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Autore: PinkBubble    13/07/2013    1 recensioni
-... Se non fossi venuta a ficcanasare inutilmente, ora, non saremmo chiusi qui dentro!E togli quelle scarpe lerce dalla tavoletta del cesso!
Inginocchiata in equilibrio precario sopra il water lancio ad Harold Luke uno sguardo di pura insofferenza.
-Io? Colpa TUA. Tu Tarzan, io Jane, ok?
Harold ride, lanciandomi uno sguardo di pura sufficienza –Più che Jane, mi ricordi un po’ Cita, se proprio vuoi saperlo.
Mi sorprendo ad immaginarlo impiccato alla tenda della doccia. Ecco. COSI', mi piacerebbe decisamente di più. Razza di coglione.

Sidney Harrington è inglese, snobista, anticonvenzionale; ed è stata appena catapultata in un'Università che DETESTA. Il suo obiettivo è uno, ed uno soltanto: riuscire a tornarsene a casa.
Harold Luke è mostruosamente bello, poco acuto e col cuore in pezzi. Il suo obiettivo è uno, ed uno soltanto: riconquistare il cuore dell'amata Ellen, che lo ha miseramente abbandonato.
E se la soluzione ai loro problemi fosse.......? Un 'bizzarro' contratto di mutuo soccorso?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
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-Bada bene che questa non te la perdono. Poco ma sicuro....-
 
Con occhio guardingo Harold scruta i corridoi, probabilmente in cerca di ELLEN, sgretolandosi letteralmente dall’imbarazzo a causa del livido nero che l’incontro ravvicinato con le mie nocche gli ha impresso a fuoco sulla faccia, la sera precedente.
 
-Quanto la fai lunga. Ti fa più uomo...- Cerco di sdrammatizzare, mulinando l’alta coda di cavallo in cui ho raccolto i capelli -...e poi, scusatanto se non avevo capito che la tua idea era quella di sfruttarmi come donna di riserva per convincere Miss Tette Non Biodegradabili ad implorare nuovamente la tua attenzione. Potevi essere più chiaro.
 
Harold mima l’impiccagione mentre io, invelenita, gli pianto le unghie nel braccio destro.
 
-Ed altrettanto celermente, IO , ti avrei chiarito che un bacio rimane TOTALMENTE fuori questione. Il caso è chiuso..-
 
Ore nove, anti-meridiane.Io, Sidney Harrington, diretta al pre-corso di orientamento per i nuovi iscritti ed Harold Luke stiamo offrendo, passeggiando a braccetto per i corridoi, al patinato corpus studentesco della UCLA uno spettacolo che, di certo, NON dimenticherà.
L’idea che il quarterback( storico fidanzato della “cara” capo cheerleader Ellen, incensata dalle folle ed arruffianata fino allo stremo da un corteo di patetiche smorfiose con i tacchi a spillo) possa, infatti, accompagnarsi ad una studentessa NUOVA, SCONOSCIUTA e, per giunta, STRANIERA, semina, a quanto pare, più sgomento dell’idea di  un’improvvisa comparsa di un Gaudente Gesù, impegnato a guadare impavido i torbidi flutti della piscina scolastica.
 
-Ma dico... va bene la messinscena, ma è proprio necessario che mi PORTI I LIBRI? - cerco di dissuadere Harold, iniziando a provare una leggera angoscia al sentore delle molteplici occhiate che mi  piovono addosso, da tutte le parti -...Cielo, fa tanto... “Charles Dickens”.
-Pazienza. Io sono un uomo all’antica..- Taglia però corto lui, che quest’oggi si è infilato in una t-shirt verde acqua così lunga da farlo sembrare un sacco della spazzatura con le gambe.
 
 Avvenente, in altre parole.
Ma sempre deputato al contenimento di rifiuti rimane.
 
-E poi, mi sembra di essere stato chiaro sull’accordo. ..- Aggiunge, mentre  inizio a scorgere una figura familiare che, nonostante i miei molteplici tentativi di eluderla, si sta dirigendo a grandi passi in mia direzione - Dobbiamo essere quanto più credibili è possibile, o non ci cascheranno mai. Ellen è molto furba..-
 
-Prego?
 
Ok.
Soffoco a stento una risata, nell’udire quella stroboscopica fesseria; e cederei pure all’insopprimibile desiderio di far notare ad Harold che l’ambita consorte è, in realtà, arguta quanto una spugna di mare........ se non mi si fosse appena prospettata, mio malgrado, una problematica impossibile da ignorarsi.
CASSIE.
 
-Bene bene bene...- Soggiunge mia sorella che, non avendo avuto neppure la decenza di rientrare in casa per vestirsi, non soltanto mi ha lasciata dormire daSOLA, dopo la festa, nella mia PRIMA notte all’Università, ma.......... si è addirittura infilata in una delle casacche sportive di Albert, per la serie: SI’. Faccio sesso con un giocatore di football, e voglio gridarlo al mondo intero!
 
-Cos’abbiamo qui? Ieri sera è successo qualcosa che io non so?
 
Sì”- Mi verrebbe voglia di rispondere a Cassie, mentre ostento un quanto mai finto sorriso di circostanza. “E’ successo che ho dovuto attraversare il campus da sola, che ho dovuto dormire senza il mio pupazzo preferito che TU hai messo in lavatrice e che, guarda un po’, ho avuto una paura fottuta. Il tutto, perchè TU eri troppo occupata a contorcerti con quell’essere ripugnante del tuo ragazzo per mostrare un minimo di spirito fraterno.
E....Ah, sì.
Luke mi ha anche ricattata a morte con la promessa di aiutarmi, però, a sloggiare: quindi, molto presto, resterai in braghe di tela.
Ma questi sono dettagli...”.
 
-Qualcosache non sai?- Riprendo spudorata, interrogando disperatamente Harold con lo sguardo, in cerca di direttive -...Niente. Assolutamente niente..-
Per tutta risposta, Cassie stringe le labbra, cercando di emblemizzare in una sola, temibile espressione facciale tutta la propria insoddisfazione.
Non ha mai sopportato di restare all’oscuro di qualcosa , è più forte di lei: ed il fatto che io, ora, sia QUI, benché abbia tentato di oppormici con tutte le forze mi sembra, d’altronde, un più che eloquente esempio a suffragio dell’assoluta infallibilità delle sue capacità persuasive.
 
Traduzione: Sono fottuta.

*DRIIIIIIN*
 
Grazie a Dio, l’argentino trillare della campanella mi solleva improvvisamente dai miei sgraditi oneri: la lezione di orientamento sta per iniziare ed il mortale confronto con Cassie dovrà, quindi, essere posticipato. Sono costernata.
 
-Dove pensi di andare?
Proprio mentre mi accingo a riappropriarmi dei miei libri, Harold mi intrappola tra le sue braccia mentre io scruto, scettica, il corridoio.
Un gesto affettuoso così totalmente ingiustificato, d’altro canto, non può che avere una sola spiegazione: ELLEN in avvicinamento. Ed infatti, eccola là: la regina delle sgallettate attraversa, con capello al vento in stile videoclip di Britney Spears, l’atrio principale, avvolta in un inguardabile top svolazzante in seta bianca e pantaloni a vita alta del medesimo colore, dai quali spuntano gli immancabili zatteroni dorati.
 
L’irrinunciabile fantasia erotica di ogni maschio in sovrappeso d’America: lagelataia ninfomane. Si salvi chi può!
 
Quella donna mi ripugna così incredibilmente che, stavolta, benché la cosa mi disgusti, sono io a prendere l’iniziativa: afferro Harold per le spalle e, con uno strattone, lo tiro alla mia altezza e  gli stringo le braccia attorno al collo, strusciandomi un po’ ovunque. La mia vaga speranza è quella che, all’occhio di un incauto passante (e, soprattutto,..... di ELLEN), la scena possa risultare anche in minima parte sexy ed allusiva: nonostante ciò, purtroppo, il sospetto di sembrare, più che altro, un Koala peloso abbarbicato al tronco secolare di un baobab rimane, invece, decisamente consistente.
 
-Vado a lezione, ora..- Mi congedo freddamente  notando che Harold, dopo quell’abbraccio inaspettato è,  addirittura, diventato un po’ rosso.
Mio Dio. Alla faccia dello spietato demone del sesso: un cresimando in piena esplosione ormonale risulterebbe sicuramente un attore più credibile di lui.
Finalmente liberatami di Cassie e di Harold prendo posto in un banco nelle ultime file dell’aula, risoluta a concentrarmi: è vero che, se tutto va bene, resterò in quest’Università per un periodo di tempo STRAORDINARIAMENTE BREVE....ma, dopotutto, tanto vale sfruttare quest’opportunità per imparare qualcosa.
Scruto l’aula, le cui pareti imbiancate di fresco sono ornate da fotografie di studenti, tra le quali figura un primo piano della stessa Ellen.
 
Che persecuzione.
Quella tizia è ovunque.
 
-Questo posto è occupato?- Trilla però, improvvisamente, una vocetta melodiosa al mio orecchio, distraendomi dall’ostinato tentativo di far implodere l’artificioso decolleté della squinzia esclusivamente tramite la forza del pensiero.
 Un ragazzo magro come un chiodo, con un gran cespo di capelli ricci ed una salopette super-stretch di jeans mi rivolge uno sguardo interessato, con i suoi giganteschi occhi azzurri seminascosti da grandi occhiali da vista di forma circolare. Ha un medaglione di legno con lo stemma della pace appeso al collo, un  nasino efebico in mezzo al viso e tutta l’aria di uno che, con questo posto, non sembrerebbe avere assolutamente nulla a che fare.....UN PO’ COME ME.
 
-Assolutamente no. Siediti pure, se ti va..- Sorrido, porgendogli prontamente la mano.
L’eccentrica new entry prende posto accanto a me, per poi rivolgermi la parola nuovamente, dopo avere sistemato ordinatamente i libri sopra al banco.
-Accento bizzarro, il tuo..- Osserva, sorridendo leggermente -...non sei di qui?
Decisamente ringalluzzita, mi trattengo a fatica dal desiderio di saltare in collo allo sparuto cherubino, con tutta l’intenzione di mangiargli la faccia di baci. Infatti, è più forte di me: NON posso assolutamente resistere alle lusinghe di chi riesce ad identificarmi subito per la sofisticata “british” che sono, separandomi quindi nettamente dalla turba di dementi lobotomizzati che popola questi corridoi.
 
-Direi di no, per fortuna. Sono di Stepney, Londra Est...- Rispondo, immensamente fiera di me.
- Londra? numi del cielo...- Interviene l’occhialuto, emettendo un fischio altisonante d’ammirazione pura - tu sì che hai culo!E che cosa fai in questo pisciatoio, se posso chiedere?
 
GIA’.
Bellissima domanda.
 
-Mi ci hanno spedita i miei genitori..- Borbotto ad occhi bassi, sul punto di lanciare un anatema in lingua sanscrita sul disgraziato capino fulvo del sangue del mio sangue -...SAI, mia sorella studiava GIA’ qui...... e allora....-
-Non dire una parola di più! – Sorride lui, stringendosi nelle spalle -....i genitori! Incorreggibili! Mio padre discende da uno dei primi benefattori di quest’istituto, ed è stato irremovibile di fronte ai miei tentativi di NON frequentarlo. Ad ogni modo, scusami per la scortesia: non mi sono presentato. Sono Archibald, Archibald Clark. Archie, per gli amici. Ne ho pochi, in realtà, anche se mi ritengo abbastanza divertente.
Ma forse è naturale che vada così, alla UCLA.
Se sei frocio, perlomeno.
 
Resto a fissarmi i piedi per qualche secondo, senza sapere bene che cosa dire. Sono alquanto disarmata dalla franchezza di questo ragazzo che mi ha appena confessato il proprio orientamento sessuale senza imbarazzo alcuno ma, allo stesso tempo, rinfrancata. Sento che mi trovo di fronte ad una delle poche persone interessanti, all’interno di questo puzzolente campus: il che deve costituire, sicuramente, un’eventualità più unica che rara.
 
-Io sono Sidney. Sidney Harrington. Studente del primo anno anche tu?
Archie sorride, scuotendo elegantemente il capo riccioluto.
-Del secondo, in realtà..- Mi confessa, giulivo - Sono un infiltrato speciale. Vengo qui per dar manforte a mio cugino, che terrà la lezione di orientamento come tutor.
-Oh.
 -Archie, allora sei venuto!-
-Ochey!
 
Prima che possa avere il tempo di prepararmi psicologicamente ad un simile evento (per esempio, incanalando una riserva d’aria sufficiente a scongiurare l’asfissia) il cuore, con uno schianto secco, mi si ferma praticamente dentro al petto.
Un ragazzo dal fascino sconvolgente (ma che dico: a dir poco STRONCANTE!) si sta dirigendo verso di noi, rivolgendo ad Archibald un luminoso sorriso che manda istantaneamente a puttane le mie sinapsi neuronali.
Di media statura e dal fisico sottile ed atletico (nulla a che vedere con l’inguardabile agglomerato di muscoli anabolizzati di Harold), indossa una spessa montatura da vista nera sul naso dritto e misurato, una camicia azzurra e dei semplici jeans risvoltati alla caviglia, appena sopra un paio di strepitose scarpe da running giallo evidenziatore che provvedono immediatamente a qualificare la sua vena di latente eccentricità.
Ha folti capelli scuri, scompigliati: ma la cosa più incredibile sono decisamente i suoi occhi. Occhi verdi e gialli a tratti, occhi da gatto;   occhi fiammeggianti gettati come due fuochi fatui  vivi sul selciato pallido del viso.
 
“Deglutisco”.
 
-Sidney, lui è Enoch, mio cugino..- Trilla, nel frattempo, Archibald, ignaro della palpabile sofferenza del mio stomaco in perenne rimescolamento - Quest’anno è diventato assistente del professor Adley, coordinatore del corso. E’ un pezzo grosso, il ragazzo.
Enoch mi fissa per qualche secondo, mentre io mi sforzo disperatamente di non sembrare idiota. 
-Piacere...-
 
Ve lo giuro: non mi è mai successo di andare letteralmente in brodo di giuggiole alla vista di un essere testosteronicamente connotato.
Di solito,sono una vergine di ghiaccio.
Di solito, sono una valchiria del tutto impermeabile al sentimento umano.
Di solito, sono un’autenticadonna bionica.
 
....DI “SOLITO”.
 
-Ochey, lei è Sidney, la mia nuova amica inglese? Carina, vero?
 
Enoch mi stringe la mano, refrattario a lasciarla andare. Restiamo così, semplicemente a fissarci: esattamente come ci guardammo io e Lawrence quella “certa” sera, da Dirty Dicks. Non ho mai creduto in sciocchezze come il colpo di fulmine: eppure, una forza inspiegabile ha saldato la sua mano nella mia, mentre l’aula si riempie sempre maggiormente di studenti e di schiamazzi.
Non sorrido mai, davanti agli sconosciuti. I miei sorrisi li serbo, come pietre preziose, per chi credo realmente possa meritarli.
Eppure, non so bene perchè........ adesso, sorrido. Ed Enoch fa lo stesso.
 
-NOCH, hai disertato l’appuntamento in palestra!.- MA non dissimilmente da quanto accade nei peggiori incubi, un gorgheggio da tacchino in agonia rovina il nostro idillio.
 
Ellen (e CHI, sennò) si fa largo all’interno dell’aula, puntualmente tallonata da un corteo di succubi fedelissime.
Ma uno smottamento tellurico, un’inondazione selettiva, un’ invasione di termiti desiderose di fagocitare i suoi zatteroni psichedelici pezzo per pezzo........NO, EH?
Non ne ha forse abbastanza di insediare qualunque individuo semi-senziente con una casacca da football indosso? Che cosa potrebbe avere mai a che fare, lei, con uno come..........ENOCH?
 
Stringo le labbra, decisamente seccata. Ora, sono più motivata che mai.
Harold se la DEVE riprendere, dannazione.
E , grazie a me, se la riprenderà. Fosse anche l’ultima cosa che faccio.
 
 

  



E così eccoci quaaaa >.< perdonatemi: in questo capitolo, Enoch e Archie hanno avuto decisamente poco spazio per motivi logistici, ma ovviamente, a partire dal prossimo conosceranno uno sviluppo sicuramente maggiore. Cercherò di allegare anche un banner, così potrete farvi un’idea di che fisionomia potrebbero avere i personaggi così come nella mia mente malata li ho partoriti..anche se, in fin dei conti, il potere dell’immaginazione soggettiva non ha confini! Che dire....grazie ancora a chi ha recensito, letto o soltanto aperto per sbaglio queste poche righe.....il Karma ve ne sarà riconoscente!
 
Lots of Love
 
Mardy
 
 
 

 

  
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