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Autore: Ilarix96    13/07/2013    1 recensioni
Seconda parte. Le pagine sono tratte dal punto di vista di Erika, che vive in una situazione differente da quella di Andry, ma con un unico punto in comune: essere costretti a fare qualcosa che non vogliono.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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30 maggio
Caro andry
Oggi ho fatto il mio primo turno, è stata durissima! Non riuscivo a tenere gli occhi aperti alle tre di mattina. Dovevo aiutare un medico a soccorrere un ferito da una bomba, a cui si era infilata una scheggia nel cranio. La situazione era disastrosa. Dovevo corre da tutte le parti per prendere quello che gli serviva e per poco non inciampavo sul lettino dell’ospedale -Ma cosa stai facendo? Vieni qui, piuttosto! Tampona questa ferita, presto!- Feci come mi era stato ordinato -Ora vai a prendere delle pinzette, ma piccole ok?- -Va bene, dove le trovo?- -Lì sul  banco!-Ho preso le pinzette che trovavo e mi sono avvicinata. Qualcuna di esse dovrà pur andar bene, no? Eravamo coperti di sangue -Prendi bende, garze e tutto quello che trovi, presto!- Li ho presi e dopo la ferita si è rimarginata. Cavolo, questo non è proprio il mio lavoro! Io odio il sangue e vedere i corpi che vengono aperti come carne da macello e richiusi! Era orribile, avevo tanto di quel sangue addosso, che il profumo mi faceva vomitare. -Ti ripeto, stai attenta e fai veloce…ma cos’hai fatto?- -Niente, va tutto bene…- -No, dico perché sei così addormentata?- -É la prima volta che faccio il turno di notte.- -Faresti meglio a svegliarti un po’- Come scusa? É la prima volta ch faccio un turno e mi viene a dire “faresti meglio a svegliarti un po’”?
Alla fine siamo riusciti a salvarlo. -Visto, matricola? Alla fine ce l’abbiamo fatta.- -Ma che bello…- dissi con l’entusiasmo di un lombrico. Ero stanchissima, ho fatto appena in tempo a sedermi vicino alla segreteria, che è arrivato un altro dottorotto tarchiato che mi voleva -Signorina, che sta facendo lì seduta? Niente? Beh, allora venga con me.- Stavolta il caso era di uno che era caduto nell’acqua ghiacciata di non so che cosa e si era preso una grossa polmonite. Tremava convulsamente e aveva a sua disposizione un intero armamentario di fazzoletti.Tossicchiava, ma a lui dovevo dare solo delle medicine e fare un controllo ai polmoni. Doveva essere uno molto apprensivo,perché mi chiedeva ogni dieci secondi -E’ molto g-grave? Morirò? -Non è molto grave signore, non si preoccupi- mentre gli stavo dando una medicina, sono arrivati i risultati dell’esame ai polmoni. Il medico mi ha preso da parte e mi ha detto -Adesso devi dirgli, in modo carino mi raccomando, che la situazione è peggiore di quello che si pensava?- -Cosa? Non è una normale polmonite?- -Lo sarebbe, ma lui è pieno di acqua nei polmoni e gliela dobbiamo togliere senza danneggiare niente- in quel preciso istante, ha dato due grossi colpi di tosse e si è messo a sputacchiare acqua, poi all’improvviso è diventato viola e ha cominciato a farmi dei segni strani. Il medico di fianco a me è corso -Presto, lo dobbiamo salvare! Portatelo nella sala operazioni!- Più veloci di un lampo ci siamo spostati nell’altra sala e il medico si è messo in fretta tutto l’armamentario. Gli ha fatto una puntura e si è addormentato all’istante a occhi aperti però -Ma…è morto signore?- -No, il suo cuore batte ancora,presto, non stia li impalata, mi passi quella siringa!- -Subito- ma sono tutti così i medici? Sono sgarbati come pochi! Oppure sono stata io a beccar male? Alla fine gli abbiamo aperto in due la gola e l’abbiamo liberato dall’acqua, che se n’era andata dai polmoni ed era finita nella gola. Era tutto un confondersi di acqua e sangue e io ancora una volta stavo per vomitare. -Forza, forza, svegliati ragazza mia!- Ma ce l’hanno tutti con me oggi? Mio Dio, sarebbe stanco anche lui se fosse la prima volta che lavora di notte! Dopo un’ora il paziente ha sputacchiato un po’ di sangue e ha ripreso il respiro. Aveva degli occhi spalancati, che sembravano palline da golf -S-sono vivo? Che cosa è successo? Mi hanno ucciso?- -Signore, stia calmo…- -No, che non sto calmo, cosa è successo?- -Adesso va tutto bene, le abbiamo curato la polmonite- -Cosa? Non ho più niente! Ma stavo per morire!- a questo punto è intervenuto il medico –Senta signore, mi ascolti. Non le è successo niente di grave, adesso è in perfetta salute- guardandoci diffidente,quel signore se n’è andato.Ho guardato l’orologio:erano le quattro di mattina. Tra mezz’ora sarei tornata a casa. Ultima paziente del giorno, una donna incinta. Si è sentito un urlo, che per un momento ha agghiacciato tutti i presenti e poi un altro dottore mi ha preso con sé mi ha portato di corsa dove proveniva lo strillo. Quando siamo arrivati,c’era una donna piegata a metà sul lettino -Dottore! Penso che mi si siano…Ahhhh rotte le acque- -Esattamente così, signora- L’abbiamo soccorsa, ma il travaglio è durato molto, quindi a un certo punto sono dovuta andare via perché il turno era finito
-Ehm, signore?- -Sì,matricola?- -Dovrei andare, il turno è finito- -Va bene, quando passi dalla segreteria, chiama un’altra infermiera-
Sono uscita, ma c’era un piccolo dettaglio, chi mi sarebbe venuto a prendere? Chiamare i miei era fuori discussione, non mi avrebbero risposto. Karmas starà dormendo….all’improvviso, ho visto una macchina avvicinarsi. Era un arabo ovviamente. Peccato che io sappia veramente poco la lingua. Ho cominciato a parlare in inglese -Mi scusi, posso salire?- mi ha guardato sorridendomi e in modo interrogativo. A questo punto ho parlato un po’ in arabo e a gesti. Questa volta ha capito un po’ di più. Sono salita -Dove va la signorina?- non sapevo come rispondere -Fuori Kabul- -Nella città?- -No, in campagna- non ho capito casa mi ha detto dopo. Mi ha fatto dei gesti. Voleva sapere dove andare . Gli indicavo con la mano la strada da prendere e, dopo una mezz’ora faticosissima, sono arrivata davanti al boschetto. Non ci ero mai passata al buio e non avevo torce, ma conoscevo il percorso a memoria. Alla fine sono arrivata a casa e sono entrata senza far rumore, poi sono filata a letto e ho dormito fino alle tre di oggi pomeriggio. La sera, i miei sono arrivati a casa e mia madre appena mi ha visto è diventata di tutti i colori -Ma dov’eri andata? Stavo per riattaccare i fogli! Anche questa volta con i soldati?-
-Mamma, ti avevo detto che cominciavo i turni!- -Ah, già è vero! Com’è andata?-
-Bene- papà aveva sempre quell’aria da uomo onnisciente e ha detto a mia mamma ancora una volta -Vedi cara? Te l’avevo detto che lavorava!- -Tu mi dici sempre tutto, vero?-
 
  
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