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Autore: IsAry    13/07/2013    0 recensioni
Eccomi qua con un altra ff! E se Bella non fosse del tutto umana? Se fosse per metà una sirena? E se vivesse nel mare, ma, innamoratasi a prima vista di un ragazzo, decidesse di andare a vivere sulla terra ferma da suo padre? Riuscirà ad incontrarlo? Spero di avervi incuriosito abbastanza, per saperne di più venite a leggere!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti. E' passato tanto tempo da quando ho messo l'ultimo capitolo, anzi troppo. E' vero che non avevo assicurato un epilogo, ma ci tenevo a farlo.
Purtroppo, nonostante avessi sperato che le cose migliorassero nella mia vita... be, sono solamente peggiorate fino a toccare veramente il fondo lo scorso dicembre. Al momento sembra sia in risalita, ma non voglio sperarci troppo, non voglio altre delusioni.
Non sono stata del tutto inattiva in questo periodo, ho concluso un'altra storia che avevo iniziato agosto scorso e ne ho messa un altra che con Twilight non ha nulla a che fare, ma nulla di veramente produttivo.
Oggi torno qui a concludere questa storia con le intenzioni di lavorare al seguito, oltre al seguito dell'altra mia storia: "Continuamente in Fuga".
Ne avrei una da concludere, ma non so quando avverrà.
Ora spero che ci sia ancora qualcuno che ha voglia di leggere questo breve Epilogo con la speranza di rivederci nelle pagine dedicate al seguito.

Epilogo
 
Entrai correndo nella stazione di polizia. Avevo il fiatone,  la fronte madida di sudore e non poco nervoso addosso, ma da brava figlia quale ero non potevo fare diversamente, giusto?
Sbuffai mentre mi fermavo davanti alla scrivania all’ingresso alla quale era seduto John, un collega di mio padre.
“Buon giorno Bella, qual buon vento ti porta da queste parti? Non dovresti essere a scuola?”
Non gli risposi nemmeno.
Certo che dovevo essere a scuola, per la precisione nell’aula di letteratura per affrontare il primo dei tre compiti in classe che avevo in quella giornata, ma volendo molto bene a mio padre, nonostante in quel momento lo detestassi con tutto il cuore, mi ero lanciata a tutta velocità con il mi0o povero e vecchio Pick-up alla volta del suo luogo di lavoro per portargli il pranzo e alcune documentazioni importanti.
“Scusa John, sono di fretta. Mio padre?” chiesi con tono leggermente sgarbato e rendendomene conto gli chiesi scusa con lo sguardo.
“Nel suo ufficio e dove se no? Cosa vuoi che succeda a Forks, una cittadina così monotona?”
Trattenni un sorriso. Non sapeva quanto si sbagliava, a Forks succedevano molte piu cose strane di quanto la gente comune potesse sospettare.
“Grazie.” Mi limitai a dire dirigendomi verso la porta che mi interessava e, dopo aver bussato due volte entrai.
Come mi aspettavo, la stanza era in completo disordine, nemmeno sul posto di lavoro Charlie sapeva tenere le cose al loro posto.
Mio padre era seduto dietro la scrivania con la sedia inclinata, i piedi appoggiati sul ripiano in legno e tra le mani un quotidiano, non mi interessai quale fosse.
Mi fermai a fissarlo per alcuni secondi chiedendomi quale brutta figura avrebbe fatto lo sceriffo di Forks a farsi beccare in quella posizione.
Notando che non si era accorto del mio arrivo, mi schiarii la voce per attirare la sua attenzione e lo feci sussultare rischiando che si capottasse all’indietro.
“Che serietà sul lavoro, eh papà?” lo presi in giro ridendo mentre lui si rimetteva composto al suo posto e mi osservava leggermente offeso.
“Non c’è nulla da fare e mi stavo tenendo informato sugli avvenimenti nazionali.” Trovò una scusa.
“Si si, certo, come vuoi tu, io non ho tempo da perdere. Ho gli ultimi tre esami di fine anno oggi e non ho intenzione di arrivare in ritardo per colpa tua.
“E perché sei venuta allora?” chiese non vedendo cosa avevo in mano.
Alzai gli occhi al cielo esasperata: “Distratto a vita, eh capo Swan?” poi ignorando i suoi borbottii posai poco delicatamente gli oggetti sulla scrivania: “Hai dimenticato questi a casa, a parte il pranzo che potevi comprartelo, mi avevi detto che questi documenti erano importanti, o no?”
Mio padre arrossì leggermente quando si rese conto che avevo pienamente ragione: “Si, mi servono per oggi. Grazie tesoro, mi hai salvato.” Concluse poi sorridendomi.
“Figurati, ma ora vado o farò tardi.” Dissi sbrigativa prendendo in mano la maniglia della porta.
“Vai tranquilla, grazie ancora e in bocca al lupo.”
Mi voltai di scatto sapendo perfettamente a quale genere di lupo si riferisse: “Non è divertente.” Poi uscii sbattendo la porta accompagnata dalla risata di mio padre.
“Vai a fare i favori ai genitori e poi guarda come ti trattano…” borbottai uscendo dall’edificio salutando con un cenno John.
Rimontai nell’abitacolo del mio adorato mezzo e partii alla volta della scuola. Fortunatamente non ero in ritardo, avevo il tempo necessario a parcheggiare e raggiungere la classe.
Come mi aspettavo, una volta raggiunto il parcheggio c’erano piu pochi studenti in vista e di quelli che interessavano a me nemmeno l’ombra.
Sospirando rassegnata, presi la mia borsa di scuola dal sedile accanto al mio e scesi chiudendo a chiave prima di dirigermi in classe.
Tutti erano gia seduti ai loro posti intenti a ripassare tutto il programma in ansia, la professoressa non era ancora arrivata.
Io mi misi al mio banco senza però tirare fuori i libri, per l’esame di letteratura ero preparata a dovere.
 
Arrivata l’ora di pranzo, mi diressi insieme ad Angela verso la mensa scolastica discutendo animatamente sul secondo esame della giornata: Trigonometria.
La mia amica era andata molto bene, ma non mi stupì affatto la cosa, lei era bravissima. Io? Confrontando con lei i risultati, notai che ero andata discretamente, forse una C + riuscivo a strapparla.
Ci mettemmo in fila con i vassoi in mano ancora intente a chiacchierare, poi una volta serviteci con il pranzo ci separammo: lei raggiunse il suo ragazzo Ben al tavolo con altri nostri compagni di scuola, io raggiunsi il mio.
“Buon giorno Bella, svegliata tardi oggi?” mi prese in giro Emmett non appena mi fui seduta sull’unica sedia libera.
Lo fulminai con lo sguardo: “No, a dir la verità mi sono svegliata prestissimo per ripassare oggi, ma mio padre ha pensato bene di dimenticare documenti importanti a casa e mi è toccato fare una deviazione per portarglieli.” Poi voltai verso Edward che non mi aveva tolto gli occhi di dosso e con un sorriso lo salutai con un leggero bacio a fior di labbra.
“Come è andata oggi?” mi chiese riferendosi ai due esami di quella mattina.
“Letteratura benissimo, nessun problema.” Dissi mentre rovistavo nella mia borsa: “Trigo… be, penso di averlo passato per il rotto della cuffia.” Ed estrassi con un movimento unico il libro di biologia aprendolo sul tavolo accanto al vassoio. Mi portai una fetta di pizza alle labbra, poi iniziai a leggere.
“Bella, ma che fai?” mi chiese stupita Alice che mi si era avvicinata con l’intenzione di parlarmi di qualcosa in particolare.
“Ripasso Biologia, non sono assolutamente pronta.” Risposi come se fosse ovvio.
“Ma… ma… Bella!” esclamò allora indignata.
“Cosa?” chiesi piu confusa.
“Dobbiamo parlare di cose molto piu importanti!”
Passai un paio di volte lo sguardo da lei al mio libro, prima di chiederle delucidazioni: “Cosa c’è di piu importante del mio ULTIMO esame dell’anno?”
“Ma il ballo di fine anno, mi sembra ovvio!” esclamò scandalizzata: “Dobbiamo decidere cosa indossare, come acconciarci i capelli, come truccarci…”
La bloccai con un gesto della mano: “E tu, vorresti mandare a l’aria il mio esame per queste… sciocchezze?”
Parole piu sbagliate non furono mai dette.
“Isabella Marie Swan!!!! Quali parole sono costrette a sopportare le mie orecchie!” disse con forza alzandosi in piedi.
Ecco, quando faceva così ricordava molto il vampiro che era veramente.
“Alice, io…”
“Ok, ora basta.” Si intromise alla fine Edward fulminando la sorella con uno sguardo: “Alice lascia in pace Bella in questo momento, non avrebbe nemmeno l’attenzione necessaria per ascoltarti.”
Sospirai sollevata pronta a tornare sul mio libro a studiare, ma quando abbassai lo sguardo non lo trovai piu nel punto in cui lo avevo lasciato, era chiuso tra le mani del mio ragazzo.
“Per quel che riguarda te, Bella, smettila di ripassare o ti farai solo danni, sei preparata, fidati.”
“Ma… Io…” cercai di protestare.
“Niente ma, abbiamo rivisto tutto il programma insieme e sei preparata a dovere. Ora mangia e distraiti un po’, affaticarti troppo non ti sarà di aiuto.”
E non potendo ribattere, feci come mi aveva detto tornando al mio pranzo e distraendomi grazie a lui e alle sue coccole.
Quando la campanella suonò annunciando la fine della pausa pranzo, io e Edward ci alzammo per dirigerci insieme in aula.
 
“Si!!!!!!!!!!” esclamai felice saltellando come una bambina sotto lo sguardo divertito dei Cullen che, sapendo gia di essere stati tutti promossi, si erano fermati ad aspettare vicino ad un muretto.
Alice sicuramente era felice che l’ultimo giorno di scuola fosse arrivato insieme ai risultati degli esami. Da quando li avevo conclusi l’avevo stressata ogni giorno per chiederle di vedere il futuro e sapere come era andata. A nulla servivano i suoi tentativi di ricordarmi che non poteva vedere il mio futuro. A qualcosa però quell’insistenza era servita, mi aveva lasciata in pace da qualsiasi preparativo per il ballo di fine anno.
Corsi verso di loro lanciandomi tra le braccia di Edward felicissima: “Promossa in tutte le materie e in trigo sono riuscita ad avere persino una B -!!!”
“Bravissima.” Mi disse il mio vampiro stringendomi a se mentre anche i suoi fratelli si congratulavano con me.
“Bene, allora oggi possiamo dedicarci allo shopping per il ballo.” Tentò di proporre il folletto ricevendo da parte mia un occhiataccia.
Fortunatamente, qualcuno aveva altri piani.
“Spiacente Alice, oggi io e Bella abbiamo altri programmi.” Disse Edward baciandomi i capelli.
“Ma il ballo è domani!” provò a protestare lei.
“Intanto scommetto che hai gia in mente gli abiti per tutti.” Intervenne Emmett sconsolato all’idea della sorte che gli toccava.
“Si, qualche idea io e Rose l’avevamo… però ci serve la modella.”
“E lasciali andare Alice, conosci la taglia di Bella meglio di lei stessa.” Si aggiunse Rosalie.
Da dopo quella brutta esperienza che avevamo condiviso e la lotta al fianco del mio popolo, eravamo divenute amiche, non era lo stesso legame che condividevo col folletto, ma andavamo molto d’accordo.
“Bene, allora noi andiamo.” Disse Edward senza dare il tempo alla sorella di ribattere prendendomi per mano e raggiungendo la sua Volvo.
“Dove andiamo?” gli chiesi dopo che ebbe messo in moto.
Non mi rispose, ma dopo poco, quando si fermò alla fine di una strada sterrata, capii. Scesi dal veicolo, salii sulle sue spalle e il mio vampiro partì alla volta della nostra radura.
“Finalmente l’anno è finito!” esclami lasciandomi cadere sulla soffice erba affiancata poco dopo da Edward.
“La trovi tanto una tortura?”
“Be, adoro il mondo degli umani, ma certe cose proprio non mi vanno giu.”
Lui scoppiò a ridere alle mie parole e io lo guardai imbronciata voltandogli le spalle.
“Si, prendimi in giro. Qui ti diverti solo tu.”
Passarono pochi secondi prima che sentissi le sue braccia intorno al mio corpo portandomi contro il suo petto.
“Scusami, hai ragione. Nemmeno io la sopporto la scuola, soprattutto visto che l’ho frequentata tante di quelle volte.”
“Ecco, appunto.” Mugugnai girandomi nella sua stretta per poter appoggiare la fronte sul suo petto.
Rimanemmo immobili in quella posizione per non so quanto tempo, poi fu lui a parlare.
“Hai piu visto tua madre?” mi chiese riportando entrambi seduti sul prato.
“Due settimane fa, prima che iniziassero gli esami. Mi sono lamentata anche con lei e sai cosa mi ha risposto? Sei tu che la sei andata a cercare!” esclamai offesa facendo però di nuovo ridere lui: “Sono contenta che ti diverti tanto.” Borbottai arrabbiata.
Lui fece di tutto per riprendersi: “Scusa, hai ragione.”
Sospirai rassegnata, sapevo che se volevo evitare che mi prendesse ancora in giro dovevo cambiare argomento.
“Mi ha detto che Sally è piu nervosa di me per lo studio, essere diventata l’erede al trono la sta stressando parecchio.” E anche io ridacchiai alle mie parole: “Però per il resto va tutto bene.”
“E hanno piu avuto attacchi da chi vuole il tridente?” mi chiese poi e io sapevo benissimo che quella era la domanda che voleva farmi da subito.
Scossi la testa: “Nessuno ha piu minacciato il mio popolo, però stanno indagando per scoprirne di piu. Non vogliono farsi trovare impreparati un’altra volta.
Edward non rispose alle mie parole, si limitò ad accarezzarmi una gamba scoperta dagli short che stranamente quel giorno il tempo di Forks permetteva di indossare, per la precisione passò le dita sulla cicatrice a mezza luna, gemella di quella sul collo, che risaltava nonostante la mia pelle lattea.
Portai due dita sotto il mento di lui che teneva la testa bassa e tentai di sollevargliela. Sicuramente fu lui a seguire il movimento, avrebbe tranquillamente potuto fare resistenza.
“Ehi, non ti intristire.” Gli dissi con un sorriso che lui ricambiò senza però illuminarsi veramente.
“Scusa, ma ogni volta che ripenso a quei giorni non posso fare a meno di pensare a quanto sono stato vicino al perderti.”
Gli accarezzai una guancia: “Ma ora sono qui e lo sarò per sempre.”
Ci guardammo negli occhi per un lungo istante, poi lui si avvicinò di piu facendo quasi sfiorare le nostre labbra.
“Si, hai ragione. Abbiamo un eternità da vivere insieme ed io ti proteggerò per sempre.”
E con quelle parole, azzerò la distanza tra le nostre labbra in un bacio dolce e passionale al tempo stesso.
Io non sapevo se la nostra vita insieme sarebbe stata tranquilla e serena per il resto dell’eternità.
Non sapevo se prima o poi quei vampiri avrebbero attaccato Atlantica.
Non sapevo se noi ne saremmo rimasti coinvolti.
Ma una cosa la sapevo.
La mia vita era li, sulla terra ferma, con mio padre e la mia nuova famiglia.
Ma soprattutto, con Edward.


Rispondo alla recensione di bennycullen: Sono contenta che ti sia piaciuto il finale della storia e per Charlie e Renee è andata così per il momento. Spero che questo capitolo conclusivo sia altrettanto di tuo gradimento.
   
 
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