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Autore: SeelLith    13/07/2013    1 recensioni
La storia è ambientata nel 2012, mentre i BMTH stanno scrivendo e registrando Sempiternal. Anche se Jona ha lasciato la band all'inizio del 2013, nella fanfiction Jordan ha già preso il suo posto.
Oliver Sykes, Oli, si reca una mattina in ospedale perchè Lee ha fatto un incidente.
Una ragazza con la maglietta dei Bring me the Horizon e una flebo attaccata al braccio lo colpirà profondamente. Grazie a lei Oliver diventerà una persona migliore, ma alla fine la vita sarà clemente con il loro amore?
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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3. My secrets are burning a hole through my heart.

 

Andavo all'ospedale ormai da due settimane. Lee era già uscito, quindi l'unica persona che andavo a trovare era Iris.
Andavo quasi tutti i giorni, a parte quando avevamo serate in locali o interviste varie.
Io e lei eravamo riusciti a conoscerci meglio, io avevo scoperto cose su di lei e mi ero sorpreso nel vedere che lei era l'unica persona con cui riuscivo ad aprirmi davvero. Le avevo raccontato cose che non dicevo nemmeno ai miei migliori amici, che per me erano come una famiglia.
-Hey, come stai oggi?- chiesi ad Iris entrando nella sua stanza.
-Non molto in forma, ho fatto la chemio.- rispose, aprendo gli occhi socchiusi.
-Oh. Se vuoi posso tornare domani.- esclamai ritornando verso la porta.
-No!.- mi fermò lei. -Non ti preoccupare, non sono così stanca. Sempre che tu voglia restare qui...Non mi va di stare da sola.- ammise poi, sostenendo il mio sguardo.
Le feci un cenno e mi sedetti sulla solita sedia.
-Puoi anche metterti sul letto, non ha un aspetto molto comodo quella sedia.- esclamò lei, girata su un fianco, mentre mi guardava.
Alzai le sopracciglia, assumendo un'espressione maliziosa. Lei alzò gli occhi al cielo.
-Dai, non intendevo quello!- disse ridendo.
Risi anche io, osservando il suo volto, comodamente appoggiato sulle mani appoggiate al cuscino.
Mi fece posto. -Su, non voglio che ti venga la scogliosi.- disse lei.
Sospirai e mi accomodai vicino a lei.
Si appoggiò al mio petto con la testa, accoccolandosi contro di me. Le misi un braccio intorno alla spalla, avvicinandola ancora di più a me. La guardai mentre chiudeva gli occhi, distrutta dalla cura.
-Sono stanca. Mi canti qualcosa per farmi addormentare?- chiese in un sussurro.
-Ma certo...- risposi. -Cosa vuoi che ti canti?- chiesi poi.
-E' uguale, scegli tu.- rispose appoggiandosi meglio a me.
Pensai un po', poi trovai una bella canzone da cantarle. Poteva sembrare un po' ovvia, ma le cantai 'Iris' dei Goo Goo Dolls.
-And I'd give up forever to touch you, 'cause I know that you feel me somehow...- Iniziai con le prime parole, vedendola sorridere compiaciuta. Ovviamente cantai normalmente, senza screamare. Non mi sembrava per niente il caso...
-You're the closest to heaven that I'll ever be, and I don't want to go home right now...- continuai. Dopo poco Iris si addormentò. Restai per qualche minuto a guardarla dormire, sorridendo.
Mi sembrava la creatura più meravigliosa del mondo.
Mi alzai, spostandola, cercando di non svegliarla e me ne andai piano. 
Uscii dalla stanza e mi diressi al bar, deciso a prendermi un caffè.
Mi sedetti al tavolo dove mi ero messo qualche settimana prima, e dopo qualche minuto ordinai il caffè.
Mi misi a osservare le persone sedute ai tavoli, tra un sorso e l'altro del caffè, c'erano ancora quei due anziani che avevo visto la prima volta, si tenevano ancora la mano.
Finii di bere e uscii dal bar, diretto all'uscita dell'ospedale.
A metà strada mi accorsi di non avere la giacca, tornai nel bar, ma non c'era, quindi decisi di provare nella stanza di Iris. Probabilmente l'avevo dimenticata.
Raggiunsi il terzo piano ed entrai nella stanza 182. Iris si era svegliata.
-Hey.- dissi, sorridendole.
-Ciao.- rispose lei. -Hai dimenticato la giacca.- continuò poi indicandomela, appoggiata sulla sedia.
-Oh, sì, me n'ero accorto...- risposi sedendomi. Iris mi guardò confusa.
-Non te ne vai?- chiese.
-No. Ho deciso di stare qui ancora un po'.- risposi io.
Iris sorrise, e i suoi occhi si illuminarono.
-Mi puoi passare quella bottiglietta d'acqua?- chiese, indicandomi il comodino. Annuii e gliela passai.
Lei cercò di mettersi seduta, ma le forze le mancarono, facendola ricadere sul letto.
Con il mio aiuto riuscì a sedersi, e poi a bere.
Iniziò a rabbuiarsi, smettendo di sorridere e guardando un punto indefinito del muro.
-Che hai?- le chiesi, prendendole la mano.
-Nulla...Non preoccuparti.- rispose lei sussurrando.
-Lo vedo che c'è qualcosa, dimmelo. Almeno a me.- la pregai, preoccupandomi di eventuali peggioramenti della sua salute.
Iris esitò, per un attimo, ma poi si decise a parlarmi: -E' solo che con questa dannatissima cura non posso fare più nulla da sola. Non riesco nemmeno a mettermi seduta senza l'aiuto di qualcuno. E...Il fatto è che mi manca camminare, mi manca correre. Perfino ballare, anche se non sono capace!- esclamò alzando la voce.
Mi venne un'idea, e le sorrisi.
-No, quel sorrisetto mi fa paura...Che cosa strana stai pensando di fare?!- disse spalancando gli occhi.
-Ora vedrai...- dissi io, continuando a sorridere.
Mi alzai e la presi in braccio, portandola fuori dal letto. La lasciai andare al centro della stanza, sostenendola per farla stare in piedi. 
-Ora, balliamo.- esclamai posizionando le mani sui suoi fianchi e facendola salire sui miei piedi.
-Ehm... Ma io non so ballare, mi sembrava di avertelo appena detto. Sai, credo che la memoria mi rimanga, almeno quella.- esclamò Iris sarcastica.
-E con ciò?! Nemmeno io so ballare, ma non vuol dire che io non possa farlo.- risposi con tono saccente.
Iris sbuffò, rassegnandosi. Iniziai a ballare, e la vidi sorridere, divertita dal mio modo impacciato di muovermi.
Cominciammo a ridere come idioti, e senza accorgercene, ci avvicinavamo sempre di più.
Il mio viso era ormai vicinissimo al suo. Mi persi nei suoi occhi verdi, sorridendole.
Iris sostenne il mio sguardo, ricambiando il mio sorriso e stringendosi a me.
Mi avvicinai a lei ancora di più, fino a baciarla. Fu un contatto leggero, ma un brivido mi percorse la schiena.
Il mio telefono squillò, facendoci staccare.
La rimisi dolcemente sul letto, rispondendo al cellulare: -Matt, che cazzo vuoi?! Sono occupato.- sbottai, provocando la risata di Iris.
-Abbiamo le prove, idiota. Sala di registrazione. Mezz'ora. Muovi il culo.- esclamò lui dall'altra parte della cornetta.
-Sì, ti amo anche io, Nicholls.- dissi sorridendo. Lo sentii sbuffare e riagganciare.
-Devo andare.- dissi ad Iris. Lei annuì, volendo lasciar stare la questione del bacio.
-Ci vediamo domani.- esclamai, avvicinandomi e posandole un altro leggero bacio sulle labbra.
-Va bene.- rispose, sorridendomi mentre uscivo dalla stanza.
In due minuti ero già in macchina, diretto allo studio di registrazione.

Arrivai con venti minuti di ritardo, e trovai la mia band incazzata nera ad aspettarmi in corridoio.
-Finalmente! Dove cazzo eri?!- sbottò Kean.
-Affari miei.- risposi, sorridente, lasciando perdere le loro espressioni rabbiose ed entrando in sala di registrazione.
-Ma cos'ha?- chiese confuso Lee.
Gli altri alzarono le spalle, seguendomi nella sala e mettendosi ognuno alla propria postazione.
-Ma come mai in questi giorni sei sempre a spasso?- mi chiese Jordan.
-Sono molto impegnato.- risposi sedendomi su uno sgabello.
-L'avevamo capito, quello che ci sfugge è il perchè di questi tuoi impegni.- disse poi Nicholls.
Alzai gli occhi al cielo per tutta la loro curiosità. Non volevo parlargli di Iris, o almeno non subito. Era ancora troppo presto, però mi faceva malissimo non parlarne con i miei migliori amici.
Non voglio ignorarli. Lancio un'occhiata all'orologio appeso al muro.
-Oddio! E' tardissimo! Su, concentriamoci.- esclamo dopo aver guardato l'ora. Ringrazio il cielo che i miei amici non mi abbiano chiesto altro.
Prima di iniziare a registrare vedo Nicholls che mi lancia uno sguardo sospettoso e che mi mima con la bocca: 'Tu non me la racconti giusta.'.
Gli sorrido, alzando il medio e lasciandolo perdere.

Dopo tre spossanti ore di lavoro me ne tornai a casa, dove il mio cane Oskar mi aspettava scodinzolante.
Mi chiusi in camera, sdraiandomi sul letto e fissando il soffitto.
Ripensai a Iris, e a quei due baci. Era stato tutto così naturale, e lei non aveva nemmeno reagito male...

Bussai alla porta della stanza 182, pronto per un'altra giornata con Iris.
-Avanti.- esclamò lei da dentro la stanza.
Entrai felice.
-Ciao.- dissi, ma qualcosa mi bloccò davanti alla porta.
C'erano due figure sedute davanti al letto di Iris, un uomo e una donna. Molto probabilmente erano i suoi genitori. Nessuno in quella stanza aveva l'aria molto felice.
-Ciao, Oli. Ehm...Loro sono i miei genitori. James e Gloria.- esclamò Iris indicandomi i due.
-Salve. Io sono Oliver, sono...- dissi cortese avvicinandomi e porgendo la mano a ognuno dei genitori di Iris.
-Piacere.- disse James interrompendomi. Gloria invece mi strinse la mano senza nemmeno guardarmi.
Mi sedetti al mio solito posto, rimanendo in silenzio.
-Allora, papà, come va il lavoro?- chiese Iris sorridendo forzata.
-Non male... La compagnia sta crescendo.- rispose lui scambiando con sua figlia solo uno sguardo.
-E tu mamma? Tu come stai?- chiese sempre Iris dopo qualche minuto.
-Oh, bene.- rispose lei altezzosa. -Non posso certo dire lo stesso di te... Dio, tesoro, hai dei capelli che fanno paura, e poi si vede che inizi ad invecchiare, ti stai imbruttendo.- esclamò indignata poi, esaminando schifata i capelli della figlia.
Guardai malissimo Gloria, che mi rivolse uno sguardo di superiorità. -Oh, e poi tesoro, dovresti frequentare ragazzi più carini. E che non si distruggono con i tatuaggi.- continuò Gloria, rincarando la dose di cattiveria.
-Non credo che Iris voglia sentire lei che la prende in giro tutto il giorno. Credo che sia meglio che ve ne andiate.- esclamai alzandomi, dopo aver notato l'espressione afflitta di Iris.
-Caro, lei è nostra figlia. Abbiamo tutto il diritto di stare qui.- esclamò Gloria alterandosi.
-Giovanotto, credo che qui quello che se ne deve andare sia tu. Facci un favore e lasciaci passare un po' di tempo con nostra figlia.- disse poi James.
-No. Non intendo andarmene. Penso che per Iris sia meglio riposarsi, non di certo fare finta di essere felice. Cosa pretendete? Che vi ringrazi per averla criticata?- sbottai indignato.
Gloria e James si avvicinarono a me con un'espressione irata in viso.
-Senti un po'...- iniziò a dire Gloria.
-Mamma! Basta. Andatevene! Oliver ha ragione, mi avete stancata. Andatevene.- esclamò Iris interrompendola.
Gloria la guardò sorpresa e irritata.
-Bene, ma non aspettarti qualcosa da noi allora.- disse trascinando James con sé fuori dalla porta.
Quando la porta fu chiusa Iris si prese la testa fra le mani, iniziando a piangere.
Mi sedetti vicino a lei, abbracciandola e consolandola.
-Calmati. Ci sono qui io. Andrà tutto bene...- sussurrai. -Mi dispiace, non dovevo trattarli così.- dissi quando la ragazza si calmò.
-Dio santo, Oliver! Non sei tu quello che si deve scusare. Sono io. Mi dispiace che i miei ti abbiano insultato...- disse lei tra i singhiozzi.
-Non mi importa di quello, ci sono tantissime persone al mondo che mi insultano, e non mi è mai importato. Quello che mi interessa ora sei tu. Stai bene?- chiesi stringendola.
-Ora molto meglio.- disse smettendo di piangere.
La ragazza alzò la testa, e potei vedere quanta tristezza ci fosse in quegli occhi verdi. Ma dicevano anche 'grazie'. Forse per aver scacciato i suoi genitori con i quali evidentemente non aveva un gran bel rapporto.
Mi abbassai, baciandola per la terza volta in due giorni.
Dopo qualche secondo Iris si staccò lievemente, appoggiando la sua fronte contro la mia.
-Oli...Cosa vogliono dire tutti questi baci?- chiese dopo un po'.
-Non lo so nemmeno io...- risposi.
Lei si scostò, evidentemente turbata.
-No! Non intendevo quello! Intendevo che...Non so come spiegarlo, è solo che....- Balbettai.
Iris mi lanciò uno sguardo freddo e ferito, alzando un sopracciglio come in attesa di una risposta più concreta.
-E' che...E' che non mi ero mai innamorato di nessuno prima d'ora.- sussurrai sospirando e abbassando lo sguardo imbarazzato.
Davvero? Oliver Sykes? Imbarazzato? Innamorato? Mai sentita questa cosa. Se me l'avessero detto tre settimane fa mi sarei messo a ridere come un idiota.
Guardai Iris sorridere compiaciuta.
E, quella volta, fu lei ad avvicinarsi e a baciarmi.
-Questo era una risposta?- chiesi sfoggiando la mia miglior faccia da schiaffi.
-Ovviamente.- rise lei.
Mi alzai di scatto, facendo mettere a sedere Iris, confusa. Mi inginocchiai sulla sedia, tanto per essere alla sua stessa altezza.
-Iris, madame, vorresti diventare ufficialmente la mia ragazza?- chiesi formalmente, allungano la mano verso di lei in modo che l'afferrasse.
-Oh, ma come potrei rifiutare?!- esclamò lei mettendo la mano nella mia, sorridendo felice.
Le baciai il dorso della mano, come un vero gentiluomo e poi mi ributtai letteralmente sul letto vicino a lei.
Mi sdrai, guardandola dal basso e le sorrisi. Come non avevo mai sorriso a nessuno. Mi sentivo finalmente felice.

  
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