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Autore: wallflouis    13/07/2013    3 recensioni
Anni 2000, secondo semestre. Benvenuti alla Quarry High School. Un luogo dove John Lennon è un fascinoso bullo ribelle che ha guai con la presidenza, Richard Starkey capo del club della scienza perennemente vittimizzato dai bulli della scuola e George Harrison guida spirituale degli hippie dell'istituto. E cosa c’entrerebbe, poi, il popolare “Capitan McCartney”, leader della squadra di football, con la trasgressiva Johanna, ragazza skater che non può davvero sopportare i damerini come lui? Che cosa potrebbero mai avere in comune, inoltre, quattro ragazzi così diversi? Di certo ha qualche idea il professor Epstein, presidente del club di Teatro,che si è messo in testa un nuovo progetto: dare vita al gruppo musicale più cool che gli studenti della Quarry High abbiano mai conosciuto.........ma siamo sicuri che il signor Dick Rowe, severo preside dell’istituto, sarà d’accordo?
Sempre loro, ma trasposti nella modernità: quattro ragazzi diversi ma con un solo obiettivo....arrivare al TOP!
“ -Si dice che le orientali abbiano la vagina di traverso...- Mormorò, con inusitata soddisfazione - Lo sapeva, signor Rowe?
-FUORI DI QUI, Lennon.”
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Corridoi della Quarry High School
 
-Certo ragazze, avrete tutte la possibilità di fare una foto con il capitano che ha condotto ancora una volta i Quarry Bank's Moondogs alla vittoria, ma vi prego, non spingete, c’è abbastanza McCartney per tutte!- passandosi una mano tra i capelli ancora umidi dalla doccia post-partita, il capitano McCartney si beava del proprio grande talento mentre osservava l’interminabile coda di ragazzine pronte a tutto, pur di avere una foto con il bellissimo James Paul McCartney.
Al suo fianco stava, come un panda attaccato al proprio ramo di bambù, Jane Asher, convinta di aver contribuito alla vittoria del suo aitante fidanzato, grazie ad uno spietato e continuo tifo da cheerleader professionista. Quei due erano inscindibili, dove c’era Paul, era sicuro, si poteva trovare con estrema facilità pure Jane.
 
Alla fine della fila invece, aspettava, ormai spazientita, Johanna, che stava solo escogitando un piano per riuscire a sorpassare tutte quelle arrapate, e raggiungere con grande gioia il suo armadietto, situato esattamente alle spalle di McCartney.

Johanna trovava tutta questa situazione ridicola. Come poteva permettersi, questo tipo, di bloccare il sempre così regolare traffico dei corridoi. Non era mica il Re di tutta la Quarry High, nonostante chiunque credesse il contrario.
-Vinci una competizione che è la palese esaltazione della  violenza, e tutti ti osannano come se fossi Iddio.. Benvenuti alla Quarry High School, dove viene sempre premiata  l’intelligenza..- concluse  tra sé e sé, ripetendo il motto scolastico tanto amato dal Preside Rowe.
Premiata l’intelligenza, un beneamato piffero.

In questa scuola, o sei popolare, o cerchi di non essere troppo visibile volando basso. Se non rispecchi nessuno dei due casi, prima o poi, ti ritroverai con la testa nel WC grazie alle leggi dettate da Eric Clapton, il più meschino seguace di McCartney.
 
Johanna era forse l’unica ragazza in tutto l’istituto capace di affermare con estrema convinzione che, Paul McCartney, non era poi così bello come tutti volevano dare a bere. Era un ragazzo come un altro; e come tutti, faceva parte della grande classe di cretini traditori ed imbastitori di bugie più abili dell’intero universo.
Di certo non sarebbe stata lei a cedere al fascino di McCartney, fin troppo femminile per i suoi gusti. Avrebbe preferito sicuramente Stuart se fosse stata obbligata a scegliere tra i due, ma ovviamente anche Stu s’era rivelato cretino quasi quanto quel decerebrato del suo migliore amico, Lennon.

-Pensi al diavolo e spuntano le corna…Cosa ci fai qui Lennon, vuoi anche tu una foto con il grande McCartney?- chiese Johanna arricciandosi una ciocca verde acqua tra le dita.
-No grazie, per quanto vorrei passare le mie serate a riguardare una nostra foto assieme per poi eccitarmi con quelle sopracciglia da donna, preferisco un buco con cui dilettarmi, e non un fucile a canne mozze…- liquidò la ragazza, dirigendosi a passo svelto verso la sala insegnati, senonché un pensiero gli attraversò la mente, facendolo tornare da Johanna..- E così, mi stavi pensando, Johanna tutta panna?- disse cercando di assumere un tono malizioso.

-Si John, quando mi sento sola e dispersa in un mare di ormoni come in questo momento, penso che esiste al mondo qualcuno messo peggio di me..TE. ED ORA..ECLISSATI DALLA MIA VISTA..Ho già abbastanza problemi per conto mio.-

-Come comanda, mia regina..- esibendosi in un goffo inchino, Lennon fuggì correndo verso l’altro parte dell’istituto, lasciando Johanna a fronteggiare il suo problema principale: McCartney ed il suo armadietto contenente la lodevole ricerca di storia che avrebbe dovuto consegnare entro venti minuti. Cercando di superare la fila, venne immediatamente spinta indietro da una ragazza,(che chiunque avrebbe definito  più uomo che donna), pronta a tutto pur di difendere il suo posto nella lunga coda.
-Mettiti in fila bella, Paul ha detto che TUTTE avremmo la foto con lui, quindi, non cercare di superare,sciacquetta.-

-VERAMENTE, io ho solo bisogno di passare oltre questo teatrino di montati per raggiungere il mio armadietto…Quindi fammi passare, non cercherò DI CERTO di rubarti il posto per avere anche io la foto con McCartney..- concluse, cercando di imitare una vocina acuta e sognante mentre pronunciava il cognome di Paul.
Con grande stupore, Johanna riuscì a raggirare quasi tutta la fila, senonché, una volta arrivata in cima ad essa, una ragazza, irritata dal suo comportamento, non perse l’occasione per farle lo sgambetto, facendola cadere faccia a terra… precisamente davanti a McCartney.

-Non c’è bisogno di gettarsi ai miei piedi, avanti non sono mica un dio…- esclamò con falsa modestia McCartney.
Non perdendo l’occasione per mostrarsi generoso ed amabile davanti a tutti, Paul si chinò sulla ragazza per aiutala a rialzarsi, manco fosse Gesù intento a compiere il miracolo su Lazzaro.
Johanna non gli lasciò nemmeno il tempo di sfiorarle un braccio, che già con un rapido gesto della mano, aveva fatto segno a McCartney di allontanarsi.
-CE LA FACCIO benissimo da sola, McCartney…-

-Volevo solo essere d’aiuto ad una mia fan..- La prima cosa che Johanna vide, non appena alzò il viso, fu lo smagliante sorriso di Paul che non fece altro che farle salire l’irritazione ed il voltastomaco.
-NON sono una tua fan, stavo solo cercando di raggiungere il mio armadietto che si trova, GUARDA CASO, dietro le tue natiche..Puoi levarti da qui, Paul?- chiese Johanna in preda ad un attacco d’ira, riuscendo, per la prima volta nella storia di tutta la scuola, a zittire McCartney.
-Lascia perdere Paulie..- squittì prontamente Jane..- Non tutte possono godere della compagnia di un fidanzato così dolce ed apprensivo…ANZI, non tutte possono godere di un fidanzato..- concluse la signorina Asher, accompagnando il tutto con una piccola risata.
-NON TUTTE..- la interruppe Johanna, mentre cercava di aprire l’armadietto..- Vogliono un energumeno al proprio fianco, non so se mi spiego.-
Johanna non fece a tempo a finire il suo discorso, che apparve Stu, posizionandosi prontamente tra i tre contendenti.

-Johanna, ti prego, torna con me, lo sai che ti amo!- gridò spiaccicandole in faccia un mazzo di dodici rose rosse.
Ora, Johanna non sapeva minimamente come comportarsi, ed erano poche le volte in cui Johanna Mason non sapeva quale comportamento fosse maggiormente consono.
Sicuramente, non avrebbe perdonato Sutcliffe, ma era altrettanto sicuro che non si sarebbe profusa in scenate davanti a McCartney ed Asher e metà del corpo studentesco femminile...
 
-Stuart Sutcliffe…vai al diavolo- concluse Johanna, allontanandosi da quello “spettacolo” da lei tanto detestato, non prima però di aver affogato il viso di Stu nel mazzo di rose.
Mentre se ne andava, Johanna incontrò ancora una volta lo sguardo stranamente apprensivo di McCartney, che le sillabava, coperto dalla risata acuta di Jane, un “mi dispiace” che, alle sue orecchie, appariva ancora più strano.
Johanna cacciò immediatamente via dalla sua testa quell’immagine, perché una cosa s’erasempre ripetuta, ogni volta che varcava la soglia della Quarry High.

Di stare lontana dai tipi come McCartney.
Perché proprio adesso, che si trovava ad un passo dalla fine del liceo, le cose dovevano iniziare a complicarsi COSI’ tanto?

***

Fontanella della Quarry High
 

-Quanto sono noiose, queste azioni lesive. Svago alquanto deprimente di menti primitive. Per cui, poniate fine a quest’usanza punitiva.....se non volete retrocedere nella scala evolutiva.-
 Per tutta risposta, Eric inarcò leggermente il sopracciglio destro, strizzando perplesso gli algidi occhi di ghiaccio che, a quanto si diceva, parevano essere in grado di ridurre qualsiasi malcapitata preda del corpulento running back in poltiglia, esclusivamente in un battito di ciglia.

-Si può sapere che diavolo vai farneticando, Harrison?- Ringhiò, seccato, senza smettere di spingere la testa di Richard verso il basso, a poca distanza dalla fontanella accesa.
-Che dovresti lasciarlo in pace, Eric. Dico sul serio...- Riprese George, mentre Ravi, dietro le sue spalle, immortalava rapido quanto stava accadendo con la sua inseparabile Polaroid -..O, lo giuro su Vishnu: questa foto, che ti ritrae mentre non perdi occasione per dare noia all’ennesimo innocente, finisce dritta dritta tra le mani del preside Rowe. E tu non vorresti mai essere espulso proprio prima della vostra prossima partita....non è vero, caro?

Eric strinse i denti, contenendo a stento la rabbia. Non riusciva a crederci: quello svampito incantatore di serpenti l’aveva fregato di nuovo! D’altro canto, non poteva assolutamente correre il rischio di essere sospeso, ad un passo dai play off: coach McCartney avrebbe preteso la sua testa su di un piatto di argento e, come se non bastasse, quello spocchioso di suo figlio non avrebbe perso di certo l’occasione per recitare, come di consueto, la parte dell’eroe del Team.
-Non finisce qui, Harrison...- Sentenziò, lasciando cadere, finalmente, il povero Richard sul pavimento di linoleum -...te la farò pagare, per dio. Quanto a te, Starkey......la prossima volta che ti becco senza il tuo angelo custode, puoi starne certo...-

Un attimo prima di sparire dietro l’angolo del lungo corridoio principale, accompagnato dai suoi sgherri, Eric rivolse allo sventurato matematico un diabolico sorriso.
-Un giro dentro alla fontana, per rinfrescarti le idee, non te lo leva nessuno. Parola di Eric Clapton...-

-Stai bene?

Una volta rimasto solo, in compagnia di Richard, George si prese qualche secondo per soffermarsi ad osservarlo meglio. Era un ragazzo esile, con un gran cespo di capelli castani chiari tenuti un po’ indietro sulla fronte ed una naso importante a sorreggere un paio di occhiali da vista piuttosto obsoleti, dalla montatura in corno scuro. Era sicuro di averlo già visto, da qualche parte: sotto il braccio teneva saldi, come fossero un prezioso tesoro, due voluminosi testi preparatori all’Università. Doveva essere uno studente dell’ultimo anno.
Nonostante l’umiliazione che aveva appena subito, George notò però che, Richard non smetteva un secondo di sorridere con la bocca ma, soprattutto, con i suoi grandi occhi azzurri, comunque intellegibili attraverso le spesse lenti da vista.
-Oh, benone..- rispose infatti di lì a poco, rivelando una voce calma e profonda - Ho appena scoperto l’equazione che sta alla base d’un cerchione monoblocco ferroviario. Mi piacciono i treni. Anzi; IO ADORO, I TRENI!

-Wow!

Il ragazzo si interruppe per un istante, lievemente imbarazzato, avvedutosi della lieve perplessità dei suoi interlocutori.
-Già. Ma cosa mai potrebbe importarne, a qualcun altro, dei treni? - Sussurrò sommessamente, per poi porgere cordiale la mano a George - A qualcun’altro sano di mente, intendo. Ad ogni modo, grazie mille per avermi salvato: io sono Richard, ma gli amici mi chiamano Ringo. Scusate per la pessima entrata in scena: ma Clappy sembra non voler proprio farsi una ragione del fatto che andrò al ballo con la sua sorellastra. Non la ritiene adatta ad un perdente come me. Ma via, parliamo di cose serie; lor signori sarebbero?
George gongolò fra sé e sé, avendo finalmente ricevuto la risposta che cercava: Bingo! Ecco, dove doveva aver già incontrato quel ragazzo: alla festa di inizio anno delle cheerleader alla quale, sebbene la detestasse, era suo malgrado costretto a presenziare, essendo oramai da più anno fidanzato con la loro capitana. La sorellastra di Eric, la giovane Mo, era infatti entrata proprio quell’anno a far parte del Team e, ora che George ci pensava, gli pareva proprio di aver già udito, da parte di Pattie, qualche commento lievemente ironico in relazione alla singolarità dell’accompagnatore scelto dell’amica....

-Molto piacere, Ringo. Io sono George e lui è il mio amico Ravi...- Si presentò, con un sorriso caloroso -..ora mi ricordo di te. Ci siamo visti al raduno dei Cheerios, se non sbaglio. Non eri tu quello che ha allietato gli invitati offrendo loro un interessantissimo resoconto sulla velocità oraria dei trapani a percussione?
Ringo arrossì violentemente.

-Oh santo cielo..- Sospirò, affranto - è stato così patetico. Me ne vergogno ancora. Ma quando sono in imbarazzo mi capita spesso di dire cose assurde.. tipo, lo sai che mangiare formaggio prima di andare a letto migliora la qualità del sonno? Oppure lo sapevi che quando il nostro cervello pensa, esso sviluppa un’energia pari a quella di una lampadina da 10 watt?- Iniziò così Ringo a sciorinare, senza sosta, informazioni sconosciute al resto dell’umanità.
-Allora il tuo cervello deve produrre 100 watt al secondo!- commentò George, facendo arrossire Ringo ancora maggiormente.
-Ritchie, che ne dici se ti accomodi a mensa insieme a noi? Saremmo lieti di darti il benvenuto, oltre che salvarti dalle grinfie di qualche bruto..- George allargò le braccia, come se si aspettasse che Ringo abbracciasse istantaneamente.
Ringo, si limitò a stringergli la mano, iniziando a ripete a velocità sconvolgenti, di quanto fosse felice che Mo gli avesse chiesto di andare al ballo con lui.
Ritchie ancora non sapeva, che il suo appuntamento con Mo al ballo, stava per subire, interessanti modifiche.

***
 

Corridoi della Quarry High School


Maureen cercava di aggirarsi nei corridoi della scuola senza destare il minimo sospetto da parte degli altri studenti. Era intenzionata a non farsi trovare, forse per i prossimi mille anni, in prossimità di Jane, per evitare la morte certa…o peggio: l’espulsione dalle cheerleader.
E proprio quando era convinta di averla fatta franca, Mo sentii qualcuno picchiettare sulla sua spalla mentre riponeva i pochi libri portati quel giorno, nell’armadietto.
Mo si girò con estrema lentezza, come per ritardare la propria crocifissione per essersi sotratta ad una partita di football dei ragazzi.
-Mo…dolce, Mo…DOVE DIAMINE ERI FINITA?!- Jayney, come spesso Paul amava soprannominarla, aspettava, appoggiata con una mano all’anta dell’armadietto di Mo, una risposta, da considerare ESAUSTIVA, oppure Maureen, se la sarebbe davvero vista brutta.

-Ecco, vedi Jane, io…Non mi sono sentita molto bene oggi, prima della partita, e non ce l’ho fatta proprio a venire…Scusami.- Maureen sapeva che un semplice “scusa” non sarebbe bastato per placare l’ira di Jane, probabilmente avrebbe dovuto prostrarsi nel bel mezzo del campo intonando un canto di perdono.
E questa, era SOLO  la visione positiva che si prospettava a Mo. Il problema principale era che, Maureen adorava Jane. Lei era una delle sue grandi confidenti e detestava farla arrabbiare, ma quando si trattava di Ritchie, per Mo, tutto diventava subito meno importante del suo amato.
-Oh Mo non ti preoccupare, hai solo messo in pericolo la squadra di football…- intonò pacata Jane, iniziando a controllare la manicure della mano destra.
-M-messo in pericolo? C-come?- Maureen aveva iniziato a tremare, se non fosse stato che, alle sue spalle era apparsa Pattie, ancora terrorizzata dalle urla di Jane sul campo.
-Sai, senza la nostra piramide, sarebbero rimasti così delusi da PERDERE! Però poi sono riuscita a risolvere la situazione con MERAVIGLIOSO salto a doppio avvitamento.. MA rimane comunque il problema alla base. Tu ci tieni alla reputazione delle ragazze cheerleader, VERO MAUREEN?- A questo punto, Maureen aveva capito benissimo quale era il problema.
Ringo.

In un modo o nell’altro, (probabilmente era tutta colpa del suo fratellastro Eric), Jane era riuscita a scoprire che Mo aveva invitato Ringo al ballo, e per Jayney, QUESTO, non era accettabile.
-Senti Jane, io t-te l’avrei detto, ecco…di Ritchie..solo che…- Maureen si fermò nel momento esatto in cui Jane iniziò a scuotere la testa.
-Maureen, mettiamola così; NOI siamo delle cheerleader, ed in quanto tali, siamo dei modelli da seguire, capisci? Siamo tutto quello che le altre ragazze non sono..Perciò dobbiamo scegliere il TOP dei ragazzi, come Paulie, o George per esempio..- Jane mentii su questo ultimo candidato, perché il passato era stato oggetto di discussione, perché ritenuto, come Ringo, non idoneo. Quando però Pattie l’aveva convinta della sua notorietà, il problema era scomparso..- ma RICHARD STARKEY…INSOMMA MAUREEN…E’ un tale perdente..- disse Jane mimando una grande “L” davanti alla fronte.

Jane, prese un grande respiro e puntò i suoi grandi occhi azzurri verso Maureen in attesa dell’unica risposta che da lei sarebbe stata accettata.
-Vuoi andare al ballo conlui…o essere una cheerleader?-
Maureen doveva scegliere, tra le due cose più importanti per lei. Fondamentalmente non le importava di essere una cheerleader, lei voleva solo tenersi strette le sue amiche, tanto quanto voleva tenersi stretta Ritchie. “Chi troppo vuole nulla stringe, dopotutto” pensò Mo, prendendo una delle decisioni più difficili della sua vita.
-Jane, sai che non ti potrei mai abbandonare..- Maureen cercò di ricacciare indietro le lacrime. Nessuno poteva capire il suo sentimento per Ritchie, ed evidentemente era costretta a dimenticarlo.

-Ora, la prima cosa che facciamo è andare a mangiare una bella insalata alla mensa.. PATRICIA, vieni con noi?-
Pattie, che aveva assistito alla scena con il cuore in gola, sperando che almeno Mo avesse il coraggio di scegliere l’amore e non la fama, rimase bloccata davanti all’armadietto, con una sensazione di vuoto.

-Ehm no penso vi raggiungerò più tardi.-  Non appena le sue due amiche si erano allontanate, la bambolesca Pattie venne assalita da un famelico Eric, il quale non aspettava altro che cogliere da sola la sua amata Pattie.
-Oh, Clappy, non così, non nel corridoio..- squittì la Boyd, mentre cercava di liberarsi dai continui baci di Eric.
I due si allontanarono presto assieme, per potersi ricongiungere poi in un posto più appartato.
Per l’ennesima volta, i due amanti erano convinti di essere riusciti a farla franca, ma quello che non sapevano era che, gli occhi attenti di Olivia Arias avevano scrutato tutta la scena, e di certo, la ragazza, non si sarebbe fatta scappare l’occasione di conquistare degnamente l’amore di Harrison.
NONquesta volta, che aveva una carta a suo favore.

Il tradimento di Pattie.

***

Aula insegnanti, ore: 2.10 p.m.


-Sei in ritaLdo. Come pensi di giustificarti?
Se c'era una cosa che John Lennon, a stento, era in grado di sopportare, di certo, si trattava di "una critica".
Se, poi, detta osservazione gli veniva addirittura mossa da un individuo estrogenicamente connotato che, secondo la sua visione (forse un tantino maschilista), avrebbe fatto meglio ad accontentarsi di lustrare un fornello senza fare un fiato, la sua irritazione cresceva esponenzialmente.
-E così, tu saresti....la signorina ONO?-Domandò quindi il giovane, spavaldo, senza degnarsi di rispondere al quesito che gli era stato rivolto.
In sala insegnanti, un'esile figuretta si ergeva infatti di fronte a lui: apparteneva ad una ragazza decisamente di "piccola taglia", dai lunghi e folti capelli neri, ornati da un grande fiocco di seta rossa.

L'ampia gonna del suo abito, in stile Gothic Lolita, lasciava intravedere due gambe sottili, fasciate da stivaletti neri con l'allacciatura incrociata che non smettevano, neanche per un istante, di battere spazientiti per terra.
-SI'...- Si limitò a rispondere la ragazza, ignorando bellamente la mano che John già le porgeva, con ironica galanteria.
-Io sono John Lennon, il tuo tutor..- Riprese quindi lui, un po' disorientato -....in realtà, come studente faccio abbastanza orrore, e questa sarebbe una specie di "punizione". Ma stia tranquilla, mademoiselle...cercherò di tenere duro...-

Fissando Yoko con un sorrisetto sardonico, quindi, il ragazzo si interruppe per un attimo.
-E le calze a rete che lei indossa oggi, che dire....sicuramente, mi faciliteranno il compito...-
Per tutta risposta, Yoko proruppe in una fragorosa risata, che lasciò John decisamente interdetto. Infatti, l'idea che una ragazza non si indignasse sinceramente a fronte della sua ennesima insolenza, o non cogliesse l'occasione per dargli dell'idiota e fuggire, scornata, a gambe levate, era un'eventualità decisamente non contemplata...
-Vedi di apLile le orecchie, ridicolo segaiolo...- Riprese infatti Yoko, avanzando con aria minacciosa in sua direzione -...questo scambio culturale mi è indispensabile per entLale all'accademia d'arte di New YolK. Di conseguenza, devo otteneLe buoni voti questo semestre, riuscendo ad ambientaLmi quanto prima. E questo è poco ma sicuro. TU MI AIUTERAI.
Quindi, senza nemmeno attendere una risposta, Yoko abbandonò con aria altezzosa l'aula insegnanti, senza nemmeno sincerarsi di controllare se John la stesse seguendo o meno.
Il ragazzo rimase, per qualche istante, solo con i suoi pensieri, frastornato da tutta quella forza d'animo.

Però. Che caratterino che aveva tirato fuori, quella giapponesina vestita da Mercoledì Addams: che donna, e che temperamento!
Nessuna era mai stata in grado di parlargli così, prima d'ora: e la cosa lo intrigava terribilmente.
-Una cosa è certa, signorina Ono...- Mormorò quindi, soddisfatto, John Lennon, prima di lanciarsi all'inseguimento della sua nuova "studentessa" - tu entrerai nell'accademia d'arte, ed io.....nelle tue mutande.









*PAUA TU DE PIPOL!*
Saaalve, sono tornata a straziarvi con questa storia. Innanzitutto, voglio ringraziarvi per le recensioni, non sapete quanto mi abbia fatto piacere tornarle, siete stati gentilissimi e non vi ringrazierò mai abbastanza. Vi risponderò sempre lo prometto, forse non ci riuscirò subito perché il wi-fi che uso (*cough, grazie vicini miei, cough*) sembra ubriaco e funziona a sprazzi, però giuro solennemente di rispondervi ;)
Ed eccoci qui, alla comparsa della studentessa orientale AHHAHAH Nel prossimo ho già mentalmente deciso CHI apparirà e sarà moolto importante pure lui DHEHEHEH
Ora vi lascio perché inizio a dilerare.
Js, ho avanzato una richiesta per cambio nick, quindi tra poco non sarà "band on the run" ma "blackbjrd" (con la j perché con la I c'era già AHHAH) 

Vi lascio, vi ringrazio ancora, e ringrazio anche le persone che l'hanno letta e basta senza recensire. 
Grazie c:




 

  
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