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Autore: Dead_Sl    24/01/2008    7 recensioni
“Carino. Proprio carino quest’anno. Non avrebbe potuto cominciare in modo peggiore. La fila sembra infinta! Gesù cristo, ma perché sono arrivato così maledettamente tardi?”
Ma lui sapeva già il perché fosse arrivato così dannatamente tardi: aveva temporeggiato fino all’impossibile, e Mikey, suo fratello, l’aveva rimproverato come se fosse il peggiore dei mostri; diceva sempre: “Sei troppo depresso, fratellone, capisci perché ti hanno dato quel nomignolo, al liceo? Ancora parlano di te quelli dell’ultimo anno!”. Il piccolo diciassettenne Mikey, si riferiva al soprannome Gerard-Lametta-Way, una cosa piuttosto triste. Gerard non ci faceva più caso da tempo, tutto merito de “la forza dell’abitudine”, così si dice.
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: Gerard Way, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I'll laugh until my head comes off.
(Written by blaise_sl_tr07 & LovelyDead)

-Chapter Third. (Written by LovelyDead)

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[Questo è di L.D. Ecco per chiarire diciamo che l'autrice del capitolo sarà anche l'autrice del disegno. O si era già detto? Bah, whatever, è chiaro adesso].

La situazione stava diventando insostenibile per Gerard, che non faceva altro che litigare con Ray dalla mattina fino alla sera, in un tour de force di insulti, maledizioni e quant’altro.
-Mikey? Sono io.-
Così era andato al telefono pubblico più vicino ed aveva composto il numero di casa.
-Gee! Non vedevo l’ora di sentirti!-
Suo fratello era, ovviamente, parecchio entusiasta di avere notizie.
-Già, anche io. Volevo solo dirti che verrò oggi stesso, mi fermerò per il weekend. Va bene?-
-Oh, sicuro! Non vedo l’ora! Devi raccontarmi una marea di cose, devi, capito?-
-Hu-huh, sì. A dopo, Mikes.-
Ce l’aveva con il mondo, sì, perché la sfortuna lo perseguitava dappertutto ed inesorabilmente, così lui credeva, per lo meno.
Finalmente, comunque, era arrivato il Sabato, e Gerard non vedeva l’ora di lanciarsi in auto e guidare verso Belleville: la sua amata città.
Dopo aver telefonato, si diresse verso l’aula di giornalismo, che non era poi una delle sue materie preferite, ma dopo tutto, il college è il college. Il problema più grande di quel corso, però, era che anche Ray lo frequentava; era perfettamente inutile perdersi nel blu del cielo, nonostante fosse seduto vicino a una finestra, perché quell’attaccabrighe di un chitarrista non perdeva occasione per dargli fastidio.
-Che fai? Non ascolti? Ma com’è che prendi voti così alti, allora? Il piccolo Way è un raccomandato?-
“Calma, Gee, coraggio, ignoralo. Fa’ finta di non averlo sentito. Toro non ha detto nulla. NULLA.”
Non rispose, si limitò a osservare ogni minimo granello di polvere posato sulla vetrata, come se fossero la cosa più interessante del mondo; e la forza dell’abitudine colpiva ancora.
-Dài, Mr. Lametta-Way, rispondimi, so che muori dalla voglia di farlo!-, continuò, sghignazzando.
L’altro si alzò, prese le sue cose dal tavolo e con aria indifferente attraversò l’aula ed uscì, lasciando Ray a bocca spalancata: era la prima volta che qualcuno lo abbandonava in quel modo mentre lui si dilettava a sputare veleno.

*
“Che strano”
Si disse, mentre percorreva la strada che lo avrebbe portato verso casa.
“Sembrano anni che non torno a casa, e sono passati solo cinque giorni…”
Erano circa le due del pomeriggio, il sole riscaldava piacevolmente l’asfalto e il vento scompigliava i capelli di Gerard, che non vedeva l’ora di varcare la soglia della sua porta.
Quella quasi-settimana era stata un totale disastro: tutti i corsi che aveva scelto erano difficili come non mai, e nonostante alcuni gli fossero graditi, la maggior parte era odiosa quanto studiare legge; Plus, il suo compagno di stanza trovava una scusa buona per infastidirlo ogni secondo in cui erano nella stessa area, persino durante la pausa pranzo riusciva ad importunarlo. Incredibile, la sua passione non era la chitarra, bensì insultare la gente.
Si potrebbe pensare che il problema principale al momento per Gerard Way fosse l’università, e invece no. Il suo problema era molto più banale: era sfigato. Ma proprio sfigato. Nella sua intera vita era riuscito solo una volta a portare avanti una sorta di storia con un ragazzo (“gran pezzo di merda!”), che l’aveva poi lasciato dopo un mese e mezzo perché diceva di aver paura di innamorarsi (“tutte cazzate, perdio”). Non si può dire che fosse in cerca di qualcuno di cui prendersi una cotta, o addirittura innamorarsi, diciamo solo che gli mancava la dolce sensazione delle farfalle allo stomaco; anche lui come tutti, era un po’ masochista.
Accantonando lo sproloquio, il nostro ragazzo dai capelli corvini era appena giunto a destinazione; parcheggiò la macchina sul cortiletto di casa, uscì e respirò l’aria della sua Belleville a pieni polmoni.
Si girò verso la porta, e appena davanti a quest’ultima scorse un ragazzo molto basso dall’aria interessante. Si avvicinò lentamente, finché anche il tizio si accorse di lui; si osservarono per qualche secondo.
Aveva i capelli corti, ma non troppo, che gli ricadevano sulla fronte, due occhi nocciola molto grandi, un naso grazioso e un sorriso degno di un divo.
“Ma chi è questo gran figo?”
Pensò istintivamente Gerard, ammaliato dalla bellezza dello sconosciuto.
“Santo dio, ma chi diavolo è questo qui? Non ho mai visto niente di così accattivante in tutta la mia vita.”
Si disse in mente l’altro, continuando a guardare la persona davanti a sé con la bocca mezza aperta.
-E tu chi diavolo sei?-, chiese Way, sentendo la sua voce farsi acida per motivi a lui ignoti.
-M-mi chiamo Frank. Tu chi sei?- rispose quello, arrossendo. Sì, era Frank Iero.
-Gerard. Che ci fai nel vialetto di casa mia?-
-Oh... Aaah, tu devi essere il fratello di Mikes. Sono un suo amico, stavo per suonare il campanello-
-Sì, sono io. E così il caro Mikes ha un nuovo amichetto- “E che amichetto…”
-Eh, già. Ehm... Hai le chiavi? Magari evito di suonare- Gerard storse le labbra.
-Sì, ho le chiavi. Ma se non ci fossi stato io come avresti fatto, eh, ragazzino?-
-Avrei suonato il campanello, vorrei solo evitare di disturbare Elena.- E arrossì violentemente, il povero Iero, il fratello del suo (nientemeno che) migliore amico lo metteva terribilmente in soggezione.
-Avresti dovuto pensarci prima di presentarti alle due del pomeriggio. La gente riposa, a quest'ora, lo sai?-
Entrambi si sentirono profondamente irritati e allo stesso tempo imbarazzati.
-Dio, ma qual è il tuo problema?- Sbottò Frank, quasi indignato, ma continuando ad essere di tonalità rosso carminio. -Me l'ha chiesto tuo fratello di venire, okay?-
-Il mio problema è tornare da una settimana al college e ritrovarmi gente tra i piedi, ragazzino!- S’interruppe e sospirò; -e dirò due parole anche a Mikey!-
-Non la fare tanto lunga, apri e basta, è tardi per lamentarsi, ora.- Sbuffò e mormorando aggiunse: -Che idiota!-
-Come hai detto, scusa?-
Gerard aveva sentito l’ultimo commento di Frank, e adesso il suo tono era più acido che mai.
-Non ho detto nulla!-, Esclamò, roteando gli occhi.
-Non provare a fare il furbo con me, tu. Non sono mica scemo, ti ho sentito benissimo-
-Ma che cacchio ti ho fatto di male? Mi hai appena conosciuto!-
E detto questo, si precipitò a suonare il campanello. Voleva finire quella discussione al più presto.
-Non sopporto i ragazzini idioti, ecco tutto-, affermò Way, esibendo una smorfia.
L’altro stava per ribattere, quando un sorridente Mikey aprì la porta e strabuzzò i suoi occhi marroni, come se avesse visto qualcosa di totalmente inaspettato.
-Frankie! GEEE!- esclamò, abbracciando con calore il fratello, che, al contrario, si mostrò un po’ freddo, come se ricambiasse automaticamente.
-Mikes, questo è un tuo amico?- Chiese, ancora quasi incredulo.
-Sì, è l'adorabile Frankie, vi siete già presentati?-
-Sì…- Borbottò il ragazzo in questione, con gli occhi ridotti a due fessure.
-Sì, direi che ci siamo presentati-, concordò il maggiore dei Way, con un sorriso inquietante. -Ma la prossima volta non invitare gente così presto, nonna ha bisogno di riposare. Ed io non voglio avere nessuno tra i piedi quando torno a casa, lo sai-, aggiunse con una nota d’irritazione nella voce.
-Sì che lo so, ma non mi avevi mica detto che saresti venuto così presto! Comunque, è un piacere avervi tutti e due!- Disse entusiasta Mikes, sfoggiando uno dei suoi sorrisi più solari.
-Sicuro…- Mormorò Frank, ancora parecchio infastidito. Il suo amico gli lanciò un’occhiataccia.
-Certo. Io vado a farmi una doccia, sono abbastanza stanco, il college è estenuante.- ribatté Gerard, sprezzante.
-Fai in fretta, ho una voglia folle di parlare con te-, affermò l’altro con enfasi.
Il più grande si affrettò ad entrare in casa e corse verso il bagno, senza preoccuparsi di prendere i suoi vestiti e la sua biancheria intima.
Frank e Mikey si fermarono a discutere in cucina, il più piccolo ancora scosso (indeciso tra il piacevolmente o il negativamente) dall’incontro.
-Be’, allora?-, cominciò Mikes.
-Cosa?-
-Che te ne pare di mio fratello?-
Frank tossicchiò.
-Be’… E’… Molto bello. Sul serio. Ha degli occhi meravigliosi.-
-Frank, non ti ho chiesto di diventare dell’altra sponda per lui, voglio sapere semplicemente che ne pensi.-
-Ehm… Non è stato troppo carino con me- “diciamo che si è comportato come il peggiore dei mostri”. Arrossì.
-Ah, no? Be’, strano! Di solito è così carino con tutti! Devi conoscerlo meglio, è davvero fantastico.-
-Sì, immagino-
-No, davvero! Io lo adoro-
-Tu adori anche me, il che è tutto dire-
-Frank, stiamo parlando di mio fratello!-
La porta si aprì, e Gerard si presentò con un asciugamano avvolto alla vita, i capelli bagnati e l’aria di quello che sta per morire assiderato.
Frank si sentì avvampare dentro, come se improvvisamente fosse stato buttato a forza dentro un forno incandescente. Si dovette sforzare per non guardare sotto l’ombelico.
“Bello questo quadro, non l’avevo mai notato! No… Non devo guardare di là. Bello pure il frigorifero. Simpatico.”
-Mikey, mi faresti il favore di prendere i miei vestiti in auto? Li ho dimenticati…- chiese, timidamente, spostandosi i capelli dalla fronte.
-Certo, Gee, torno subito-
Calò il silenzio improvvisamente.
Frank non poté fare a meno di guardare Gerard semi-nudo e l’oggetto della sua attenzione, in effetti, lo stava fissando negli occhi, come a volergli dire qualcosa tacitamente. Il suo sguardo, notò il più piccolo, non era come prima, davanti alla porta, era diverso, quasi addolcito e sembrava avere una sorta di… Luce ambigua, inspiegabile.
-Senti, io…- Cominciò Gerard, con voce tremante, ma fu interrotto da Mikey, che con un gran sorriso arrivò portando una montagna di vestiti tra le braccia.
-Tieni, hunny, va’ a vestirti e torna subito qui, non vedo l’ora di sapere tutto quello che hai fatto in questi cinque giorni-
-Niente di interessante, a dir la verità. Be’, torno subito.-
Frank, nonostante il maggiore dei Way fosse sparito da qualche secondo dal punto in cui si trovava, stava ancora fissando imperterrito quell’area mistica della cucina.
-Frankie? Va tutto bene?- Gli chiese Mikey, guardandolo.
-Eh?-
-No, dico: Che hai?-
-Niente. Sto bene- “Sto per morire, altro che bene”
-Sicuro?-
-Certo…-
Quella calda e piacevole giornata di Settembre sarebbe stata l’inizio di una lunga e strana storia degna di Alice nel paese delle meraviglie. Forse perfino dotata di bianconiglio.


***
Ghghghghghghghghgh... Siamo taaaanto liete (gioia e gaudio! auhauhauah) che la storia sia gradita :D.
Thanks to:
Isult: Carissima! No spoiler, baby, nessuno rivelerà i pairings U_U. E tu dovrai soffrire finchè non si capirà U_U. Grazie per i complimenti, anyway!
Idra_31: Waaa, grazie **. Lei grandissima che ha scritto la fic sul projekt revolution! E' un onore avere tue recensioni. E lunga vita ai vegetariani! (Chi ci riesce è sul serio un dio)
missblack'92: Il Michele incarna ogni studente, direi. A parte casi eccezionali che sono come Frank, rompono i coglioni di prima mattina xDDD (gente da prendere a calci... ma se è Frank, va bene). E per quanto riguarda il pestatore di piedi... Nah. Niente spoiler U_U.
memuzz: Lunga vita a quel video e lunga vita ai licei americani! Altro che italia... Grazie mille :)

E con questo Ilia (che è vicaria della blaise) vi dà un saluto. Thanks!
Cheeeeeers.
  
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