciagura. Pertanto do a tutti l'ordine di lasciare immediatamente queste terre. Io, del canto mio, farň lo stesso"
"Maestŕ, che cosa sta succedendo?" chiese lo scrivano con voce tremante. Riusciva a malapena a reggere la penna d'oca in mano.
"Non lo so. So solo che una grande sciagura si abbatterŕ sulla nostra terra"
"Bene, maestŕ"
Lo scrivano uscě e insieme a un paio di messi urlň la notizia in tutte le piazze della cittŕ. Il popolo fece immediatamente i bagagli, cosě come il castellano.

"Cara, sei pronta? Porta con te solo lo stretto indispensabile, mi raccomando"
"Certo, caro. Ma mi dispiace cosě tanto lasciare questo castello, dove abbiamo vissuto per tanti anni"
"Dispiace anche a me"
Nonostante l'allarmante notizia alcuni popolani non andarono via. Tra questi vi era il nostro contadino con la sua famiglia, che attendeva di vedere quale catastrofe si sarebbe scatenata.

Un paio di giorni dopo, di buon mattino, un Absol apparve davanti la porta della casa del nostro amico. La sera di quello stesso giorno qualcuno abbandonň una cesta. Il contadino la trovň e la portň dalla moglie, che aprě la cesta e vi vide dentro un neonato con il musetto sporco di sangue, con dei canini spaventosamente grandi. Sulla cesta c'era scritto un nome: Vlad. Qualcuno aveva lasciato quel neonato lě, in una cittŕ ai piedi del Caucaso, nella regione della Transilvania.

Io "Ok, questo capitolo č assurdamente lungo, ma avendo visto una puntata molto avvincente di The Vampire Diares l'ispirazione mi č venuta subito e ho cominciato a scrivere di getto. Ci ho messo un pomeriggio intero, ma credo che mi sia riuscito piuttosto bene."
Oddish "Meno male che lo hai capito. E poi lascia giudicare ai lettori come č il capitolo."
Io "Giusto, hai ragione, ma quella era la mia opinione di scrittore."
Oddish "E poi perchč ci hai dipinti come portatori di sciagure?"
Io "Mi č venuto cosě. Mi č proprio uscito dal cuore, come il soprannome di Ciuffo d'Erba della mia precedente storia."
Grovyle "Guarda che ti ho sentito!"
Io "Ma come fa a sentire sempre tutto?"

 
   
 
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