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Autore: Ovis_Chan    11/07/2013    3 recensioni
Avete mai visto uno di quei soliti film ambientati nelle scuole più prestigiose d’America? Immaginate di trovarvi lì dentro. E’ bello, vero? Tutto alla norma, uniformi stirate con cura, ragazzi e ragazze da mozza fiato ogni metro cubo. E’ un vero e proprio paradiso per voi, non è vero? Ok. Adesso immaginatevi ME lì dentro. Un ragazzo 17enne, punk, che odia il mondo e che desidera solo tornare nella sua vecchia scuola, dove veniva completamente ignorato e non era la vittima giornaliera dei bulli. L’inferno per me è iniziato proprio quel giorno di autunno, quando mia madre ha deciso di mandarmi in quella fottuta scuola.
Primissima FF sui My Chemical. Vi prego, so che fa schifo, ma non uccidetemi! ToT
Genere: Demenziale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Mikey Way, Ray Toro
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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2. Thank You, Gee, for everything you have done today. You are a Friend.

 

Obbiettivamente la scuola era carina, tutta sui toni del rosso, bianco e blu. I laboratori molto ampi e ben sistemati, la palestra “accessoriata” con attrezzi e il resto. Nel giardino si poteva praticare il cricket e nei vari campi, football, basket, tennis e volleyball. Ma una cosa che mi colpì di più di tutta la scuola, furono gli armadietti bianchi. Davvero comodi! Come facevo a saperlo? Beh, diciamo che i cari “coglioni dell’ultima fila dell’autobus”,  meglio conosciuti come la squadra di Hockey, mi avevano rinchiuso nel mio armadietto . Devo dire che erano molto confortevoli, forse qualche cuscino in più non mi avrebbe fatto male. Devo anche ringraziare il fatto che ero nano, altrimenti chissà dove mi avrebbero buttato. Grazie a Dio Gerard stava passando di fianco al mio armadietto.

“Ptss... Ehi Gee?”
Gerard si girò intorno per vedere chi lo stesse chiamando
“Gerard sono qui!”
“Frank?” lui si voltò verso l’armadietto e guardò dentro la piccola fessura per vedere chi vi fosse dentro.
“Frank, come cappero ci sei finito lì dentro!”
“E’... una lunga storia. Mi aiuti ad uscire di qui?”
“Dimmi la combinazione”
“346092”

Gerard sbloccò il lucchetto e aprì l’armadietto. Appena mi vide spalancò gli occhi, non dovevo essere conciato molto bene, anche perché sentivo che un rivolo di sangue mi stava scendendo dal labbro inferiore, che faceva veramente male.
“Che cavolo è successo?!” Lui urlò mentre buttava i libri per aria. S’inginocchiò verso di me e mi prese il mento, facendomi muovere la testa a destra e a sinistra, per controllare se avevo altre ferite. Si rialzò e mi tese un braccio.
“Dai, alzati” Gli afferrai la mano saldamente e mi tirò fuori dall’ armadietto.
“Stai bene?” Annuii piano. Non avevo tanta voglia di parlare di quello che mi era successo. Presi un fazzoletto dalla tasca e mi tamponai il labbro. Appena lo rimossi vidi che era uscito molto sangue. Per fortuna mi ero dimenticato di mettere i piercing quella mattina.

“Vuoi che ti accompagni in infermeria?”
“No, tranquillo, sto bene.” Mi tolsi il fazzoletto e gli sorrisi. Io e Gerard avevamo trascorso si e no due ore insieme e già eravamo buoni amici. Non ci conoscevamo affatto, ma mi stava abbastanza simpatico e il sentimento era reciproco. Ora che ci penso quella era l’ultima ora... AVEVO TRASCORSO UN’ORA IN QUEL FOTTUTO ARMADIETTO?! Davvero stupendo, no dico sul serio. Era tutto iniziato con il piede giusto. Il bello è che non sapevo nemmeno perché mi avevano buttato nell’armadietto! Dopo la pausa pranzo ero andato a prendere i libri, poi sono arrivati loro mi hanno dato una testata sul labbro, spinto e chiuso dentro l’armadietto. TA-DA! Odiavo tutti in quella scola, fatta eccezione per Gerard. Improvvisamente Lui si fermò e si girò verso di me, con le stelline negli occhi.

“Senti, perché non vieni a casa mia?”
“A-a casa tua? Oggi?”
“Sì, perché no? Tu sei nuovo e quindi hai bisogno di qualche dritta su come sopravvivere in quest’inferno, ed è anche un pretesto per conoscerci meglio! Insomma sempre se vuoi”
“Va bene, ma a tua madre non darà fastidio un intruso a casa sua?”
“Al contrario! Io non ho amici, qui tutti tendono ad ignorarmi. Beh, fatta eccezione per  Ray... e te” mi sorrise. Cavolo, aveva un sorriso perfetto!
“Ok, allora, a che ora ci incontriamo?” chiesi euforico. Era la prima volta dopo anni che qualcuno mi invitava a casa sua!  Sembravo un bambino delle elementari, per come ero contento.
“Facciamo alle 17? Questo è il mio indirizzo” Gerard scrisse su un foglietto il suo indirizzo e me lo porse.
“Perfetto!” senza rendermene conto uscimmo dalla scuola e lui si era incamminato verso un’auto grigia. Salutò un ragazzo che gli somigliava molto, si voltò sganciando un altro dei suoi sorrisi perfetti e mimò con le labbra qualcosa che sembrava un “A dopo, Frankie”.  Mi aveva chiamato Frankie?! Odiavo quel soprannome, ma se era uscito dalla bocca di Gerard non era poi così male. Un attimo, ma che cavolo mi prendeva? Non era da me pensare certe cose di un ragazzo di cui non sapevo niente tranne che il nome. Dovevo riprendermi.

Salii sull’autobus e tirai un sospiro di sollievo... I cretini non c’erano e l’autobus era completamente vuoto. Mi sedetti di fianco al finestrino in prima fila. Appoggiai la testa al finestrino e vidi il mio riflesso. Avevo il labbro completamente coperto di sangue e mega gonfio. Li avrei uccisi, uno ad uno.  L’autobus partì. Ero l’unico passeggero, meglio così, non avevo voglia di rincontrare quei deficienti. Il tragitto durò di meno rispetto a quella , forse perché quella mattina il tempo sembrava essersi fermato. Arrivai a casa, aprii la porta e notai sullo specchio dell’ingresso un post-it rosa. Non lo lessi nemmeno, sapevo già che mia madre era a lavoro e che mi aveva lasciato il pranzo nel microonde. Ero, come al solito, completamente solo. Non avevo fame, così non mangiai niente. Salii in camera mi, presi la mia chitarra e iniziai ad intonare una canzone triste.

                                                                                              ***       

Mi trovavo davanti la porta di casa di Gerard, ero teso, non sapevo se bussare oppure tornare indietro e inventarmi una scusa. Forse non gli sarebbe affatto piaciuto Frank Iero e avrebbe fatto come gli altri. Ogni volta che conoscevo qualcuno finiva male, perciò avevo paura di essere me stesso. Neanche i vestiti erano dalla mia parte. Avevo una maglietta dei Nirvana con il mio amato giubbino di pelle sopra, sotto un paio di jeans strappati e delle converse di tela nere. Mi ero anche messo un’abbonante dose di matita nera sugli occhi e avevo ristabilito il mio piercing al naso. Il labbro mi faceva ancora molto male, quindi dovetti rinunciare al piercing anche lì. Sospirai e bussai alla porta, facendomi coraggio.  Passarono una manciata di secondi e sentii dei passi avvicinarsi. La serratura schioccò e la porta mostrò Gerard.

“Ciao! Pensavo che mi stessi per abbandonare.” Rise, e io lo guardai perplesso. Sicuri che non mi stesse spiando? Io me la cavai con un ghigno e abbassai la testa.
“Vieni entra.” Mi fece accomodare. Devo dire che aveva una casetta abbastanza accogliente! Non aveva niente di che, insomma, era come tutte le case americane. Giardino, ampio soggiorno, cucina con penisola ecc... Tutto accogliente, ma non c’era qual clima di solitudine che era sempre a casa mia. Salimmo le scale e ci fermammo sulla soglia di camera sua.

“Oggi sono tutti usciti e mi hanno lasciato casa. Peccato, volevo farti conoscere mio fratello.”
“Mikey?” Chiesi, mentre lui cercava di aprire la porta che sembrava incastrata.
“Proprio lui, il ragazzo con gli occhiali che oggi è salito in macchina con me”
Aprì la porta e mi fece entrare. Quella camera era fottutamente stupenda! Era piena di poster e di disegni sui muri. Era molto ordinata, camera inversamente proporzionale alla mia. Mi soffermai a guardare un punto preciso della camera. C’era un enorme scaffale pieno zeppo di CD e accanto di esso una libreria piena di fumetti, manga e quant’altro. Aveva una camera stupenda! Notai  che sulla scrivania, sotto la libreria (NdA: Ho fatto rima! ewe) c’erano fogli, china e colori sparsi, tutti intorno a un disegno, di un supereroe incompleto. Poi mi girai a guardare tutti i disegni appesi. Tutti avevano la stessa firma.
“Li hai fatti tu?” Chiesi un po’ incredulo.
“Sì, sì, ti piacciono?”
“Cavolo Gerard, sono magnifici! Se mai farai un fumetto io sarò il primo a comprarlo! Giuro”
“Ahahahah Grazie.”

Passammo tutto il pomeriggio a parlare di musica e fumetti. Avevamo gli stessi gusti musicali! Dio solo sa quanto ho aspettato questo momento. Adora i Misfits come cazzo si fa ad odiarlo?! E’ stato al concerto degli Iron Maiden, sa cantare e ha una chitarra! E come al solito, appena sentii la parola chitarra non potei non impazzire. Io amo le chitarre elettriche! Cacciò una custodia da sotto il letto e l’aprì. Appena la vidi un coro angelico invase la stanza e una luce abbagliante incorniciò la bellissima Fender color panna. Almeno, questo è ciò che accadde nella mia mente.

“Sai suonarla?” mi chiese lui e io annuii con un sorrisetto da ebete sulla faccia. Me la porse e io mi misi in posizione per suonarla.
“Che vorresti suonare?” gli domandai. Lui ci pensò un attimo e poi guardò la mia maglietta.
“La sai suonare Polly dei Nirvana?”
Io cominciai a suonare e subito dopo lui iniziò a cantare insieme a me. Era una sensazione bellissima cantare con una persona che aveva molto in comune con te. Ci scambiavamo sorrisi e occhiatine molto spesso. Non ridevo da così tanto tempo, prima di quella volta. Restammo lì a cantare canzoni su canzoni, fino all’ora di cena.

“Beh, grazie per il bel pomeriggio trascorso insieme”
“Di niente, non mi divertivo così da tanto. Ci vediamo domani, Frankie” sorrisi di nuovo e fermai Gerard prima che chiudesse la porta.
“Ah. Grazie per  non avermi ignorato oggi, dopo avermi fatto fare il giro della scuola.”
“Beh, siamo diventati amici, no? Questo era il minimo che potessi fare”
“Comunque grazie Gee, per tutto quello che hai fatto oggi. Sei un amico. A domani”
“A domani!”




Angolo autrice sclerata:
Ehhh eccomi qua! Shono tornata con il secondo capitolozzo. *Modalità superquark* Come potete vedere la povera principessina Frank è stata rinchiusa in un armadietto, ma per fortuna la ftina dei fiori Gerard l'ha liberata dal maleficio dell'armadietto bianco. (?) Ok, sono completamente fumata. ewe Ringrazio 
Sarah_Chairs , I am in love with a train e LondonRiver16, per aver recensito. Arigatooo :* Beh vi lascio
Bye :3

Ovis
   
 
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