CAPITOLO 2: Meet the destiny
Nei giorni seguenti Jack passò il
tempo a cercare per i corridoi della scuola la ragazza bionda che aveva visto al
lago. Come sempre succede, vide tutti gli studenti, tranne lei.
La intravide solo una sera a cena.
Lui era appena entrato nella sala grande per cenare, mentre lei si stava alzando
dal tavolo di corvonero. La seguì con lo sguardo, passo dopo passo. La vide
alzarsi con eleganza, avvicinarsi a una ragazza di Grifondoro molto carina con i
capelli rossi e uscire con lei dalla sala.
Ma spesso nella vita si trovano
le cose più stupefacenti quando non le si cercano, e Jack lo avrebbe capito
presto…
Quel pomeriggio di metà ottobre
pioveva e faceva un freddo cane. La maggior parte degli studenti di Hogwarts se
ne stava rintanato nelle loro sale comuni, vicino a qualche bel camino
scoppiettante.
Alcuni invece preferivano la calma e
la serenità della biblioteca. Beh, in verità erano ben pochi quelli che
studiavano veramente, ma l’ambiente era piacevolmente silenzioso e
innaturalmente calmo.
Tra quest’ultimi c’era un bel
ragazzo moro che si aggirava svagato e leggermente annoiato tra gli alti
scaffali della biblioteca.
Stava cercando un libro sugli
incantesimi del diciottesimo secolo, ma non aveva la minima idea di dove andare
a recuperarlo. Per sviare le occhiate furtive e i commenti impertinenti delle
sue compagne si era alzato e se l’era svignata in silenzio.
Con passo sicuro voltò per
l’ennesimo corridoio e finalmente trovò quello che stava cercando. No, non il
libro. Che vada al diavolo quel libro! Aveva trovato proprio lei, la bella
ragazza bionda e un po’ svanita del lago.
La ragazza stava in piedi a pochi
metri da lui ed era intenta a cercare anche lei un volume tra le migliaia
presenti lì dentro.
Senza pensarci due volte Jack le si avvicinò
intraprendente e spregiudicato come sempre. L’ombra di un sorrisetto malizioso
comparve sul suo volto abbronzato quando le si mise alle spalle senza far notare
la sua presenza.
Con voce insolitamente roca e
profonda chiese all’orecchio della ragazza –Cerchi qualcosa?-. Luna sobbalzò e
si voltò di scatto, trovandosi a pochi centimetri dal viso di Jack. Lo guardò
con gli occhi più sgranati del solito e trattenne il fiato. Al moro veniva da
ridere, ma si trattenne a stento.
La ragazza si riprese dallo spavento
dopo qualche secondo e con voce non del tutto ferma disse – Oh! Beh, ecco…si,
stavo cercando un libro sui Nargilli!-. Jack sorrise affascinante e senza
distogliere lo sguardo dagli occhi chiari di Luna mormorò – Nargilli, eh?
Interessante…-. La ragazza lo scrutava cercando di capire le sue intenzioni, ma
Jack risultava del tutto imprevedibile. Con un movimento fluido ed elegante il
ragazzo alzò un braccio e sempre guardando Luna afferrò un libro alle sue
spalle. Nel farlo la sua mano sfiorò intenzionalmente i capelli chiari di lei
che sussultò impercettibilmente.
Jack prese il libro e glielo porse – Ecco,
penso sia questo quello che stavi cercando…-. La ragazza lo prese in mano e lo
guardò stupita – Ma…è davvero quello che cercavo! Incredibile!-. Il moro
ridacchiò e le porse la mano – Io sono Jack Raynolds…- ma si corresse
immediatamente - …solo Jack -. Luna sorrise gentile e si presentò a sua volta –
Io mi chiamo Luna…piacere di conoscerti!-.
I due ragazzi rimasero qualche
secondo a sorridersi poi Luna sgranò gli occhi ed esclamò concitata – devo
andare! Sono in ritardo, accidenti!- e con ciò scappò via, lasciando il moro a
bocca aperta e senza capire nulla.
Di certo Jack non si sarebbe
aspettato di rivederla ancora quel giorno. E invece…
Il ragazzo camminava con le mani in
tasca nei meandri del grande castello. Era da poco passata la mezzanotte e la
scuola appariva deserta e buia.
Jack soffriva da parecchio tempo di
insonnia, e ormai anche i suoi compagni di stanza ci erano abituati. Nelle notti
come quelle, in cui la pioggia aveva lasciato il posto al vento freddo e
crudele, Jack non riusciva proprio a prendere sonno. Non c’era nulla da fare, se
non alzarsi e sgranchirsi le gambe. Non era la prima volta che gironzolava per
la scuola di notte. Però gli piaceva quel silenzio innaturale e l’atmosfera così
differente dalle ore diurne. Fino ad allora non aveva mai incontrato nessuno,
nemmeno i prefetti.
Come accadeva spesso si ritrovò a
passeggiare per il corridoio del terzo piano, quello che si affacciava sul parco
del castello. Era uno dei suoi luoghi preferiti,e quella notte era davvero
stupendo. Le grandi vetrate si specchiavano nel lago sottostante e la luna quasi
piena illuminava a tratti il corridoio.
Improvvisamente notò che c’era anche
qualcun altro in quel posto. Intravide un paio di scarpe da ginnastica spuntare
da un davanzale e il cuore gli finì in gola. Trattenendo il respiro si incamminò
cauto verso quella persona e la riconobbe solo quando le fu di
fronte.
Come non poter riconoscere quei
capelli dello stesso colore della luna e quella pelle così
chiara?
La ragazza che ormai da diverso
tempo lo incuriosiva e attraeva era comodamente seduta sul davanzale di una
grande finestra e guardava il cielo stellato.
Senza nemmeno voltarsi per guardarlo
sussurrò – Ciao…-. Jack sussultò sorpreso ma immediatamente sorrise e bisbigliò
a sua volta – Ciao…non riesci a dormire?-. La ragazza voltò il viso e i loro
occhi, così differenti, si incontrarono nuovamente. – Volevo vedere se c’erano
della fate notturne nel giardino…- sussurrò lei sedendosi in modo più composto e
facendogli spazio accanto a lei. Il moro accettò subito il tacito invito e le si
sedette accanto, così vicino da sfiorarle la spalle.
- E cosa sono le fate notturne?- le
chiese seriamente incuriosito. Quella ragazza era sorprendente. Era l’unica che
non lo fissasse in modo strano o che gli facesse domande stupide.
Luna sorrise e lo guardò divertita –
Sono creature simili alle lucciole… compaiono solo alcune notti nei boschi e si
dice che portino fortuna…-. Mentre lei parlava Jack seguiva come rapito il
movimento delle sue labbra rosee senza curarsi del fatto che la ragazza
registrava dove finisse il suo sguardo.
Con un movimento involontario lui le
si avvicinò delicatamente fino ad avere il suo bel viso a pochi centimetri dal
proprio. – Davvero portano fortuna?- le sussurrò con voce bassa e profonda. La
biondina sentì il calore del suo fiato sul viso e arrossì leggermente, ma non si
ritrasse. Annuì leggermente e sussurrò socchiudendo gli occhi – Io ne sono
convinta, altrimenti non saresti qui…-. Jack sorrise sornione e impulsivamente
scattò in avanti. Appoggiò le sue labbra su quelle morbide della ragazza che
rimase immobile dello stupore. Dopo una manciata di secondi il ragazzo si
ritrasse e la guardò speranzoso. Luna aveva gli occhi chiusi. Li riaprì
lentamente e incontrò le iridi scure di Jack. Un sospiro dopo anche lei
sorrideva e lo invitava silenziosamente e continuare.
Jack si sporse ancora una volta
verso di lei e le passò delicatamente una mano tra i capelli biondi, mentre
l’altra le accarezzava una guancia ora più colorita che mai. Le si accostò con
delicatezza e appoggiò per la seconda volta le sue labbra su quelle di lei.
Questa volta però fece una leggera pressione e dopo un attimo di esitazione la
sentì socchiudersi per lui.
Fu un bacio lungo e passionale, ma
in ogni momento delicato e dolce. Non c’era un vero motivo a quel bacio, nato
dal nulla e probabilmente destinato a finire nel nulla. Ma era bellissimo. Un
bacio vero e tenue, mai irruente o violento. Rispecchiava l’indole dei due
ragazzi, pacata e a cuor leggero.
Col passare dei minuti divenne
sempre più profondo e intimo, tanto da lasciarli più volte senza
fiato.
Le loro mani vagavano libere tra di
loro, cercandosi e stringendosi.
Jack stava per parlare, dire
qualunque cosa per farle capire quanto stesse bene in quel momento quando fu
qualcun altro ad interrompere la magia di quel momento.
Una voce aspra e severa risuonò
vicino a loro.
- Signor Raynolds, signorina Lovegood…nel mio ufficio. Subito -. Cazzo. La professoressa Mc Grannit.
Uffa…nessuno ha ancora commentato! Va
beh…vorrà dire che aspetterò…ma mi farebbe molto piacere se lasciaste qualche
commentino, se vi piace questa storia!
Grazie comunque…un
bacio…
(becky)