Fanfic su artisti musicali > My Chemical Romance
Segui la storia  |       
Autore: Frozen tear    25/01/2008    7 recensioni
(...)Ed è solo il mio terzo giorno di lavoro.
Chissà perché il capo già mi odia.
Mi metterei a piangere se potessi, se continuo così mi verrà una crisi isterica, mi cadranno tutti i capelli, il capo mi caccerà fuori a calci minacciandomi con una mazza da baseball di non tornare più, insomma, succederà qualcosa di brutto.
(...)-Frankie sei sempre il solito, ma com’è possibile che non ne fai una giusta?- dice un ragazzo seduto al tavolo dell’ordine. Dopo qualche secondo di silenzio scoppiano tutti a ridere, tranne la mia rovina che mi guarda con aria colpevole abbozzando un sorrisetto.
(...)Sento dei passi avvicinarsi velocemente per poi fermarsi nella mia visuale. Delle Etnies, carine.
-Senti, Crystal, giusto? Veramente, non volevo combinare questo casino…-
Genere: Romantico, Malinconico, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Frank Iero, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Non mi serve alzare la testa per capire chi ha parlato, velocemente mi asciugo gli occhi,non può lasciarmi in pace

Non mi serve alzare la testa per capire chi ha parlato, velocemente mi asciugo gli occhi,non può lasciarmi in pace? Se proprio devo piangere preferisco che non mi veda nessuno.

-Guarda, non ti preoccupare, tanto se non fossi incappata in te sarebbe stato sicuramente qualcun altro, mi dispiace solamente che ti abbia trascinato giù con me- dico indicando la sua maglietta.

-Capirai! Non è un problema, sul serio. Per farmi perdonare posso offrirti qualcosa?-

-In un altro bar, chiaramente- si affretta ad aggiungere vedendo la mia espressione terrorizzata.

-Ma… non avevi un’intervista super importante adesso?-

-Beh si, ma possono fare a meno di me, non è così importante che io ci sia- afferma

-Non è importante, oppure dato che ti ho macchiato la maglia non potrebbero che farti primi piani?- chiedo con voce funerea.

-No, dai sul serio, non è una cosa così grave, il tuo capo ha decisamente esagerato, non siamo nemmeno così famosi. E’ dimostrato, neanche tu sai chi siamo-

Ex capo penso tristemente.       

-Ma io sono un caso a parte, generalmente non ascolto la musica che va adesso, sono più per i vecchi classici rock. Com’è che vi chiamate?-

-Siamo i My chemical romance- dice sorridendo ripensando probabilmente a tutto quello che si nasconde dietro quel nome.

-My chemical romance…- metto in moto il cervello cercando di pensare se per caso mi è mai capitato, magari di sfuggita, di sentire quel nome, ma niente. –no, sono proprio ignorante!- dico ridendo e lui con me.

-Nessun problema, anzi, sono quasi contento che tu non sia una fan inferocita pronta a strapparmi i vestiti di dosso. Insomma, accetti l’invito?- (io sarei tra quelle fan xD nda.)

Perché no? Sicuramente sarà meglio che stare su quella panchina a gelarmi il sedere tutto il resto della mattinata, o di tornare nel mio appartamento a deprimermi.

-Va bene-

 

Il bar è affollatissimo, ma riusciamo comunque a trovare una tavolino da due.

Ordiniamo tutti e due caffè, chiaramente.

-Il caffè è la mia droga- affermo chiudendo il menù.

-Ti posso capire, non dico che ne vado pazzo, ma è sicuramente quella pozione magica che mi permette di stare in piedi tutto il giorno-

La cameriera arriva al nostro tavolo senza fare morti e danni di nessun genere, per lei sembra quasi che sia un gesto automatico, che rabbia!

-Non eri così male alla fine come cameriera- dice lui dopo aver notato la mia espressione fra l’omicida e lo sconsolato.

Lo guardo scettica.

-Certo…-

-Comunque prima abbiamo cominciato decisamente con il piede sbagliato- dice ridendo – ricominciamo. Piacere, sono Frank-

- Piacere mio, Crystal-

Rimango a fissarlo mentre ride, non penso di non aver mai sentito una risata più buffa e tenera, o  semplicemente sono contenta di sentire qualcuno che ride dopo quello che ho passato nell’ultima mezz’ora.

-Che ho detto?- chiede preoccupato. Effettivamente non devo avere un’espressione molto intelligente in quel momento.

Scoppio a ridere.

-Semplicemente pensavo a quanto sia carina la tua risata-

 

Dopo un caffè e una buona dose di risate penso che forse devo rimediare al mio danno.

-Quanto altro tempo libero pensi di avere?-

-Mh… abbastanza, perché?-

-Vieni con me-

Ok, nei dintorni sicuramente non c’è un negozio decente, o almeno del genere giusto, ma qualcosa troverò comunque.

 

-Posso sapere dove mi stai portando?- chiede dopo un po’

-Ti ho rovinato la maglietta, e devo rimediare. Faremo due soste- dico sorridendogli.

Ecco, prima sosta.

Guarda scettico l’insegna.

-Playboy?-

-E’ l’unico negozio di vestiario nei dintorni…-

-Ma per quello? Guarda lascia perdere, non morirà nessuno per una maglietta sporca! Ho fatto di peggio-

-E dai, stai al gioco-

Non può resistere al mio sguardo languido.

-Va bene, va bene, ma non fare quella faccia!-

Vittoria!

Entriamo e un odore che dovrebbe essere zucchero filato misto a qualche altra schifezza ci invade.

Lo sento borbottare qualcosa di incomprensibile. Mi viene da ridere, lui, completamente vestito di nero (a parte la famosa maglietta) stona decisamente con la tonalità rosa confetto del negozio.

-Pensi che possiamo fare una cosa veloce?- mi chiede con due occhioni sofferenti. Deve essere una specie di supplizio, e non ha tutti i torti, questo posto dà i brividi.

-Uhm, che ne pensi di questa?- dico prendendo una maglietta dall’espositore. E’ nera. Strano.

-Girala un momento- mi chiede sospettoso.

Appunto.

Il famoso coniglietto, luccicante di strass, spicca enorme al centro.

-Forse non è il caso…- dico rimettendola al suo posto.

Rimane a distanza dai capi,con le mani in tasca, quasi fossero qualche potentissima arma di distruzione di massa.

-Sinceramente ho seri dubbi che potremo trovare qualcosa di adatto in questo posto. - mi chiede

-Effettivamente…- dico con una smorfia mentre poso quella che dovrebbe essere una canottiera.

 Dopo quasi mezz’ora immersi nel mondo del rosa e dei conigli  usciamo con una maglietta, quasi, dico quasi, decente. Nera con un coniglietto piccolo sulla manica destra, tanto per ricordarci che cosa siamo riusciti a fare.

-E’ stata una bella prova però, non avevo mai resistito così tanto in un negozio del genere- dico soddisfatta.

-Io credo di non esserci neanche mai entrato-

Non ha reagito bene come me, sembra ancora sconvolto.

-Ora spiegami, cosa dovremmo farci con questa cosa?-

-Ora c’è la seconda sosta- spiego        

-Ho paura…-

-Tranquillo, niente più negozi allucinanti, prometto!-

Lo ammetto, mi sto divertendo parecchio.

-Senti, se non sbaglio anche tu non sei uscita indenne dallo scontro, allora mi spieghi perché  non hai una busta di playboy in mano?- chiede sventolandomi quell’aggeggio luccicante sotto gli occhi.

-Semplicemente perché io abito a due passi da qui e non appena saremo usciti dalla seconda sosta potrò andare a cambiarmi mettendomi qualcosa di decente-

-Se è per questo anche io potevo andare a cambiarmi-

Mi prende per il braccio e mi trascina dentro al primo negozio che vede.

-Only for girls, non pensi che siamo stati molto fortunati? Proprio quello che ci serviva. Questa volta scelgo io per te, e non puoi commentare!-

Sembra che anche lui si stia divertendo parecchio. I suoi occhi luccicano di gioia perversa mentre scorre tutte le magliette più orribili che io abbia mai visto. Manca solo una risata diabolica e poi il quadretto è completo.

-Non vale! Tu prima almeno potevi dire la tua!-

-Crystal eravamo dentro Playboy, c’era poco da dire…-

-Only for girls? Pensi che io faccia spesso compre qui?-

All’improvviso si blocca e sorride in un modo che non mi piace per niente.

-Trovata!-

Estrae una cosa terribilmente fucsia dal resto del mucchio e va verso la cassa tutto gongolante.

All’uscita finalmente mi porge la busta.

Quasi impaurita la tiro fuori e mi blocco in mezzo alla  strada con quel affare in mano.

 Al centro spicca una porcellina (che sembra più un travestito), le mani sui fianchi e uno sguardo che dovrebbe essere sexy con una nuvoletta che dice: Look at me!

Apro la bocca per dire qualcosa ma tutto quello che mi esce è una specie di rantolo.

-Dovresti vedere la tua faccia è assolutamente…- ma non finisce la frase perché inizia a ridere piegandosi in due.

Riguardo il disegno e attacco anche io. Come si fa a non ridere? E’ assolutamente orribile.

Rimaniamo a ridere lì, in mezzo alla strada senza neanche riuscire a respirare, per non so quanto.

-Ok, ok, adesso basta, mi fa male la pancia!- lo supplico

-Si,anche perché mi si sta slogando la mandibola- acconsente lui

Finalmente arriviamo anche alla seconda sosta: una lavanderia.

-E’ ora di darsi una pulita-esordisco –poi ti potrai mettere il tuo fantastico acquisto-

-E tu il tuo- aggiunge facendomi l’occhiolino.

Appena entrati ci dirigiamo all’unica lavatrice libera. Lui senza pensarci troppo si leva la maglietta e la butta dentro selezionando il programma.

Vederlo così disinvolto a petto nudo mi ricorda che io ho ancora cappotto e sciarpa.

Si gira per prendere la busta con la maglietta e mi ritrovo a fissare il tatuaggio che dalla nuca gli arriva fino in mezzo alle scapole, sentendosi osservato si gira e allarga un sorriso a trentadue denti vedendomi arrossire.

Comincio a levarmi il cappotto molto, molto lentamente. Chissà perché l’idea di rimanere in reggiseno davanti ad un perfetto sconosciuto mi imbarazza.

-Se vuoi mi volto- dice probabilmente interpretando la mia faccia accigliata, sono così facile da capire?

-No no- sussurro sempre più imbarazzata.

Qualche secondo e la camicetta è dentro la lavatrice, da bravo gentiluomo è rimasto girato tutto il tempo.

Prendo la maglietta e cerco di capire da che parte la devo infilare, dopo un minuto buono di riflessione trovo un buco che dovrebbe essere quello giusto e provo a indossarla.

Si ferma a metà strada, non capisco, non va più giù. Provo a levarla ma non torna neanche su.

-Oh no…-

-Che succede?- chiede preoccupato e divertito allo stesso tempo.

-Non lo so… non… penso di aver bisogno di aiuto- concludo

due mani fresche sulla schiena mi fanno sobbalzare. Non posso vederlo ma so che sta ridacchiando.

-Smettila di prendermi in giro- piagnucolo- è già abbastanza imbarazzante di suo…-

Per tutta risposta ride ancora più forte.

-Ecco fatto- dice con calma dopo qualche secondo- si era impigliata nel reggiseno-

-Ehm ok, grazie- Ormai mi sono rassegnata al colorito stile pomodoro maturo.

Finisco di indossarla ma si blocca di nuovo.

-Oddio! Penso che si sia impigliata di nuovo…-

-No, adesso è a posto-

-Ma…-

Con orrore realizzo che è così corta perché è fatta così.

-Mi arriva appena sopra l’ombelico! Ti rendi conto che siamo in gennaio brutto sadico?!-

Guarda la cosa che indossa e poi me.

-Ok va bene- mi arrendo – abbiamo tutti e due simpatia per il sadismo-

 

Usciamo dalla lavanderia e il cellulare di Frank comincia ad urlare, non scherzo, sta proprio urlando…

-Bob?- risponde tranquillo.

-Si, sono a due passi dal bar.-

-Si-

-Ma perché, che ore sono?-

-Oddio, non pensavo che fosse così tardi-

-Si, mammina, non c’è bisogno che mi fai la predica. Adesso arrivo- e con un sospiro chiude la conversazione.

In effetti il tempo è volato, è quasi l’una.

Mi dispiace che sia già arrivato il momento di salutarci, sono state due ore decisamente fuori dalla norma, ma ogni tanto fa bene anche a me- la regina di ghiaccio- ridere un po’.

Pensare che devo tornare nel mio appartamento vuoto a studiare mi deprime, improvvisamente la mia vita mi sembra non avere colori, i miei obbiettivo è sempre stato studiare per diventare una donna con una carriera piena di successi, nessuno mi ha mai forzato, ho sempre fatto tutto di testa mia. Semplicemente ora mi appare tutto monotono. Come quando mangi qualcosa di buonissimo e tornare ai cibi in scatola ti fa storcere il naso.

-Non penso che tu abbia voglia di tornare di là… quindi forse ci dobbiamo salutare qui, oppure se vuoi ti posso accompagnare a casa- propone.

-No sul serio, non ti preoccupare, ti ho già rubato abbastanza tempo, vai a fare il tuo dovere-

Guardo i suoi capelli scompigliati e i suoi occhi grandi e capisco che l’ultima cosa che vorrei fare è lasciarlo andare via.

No Crystal, niente occhi lucidi. Non sei più una bambina, adesso lo saluti e te ne vai.

-Non so se ci sarebbe modo di convincerti, quindi forse è meglio che vada-

-Si appunto, vai pure tranquillo. Magari vi vedrò in tv! Prometto di ascoltare qualcosa di vostro- dico facendogli l’occhiolino.

- Wow, avremo una nuova fan! E’ stato un piacere conoscerti-

-Anche per me…-

Si, sentirò la loro musica… perché in qualche modo spero di riuscire a tenere qualcosa di queste ore. Chiamatemi stupida, chiamatemi immatura. Chiamatemi come volete ma so che quando sarò china sui libri con la musica come unica compagna mi mancheranno di questi momenti, per quanto questo possa essere stato breve mi ricorderà cosa vuol dire ridere.

Quando ero piccola l’idea che molta della gente che incontravo -con cui magari scambiavo solamente due parole- non l’avrei mai più rivista mi metteva una tristezza incredibile.

 

Probabilmente non avrei mai rivisto neanche lui, se non attraverso uno schermo.

 

Sii forte Crystal, niente lacrime per le stupidaggini

 

 

Ecco qui il secondo capitolo, spero vi sia piaciuto^^ (Ok, parlo al vuoto, ma prima o poi qualcuno leggerà questa storia…spero xD)

Beh in quanto a ringraziamenti…

Grazie Pam (senza di te questa storia sarebbe ancora in una cartella lasciata a metà, grazie nonnina^^) Fra (oddio mora il tuo nome è impossibile da riportare xD ti voglio bene tesora!) Annina (grazie per aver commentato anche qui!!^^) Bell_Lua (grazie anche perché tu sei l’unica che non aveva letto prima questa fic^^ spero che continuerai a seguirmi!)

Baci,

Silvia

  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > My Chemical Romance / Vai alla pagina dell'autore: Frozen tear