Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: _be wild_    13/07/2013    12 recensioni
Tutti restiamo interdetti per un po', ma poi vediamo la bionda venire verso di noi, o meglio verso Mary. Lei sorride e le porge la mano tatuata. È ora che capisco chi è la bionda. Nella sua mano c'è tatuato il nome di Mary.
Lei è Emy . La mia amica Emy, la balena . Oddio è irriconoscibile se non fosse per gli occhi e non so i tratti familiari del viso, forse potrei affermare di non averla mai vista.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Chin up. Smile. Walk away. '
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Emy p.v:

 

Il buio e la luce. Due opposti, gli antipodi. Da una parte la rappresentazione delle nostre paure, del male. Dall'altra l'unica via di fuga che abbiamo, ciò che ci permette addirittura il lusso di sognare. Ma perchè della luce ne abbiamo una considerazione molto ampia, mentre del buio... non sappiamo quasi trovare una definizione plausibile?. Perchè il buio è forse ciò che ci spaventa. Non crediamo a ciò che non vediamo. Non vediamo il buio, perchè il buio è non vedere. Ma se esso fosse una persona?. Come sarebbe?. Quando parliamo di persone oscure, tenebrose, non necessariamente parliamo di persone cattive. E allora perchè attribuiamo al buio una figura malvagia, il demonio?. Forse perchè dobbiamo trovare qualcosa da contrapporre alla luce. Della luce sappiamo tutto, anche che ha un'unità di misura. Ma del buio?. Cosa sappiamo seriamente, apparte le solite leggende metropolitane, come … la sciocca superstizione che dietro di esso si nascondano mostri degni dei film di terrore?. Alla luce tutto è più chiaro, tutto ha una sua definizione in cui è possibile perdersi. Ed è proprio questoil problema. Alla luce ciò che ci circonda ha il potere di distrarci da noi stessi, ha il potere di rendere il silenzio.. caotico. Al buio invece, quando c'è silenzio, ci rendiamo conto che non c'è una via di fuga. Non esiste una distrazione che non venga da noi stessi. Perchè siamo soli. Soli con le nostre paure e per niente pronti ad affrontarle . E allora ecco che nasce la nostra paura del buio. Attribuiamo alla sensazione di solitudine, qualcosa di sovrannaturale. Perchè la forza con cui le paure ci avvolgono è tale, che non c'è spazio per la razionalità. Ma cosa nella nostra vita è razionale? . L'amore forse?. Si può seriamente definire razionale un qualcosa di così oscuro e luminoso al tempo stesso?. Ed il punto è tutto nella definizione di buio e luce. Passiamo tempo a pensare , a chiederci sempre il “perchè” e mai il significato di ciò che il mondo ci offre. Diamo sempre troppo per scontate soluzioni per situazioni difficili, mentre prendiamo troppo seriamente le cavolate di ogni giorno. È dunque questa la razionalità della mente umana?. A volte arrivo a pensare di essere molto più imbecille di un animale. Perchè loro seguono l'istinto. Non si fanno prendere dai rimpianti, dai rimorsi, dalla paura. Loro sono pure e semplici scintille. Un minuto. Un secondo. E partono. Impossibili da inseguire o anche da capire. E che c'entra tutto questo con il buio e la luce?. Poco. Oppure fin troppo. Gli animali non hanno paura del buio, perchè sono abituati a seguire l'istinto sempre. Le paure nascono dalle cose fatte male, dai pensieri troppo acuti , troppo intensi, dalle parole non dette. Le paure sono pensieri che ti logorano, creando uno stato d'ansia perenne o in alcuni casi il paralizzamento. Di fronte alla paura siamo immobili, ma non ci rendiamo conto di essere noi a creare la paura?. Il buio e la luce non sono in lotta. Il bene e il male lo sono. Ma il buio e la luce , sono solo contrari . Il buio è un modo che ci da la luce per far valere noi stessi. È un'opportunità che essa ci da per far brillare ciò che noi abbiamo dentro. È un modo semplice per riuscire a superare noi stessi . Dunque si.. il buio è un alleato della luce. Così come la Luna lo è del Sole. Spono opposti, ma se ci pensiamo non lo sono mica tanto. La Luna illumina la notte, mentre il Sole illumina il giorno. Il concetto è lo stesso. Il Sole dona luce alla Luna, in modo che essa porti un po' di chiarezza nella notte. E così la luce in sé. Sparisce per cercare di dare chiarezza, per cercare di sfuggire alle cose superflue. E noi?. Quante volte scappiamo da noi stessi rinchiudendoci dentro le coperte cercando di scappare da qualcosa che non esiste?. E badate bene che il male non è nel buio, ma è dentro ognuno di noi. È dentro queste paure, che diventano a poco a poco ossessione. A che serve nasconderci?. A che serve avere paura del dolore, quando è un qualcosa di inevitabile?. Senza il bene , non c'è il male e viceversa. Senza il bene, il male non troverebbe qualcosa a cui opporsi e senza di esso il bene non avrebbe più motivo per continuare a lottare. Ed io chi sono per distruggere anni e anni di equilibrio?. Continuo a lamentarmi o mi alzo e affronto alla luce le mie paure?.

 

Sollevo di scatto la testa dal cuscino sentendo le goccioline di sudore scivolare lungo il mio collo liscio. Il respiro affannato e la gola che raschia . Un familiare click interrompe il silenzio. La luce proveniente dalla lampada sul comodino si accende mostrando un Harry assonnato . Vedendomi in questo stato si sveglia del tutto alzandosi di scatto e correndo verso la mia borsa poggiata sulla sedia affianco alla porta. Fruga fino a trovare il mio inalatore azzurro. Io vado in apnea sentendo il viso andare a fuoco e i polmoni prendere l'ultimo ossigeno rimasto. Harry spinge con forza il beccuccio sulla mia bocca aiutandomi .

  • Tranquilla.- mormora toccandomi i capelli mentre annaspo alla ricerca di aria. Quando finalmente riprendo il respiro, le lacrime iniziano a scendere sul mio volto.

  • Amore … - sorride intenerito dalla mia reazione ,cercando di asciugarmi le lacrime che cadono impetuose lungo le mie guancie . Spingo in fuori il labbro inferiore in una reazione per me naturale quando piango. So che a lui gli faccio uno strano effetto quando piango. Infatti ridacchia asciugandosi una lacrimuccia che gli è caduta dall'occhio destro . Fa il giro del letto sedendosi dalla sua parte e poggiando la schiena sulla spalliera.

  • Vieni qui, cucciola.- dice aprendo le gambe e indicandomi lo spazio in mezzo. Non me lo faccio ripetere due volte fiondandomi su di lui che mi bacia la fronte .

  • Vuoi dirmi cos'hai sognato?.- chiede dolcemente al mio orecchio.

  • E-era tutto b-buio e .. t-tu n-non c'eri. - dico continuando a piangere e accoccolandomi di più sul suo petto.

  • Ssh... io sono qui.- sussurra passando le sue enormi mani sulle mie spalle cercando di riscaldarmi.

  • Ehi ehi... ascoltami.- dice sollevandomi il mento verso l'alto per farmi vedere giusto la sua bocca.

  • Ti proteggo io. Qualsiasi sia la tua paura sappi che è suprflua, perchè non permetterò a nessuno di portarti via da me. Non me ne andrò , sono stato abbastanza chiaro o vuoi una dimostrazione?- mi chiede sorridendo malizioso. Che idiota. Ridacchio tra le lacrime annuendo e facendo la bocca a cuoricino.

  • Beh se mi fai così non posso non baciarti.. orsetto.- dice facendomi corrucciare le sopracciglia nel bacio.

  • Orsetto?.- chiedo con la voce roca per colpa del pianto.

  • Sembri uscita dall'esorcista ahaahhah!- ride baciando una tempia.

  • ah- ah molto spiritoso.- dico io chiudendo gli occhi rilassandomi.

  • E comunque si . Sei il mio orsetto. Piccola, indifesa, tutta da coccolare, da abbracciare, baciare... da a.- non sento quello che dice perchè crollo completamente sulle sue braccia. Non ho dormito nulla in questi tre giorni , perciò ora che ne ho l'occasione voglio lasciarmi andare. Percepisco il suo sospiro e uno spostamente lento. Il click dell'abajour e il nostro scivolare lento dentro le lenzuola. Lui che mi accompagna fino a poggiare la testa sul cuscino e il suo braccio che possessivo avvolge i miei fianchi attirandomi a lui .

  • Ti amo.- è l'ultima cosa che riesco a percepire . Poi il buio mi riavvolge, ma la presenza del suo braccio rimane lì, come l'unica Luna nella mia notte.

 

 

  • Emy perchè non dormi un po'?. Abbiamo 6 pre di viaggio.- mi ripete per la centesima volta Harry. Scuoto la testa.

  • Non mi va. - rispondo semplicemente ottenendo un sospiro in risposta. Mi giro a guardarlo seduto vicino a me nel jet privato diretto a Londra. È assonnato. Stanotte mi sono svegliata altre tre volte in preda agli incubi e lui ogni volta era lì. Ad assistermi, a correre verso l'inalatore e a coccolarmi per farmi riaddormentare. Ed ora si vede la sua stanchezza. Le occhiaie profonde ne sono la prova. Le accarezzo mentre lui sbuffa.

  • Mi dispiace.- gli ripeto per la centesima volta. La smorfia che gli si dipinge sul viso mi fa ridere.

  • Ti ho già detto che non devi scusarti. Quante altre volte dovrò dirtelo?.- chiede ironico scompigliandosi i ricci.

  • ok. scusa.- scoppio a ridere vedendo la sua faccia frustrata.

  • Si si tu ridi.- dice fingendosi offeso, ma uno sbadiglio interrompe tutte le sue vane parole. Gli accarezzo dolcemente una delle due fossette, andando poi a dargli un bacino.

  • Dai amore, dormi un po' tu.- gli dico facendogli segno di poggiarsi a me.

  • Non ti lascio sola.- scuote la testa lottando contro il sonno. Sbuffo alzando gli occhi al cielo.

  • Ma non sarò sola. Se succede qualcosa ti sveglio e poi, un po' di tempo sola non fa male. - commento facendolo sorridere.

  • ok.- asserisce allungandosi per baciarmi a stampo. Poggia la testa sulle mie gambe chiudendo gli occhi. Osservo il suo profilo, le sue labbra a cuore e non resisto all'impulso di dargli un bacino su di esse.

  • Mmm... se non mi resisti posso anche rimandare la dormita.- solleva un sopracciglio con fare malizioso . Rido mettendo una mano sui suoi occhi , mentre lui in risposta mi morde l'indice dell'altra mano.

  • Ahi!. Cannibale!.- lo riprendo ridendo. Ride anche lui baciando il dito morsicato e prendendo poi la stessa mano in mezzo alla sua. Passano minuti di silenzio, minuti in cui io mi limito ad alternare lo sguardo da lui al cielo fuori dal finestrino.

  • Emy?.- m chiama sottovoce .

  • Dimmi Harry. - sorrido pronunciando il suo nome.

  • Mi fai i grattini?.- chiede con la faccia da cucciolo.

  • Come fai a dormire se ti faccio i grattini?.- chiedo sconvolta iniziando a muovere le dita in mezzo ai suoi ricci . Il solito ringhio dolce esce dalle sue labbra come un soffio e mi fa sorridere.

  • tu... fallo...e .. poi .. ti accorgi.- sospira abbandonandosi completamente alle mie mani. Mi mordo il labbro quando il suo respiro si fa più pesante. Segno che si è addormentato. Non so perchè, ma lo invidio. Vederlo così rilassato tra le mie braccia, mentre io muoio di angoscia … non so .. mi fa uno strano effetto. Sto tornando a casa eppure non vorrei tornarci, perchè so che non devo tornare seriamente a casa, ma nella vecchia casa. E questa è la cosa che mi spaventa di più, tornare a Londra . Tornare in quella casa. In quell'incubo. E malgrado la presenza di Harry, non posso mentire a me stessa, ho comunque terrore di tornare. Tutto questo è quello che mi terrorizza.

    Harry non si sveglia per nulla durante il viaggio . Sei ore d'insonnia e preoccupazione, passate a torturare i capelli di Harry, tanto che ho pensato più volte di averlo svegliato .

  • Ragazzi sveglia. Siamo arrivati.- Adam sorridente ci chiama . Scuoto dolcemente Harry che strabuzza gli occhi assonnato.

  • Che succede?.- chiede con le palpebre pesanti.

  • Siamo arrivati ghiretto.- lo sfotto scoppiando a ridere. Ride con me sollevandosi dalle mie gambe e dandomi un bacio a stampo. Una volta che si stacca passo in un riflesso involontario la lingua sulle mie labbra, per imprimere il suo sapore.

  • Andiamo.- sospira Harry porgendomi la mano e portandomi verso le scalette. Le ultime due sono troppo alte e dobbiamo saltare. Lui salta agilmente e aspetta me, ma dato che sono impedita, scoppia a ridere allungando le mani verso i miei fianchi e tirandomi giù .

  • Grazie.- sorrido ringraziandolo con un bacio sulla guancia.

  • Londra!.- esclamo allargando le braccia quando vedo una folla di fan inglesi impazzite .

  • Oh che dolci !.- esclamo salutandole con le mani. Adam ci scorta fino al suv nero , mettendosi subito dopo alla guida.

  • Dove vi porto piccioncini?.- chiede ironico facendo sorridere Harry al mio fianco.

  • Malrose Street n° 126.- la freddezza delle mie indicazione fa tacere tutti nella macchina.il silenzio attanaglia l'abitacolo dando alla mia agitazione , ancora più vigore. Odio tutto questo. Odio dover tornare indietro. Riconosco a poco a poco le strade. Non torno nella mia casa dalla sera prima dell'incidente. Non ci ero mai voluta tornare. Riconosco la piccola chiesetta gialla, prima del viale alberato che conduce alle villette bianche poco più avanti. 122. 124.

  • 126.- sussurra Adam bloccando la macchina. Senza attendere nessuno scendo dalla macchina andando verso il cancello . Osservo la staccionata bianca . Ricordo quando con Bartolomeo l'avevamo pitturata .avevo quattro anni circa e lui mi teneva in braccio con il pennello in mano . La mamma diceva che il solito colore marroncino non le piaceva e che il bianco avrebbe dato un tocco in più alla casa. Le chiavi nella mia borsetta iniziano a pesare come macigni. Le tiro fuori sentendo il respiro di Harry fermarsi. Mi tremano le mani .

  • N-non ce la faccio.- dico sottovoce abbassando lo sguardo. Le chiavi mi vengono tolte dalla mano ed essa viene presa da quella calda e rassicurante di Harry.

  • Si che ce la fai. Io sono con te.- dice allungandomi il mazzo di chiavi per la seconda volta e stringendo di più la presa sulla mia mano. Le acchiappo velocemente infilandole nella serratura e sentendo un cigolio sinistro , segno che il cancello si è aperto.

  • Adam stai nei dintorni , grazie.- dice Harry seguendomi . Gli stringo la mano quando riconosco il giardino di mia mamma. È pieno di erbaccie ora , non sarebbe stata per niente contenta dato che lei amava il suo giardino. Era la parte che preferiva di tutta la casa e anche io. Le sue piante di rose rosse . Mi colpisce un'unica rosa bianca cresiuta in mezzo alle rosse, come se fosse l'eccezione confermante la regola. In mezzo ai cespugli riconosco la mia bicicletta rosa.

  • La bici.- sussurro mollando la mano di Harry e correndo a tirarla fuori . Sorrido vedendola tutta intera, ma piuttosto malridotta nel complesso. Harry mi affianca.

  • Era tua?.- chiede guardandola con il sorriso. Annuisco accarezzandola .

  • E di chi senno?.- chiedo ironica rivolta più a me stessa che a lui . Osservo le finestre del piano superiore, i cornicioni vecchi e trasandati, che per poco non cadono sull'erba sfracellandosi. Il portico dove sta la sedia a dondolo su cui cuciva mamma. Salgo di corsa le scalette andando a toccarla, immaginandomela ancora lì. A sorridermi dolcemente mentre mi cucie un vestitino. Una lacrima solitaria scende lungo la mia guancia.

  • Tutto ok?.- chiede Harry preoccupato. Annuisco riprendendo la sua mano. La porta d'ingresso di legno scuro si piazza davanti a noi ricordandomi le chiavi. Le infilo nella serratura pronta a rivedere la casa che per tanto tempo ha torturato i miei pensieri. La porta si socchiude con uno scatto ed inizio a tremare.

  • Forza.- sussurra Harry dietro di me. Annuisco buttando fuori l'aria e spalancandola del tutto. È buio dentro e l'odore acre di chiudo riempie le mie vie respiratorie facendomi tossire. La polvere è notevole, segno che nessuno entra qui da anni ormai. È tutto così vuoto. Come se non fossimo mai esistiti o come se stessimo ancora aspettando di rientrare. Harry solleva le serrande poggando il giaccone su una poltrona. La luce illumina il salotto. È proprio come lo ricordavo, come l'avevo lasciato. Il divano da tre posti bianco, circondato da due poltrone e da vasi di porcellana in cui erano infilate piante, ormai ridotte in cenere. Porto un dito dentro il vaso portando un po' di quella cenere sulla mano. La osservo con rabbia. Harry non accenna a muoversi. Sa che è una cosa che devo fare da sola. Devo superare tutto e l'unico modo è superarlo sola, senza via di fuga. Senza la luce a confondermi, senza la “sua” luce a darmi alla testa. Io e il mio buio. La piccola televisione impolverata poggiata sul mobile di fronte al divano, il tavolino da teh su cui sono poggiati ancora giornali e riviste. La libreria enorme a riempire i muri dipinti di un bellissimo giallino chiaro, il caminetto su cui mamma appendeva le calze la notte di Halloween . Noto alcune cornici sopra di esso e mi avvicino rispolverando con la manica della maglietta , il vetro . Io e la mamma strette in un formidabile abbraccio. Stringo i denti rimettendola a posto con uno scatto. Osservo l'arco che porta verso la cucina, ma scuoto la testa. Lo stanzino è proprio lì. Mi giro trovando le enormi scale di fronte a me. Il balconcino da cui si poteva osservare ciò che capitava di sotto . Gli specchi dietro di esso . Gli specchi con cui ho iniziato a ballare, per mio padre che applaudiva seduto sulla poltrona . Mando giù il nodo pesante, sentendo una sensazione opprimente attanagliarmi lo stomaco e far diventare i miei movimenti sempre più pesanti. Salgo con lentezza disarmante gli scalini ed Harry mi osserva indeciso se seguirmi o meno. Opta per un semplice sorriso, decidendo dunque di non venire . Non ricambio il sorriso mordendomi il labbro e poggiandomi alla ringhiera in legno.

  • So che puoi farcela.- dice Harry dal salotto. Scuoto la testa portando una mano al petto e poi allo stomaco. È un attimo che riesco a prendere il primo vaso sulla scala e vomito tutto. Ossia niente, dato che non ho mangiato. Harry accorre spaventato mantenendomi per i fianchi.

  • T-ti voglio con me.- sussurro con ancora i capelli sulla faccia. Annuisce spostandomeli e prendendomi per mano. Poggio il vaso disgustata e continuo a salire le scale mantenuta dalle braccia forti di Harry. Riconosco le due porte bianche . Quella a destra è la mia stanza. Sorrido vedendomi correre da una stanza all'altra con in mano i miei giocattoli. Osservo la porta andando alla ricerca di quel piccolo segno che la contraddistingue . In basso , proprio all'angolo vi è una piccola bombatura. Scoppio a ridere scuotendo la testa. Harry mi guarda confuso cercando di seguire il mio sguardo.

  • La vedi questa piccola rientranza proprio qua?- mi inginocchio per mostrargliela. Annuisce poggiandosi al muro pronto ad ascoltarmi. Metto la testa di lato iniziando a ricordare.

  • Ero appena rientrata dalla lezione di danza classica. Avevo … quattro anni più o meno. Ricordo che Barth stava guardando la televisione ed io invece ero proprio qui su. Trovai un paio di tacchi della mamma, non sapevo cosa ci facessero là. Lei nemmeno li sopportava.- ridacchio tirando su con il naso ed indicando il punto in cui li trovai.

  • Li misi e mi andavano enormi, ma io mi sentivo bene e stranamente a mio agio su quelle scarpe così alte. Mi sentivo grande e bella come la mia mamma. Iniziai a muovere i fianchi e ondeggiare da una parte all'altra. Fu allora che chiamai Bartolomeo. Quando mi vide quasi gli prese un colpo, ma si mise a ridere chiamando la mamma dalla cucina. Quando mi vide ricordo che mi disse .- mi fermo prendendo aria e cercando di ricordarla in fondo alle scale, oltre il balconcino.

  • Credo che la danza classica non scorra nelle tue vene , piccola mia. Tu sei gitana , come tua nonna.”.- ripeto le sue parole alla perfezione, ricordandole per bene. Harry aggrotta le sopracciglia.

  • Gitana?. Cioè tu hai origini gitane?.- chiede indicandomi e strabuzzando gli occhi.

  • Non lo sapevi?.- gli chiedo stupita. In fondo non ho mai parlato delle mie origini con nessuno. Non che ne sapessi molto ovviamente. Harry scuote la testa accigliandosi.

  • Oh .. beh mia nonna e miononno erano due gitani. Giravano il mondo con la loro roulotte ed è proprio durante uno dei loro viaggi che nacque mia madre. Un giorno smisero di viaggiare e si trasferirono qua a Londra. Mia madre sapeva parlare quasi tutte le lingue di questo mondo tranne il cinese . Per il resto, poteva vantarsi di saper comunicare con tutti.- spiego osservando la faccia affascinata del mio ragazzo. Sorrido indicandogli un quadro sopra le nostre teste. Mostra me e la mamma intente a ballare il flamenco.

  • Sai ballare il flamenco?.- chiede stupito indicando la piccola bambina là sopra. Annuiscodistogliendo in fretta lo sguardo. Mi manca il flamenco , mi piaceva da pazzi.

  • Con quei tacchi andai a sbattere proprio lì, su quella porta. Non avevo buon equilibrio, così la mamma il giorno dopo mi comprò un paio di tacchetti della mia misura ed iniziò ad insegnarmi a ballare. Devo tutto a lei. La passione per il ballo mi è venuta da lei. Lei era la mia fonte di ispirazione.- asciugo una lacrima sfuggita al mio autocontrollo , alzandomi dalla mia scomoda posizione e aprendo finalmente la porta della mia stanza. Rosso. Sorrido riconoscendo il mio lettino al centro della stanza . Spalanco la bocca iniziando a piangere come una fontanella.

  • Beth!.- esclamo facendo spaventare Harry . Mi butto ai piedi del letto prendedo tra le mani la mia bambola . L'avevano dimenticata qua l'ultima volta che Johannah ci è venuta con Mark. Era troppo distrutta per tornare una seconda volta a riprendere ciò che mi mancava . L'ultima volta che ho visto questa bambola è stata la mattina del'incidente. L'avevo appena spazzolata e vestita con questo bellissimo vestitino rosa che le aveva fatto la mamma, che Bartolomeo mi aveva chiamato a gran voce intimandomi di scendere velocemente. La tringo al petto sentendo quella familiare gioia di bambina. Quella gioia di quando ritrovi qualcosa che credevi andato perso per sempre.

 

 

HARRY P.V:

Una lacrima riga la mia guancia mentre la vedo piangere stretta alla sua bambola. Ora comprendo a pieno il suo dolore. Lei non ha perso solo la sua mamma, lei ha perso tutto il suo mondo , tutta la spensieratezza di una bambina. Lei ha perso la dimensione protetta in cui gli adulti cercano sempre di farci crescere. A lei l'hanno rotta precocemente e si è ritrovata a dover crescere prima del tempo. Senza una mamma, senza un papà. Bacia i capelli biondi della sua bambolina scorrendo con lo sguardo tutto il resto della stanza. La casa delle bambole in un angoletto, le libreria con i suoi libri da dolce bambina, la scrivania con i fogli e i colori. Il comodino su cui è poggiata una foto sua con la mamma. Posso quasi immaginarmela , quella piccola bambina dai lunghi boccoli castano chiaro , saltellare da una parte all'altra con gioia. Con solarità. Me la immagino parlare con le sue bambole e infondere attraverso il gioco , coraggio a se stessa. Si alza tirando in fuori il labbro inferiore e continuando a piangere silenziosamente mi sorpassa , lasciando la bambola sul letto. La prendo senza pensarci mettendola dentro la giacca e seguendola. Poggia la fronte sull'altra porta bianca. Sospira facendo scattare la serratura . Non entra . Rimane sulla soglia. Mi metto dietro di lei osservando l'interno. Ciò che mi stupisce sono le lenzuola ancora disfatte, segno che nessuno ha avuto il coraggio di rifare il letto . Le foto sono la cosa che più emerge in questa stanza. Sposto lo sguardo su Emy, commettendo forse l'errore più grande della mia vita. Corre giù per le scale come una pazza. Corro dietro di lei.

  • EMY!.- urlo cercando di raggiungerla . Corre dritta in cucina fermandosi proprio quando la raggiungo. Freno per non andarle addosso e seguo il suo sguardo. È paralizzata di fronte ad una porticina di legno scuro. Dio... fa che non sia quello che penso. E invece lo è. Apre la porta di botto , fermandosi poi di nuovo immobilizzata chissà da quale ricordo. Mi prenderei il suo dolore se potessi. C'è qualcosa che mi spaventa ora. Non so cosa, ma temo la sua reazione. Infatti, lei gattona fino ad entrare nello sgabuzzino ed incastrarsi tra i mobiletti di lamiera che ci sono all'interno della piccola stanzetta.

  • Emy..- sussurro in preda al panico. Mi inginocchio di fronte a lei notando i suoi occhi farsi a poco a poco sempre più spenti. Da essere azzurri , passano ad essere grigio topo. Scurissimi.

  • No Emy... no.. reagisci.- la smuovo un po' per le spalle ottenendo una reazione inaspettata. Urla alzandosi di scatto e iniziando a tirare pugni sul mobile da cui cadono oggetti che non riesco ad identificare. Oddio. Corro verso di lei fermandole i polsi e cercando di portarla fuori con la forza, ottenendo una resistenza che quasi mi lascia interdetto. Mi graffia una guancia e urla come se ciò che sentisse la stesse accoltellando dall'interno. Riesce a sfuggirmi non so come, fiondandosi su per le scale . La seguo urlando il suo nome . Da un colpo allo specchio facendolo cadere in frantumi.

  • NOO!. - urlo vedendo il sangue sgorgare dalla sua mano che continua a colpire il vetro. Mi butto su di lei facendola cadere di schiena sul pavimento. Piange disperata cercando di muovere la mani insanguinate che sono bloccate dalle mie . Mi distrugge. Vedere la persona che ami stare male e sapere di non poter far nulla è... umiliante. Mi sento inutile. Debole , perchè lei ha bisogno di me ed io non riesco nemmeno a muovermi.

  • VOGLIO CHE FINISCA HARRY!. PERCHE' NON FINISCE MAI ? PERCHE'?.- urla tra i singhiozzi . Si lascia andare a me completamente, tremndo sotto il mio corpo. So di cosa parla. Lei parla del dolore.

 

EMY P.V:

 

Guardo fuori dalla finestra fissando i giochi di ombre che le foglie degli alberi creano sull'asfalto. Mi perdo nel vuoto che porto dentro, come se non ci fosse nulla se non ciò che mi circonda, come se fossi parte dello stesso vuoto che mi porto dentro.

  • Ehi...- mi giro di scatto vedendo Harry stiracchiarsi sul letto . Il mio sguardo rimane impassibile, ma dentro sorrido. È come se tutte le emozioni ora fossero annullate, non provo nulla. A testa bassa cammino verso il bagno. Non lo guardo. Mi perderei per sempre. Chiudo la porta dietro di me lasciandomi scivolare a terra . Perchè non mi porta via questa tempesta?. Perchè è così forte da spazzare tutta la mia gioia, ma non abbastanza da smettere di farmi soffrire?. Porto le gambe al petto contando i secondi, cercando di trovare qualcosa a cui appendermi. Cercando i suoi occhi verdi nella mia mente. La porta si spalanca ed eccoli lì. A fissarmi seri. Si inginocchia di fronte a me ed io allungo le braccia , perchè ho bisogno di aiuto. Disperatamente. Porta le mani sotto le mie gambe prendendomi in braccio e mi riporta nel letto . In quel vecchio letto. Nel letto mio e di mamma. Rimango immobile. Non reagisco a nulla. Mi fa stendere e lui fa lo stesso , sollevandosi su un gomito per guardarmi.

  • Amore mio....- sospira accarezzandomi la guancia. Continuo a non provare nulla, a fissare il soffitto .

  • Ti prego dì qualcosa... qualsiasi cosa.- niente. Il silenzio regna idisturbato dentro di me, anche se è il tipico silenzio prima della tempesta.

  • Non devi tenerti tutto dentro. Io sono qui.- dice prendendo il mio viso tra le mani e facendo scontrare i miei occhi con i suoi. Non li vedo sul serio, perchè i miei sono spenti. Vuoti . Vedo il muro dietro di lui, ma non lui.

  • Emy...- la sua voce tremolante, ma i miei occhi sbarrati dal nulla, dall'impotenza. È come se fossi rinchiusa in fondo e non potessi uscire. Come se dentro stessi urlando, ma nessuno potesse sentirmi per venire a prendermi. Il problema è che lui sa che io sto urlando. Lo sa, solo che non trova modo per farmi uscire. I miei occhi restano sbarrati, ma la mia mente viaggia. Viaggia fino a farmi arrivare in una stanza bianca . Come quella che ho già visto. Mi guardo intorno confusa e gli occhi pieni di lacrime di Harry mi circondano. Un dolore al petto mi colpisce a pieno.

  • NO!. - urlo sbattendo le mani contro una parete che rimane intatta.

  • Non ti sei aggrappata sul serio ai suoi occhi.- una voce familiare mi fa girare. L'omino bianco mi guarda a braccia conserte.

  • Fammi uscire ti prego.- gli chiedo disperata. Indietreggia.

  • Non posso. Dovete uscirne insieme.- scuoto la testa chiudendo gli occhi come per aprirli di nuovo e capire che tutto questo è solo un sogno.

  • Ti stai lasciando cadere Emy e con te stai trascinando anche lui. - dice l'omino dietro di me.

  • E se io non volessi farlo cadere con me?.- gli chiedo girando di poco la testa verso di lui.

    Sorride indicandomi lo schermo. Harry piange sul mio petto stringendo la mia mano con forza, come per farmi reagire. Stringo i pugni.

  • Devi essere abbastanza brava da non cadere .- risponde prima di sparire e lasciarmi sola . Mi siedo sul pavimento bianco iniziando a piangere.

  • Sono qui Harry... sono qui..- bisbiglio prima di chiudere gli occhi e lasciarmi andare.

    Mi sono arresa . Il buio finalmente mi trascina e cado nell'oblio sapendo che non toccherò il fondo, ma continuerò a scivolare all'infinito. La pace dei sensi. Non sento nulla Ho smesso di lottare e proprio quando penso che tutto sia finito, qualcosa mi riporta a galla . A poco a poco qualcosa mi trascina verso l'alto, mi risucchia . Il mio cuore batte forte, i miei muscoli si muovono leggermente e le lacrime scendono sul mio viso, le mie mani si stringono intorno a questa forza che non mi lascia , non mi permette di andarmene. Il mio naso percepisce il profumo di vaniglia, qualcosa di morbido sotto la mia schiena, le mie dita strette ad altre e poi nel bianco che mi trascina ,due occhi verdi. Spalanco gli occhi rispondendo al bacio di Harry . Stringo la mia mano destra nei suoi ricci richiudendo gli occhi. La sua lingua cerca la mia con disperazione e la mia risponde con altrettanto ardore. Le sue lacrime bagnano il mio viso. Si ritrova su di me con l'affanno. Non apro gli occhi, continuo a piangere in silenzio . Il frusciare dei nostri vestiti che cadono a terra, le sue lacrime , i suoi singhiozzi soffocati in baci che placano anche i miei, i suoi baci famelici su tutto il mio corpo, i miei graffi sulla sua schiena. Mi sto aggrappando a lui e lo faccio anche quando entra in me, aggrappandomi alle sue spalle. Strizzo gli occhi continuando a piangere, mi sfogo su di lui e lui mi lascia fare. Spinge con forza ed io lo assecondo nei movimenti, perchè ho bisogno di sentire qualcosa, qualsiasi cosa. Ed ora lo sento, lo sento arrivare in me come un'onda. Insieme al mio urlo. È l'amore. È Harry. Ho trasformato lui nella mia ragione di vita . Spalanco gli occhi vedendolo mentre si regge affannato sopra di me con i gomiti e mi fissa stanco . Un sorriso spunta tra le mie lacrime . I suoi tratti si rilassano e i suoi occhi riniziano a lacrimare.

  • H-Harry..- balbetto mettendo una mano dietro il suo collo e tirandolo verso di me fino a fargli poggiare la fronte sulla mia. I suoi occhi sono chiusi e le sopracciglia aggrottate nel tentativo di fermare le lacrime. Intreccio le mie dita nei suoi ricci alzandogli poi la testa in modo che le mie labbra possano toccare le sue.

  • G-grazie.- mentre sussurro queste parole le mie labbra sfiorano le sue ed ora lui reagisce. La foga che mette mentre ricongiunge le nostre labbra è tale, che potrebbe far crollare tutto l'Empire State Building. Ribalta le posizioni trascinandomi con lui. Rinizio a muovermi sopra di lui accovacciandomi sul suo petto e lasciandomi cullare dai nostri movimenti. Le sue mani accarezzano i miei capelli e tengono i miei fianchi . Solleva il busto mettendosi seduto con me sopra di lui. Apre gli occhi ed io con lui. I nostri nasi si sfiorano. Bocca a bocca, corpo a corpo, occhi dentro occhi.

  • T-ti amo.- sussurra guardandomi negli occhi tentando di controllare i gemiti. Un mio gemito mi fa appoggiare la testa sulla sua spalla, mentre lui mi tiene per la schiena .

  • S-salvami.- riesco a dire tra gli ansimi. Ma lui mi ha già salvato. Quel giorno sullo scivolo, quando è riuscito a prendermi alla fine per non farmi cadere, rischiando che un mio piede gli rompesse il nasino. Mi tira più verso il suo petto.

  • N-non andarten-ne.- geme mentre io scuoto la testa in risposta. Sollevo la faccia per guardarlo ed asciugargli con mano tremante un lacrima.

  • N-non a-andartene t-tu.- rispondo urlando pochi secondi dopo e venendo zittita da lui, o meglio dalle sue labbra. Butto la testa all'indietro sentendo il suo fiato sul mio collo . Le mie mani vanno ai suoi capelli, mentre la sua bocca lascia baci roventi su tutto il mio collo. Non so cosa mi prende quando rivedo i suoi occhi verdi in preda al piacere . Fermo questa immagine nel mio cervello . Urlo il suo nome con tutto il fiato che ho in corpo per poi crollare su di lui con il fiato corto. Le sue mani continuano a scorrere sulla mia schiena nuda facendomi il solletico . Ridacchio facendo illuminare i suoi occhi. Sorride anche lui prima di portare una mano sulla mia guancia e baciarmi dolcemente. Rimaniamo fermi in quella posizione a baciarci, lasciando andare tutto, facendo in modo che in me rinasca qualcosa. La speranza. Porta le mani sotto le mie coscie e senza uscire da me si solleva , per poggiare la schiena sulla spalliera del letto. Gli sorrido leggermente muovendo il mio naso sul suo. E spostandogli i ricci dalla fronte. Ad un certo punto le sue mani bloccano con forza i miei fianchi e i suoi occhi mi inchiodano. Mi guarda così intensamente, così a fondo che i miei occhi si fanno lucidi . Continua a guardarmi nello stesso modo fino a quando un mio singhiozzo rompe il silenzio. Inizio a piangere portandomi le mani al viso. Sposta le mie mani tenendole tra le sue.

  • Fammi vedere il tuo dolore. Chiedimi aiuto, non nasconderti da me.- dice serio prima che le mie braccia si buttino intorno al suo collo e la mia testa si poggi proprio nell'incavo tra esso e la spalla. Accarezza la mia schiena con movimenti lenti, massaggia i miei capelli per carcare di calmarmi .

  • Oh piccola....- la sua voce preoccupata non fa altro che provocarmi altre lacrime. Non so per quanto tempo piango, so solo che dopo un po' crollo sulla sua spalla esausta, mentre il mio corpo freme leggermente a causa di alcuni singhiozzi.

  • Finito?. Stavo per andare a prendere un ombrello o il sapone per farmi la doccia.- un sorrisino spunta sulle mie labbra , ma continuo a stare ferma.

  • Mmm … mi sa che qui qualcuno sta sorridendo, ma non vuole darmi la soddisfazione.- dice con un tono scherzoso che a me piace tanto. Sorrido di nuovo, anche se i miei occhi continuano a lacrimare. Improvvisamente inizia a farmi il solletico buttandomi dall'altra parte del letto, fino a sovrastarmi col suo corpo. Rido dimenandomi tra le sue braccia, ma non mi da tregua.

  • B-basta Hazza!.- esclamo ridendo e provocando l'arresto delle sue dita sul mio corpo. Mi guarda sorridente per un po', ma quando le lacrime tornano sul mio viso come una maledizione il suo sorriso si fa amaro. Asciuga con il pollice le lacrime che scendono sulle mie guancie.

  • Basta amore. Non piangere più.- dice dolcemente baciandomi la punta del naso. Si solleva di scatto alla ricerca dei suoi boxer mi corpo con il lenzuolo e poi lo sento imprecare. Tolgo il lenzuolo dalla faccia vedendolo col sedere per terra mentre ne dice di tutti i colori. Non mi trattengo e rinizio a ridere.

  • Ah e così mi prendi in giro?. Ma guarda un po' te con chi mi tocca stare. Ti conviene iniziare a correre , perchè se ti prendo ti uccido a forza di solletico.- alle sue parole , ancora avvolta nel lenzuolo, mi sollevo dal letto iniziando a correre per tutta la camera mentre lui mi insegue. Proprio quando sto per raggiungere la porta della camera , riesce ad acchiapparmi e a mettermi come un sacco di patate sulla sua spalla. Urlo a testa in giù dandogli colpi sulla schiena.

  • Ahahaha Harry mettimi giù!.- esclamo mentre lui si diverte a scorrazzarmi per tutta la stanza nella stessa posizione.

  • Aspetta... ah.. ora si .- dice buttandomi di nuovo sul letto e salendomi sopra . Sorride baciandomi a stampo.

  • Lo sai che sei bella?.- mi chiede baciando la guancia destra proprio sotto l'occhio.

  • Ma se sembro uno scheletro ambulante , mi si vedono le ossa tra un po'!.- esclamo tornando triste e andando ad osservare le bende sulle nocche delle mani. Quelle con cui ho colpito il vetro. Si è preso cura di me anche durante una delle mie rarissime crisi isteriche . È quasi impossibile calmarmi seza tranquillante, ma lui c'è riuscito. Come sempre.

  • No no. Tu sei bella sempre. Basta che sorridi e illumini tutto. E poi ci penso io a farti tornare in forma .- dice sorridendo malizioso. Scoppio a ridere dandogli una pappina.

  • Che c'è?!. Guarda che rafforza i muscoli!.- esclama facendo aumentare le mie risate.

  • Sei uno scemo!.- dico scuotendo la testa .

  • Si, ma tu lo ami a questo scemo no?.- mi chiede stringendo la sua mano nella mia.

  • Si, lo amo infinitamente.- rispondo dandogli un bacino sul naso. Torna serio accarezzando la gamba scoperta dal lenzuolo.

  • Stai meglio?.- chiede con ansia nella voce . Abbasso lo sguardo prima di annuire. In fondo è la verità. Lui mi fa sentire meglio.

  • È .. solo che.. c-che quando h-ho visto questo letto.. e l-lo sgabuzzino.. m-mi è crollato tutto addosso. Tutto quello che io credevo , tutto quello in cui io vivevo ed ero felice … polverizzato così e mi sono sentita .. così .. male. Quasi come se la mia vita non fosse davvero mia, come se fosse inutile. - confesso guardandolo negli occhi. Annuisce tracciando con il naso il profilo della mia mandibola.

  • ok. Ma tu sai di non essere sola vero?. Lo sai che io sono il tuo ragazzo e che con me puoi parlare di qualunque cosa?. I-io.. voglio solo proteggerti, vederti felice e sorridente. Q-quando sei svenuta tra le mie braccia.... n-non.. - non riesce nemmeno a parlare .

  • Tranquillo è tutto ok. Mi dispiace di non aver mangiato e di averti fatto preoccupare. Scusa Harry, l'ultima cosa che volevo era farti stare male, perdonami.. ti prometto che mangerò moltissimo.. è che lo stress e ...- mi tappa la bocca con un bacio. Gli do un colpo sul petto per farlo staccare.

  • Non mi piace quando mi zittisci con un bacio.- mi lamento mettendo il broncio. Ridacchia dandomene un altro.

  • Tu muori dentro quando ti faccio stare zitta con un bacio!.- mi prende in giro dandomi tanti bacini a stampo.

  • Mmm... vieni. Devo farti vedere una cosa- dico facendolo staccare. Sorride radioso alzandosi dal mio corpo e porgendomi la mano che accetto volentieri. Penso ad una cosa e lo blocco, facendolo girare verso di me. Spalanca gli occhi sbattendoli velocemente . Inclina la testa di lato sorridendo.

  • Che c'è?.- mi chiede avvicinandosi di un passo. C'è che sei la mia vita, che mi salvi sempre, che non respiro senza di te, che sei l'unica ragione per cui continuo a lottare.

  • Ti amo... e vorrei che non dicessi a nessuno quello che sto per mostrarti- gli dico mordendomi il labbro e abbassando lo sguardo subito dopo. Il mio mento viene alzato per incrociare i suoi occhi verdi che luccicano.

  • Ti giuro che sarò una tomba. Ti amo anche io e per te farei qualsiasi cosa.- dice con una serietà che mi porta a pensare che sarebbe capace di dare la sua vita per me .

  • Sei la cosa più bella che mi sia mai capitata in tutta la mia vita.- sussurro sulla sua bocca. Sorride avventandosi su di essa e stringendomi i fianchi con le sue enormi mani. Prendo la biancheria intima sparsa per la stanza indossandola e lanciando i boxer ad Harry. Infilo la sua camicia e ritorno tra le sue bracci agganciando le mani dietro il suo collo.

  • Andiamo .- dice staccandosi da me e facendosi tirare fino alla fine del corridoio .

  • Oltre a queste due stanze, c'è anche quella .- dico indicandogli una terza porta. Quella porta che cela due passioni che ho eliminato dalla mia vita .

  • Che c'è li dietro?.- chiede curioso osservando il mio viso serio. Gli sorrido sghemba prendendolo per mano e andando verso la porta. Lo guardo con insistenza.

  • Harry … solo tu sprai di questa cosa , perchè io non ho intenzione di mostrare a nessun altro quello che so fare. - dico ricevendo un'occhiata confusa in risposta. La porta si apre e di fronte a noi un'enorme sala con gli specchi , si mostra in tutta la sua bellezza.

    Harry strabuzza gli occhi osservando il pianoforte in fondo alla sala e lo stereo enorme.

  • Qui ho imparato a ballare. Qui ho imparato a suonare.- dico girandomi verso il pianoforte.

  • Sai suonarlo?.- chiede indicandolo con la bocca aperta. Annuisco.

  • Si. Ma ho giurato che mai e poi avrei toccato di nuovo un pianoforte in tutta la mia vita. Né avrei più ballato il flamenco.- una lacrima di nostalgia viene raccolta dal dito di Harry che sorride comprensivo.

  • Forse è ora che tu recuperi quello che hai perso non credi?. Forse è ora che tu lasci andare il passato , Emy. Perchè il presente è questo. Io e te . Qui. E quel pianoforte che richiama le tue dita, quelle scarpette col tacco che chiedono solo di essere rindossate dalla loro propietaria.- accarezza la mia guancia lentamente inchiodandomi con i suoi occhi verdi. Scuoto la testa .

  • Non so nemmeno se ne sono ancora capace. - abbasso la testa. Harry mi trascina verso il pianoforte facendomi sedere sullo sgabello. Apre il piano, facendo vedere gli splendenti tasti bianchi. È rimasto immutato.

  • Proviamoci.- i miei occhi incontrano i suoi e mi perdo . Guardandolo porto le mani sui tasti ricordandomi quella melodia che da piccola avevo composto.

  • Ce la fai , Emy.- mi rassicura Harry asciugando una mia lacrima con un dito.

http://www.youtube.com/watch?v=fEOJQawykD0

Le prima note partono e mi ritrovo come in un'altra dimensione. Non mi rendo conto delle dita che vanno da sole, come se per tutto questo tempo non avessero fatto altro che suonare. Come se per tutto questo tempo io fossi ancora rimasta quella bambina. Il dolce suono della mia melodia mi trasporta verso ciò che dovrebbe essere la luce. Chiudo gli occhi, senza bisogno di dover vedere i tasti. Mi lascio semplicemente andare a ciò che provo. Dolore, rabbia, gioia, amarezza, amore, paura , terrore , gratitudine, solitudine. Tutto ciò che sento lo trasporto sulle note di questa melodia, come se per me non ci fosse altro. E mi perdo... mi perdo nei miei ricordi. Nei nostri ricordi, perchè questa canzone era per lui. Avevo 14 anni quando la composi ed ora ricordo tutto. Lo scivolo, i giochi, le parole , i significati nascosti.

 

HARRY P.V:

Questa melodia è... è la cosa più bella che le mie orecchie abbiano mai sentito, apparte la sua voce. Un angelo oserei dire . Si è proprio un angelo. I capelli biondi e boccoli che le ricadono dolcemente sulle spalle , le dita che si muovono sinuose e delicate sui tasti, gli occhi chiusi e la bocca dischiusa . Qualcosa dentro di me si apre . Qualcosa come un varco. E da quel varco passano ricordi, tanti, troppi.

 

Piangevo seduto sull'erba fresca. Louis aveva preferito giocare con Liam che con me.

  • perchè piangi?.- una bambina dai grandi occhioni azzurri si siede al mio fianco sorridendo dolcemente.

  • Perchè L-Louis n-non vuole giocare con me.- dico stringendo di più le gambe al petto.

  • Io si .- dice semplicemente alzandosi e porgendomi la mano. Aiutato da lei mi sollevo e tento di asciugarmi le lacrime che continuano a scendere.

  • Vuoi che ti faccia smettere di piangere?.- chiede con la sua dolce vocina. Annuisco.

  • Chiudi gli occhi e pensa ad una cosa bella.- penso a lei immediatamente, al suo sorrisoe ai suoi occhi. Percepisco il suo dolce respiro sul mio nasino e poi delle soffici labbra si posano sui miei occhi, facendo arrestare le lacrime . Li riapro piano vedendola sorridente.

  • Ora ti è passato. Andiamo a giocare?- con un sorriso la prendo per mano portandola verso l'altalena. Avevamo solo 5 e 6 anni, ma lei era già a quel tempo la luce più luminosa del paese .

 

 

  • Emy non vuole giocare con noi Harry.- dice Louis abbassando lo sguardo e incrociando le mani al petto.

  • Perchè?.- chiedo ingenuamente . Mary si stringe al mio braccio.

  • Perchè la sua mamma e il suo papà non ci sono più.- sussurra dispiaciuta per la sua amica. Mi tolgo dolcemente dalla presa di Mary rigirandomi tra le mani il fiorellino che avevo raccolto per lei la mattina.

  • Dov'è?.- chiedo a Louis che mi indica la porta della sua stanza. Cammino verso di essa , aprendo poi la porta e trovandola seduta per terra mentre piange. Mi siedo vicino a lei prendendo la sua piccola manina tra la mia, un po' più grande.

  • Non devi piangere.- le dico guardando fuori dalla finestra di fronte a noi. Tira su col naso, sollevando la testolina castana dalle sue gambe .

  • Si. La mia mamma mi ha abbandonato.- risponde tirando in fuori il labbro e tentando di asciugarsi le guancie sfregandole con le manine.

  • Non ti ha abbandonato. Lei è andata in un posto più bello, ma non ti ha lasciata sola. Lei è sempre qui a guardarti,a stringerti la mano.- dico corrucciando le sopracciglia. Ero troppo piccolo per capire determinate cose, ma mia madre mi aveva sempre detto così ed io credevo in quello che mi diceva.

  • Come fai tu ora?.- chiede stringendo di più la mia mano.

  • ah- ah.- annuisco muovendo la testa avanti e indietro.

  • E poi tu non sei sola. Lei ti ha lasciato con me e fin quando ci sono io non sarai mai sola. - dico sicuro . Mi guarda facendo spuntare un lieve sorriso sul suo volto.

  • Me lo prometti?.- chiede allungando incerta il mignolino. Lo stringo al mio.

  • Lo prometto. -rispondo sicuro allargando le braccia e abbracciandola come mai fino a quel momento.

 

 

Assonnato suono il campanello di casa Tomlinson. Che barba... l'ultimo anno delle medie. Una bambina pienotta, ma dallo sguardo dolce apre la porta. Non ci sono più i suoi boccoli a contornarle il visino, ma i capelli sono ormai corti .

  • Che hai fatto ai capelli Emy?!.- le chiedo allarmato. Arrossisce abbassando lo sguardo sui piedi.

  • Emh...li ho tagliati.- dice sottovoce alzando timorosa lo sguardo verso di me.

  • Mi stanno male?.- chiede indicandosi. Scuoto la testa .

  • No. Ma adoravo i tuoi boccoli.- rispondo cercando di rassicurarla. Sorride radiosa facendomi entrare.

  • Oh Harry... vieni anche tu da Niall stasera?.- chiede porgendomi una tazza di latte caldo. Scuoto la testa .

  • No. Devo uscire con Jennifer, mi dispiace.- rispondo sorridendo tra me e me. Si alza dalla sedia delusa.

  • Non importa , tranquillo.- sorride forzatamente prima di uscire da sola di casa, lasciandomi lì. Solo.

 

 

 

  • Emy daii ti prego !.- la prego per la centesima volta. Scuote la testa camminando più velocemente verso gli armadietti.

    La blocco prendendola per il polso e facendola girare verso di me. Primo anno di liceo , i suoi occhi sempre uguali, da bambina .

  • Ti prego Luly. Lo sai quanto ci tengo ad uscire con Melanie.- le dico con voce dolce. Ingoia saliva , mentre i suoi occhi si fanno lucidi. Riprende possesso di se stessa alzando lo sguardo verso di me.

  • L-lo so m-ma … n-non posso m-mentire ad A-Anne per te.- farfuglia rigirandosi e riniziando a camminare verso l'armadietto.

  • IO PER TE L'AVREI FATTO!.- le urlo dietro facendola fermare. Mi avvicino prontamente sapendo di avere due minuti di tempo per sfruttare al meglio il momento.

  • Se davvero mi vuoi bene come dici, dovresti farlo.- la stuzzico facendole chiudere gli occhi.

  • M-ma io.. -

  • tu nulla Emy.- la interrompo serio. Mi guarda sospirando.

  • Ok . Ti aiuto, ma questa è l'ultima volta che lo faccio, anche perchè a me questa Mela...- non la faccio finire di parlare che la ringrazio con un abbraccio e corro subito via . L'ho delusa. Di nuovo.

 

 

  • Ci vai al ballo sabato?.- chiedo ad Emy che si siede vicino a me , mentre aspettiamo che Louis rientri con la pizza.

  • N-non lo so.- risponde abbassando lo sguardo sulla tovaglia rossa. Il suo colore preferito, deve piacerle per forza.

  • Io stavo pensando di invitare una ragazza speciale per me, ma non so se lei ha voglia di venirci con me, cioè passiamo molto tempo insieme , ma non so se accetterebbe . - dico sincero pensando a Sarah. I suoi occhioni azzurri si illuminano.

  • B-beh... chiediglielo. Sono sicura che lei accetterà.- dice sorridendo radiosa, quasi si aspettasse un evento straordinario da un momento all'altro.

  • Hai ragione Emy, in fondo non ho nulla da perdere. Vado a chiamare Sarah.- dico alzandomi dal tavolo e uscendo dalla stanza. Mi pare di sentire un singhiozzo, ma di sicuro è solo la mia immaginazione.

 

 

  • Emily Ordon è un cesso.- dice Melanie guardandomi maliziosa. Stringo i pugni sorridendo forzatamente. Non lo è.

  • Oh si , ma l'avete vista?. Non so come faccia quel tronco di Horan a starle vicino . È uno scherzo della natura.- continua Jennifer stretta nella sua divisa da cheerleader. Tutte ridono ed io fingo. Il rumore di qualcosa che cade a terra ci fa stare zitti. Jennifer si piega raccogliendo la cartella caduta ai suoi piedi.

  • Ooops … l'orfanella è stata qui. Che pena ahahahaha!.- la sua risata stridula risuona nella mensa e tutte le altre risate si uniscono a lei. Io rimango in silenzio , a cercarla con lo sguardo in mezzo alla folla . Vedo solo una ragazzina che scappa correndo in lacrime. Non ho il coraggio di seguirla. Ancora una volta, sono troppo codardo per farlo.

 

 

La osservo mentre mi prepara con calma una tazza di teh. È abituata anche lei a prenderlo contro gli incubi.

  • Tieni, ma stai attento che scotta.- dice passandomi la tazza piena. Si siede di fronte a me poggiando il mento su una mano e guardandomi.

  • Come va?.- le chiedo dato che non ci parliamo da una settimana circa.

  • Come vuoi che vada Harry?. Bene. - risponde sorridendo. Ed io mi chiedo come fa?. Come fa a sopportare tutto questo?. Come ci riesce?. È impossibile .

  • Oh ok.- rispondo facendo finta di non sapere nulla e nascondendo il mio viso nella tazza. Sorride abbassando lo sguardo.

  • Beh.. grazie per il teh .. Emy.- la chiamo così . Non ho più il coraggio di chiamarla Luly. Mi allontano da lei sempre di più, perchè mi vergogno di stare con le persone che la deridono.

  • Di niente Hazza.- risponde alzandosi anche lei dalla sedia.

  • Ah .. Harry.- mi richiama dalla cucina. Mi fermo a metà scala girandomi verso di lei.

  • Ricordati che fingersi qualcuno che non si è non porta da nessuna parte. Possiamo perdere la memoria ed il resto, ma l'essenza di una persona resta sempre intatta. Non si può cambiare. Si può solo migliorare o nascondere la verità. Ci sarà sempre una persona pronta ad amarti per quello che sei.- dice salendo le scale e passandomi affianco. Si ferma e arrossendo mi posa un bacio sulla guancia.

  • Buonanotte riccio.- sussurra chiudendo gli occhi e allontanandosi. Dovrei prenderle la mano e fermarla , ma non lo faccio. La porta della sua stanza si chiude. Sento dei singhiozzi, ma mi convinco ancora una volta che la mia immaginazione sia troppo aperta.

 

 

  • Mi chiamerete?.- ci domanda Mary per la trentesima volta. Annuiamo divertiti stringendola uno ad uno in un abbraccio mozzafito. Emy se ne sta dietro, moscia, con la testa abbassata. Mi avvicino a lei abbracciandola.

  • Ehi.- prendo il suo viso tra le mani vedendolo pieno di lacrime .

  • Ti ricordi la nostra promessa?.- le chiedo asciugandole una lacrima con il mio dito.

  • Si . T-tu invece te lo ricordi?- chiede quasi ironicamente.

  • Ovvio. Non ti lascerò da sola . Lo prometto.- dico incastrando i miei occhi nei suoi .

    Salutiamo di nuovo le ragazze che piangono e ce ne andiamo. Partiamo verso il nostro sogno. Partiamo verso X-factor, non sapendo però che le cose non saranno più come prima al nostro ritorno.

 

Mille immagini passano nella mia mente. Il suo sorriso, i suoi capelli, le sue parole, il suo profumo.

 

  • ti voglio bene, Hazza. -

Le sue dimostrazioni di affetto , la sua voce. E quella bambina la rivedo qua . Di fronte a me, che suona. Suona per me. Stringo gli occhi sentendomi una merda. Sono stato così schifoso con lei. Le avevo promesso che ci sarei sempre stato, l'avevo presa in giro puntando solo alla fama. E lei era lì. Mi fa quasi schifo ora sapere che è mia. Mi faccio schifo io. Mi da fastidio che lei non si sia dimenticata di me , come sarebbe stato giusto. Le lacrime iniziano a scendere sul mio viso e mi rendo conto di tutte le cazzate che ho fatto. Di tutte le cose che non le ho mai detto, di tutte le scuse che non le ho fatto. Di quanto cieco sia stato, non rendendomi conto dell'amore che provavo per lei. È sempre stata lei. Il suo sorriso e i suoi occhi. Sempre. Li ho sempre sognati eppure... mi sono fermato alle apparenze, senza scavare a fondo. Ora lo so. Ora so che la amo . La amo infinitamente, più di quanto amo la mia vita , per lei farei tutto. Anche l'impossibile, perchè nulla è impossibile. Lei me lo h insegnato. Qualcosa è impossibile solo se credi che lo sia. E mi chiedo : posso amarla più di così?.

E la risposta è si. Si , perchè con Emy l'amore non è mai abbastanza. Ogni giorno è sempre di più . Ricordo uno dei suoi discorsi . Avrei dovuto capirlo . Quella sera a ripetizioni di letterattura. Lei c'era. Lei era lì, perchè pur essendo un anno inietro a noi , era la più brava.

 

  • Essere o non essere questo è il problema.- legge il professore guardandoci intensamente.

  • C'è qualcuno di voi che vuole dare una spiegazione su queste parole?.- chiede guardando intensamente tutta la classe. Nessuno osa fiatare.

  • Emy?.- chiede girandosi verso la mora al primo banco. Lei annuisce chiudendo il suo libretto.

  • È senza dubbio una delle più celebri frasi della letterattura inglese. Viene pronunciata da Amleto in uno dei suoi monologhi. È inteso come il vivere e dunque l'essere e il morire, il non essere.- risponde senza alzare lo sguardo dal banco .

  • Giusto . Tu invece come la interpreti?.- chiede interessato e compiaciuto il professor Nixon.

  • Io credo invece che l'essere e il non essere non sia il problema. Essere e poter essere non sono la stessa cosa.- risponde non facendo capire nulla a nessuno il professore la guarda affascinato.

  • Si dicono allo stesso modo, ma dipende dal contesto Emily.- risponde dolcemente.

  • Si ovvio. Essere stupido , non è lo stesso di poter essere stupido per qualcuno. Si uno può essere triste, ma essere una persona triste è un'altra cosa. Perchè se sei triste, prima o poi passerà, ma se sei una persona triste realmente, una persona finta , patetica, questo è per sempre. Ed è qui che si spiega l'essere o non essere. Sono le circostanze della vita a decidere ciò che sei . Il contesto. Il tempo. Lo spazio. Ma questo non è essere essere. Essere è riuscire a brillare senza bisogno del contesto, senza bisogno del tempo o dello spazio. Essere è essere in qualsiasi momento,luogo, circostanza. Il non essere è finzione. È si .. come una morte. Perchè col non essere uccidi ciò che sei realmente. Quindi essere e non essere non sono in simbiosi, essere o non essere sono opposti, ma opposti per davvero. E nell'amore lo si è ancora di più. Uno può essere geloso, insicuro, stupido per qualcuno ,ma ciò non significa che sia davvero insicuro , stupido o geloso. È la circostanza a renderlo così. L'essere è invece quella consapevolezza che si ha di se stessi, malgrado tutte le altre emozioni. Essere o non essere, non è il problema. Il problema è riuscire ad essere.- la campanella suona , ma in classe regna il silenzio. Lei si alza di scatto raccogliendo le sue cose. Mi riserva uno guardo prima di uscire dalla classe, lasciandoci spiazzati e con mille pensieri per la testa.

 

Essere o non essere. Lei è . Lei era stupida, tonta, gelosa, insicura per me , ma non è mai stata sul serio tutte queste cose . Lei è sempre stata “essere”. Io ero il “non essere” per eccellenza. Mi fingevo di continuo forte , invincibile, puttaniere. Credevo che mi fosse impossibile innamorarmi e con il successo della band tutto questo è aumentato ancora. Invece rivedendo lei, ho capito che .. che non c'è via di fuga. Non c'è scampo. Le ultime note risuonano nella stanza e i suoi occhi si riaprono . Dentro la mia testa lei continua a suonare. Si alza sorridente iniziando a ridere e tirandomi fuori dalla stanza . Mi lancia un paio di jeans e una maglietta. Li indosso chiamandola e cercando di avere spiegazioni, ma continua a ridere. Esce dalla stanza stretta nella sua felpa grigia e i leggins grigi . Corre giù per le scale ed io le vado dietro. Strappa l'unica rosa bianca che c'è nel giardino riprendendo a correre con me dietro di lei.

  • Emy.. vuoi spiegarmi dove stiamo andando ?.- le chiedo senza capire . Mi prende per mano scuotendo la testa e incitandomi a camminare. Un enorme cancello nero e una distesa di prato si piazza di fronte a noi dopo 200 metri. Il cimitero.

  • oh.- riesco a dire mentre lei mi tira tra le file infinite di bare. Arriviamo di fronte ad una bianca e la vedo sorridere. Abbasso lo sguardo leggendo l'incisione sul mermo.

 

Diana Faith Ross

28/05/1976 15/05/2001

Luce al buio.

Buio alla luce .

Nella speranza

che il mondo in cui sei ora

sia luminoso come lo eri tu.

 

  • Nulla di più adatto no?.- chiede Emy sorridendo. Mi giro verso di lei guardandola con stupore.

  • Dove la trovi la forza di andare avanti sempre?.- le chiedo serio .

  • Sei tu. Tu sei la mia forza Harry.- risponde avvicinandosi a me e sfiorando le mie labbra con le sue . Le sorrido nel bacio.

  • Mi aiuti?.- chiede indicando i fiori secchi sotto di lei. Annuisco inginocchiandomi e aiutandola a toglierli. Bacia la rosa bianca poggiandola su un petalo lasciandola la sopra. Si alza aiutata da me, ma proprio quando stiamo per andarcene una farfalla rossa esce dalla rosa.

  • Non ne ho mai vista una di questo colore.- ammette meravigliata. Io corruccio le sopracciglia, di fronte a quello che vedo. La farfalla si avvicina a lei, poggiandosi sul suo nasino perfetto e facendola ridere. Rido anche io scattandole prontamente una foto. Chiude gli occhi sorridendo.

  • Vola farfallina. Vola lontano e torna a casa.- sussurra e come per magia la farfalla prende il volo. Mentre vole le sue ali diventano sempre più chiare diventando bianche.

  • Vedi quello che vedo io?.- le chiedo meravigliato e leggermente impaurito. Annuisce sbarrando gli occhi verso la rosa. La imito quando mi rendo conto del fatto che sia rossa.

  • È i-impossibile.- balbetto indicandola. Emy si stringe al mio braccio piangendo col sorriso sul volto.

  • Solo se ci credi Harry. Solo se ci credi. - dice guardando verso il cielo e salutando con la mano la farfalla. Sono convinto che questo sia un piccolo miracolo. Ne sono fermamente convinto. In preda all'emozione Emy mi salta addosso abbracciandomi e allacciando le sue gambe intorno alla mia vita.

  • Ed ora?.- le chiedo sorridente . Mi guarda ricambiando il sorriso.

  • Torniamo a casa Hazza. Si torna a New York. - dice euforica poggiando la sua fronte contro la mia per poi avventarsi sulle mie labbra., dando vita ad uno dei baci più intensi di tutta la mia vita. Forse il più emozionante.

 

 

 

3 p.v:

Lontano dai due ragazzi... forse in un'altra dimensione , una donna o meglio un fantasma li osserva commossa. La luce l'avvolge e a poco a poco, la pace che tanto cercava arriva a prenderla.

  • Arrivederci piccola Emy. Ora sei grande. Ora ce la fai. Grazie. Grazie per avermi dato la vita e poi la pace. Ti amo, piccola mia. Addio.- sussurra sparendo avvolta nella luce. La saluto l'ultima volta con la mano , prima di sospirare pesantemente. Si torna a lavoro.

    Certo come se fosse facile con questa qua!.

    Andiamo Britney poche storie e collabora. Purtroppo o per fortuna a noi tocca Emy, quindi....

    ma io devo stare qua anche mentre si baciano?.

    Purtroppo si, anche se mi fa schifo. Li seguo con lo sguardo mentre a mano presa vanno in un bar a fare colazione, senza preoccupazioni. Senza preoccuparsi del futuro, dei fotografi , delle fan che li seguono curiose o di ciò che succederà.. A loro basta essere. Ora , nel presente.

 

 

 

 

Emy :

Harry e Emy:

YEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!

Ce l'ho fatta bimbe!. La vostra Roby è tornata. Mi scuso umilmente con tutte voi, ma il mio computer è una merda e quindi ha cancellato il capitolo. Che schifo... :(. Lo so .. è una cagata, ma .. boh.. ci ho messo cuore anche qui. Mi è uscita una merda, ma vi giuro che ho pianto scrivendo anche in questo capitolo. Emy la sento troppo vicina e poi vabbeh Harry... è Harry. Allora , cosa ne pensate??. Ce la facciamo ad avere almeno 10 recensioni??. siiiii !!! . Dai piccoline , mi fido di voi.

Dunque.. prossimo capitolo ci sarà: nuovo singolo di Emy presentato alle premiazioni in cui ci saranno i ragazzi, l'arrivo dei The Wanted per una grande offerta alla piccola bionda, una sorpresa per Mary, un litigio tra due componenti della band e .. signori e signore attenzione.... NON VE LO DICO AHAHAHA!!.

Vabbeh... per chi volesse contattarmi su twitter, per qualche domanda o per dirmi che fa cagare .. beh sono @Musadirectioner ( anche lì ahahaha!) . Anche per fare amicizia o se vi serve una mano su qualcosa.. boh sapete dove trovarmi. Vi lascio e corro in Costa Smeralda.. tranquille sono della Sardegna quindi il computer lo posso portare dietro quando e come voglio ;).

Baci belle e mi raccomando... RECENSITE :3:3

  
Leggi le 12 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: _be wild_