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Autore: becky    25/01/2008    2 recensioni
Ultimo anno ad Hogwarts per Luna e i più giovani, dopo la guerra, le morti, le distruzioni… tutto sembra tornato alla normalità. Ma la vita nella scuola di magia più famosa del mondo può davvero essere definita normale? Assolutamente no…soprattutto se arrivasse un nuovo studente, bello e dannato, un giovane Poeta Maledetto. E quando i suoi occhi neri incontrano quelli di ghiaccio di una biondina stralunata ogni catena che li legava al passato si spezza…
Genere: Romantico, Introspettivo, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Luna Lovegood, Nuovo personaggio
Note: Lemon, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2: Meet the destiny

Nei giorni seguenti Jack passò il tempo a cercare per i corridoi della scuola la ragazza bionda che aveva visto al lago. Come sempre succede, vide tutti gli studenti, tranne lei.

La intravide solo una sera a cena. Lui era appena entrato nella sala grande per cenare, mentre lei si stava alzando dal tavolo di corvonero. La seguì con lo sguardo, passo dopo passo. La vide alzarsi con eleganza, avvicinarsi a una ragazza di Grifondoro molto carina con i capelli rossi e uscire con lei dalla sala.
Ma spesso nella vita si trovano le cose più stupefacenti quando non le si cercano, e Jack lo avrebbe capito presto…

Quel pomeriggio di metà ottobre pioveva e faceva un freddo cane. La maggior parte degli studenti di Hogwarts se ne stava rintanato nelle loro sale comuni, vicino a qualche bel camino scoppiettante.

Alcuni invece preferivano la calma e la serenità della biblioteca. Beh, in verità erano ben pochi quelli che studiavano veramente, ma l’ambiente era piacevolmente silenzioso e innaturalmente calmo.

Tra quest’ultimi c’era un bel ragazzo moro che si aggirava svagato e leggermente annoiato tra gli alti scaffali della biblioteca.

Stava cercando un libro sugli incantesimi del diciottesimo secolo, ma non aveva la minima idea di dove andare a recuperarlo. Per sviare le occhiate furtive e i commenti impertinenti delle sue compagne si era alzato e se l’era svignata in silenzio.

Con passo sicuro voltò per l’ennesimo corridoio e finalmente trovò quello che stava cercando. No, non il libro. Che vada al diavolo quel libro! Aveva trovato proprio lei, la bella ragazza bionda e un po’ svanita del lago.

La ragazza stava in piedi a pochi metri da lui ed era intenta a cercare anche lei un volume tra le migliaia presenti lì dentro.
Senza pensarci due volte Jack le si avvicinò intraprendente e spregiudicato come sempre. L’ombra di un sorrisetto malizioso comparve sul suo volto abbronzato quando le si mise alle spalle senza far notare la sua presenza.

Con voce insolitamente roca e profonda chiese all’orecchio della ragazza –Cerchi qualcosa?-. Luna sobbalzò e si voltò di scatto, trovandosi a pochi centimetri dal viso di Jack. Lo guardò con gli occhi più sgranati del solito e trattenne il fiato. Al moro veniva da ridere, ma si trattenne a stento.

La ragazza si riprese dallo spavento dopo qualche secondo e con voce non del tutto ferma disse – Oh! Beh, ecco…si, stavo cercando un libro sui Nargilli!-. Jack sorrise affascinante e senza distogliere lo sguardo dagli occhi chiari di Luna mormorò – Nargilli, eh? Interessante…-. La ragazza lo scrutava cercando di capire le sue intenzioni, ma Jack risultava del tutto imprevedibile. Con un movimento fluido ed elegante il ragazzo alzò un braccio e sempre guardando Luna afferrò un libro alle sue spalle. Nel farlo la sua mano sfiorò intenzionalmente i capelli chiari di lei che sussultò impercettibilmente.
Jack prese il libro e glielo porse – Ecco, penso sia questo quello che stavi cercando…-. La ragazza lo prese in mano e lo guardò stupita – Ma…è davvero quello che cercavo! Incredibile!-. Il moro ridacchiò e le porse la mano – Io sono Jack Raynolds…- ma si corresse immediatamente - …solo Jack -. Luna sorrise gentile e si presentò a sua volta – Io mi chiamo Luna…piacere di conoscerti!-.

I due ragazzi rimasero qualche secondo a sorridersi poi Luna sgranò gli occhi ed esclamò concitata – devo andare! Sono in ritardo, accidenti!- e con ciò scappò via, lasciando il moro a bocca aperta e senza capire nulla.

Di certo Jack non si sarebbe aspettato di rivederla ancora quel giorno. E invece…

Il ragazzo camminava con le mani in tasca nei meandri del grande castello. Era da poco passata la mezzanotte e la scuola appariva deserta e buia.
Jack soffriva da parecchio tempo di insonnia, e ormai anche i suoi compagni di stanza ci erano abituati. Nelle notti come quelle, in cui la pioggia aveva lasciato il posto al vento freddo e crudele, Jack non riusciva proprio a prendere sonno. Non c’era nulla da fare, se non alzarsi e sgranchirsi le gambe. Non era la prima volta che gironzolava per la scuola di notte. Però gli piaceva quel silenzio innaturale e l’atmosfera così differente dalle ore diurne. Fino ad allora non aveva mai incontrato nessuno, nemmeno i prefetti.

Come accadeva spesso si ritrovò a passeggiare per il corridoio del terzo piano, quello che si affacciava sul parco del castello. Era uno dei suoi luoghi preferiti,e quella notte era davvero stupendo. Le grandi vetrate si specchiavano nel lago sottostante e la luna quasi piena illuminava a tratti il corridoio.

Improvvisamente notò che c’era anche qualcun altro in quel posto. Intravide un paio di scarpe da ginnastica spuntare da un davanzale e il cuore gli finì in gola. Trattenendo il respiro si incamminò cauto verso quella persona e la riconobbe solo quando le fu di fronte.

Come non poter riconoscere quei capelli dello stesso colore della luna e quella pelle così chiara?

La ragazza che ormai da diverso tempo lo incuriosiva e attraeva era comodamente seduta sul davanzale di una grande finestra e guardava il cielo stellato.

Senza nemmeno voltarsi per guardarlo sussurrò – Ciao…-. Jack sussultò sorpreso ma immediatamente sorrise e bisbigliò a sua volta – Ciao…non riesci a dormire?-. La ragazza voltò il viso e i loro occhi, così differenti, si incontrarono nuovamente. – Volevo vedere se c’erano della fate notturne nel giardino…- sussurrò lei sedendosi in modo più composto e facendogli spazio accanto a lei. Il moro accettò subito il tacito invito e le si sedette accanto, così vicino da sfiorarle la spalle.

- E cosa sono le fate notturne?- le chiese seriamente incuriosito. Quella ragazza era sorprendente. Era l’unica che non lo fissasse in modo strano o che gli facesse domande stupide.

Luna sorrise e lo guardò divertita – Sono creature simili alle lucciole… compaiono solo alcune notti nei boschi e si dice che portino fortuna…-. Mentre lei parlava Jack seguiva come rapito il movimento delle sue labbra rosee senza curarsi del fatto che la ragazza registrava dove finisse il suo sguardo.

Con un movimento involontario lui le si avvicinò delicatamente fino ad avere il suo bel viso a pochi centimetri dal proprio. – Davvero portano fortuna?- le sussurrò con voce bassa e profonda. La biondina sentì il calore del suo fiato sul viso e arrossì leggermente, ma non si ritrasse. Annuì leggermente e sussurrò socchiudendo gli occhi – Io ne sono convinta, altrimenti non saresti qui…-. Jack sorrise sornione e impulsivamente scattò in avanti. Appoggiò le sue labbra su quelle morbide della ragazza che rimase immobile dello stupore. Dopo una manciata di secondi il ragazzo si ritrasse e la guardò speranzoso. Luna aveva gli occhi chiusi. Li riaprì lentamente e incontrò le iridi scure di Jack. Un sospiro dopo anche lei sorrideva e lo invitava silenziosamente e continuare.

Jack si sporse ancora una volta verso di lei e le passò delicatamente una mano tra i capelli biondi, mentre l’altra le accarezzava una guancia ora più colorita che mai. Le si accostò con delicatezza e appoggiò per la seconda volta le sue labbra su quelle di lei. Questa volta però fece una leggera pressione e dopo un attimo di esitazione la sentì socchiudersi per lui.

Fu un bacio lungo e passionale, ma in ogni momento delicato e dolce. Non c’era un vero motivo a quel bacio, nato dal nulla e probabilmente destinato a finire nel nulla. Ma era bellissimo. Un bacio vero e tenue, mai irruente o violento. Rispecchiava l’indole dei due ragazzi, pacata e a cuor leggero.

Col passare dei minuti divenne sempre più profondo e intimo, tanto da lasciarli più volte senza fiato.

Le loro mani vagavano libere tra di loro, cercandosi e stringendosi.

Jack stava per parlare, dire qualunque cosa per farle capire quanto stesse bene in quel momento quando fu qualcun altro ad interrompere la magia di quel momento.

Una voce aspra e severa risuonò vicino a loro.

- Signor Raynolds, signorina Lovegood…nel mio ufficio. Subito -. Cazzo. La professoressa Mc Grannit.

 

Uffa…nessuno ha ancora commentato! Va beh…vorrà dire che aspetterò…ma mi farebbe molto piacere se lasciaste qualche commentino, se vi piace questa storia!

Grazie comunque…un bacio…

(becky)

 

  
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