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Autore: LostInJDBeyes    11/07/2013    1 recensioni
" Resterai con me?" mi domandò con voce ansiosa.
Sorrisi. Era assurdo che ancora non avesse compreso quanto lo amassi.
"Si"
"Per sempre? sorrisi nel vedere il suo viso contratto dall'espressione preoccupata.
"Per sempre"
Il suo voltò si illuminò e si aprì in un sorriso meraviglioso che mi fece mancare un battito.
Lui guardò verso il mare dove il sole stava tramontando e mi prese per mare prima di iniziare a correre verso l'infinito.
Si, per sempre.
Salve ragazzi questa è la mia prima FF in assoluto e spero davvero che possa piacervi! E' particolare e ci ho davvero messo tutto l'impegno e la passione possibile per scriverla. Se volete passare a leggerla ne sarei davvero felice;) un bacione Laura
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Justin Bieber, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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EYES

Our lifes

 

Justin’s POV

Sentii due forti colpi alla porta e capii che era venuta mia madre a svegliarmi per andare a “scuola”. Sbuffando allungai la mano nel lato destro del letto alla ricerca dei miei occhiali e, quando li trovai, li indossai velocemente. Aprii piano gli occhi con la solita speranza che qualcosa potesse finalmente accadere. Nulla, sempre e solo nero.


Flashback

Bip-bip
“…quindi non c’è speranza che possa tornare come prima?” sembrava la voce della mamma. Ma perché piangeva? Avevo fatto qualcosa di male? Eppure avevo finito tutti i compiti come mi aveva detto. Cavolo! Forse aveva scoperto che avevo mangiato tutte le caramelle nel barattolo della credenza blue…
“ Signora le condizioni sono critiche, abbiamo fatto tutto il possibile…ma…purtroppo per quanto riguarda…” cosa stava dicendo alla mamma? Cosa era critico? Che voleva dire?
Bip-bip
“ Su Pattie vedrai che tutto si sistemerà. Tesoro dobbiamo essere forti… lui avrà bisogno di noi e sarà difficile dopo questo…” Anche papà piangeva. Ma cosa era successo? Aprii gli occhi ma non vedevo nulla…chi aveva spento la luce? E perché c’era questo rumore continuo e fastidioso? Bip-bip
“Mamma, mamma…” “Eccomi tesoro sono qui, siamo tutti qui…” non capivo perché la mamma piangesse.
“Perché piangi mamma? Ti giuro che non prenderò più le caramelle nella credenza blu, ma tu non arrabbiarti con me e non piangere…”
La mamma iniziò a piangere ancora più forte.

FINE FLASHBACK


“Amore? Sei sveglio?” bussò altre tre volte per poi aprire piano la porta e venire a sedersi sul letto vicino a me. Alzai la testa verso di lei attirato dal rumore dei passi e dal frusciare delle lenzuola.
“Si mamma, mi sono appena svegliato…” le dissi sempre con il solito tono gentile. Non volevo farla soffrire più di quando già succedeva; tutti soffrivano in casa: mamma, papà, Jaxon e Jazmine. Tutti. E la colpa era soltanto mia. Mi passai una mano tra i capelli e constatai quanto fossero in disordine più del solito. Cercai di aggiustarli, ma era difficile senza uno specchio. Anzi era difficile e basta. Sentii la mano gentile di mamma accarezzarmi una guancia e immaginai che stesse sorridendo.
“Hai dormito bene?” me lo chiedeva tutte le mattine ed io puntualmente le mentivo.
“Si mamma, grazie” Sorrisi. Era un sorriso falso, ma ero sicuro che non se ne fosse mai accorta. Non dormivo bene da molto tempo, anzi non dormivo affatto da undici anni. Ogni notte era sempre la solita storia: chiudevo gli occhi, provavo a svuotare la mente ma nulla, era tutto inutile. Immagini sfocate, urla e poi di nuovo buio.
“Tesoro, tutto bene?” aveva una voce preoccupata. Certo, “tutto bene”. Ma che cazzo di domanda era? Tutto bene? Andava tutto una merda da undici fottutissimi anni e loro, si tutta la mia famiglia, credevano che ormai avessi superato tutto e stessi bene.
“Si, si mamma. Scusa, ero solo sovra pensiero” Girai la testa verso destra e le parlai piano respirando forte per cercare di calmarmi e di non urlarle addosso. Non volevo farla soffrite ulteriormente, non lo meritava.
“Ok. La colazione è pronta, vestiti che tra una mezz’ora dovrebbe arrivare Kate e potrete iniziare a studiare.” Si alzò e uscì dalla stanza. Sbuffai. Odiavo il fatto della “scuola privata” a casa. Si, a casa perché i miei genitori mi reputavano troppo debole e ritardato per andare ad una scuola normale come tutti gli adolescenti del mondo. Avevo 17 anni e nemmeno un amico, davvero fantastico. Abbassai la mano tastando le lenzuola e le scostai per poter scendere dal letto ed andare a prepararmi. Poggiai lentamente i piedi sul pavimento e constatai la piacevole freschezza delle mattonelle di marmo. Subito sentii la porta aprirsi e qualcosa di peloso toccarmi i piedi e le gambe. Sorrisi e mi abbassai per accarezzare Sam. Mi venne incontro e mi leccò la mano. Poi abbaiò felice e se ne andò per tornare subito dopo con il mio bastone. Me lo accostò alla mano e io lo afferrai dandogli un’altra carezza. Sorrisi quando mi leccò nuovamente la mano e strofinò la testa sulle mie gambe. Sam era la mia unica compagnia. Era il mio cane, ma soprattutto era il mio migliore amico, colui che mi aiutava a vivere. Camminai piano con il bastone proteso davanti a me e mi avviai verso la porta del mio bagno personale. La aprii e mi avvicinai lentamente al lavandino. Sam mi prese il bastone per permettermi di lavarmi e uscì dal bagno abbaiando. Con lentezza tastai il lavandino per arrivare alle maniglie del rubinetto e le ruotai per far uscire l’acqua. Tolsi gli occhiali e alla cieca trovai il mobiletto dove li poggiai. Con le mani a coppa presi l’acqua gelida e mi sciacquai il viso. Mi sentii subito meglio. Cercai di trovare lo spazzolino e stranamente riuscii a lavarmi i denti velocemente rispetto al solito. Sospirai. Dopo tutto questo tempo dovrei essere veloce come tutte le persone nella mia stessa condizione. Quando chiusi il rubinetto la porta si aprì di nuovo e capii che Sam era venuto a riportarmi il bastone per tornare in camera e vestirmi. Uscii dal bagno e con il bastone sempre proteso davanti a me raggiunsi il divano vicino al letto dove mamma mi faceva sempre trovare i vestiti puliti. Mi spogliai e mi iniziai a vestire lentamente. Misi i boxer, la camicia e un paio di pantaloni che al tatto sembravano essere troppo eleganti solo per restare a studiare in casa. Storsi la bocca. Odiavo quei vestiti. Non perché fossero brutti, non potevo saperlo, ma odiavo il fatto di non poter essere io a non decidere cosa mettere e a capire cosa mi piacesse e cosa no. Era davvero frustrante. Mi sedetti sul divano e misi con difficoltà le scarpe. Scarpe di pelle come quelle dei signori di mezza età. Grandioso. Mi alzai dal divano, afferrai il bastone che mi porse Sam, e , lentamente, uscii dalla mia camera per andare in salone a fare colazione con tutti gli altri.


DAISY’S POV

“Papà, Matt la colazione è pronta!” urlai per la quindicesima volta, ma a quanto pareva nessuno dei due aveva intenzione di alzarsi quella mattina. Guardai l’orologio appeso al muro della cucina e per poco non sputai il latte che stavo bevendo. 8.45. Cavolo non farò mai in tempo per la prima lezione! Posai la tazza di latte, spensi i fornelli e corsi in camera a cambiarmi per andare a scuola. Presi un jeans semplice, le converse rosa, una maglia a maniche corte bianca e una felpa blue abbastanza pesante. Fuori faceva freddo e non potevo ammalarmi. Andai in bagno, lavai viso, mani e denti, spazzolai velocemente i miei capelli corti e uscii prendendo la cartella con sciarpa e cappello.
“Io vado! Per colpa vostra salterò la prima ora di lezione e mi beccherò anche una punizione da Mrs. Jones per il ritardo!” Urlai a quei due dormiglioni. Da quando la mamma se ne è andata devo fare tutto io ed è davvero stancante occuparsi a 16 anni di una casa e contemporaneamente pensare allo studio. Non che andassi male, ma molto spesso ero costretta a studiare la sera fino a notte fonda.
“Dai piccola scusaci, ma ieri siamo tornati tardi. Ci hanno trattenuto a lavoro.” Disse papà con la sua solita voce dolce e calda. Sorrisi. Era davvero una persona fantastica, un esempio perfetto da seguire.
“Fa nulla, perdonati”. Tornai in cucina e li trovai intenti a divorare ogni cosa commestibile davanti a loro.
“Sembra che non mangiate da giorni” dissi ridendo.
“Noi siamo uomini e abbiamo bisogno di crescere” mi rispose mio fratello Matt.
“Matt hai 20 anni e ormai sei bello che cresciuto” gli risposi ridendo. Mise il broncio e mi fece ridere ancora di più.
“Dai scherzavo!” risi e andai a salutarli dando ad entrambi un bel bacio sulla guancia. Poi uscii di casa e corsi verso la metropolitana. Guardai l’ora dal mio vecchio telefono. 9.00. Cavolo,cavolo! Se non mi sbrigo rischio di saltare anche la seconda ora! Per fortuna la metro non era molto affollata così ci misi solo dieci minuti per arrivare a scuola. Arrivai precisamente al suono della campanella che segnava la fine della prima ora di lezione. Subito i corridoi si riempirono di persone e dovetti faticare per arrivare al mio armadietto. Lo aprii e presi il quaderno degli appunti per biologia.
“Day, ma dove cavolo eri finita?” sospirai. No, no, vi prego non ora! Iniziò la sua solita chiacchierata delle 9.30 del mattino raccontandomi per filo e per segno ogni particolare della sua vita sentimentale con mio fratello Matt, come se non lo vedessi da duecento anni.
“E poi dopo che ci siamo baciati lui ha iniziato a togliersi la maglia e…” alzai la mano per fermarla e le tappai la bocca.
“Stop! Non andare oltre! Cavolo Jessie è mio fratello e sto per vomitare!” mise il broncio e io scoppiai a ridere.
“Dai su cerca di capirmi, è mio fratello e mi fa senso sapere i particolari della sua vita sessuale. Su ora andiamo a lezione, non voglio arrivare di nuovo in ritardo.”
La campanella suonò di nuovo e ci sbrigammo tutti ad andare nelle rispettive classi. Mi aspettava una giornata alquanto noiosa tra biologia, matematica, storia e chimica. Presi un respiro profondo ed entrai in classe seguita da Jessie.





NOTE DELL’AUTORE



Salve a tutti! Sono Laura e questa è la mia prima FF in assoluto! Spero vi possa piacere e, se volete, lasciatemi un commento (sia positivo che negativo) così che possa capire come muovermi meglio nei prossimi capitoli. Ho finalmente finito gli esami di maturità ( eh si sono vecchia ho 19 anni) e quindi ho tempo libero da dedicare alla scrittura. Ho quasi terminato anche il secondo capitolo e credo che pubblicherò con una frequenza di un capitolo ogni due-tre giorni. Bene la smetto di parlare e spero che la storia possa piacervi. Un bacione al prossimo capitolo.

P. S. per chi volesse contattarmi su Facebook sono Laura Cesari e su Twitter @LostInJDBeyes :D

  
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