Storie originali > Drammatico
Segui la storia  |       
Autore: Kia_Giu    12/07/2013    0 recensioni
-Joe, il mio amore-
-E Carlo?- le chiesi.
-Come?- chiese lei che non mi aveva sentito.
-E il nonno?- chiesi quindi io.
-Oh...lui non sapeva niente di Joe, ma non l'ho mai tradito- mi disse. Io annuii e cercai una scusa per andarmene ma non me ne veniva in mente nemmeno una.
-Joe, era il mio vero e unico amore, naturalmente volevo un bene dell'anima anche a Carlo, ma il mio cuore è sempre stato di Joe...Conosciuto ad Auschwitz.- mi disse. Io non potei far altro che provare tristezza per lei. Ne aveva passate davvero tante, però non sembrava triste. Anzi, sembrava proprio felice. Mia nonna aveva passato poco meno di un anno ad Auschwitz, però sapevo che quelli erano stati i mesi più brutti della sua vita, come poteva essere altrimenti?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Guardai la nonna piangere. Sapevo che era dura per lei. Sentii qualcosa di caldo sul volto, stavo piangendo anche io. Quella storia mi aveva presa in fondo, 
ed ora mi sembrava di vederla scorrere davanti a me.
-Chiamai mio figlio Samuele- disse
-In ricordo di mio fratello, e poi ti chiamai Giulia per ricordarmi di Joe- mi raccontò.
Poi mi fece cenno che potevo anche andare, io mi avvicinai a lei e la abbracciai e per la prima volta capii quanto doveva aver sofferto mia nonna in tutti 
quegli anni, e quanta voglia aveva avuto di sfogarsi con qualcuno. E io non avevo mai voluto ascoltarla perchè pensavo al mio ragazzo. 
Quanto ero stata egoista. Guardai l'ora, si era fatto tardi.
-Ti voglio bene- le dissi, non sapendo che altro dire.
Lei mi sorrise.
-Anche io ti voglio bene, Giulia- mi disse, poi capii che voleva stare da sola e così uscii dal salotto e poi dalla casa. Tornai a casa mia dove c'era mia madre 
che mi aspettava.
-Giulia, com'è andata dalla nonna?- mi chiese.
-Bene- risposi io e poi andai in camera mia a dormire e ripensando alla storia e a quanto era stata egoista cominciai a piangere in silenzio, e pensare che 
quella storia era avvenuta davvero. Mia nonna l'aveva vissuta di prima persona, eppure era ancora viva. Sarei tornata da lei, per farle capire che avevo
 imparato molto quel giorno dalla sua storia e che le volevo bene, anche se non l'avevo mai ascoltata. Anche se ogni volta che lei cominciava a parlare 
c'era solo mia madre ad ascoltarla.
Però non potei farlo.
Il giorno dopo mi alzai ed ebbi subito un'orrenda sensazione, sapevo che era successo qualcosa di orrendo, me lo sentivo nella pelle. E il mio intuito non 
falliva mai.
Andai a scuola e decisi di dare una possibilità al mio ex, chiacchierai con la mia migliore amica, nonché compagna di banco, e la sensazione svanì.
Appena però uscii da scuola tornò quella strana sensazione. Christian mi si avvicinò.
-Allora domani usciamo?- mi chiese allegro. Gli sorrisi, avevo capito che dovevo dargli una seconda possibilità prima che fosse troppo tardi.
-Certo- dissi.
-Grazie Giulia- mi disse e mi diede un leggero bacio sulle labbra prima di allontanarsi sistemandosi lo zaino in spalla. Lo guardai allontanarsi e poi il mio 
cellulare squillò: era mia madre. Risposi un po' in ansia, perchè avevo quella sensazione strana? Con Christian era andato tutto bene, non c'era più niente 
che dovevo temere, no? 
-Giulia, ho una brutta notizia- mi disse.
-Quale?- chiesi io.
-La nonna ci ha lasciate...-
Mi cadde il telefono dalle mani frantumandosi a terra, la batteria partì, portandosi via una parte del telefono. Non ci potevo credere. E io mi sentivo così male, 
solo il giorno prima l'avevo ascoltata, solo il giorno prima l'avevo conosciuta davvero, e ora già mi abbandonava. Ero stata così egoista, così stupida,
 così bambina, così infantile. Mi odiavo. Non sapevo cosa fare. Cominciai a piangere lì in mezzo alla strada. Ormai era troppo tardi per tutto, 
per ripensare a quello che avevo fatto, o meglio, a quello che non avevo fatto. Ero stata davvero stupida. Troppo. Non potevo credere di essere stata 
così egoista.

Guardai la tomba davanti a me su cui era scritto il nome di mia nonna. Il vento soffiava leggermente e muoveva piano le foglie degli alberi, il cielo era
 limpido tranne per qualche nuvola ma il mio cuore piangeva. Ero stata davvero una stupida in tutti quegli anni.
-Ciao nonna- dissi cominciando a parlare da sola, ma dovevo sfogarmi in qualche modo, dovevo tirare fuori tutto quello che avevo dentro.
-Sono stata davvero una stupida, e sono stata troppo egoista. Me ne rendo conto solo ora, e se tu fossi qui mi scuserei, mi farei perdonare in tutti
 i modi possibili e cercherei di ricominciare con te. Ma me ne sono resa conto troppo tardi, quando tu mi hai insegnato ad andare avanti sempre. 
E lo so che devo andare avanti, ma mi sento davvero troppo in colpa.- dissi cominciando a piangere. Le lacrime mi scendevano lungo le guance 
e quasi sentii mia nonna rispondermi, e la sentii raccontare la sua storia.

-Era biondo, aveva dei capelli che mi facevano invidia, biondi e ricci. Io invece sono mora e ho gli occhi verdi. Anche lui aveva gli occhi verdi, grandi, 
pieni di allegria- dissi.
Joe mi sorrise e mi disse di andare avanti a raccontare.
-Ricordo...ricordo che...che giocavamo sempre a pallone, e che litigavamo sempre...-dissi
-E mi ricordo che avevo litigato con lui perché ci aveva fatti scoprire, e poi non l'ho più visto- dissi mentre sentivo gli occhi pizzicare. 
Ma non riuscivo ancora a piangere. Forse perchè non avevo più lacrime.
-Sapeva che gli volevi bene- mi disse Joe.
-Ma...ma io...era l'ultima volta che lo vedevo, e gli ho...gli ho detto su di tutto...-

-Non commetterò lo stesso errore due volte, non lo farò, sarò forte, come mi hai insegnato tu, come ti ha insegnato Joe. Andrò avanti e cercherò di
migliorare tutti i rapporti con tutti i miei amici. Non ti dimenticherò mai, quando ti lasciavo sola con la mamma che aveva sentito le tue storie troppe 
volte e le conosceva a memoria. Non dimenticherò la tua storia, anche se me l'hai raccontata una volta sola mi ricordo ogni tua parola, e non me la 
scorderò mai, perchè i ricordi sono importanti per andare avanti nella vita. Quel giorno mi hai fatto credere nei miei sogni, che sembravano impossibili, 
ma non lo sono. E ora ne sono certa. Perché tu hai affrontato cose peggiori delle mie e ne sei venuta fuori. Al confronto la mia vita è una bazzecola. 
Non mi arrenderò neanche ora che ti ho vista morire, sono sicura che tu lo sapevi di essere alla fine dei tuoi giorni, e sono sicura che volevi un'ultima 
volta avere un rapporto con me, il ricordo di Joe. Non ho mai saputo che quel nome lo avevi scelto tu, mamma non me l'ha mai detto. E invece ho 
scoperto di avere un nome tanto importante. Forse non me lo merito, anzi, sicuro non me lo merito, e mi dispiace. Ma andrò avanti, nonostante sia 
stata così egoista con te.
Ti voglio bene, nonna, ricordalo sempre-
Le lacrime ormai mi avevano bagnata tutta. E vidi davanti a me la nonna sorridermi dolcemente, mi aveva già perdonata quella sera in cui l'avevo ascoltata.

“Era il 1944, la città era quasi vuota, la gente scappava, la maggior parte però veniva rapita dai nazisti. Io e la mia famiglia ci eravamo nascosti in una 
casa di alcuni nostri amici e stavamo sopravvivendo come potevamo per non morire o peggio, venir catturati dai nemici. E tutto perché? Eravamo ebrei.”
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: Kia_Giu