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Autore: Dudy    13/07/2013    1 recensioni
STORIA MOMENTANEAMENTE SOSPESA: lo so che sono una bastarda e che manca solo un capitolo, scusate. Cercherò di pubblicarlo entro gennaio; intanto, per rispetto, inserisco questo avviso per avvertirvi. Scusate ancora, mi dispiace moltissimo, vi prometto che l'ultimo capitolo sarà sensazionale e molto, molto lungo. Imploro la vostra pietà e la vostra pazienza.
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*dal primo capitolo:
"Io sarò il primo a baciarti, e anche l’ultimo."
Oddio, era fuori di sé.
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*dal capitolo 13:
Fu semplice, fu profondo. Come l’azione stessa del respirare, come l’acqua cristallina che scorre gioiosa in un ruscello fresco di montagna.
Semplice e profondo.
Come l’amore.
Non era un vero bacio. Era piuttosto uno sfiorar di labbra, un tocco che per troppo tempo era stato loro proibito dalle convenzioni sociali, l’immagine tenera e densa si calore di due bambini che, tenendosi per mano, si scambiano un dolce e leggero segno di amore.
No, decisamente, non era un vero bacio.
Genere: Drammatico, Fluff, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Non ho ancora capito bene cosa ci facevano i tuoi genitori in Australia”.
“Credimi, non sono mai riuscita a capirlo bene neanche io. E sono loro figlia”
Nella voce di Maya si poteva percepire un accenno di malinconia, rassegnazione, sconsolatezza. Respirò profondamente prima di continuare.
“In pratica sono dei ricercatori, studiano delle piante velenose o qualcosa del genere; la maggior parte dell’anno vanno a lavorare in qualche luogo sperduto, tornano dopo uno o due mesi e ripartono dopo una settimana, a volte anche dopo un paio di giorni. E io vivo insieme ai miei zii”
“Wow”
Il moro al suo fianco assunse un’aria sorpresa, ma cercò di non darlo a vedere, forse per paura che la sua estraneità a una situazione del genere potesse peggiorare lo stato d’animo di Maya, che in effetti non era dei migliori. Per lui, una vita in cui si potevano incontrare i propri genitori solo qualche settimana ogni anno era praticamente inconcepibile. E non riusciva a credere che la sua ragazza si trovasse in una condizione familiare tale. Insomma, sapeva che passava molto tempo con i suoi zii, e dopotutto non l’aveva mai sentita nominare altri parenti, ma non si era mai interessato più di tanto alla questione. 
“Ma non dovresti essere felice del loro ritorno? Insomma, non li vedi da mesi!”, chiese con cautela, temendo di essere inopportuno e anche poco delicato. 
Lei sbuffò.
“Beh, sì, da questo punto di vista sono contenta…”
“E qual è il problema?”
La ragazza esitò qualche secondo prima di rispondere. Non era un argomento di cui parlava facilmente. Ma Zayn era il suo fidanzato, sapeva di potersi fidare di lui, in un certo senso si sentiva al sicuro.
“Non ho mai avuto un buon rapporto con i miei. A malapena mi conoscono, così come io praticamente non so nulla di loro. Ogni volta che tornano cercano di passare molto tempo con me, ma non sanno neanche come cominciare, e alla fine diventano… imbarazzanti. Ah, e bisogna considerare che c’è anche Ryan”.
Non aggiunse altro, ma il moro capì. Lui stesso aveva dovuto subire il carattere di quel ragazzo, e i risultati, beh, non era molto bello ricordarli. Non aveva voluto sapere nulla di ciò che era accaduto in seguito, della fine che aveva fatto il… il fratello della sua fidanzata. Faceva uno strano effetto pensarlo. In ogni caso, voleva continuare a non sapere nulla, per non permettere alle vecchie ferite e quell’umiliazione, a quel  dolore anche mentale che aveva provato di riaprirsi. Per questo non fece altre domande, e fu grato a Harry e a Helen quando si fermarono per salutare Maya e conoscere altri particolari sul ritorno dei suoi genitori. 
Iniziò a pensare che, forse, avrebbe potuto aiutare la sua fidanzata uscendo con lei quel pomeriggio. Le lezioni mattutine erano appena terminate, ed essendo sabato non sarebbero dovuti tornare a scuola fino all’inizio della settimana successiva, per cui poteva sfruttare la giornata libera per sollevare Maya da quell’impegno che, per quanto aveva capito, non la faceva saltare di gioia. 
 
Fin dall’inizio del vialetto che conduceva alla porta di casa si percepiva una strana atmosfera. Persino l’aria era carica di qualcosa di nuovo, diverso dalla solita monotonia. 
Si trattava di un elemento alquanto familiare, lo stesso che avvertiva ogni volta che i suoi genitori facevano ritorno da qualche nuovo angolo del pianeta. Dalla finestra illuminata da cui proveniva una musica sottile e tintinnante, una di quelle canzoni che andavano di moda cent’anni prima, si poteva intuire la trepidazione con cui la stavano aspettando. 
Maya si bloccò improvvisamente prima di estrarre dallo zaino quel vecchio mazzo di chiavi a cui era attaccato un ciondolo argentato che ricordava vagamente la forma di un fiore. In un certo senso, si sentiva crudele. Già conosceva l’entusiasmo e la gioia con cui suo padre e sua madre l’avrebbero accolta non appena avrebbe varcato la soglia di casa, sommergendola di baci, carezze, manifestazioni di affetto. Ma la sfera della sua anima che le avrebbe permesso di rispondere con calore a quelle effusioni, dimostrando il bene che a sua volta provava (non poteva negarlo, in fondo era felice di rivederli) si era inasprita col tempo, non avendo avuto l’opportunità di rinnovarsi e ampliarsi quotidianamente. Le dispiaceva, si sentiva male al solo pensiero del volto deluso e un po’ scoraggiato dei suoi, ma ormai non poteva farci nulla, neanche un abbraccio sarebbe stato spontaneo per lei. 
Al tempo stesso, provava che rabbia. Rabbia per dei genitori che non si erano dimostrati tali, assentandosi anche nei momenti più importanti della sua vita; rabbia per un padre e una madre che avevano lasciato il proprio ruolo in mano a uno zio e a una zia; rabbia per una situazione familiare che di sicuro non esaudiva i suoi desideri e le sue speranze. 
Con un sospiro, aprì la porta di casa, e vide i suoi genitori correrle incontro, piombandole addosso e stringendola in un abbraccio denso e caloroso, che lei non rifiutò, ma a cui non diede alcun contributo. 
“Come stai?”
“Che è successo in questi mesi?”
“Ti abbiamo portato un regalino…”
Solite domande di circostanza a cui rispose distrattamente, ringraziando mentre osservava la borsa con una tasca a forma di canguro - piuttosto banale, per provenire dall’Australia. Lasciò che le sue orecchie ascoltassero quasi interessate il racconto della scoperta di un nuovo tipo di vegetale a cui non era ancora stato dato un nome, prima che un alone di silenzio calasse su quella casa sempre vuota. 
“Quindi ora sei fidanzata”, constatò suo padre riferendosi a ciò che aveva detto rispondendo alla sua domanda, non molto prima. Maya non era il tipo dio persona che nasconde le proprie vicende personali. 
“Sì”
Non aggiunse altro, non perché non volesse che quell’uomo scoprisse qualcosa in più, ma semplicemente perché non ne aveva voglia. Non le sembrava neanche di averne bisogno. 
“Senti, Maya, noi dobbiamo dirti una cosa importante”
Sua madre diede vita a quelle parole in un sussurro sommesso, troppo debole per arrivare alle orecchie della figlia che, senza captare ciò che era appena stato detto, fece una domanda. Una domanda a cui teneva molto, benché avesse paura di conoscere già la risposta. 
“Tornerete per Natale?”
I due adulti si lanciarono un’occhiata timorosa. Fu il padre a parlare per primo, con un tono di scuse.
“No, noi… non possiamo. Ci hanno chiamato per una spedizione urgente in Madagascar, dobbiamo scoprire di più su quella nuova pianta, e, beh, non torneremo prima di febbraio”
“Oh”
In quella semplice esclamazione erano contenute rassegnazione, delusione, illusioni cadute in pezzi, tutte cose che Maya non si era curata di nascondere. In fondo, era quello che provava.
“Ma non preoccuparti, ci saranno gli zii con te, passerete un Natale stupendo. Ci sarà anche Ryan”
Il sorriso che si era disegnato sul volto di quella donna così simile a lei era del tutto falso; celava paura, incertezza, speranza che tutto andasse per il verso giusto, e che la figlia fosse contenta, non arrabbiata. Ma l’espressione sul viso di Maya cancellò definitivamente questa possibilità. 
“Che cosa vuol dire che ci sarà anche Ryan?” La sua voce tremava.
“Il collegio speciale dove l’abbiamo mandato in seguito a quello che è accaduto… è fallito. Cioè, da quanto ci è stato detto dal direttore c’è stata una specie di battaglia finanziaria, e alla fine è stato venduto a una ricca azienda di prodotti agricoli, che ne farà la sua sede. Tuo fratello tornerà a vivere qui, arriverà tra qualche ora. Ma non preoccuparti, ci hanno comunicato che è migliorato molto da quando è partito. Ora, almeno in teoria, dovrebbe comportarsi da ragazzo normale”
Ma Maya sapeva che suo Ryan non sarebbe mai stato normale. Che avrebbe portato solo scompiglio, confusione, complicazioni. Che avrebbe ostacolato la sua storia con Zayn. Forse pensare queste cose di quello che, in fin dei conti, era suo fratello, poteva essere orribile, ma lei lo conosceva, e non poteva fare altro che disperarsi per il suo ritorno. 
 
“Grazie per avermi chiesto di uscire, non ce l’avrei proprio fatta a rimanere a casa”
Zayn la guardò, sentendosi sollevato dal fatto che lei avesse apprezzato il suo gesto, e capendo al tempo stesso quanto la situazione in cui viveva la sua ragazza. La strinse in un abbraccio che lei, a differenza di quanto aveva fatto con i suoi genitori, ricambiò, lasciando che anche le loro labbra si unissero leggermente. 
“Beh, allora… com’è andata?”
Lei fissò i suoi occhi in quelli del ragazzo. Dove avrebbe trovato il coraggio di parlargli di Ryan? Sapeva che l’avrebbe dovuto fare prima di tornare a casa, ma come poteva dirgli che colui che l’aveva picchiato tanto ferocemente avrebbe vissuto con lei, e che avrebbe frequentato la loro stessa scuola? Tentò di immaginare una sua possibile reazione, ma si bloccò, sapendo che questo avrebbe solo peggiorato la situazione. 
“Niente di che, mi hanno raccontato di aver scoperto un nuovo vegetale e mi hanno regalato una ridicola borsetta con una tasca a forma di canguro”
Si limitò a raccontare solo in minima parte ciò che era accaduto, decidendo che avrebbe aspettato il momento adatto per dirgli di suo fratello. Come se avesse mai potuto esserci, un momento adatto. 
“Nient’altro?”, si stupì lui. Se fosse stato al posto della ragazza, avrebbe espresso esplicitamente la sua gioia e il suo entusiasmo.
“Ripartiranno domani mattina, e non torneranno prima di febbraio”
Nella voce di Maya c’era solo semplice e pura amarezza, e Zayn la colse senza troppi sforzi. Abbassò lo sguardo, non sapendo come rincuorarla, come farla stare meglio. 
“Che ne dici di andare al cinema? Credo che ci sia un film interessante sulla storia d’amore tra un surfista e una spia che dovrebbe ucciderlo. Il tutto in un universo parallelo dove le rane svolgono la finzione dei cavalli e dove le formiche sono spietate assassine che azzannano chiunque si trovi davanti a loro.”
Poteva essere una buona opzione. Lei rise, sapendo che sì, quello era il genere di film preferito ma Zayn Malik. E anche da Maya Stoner. Acconsentì alla proposta, maledicendosi mentalmente. Di certo non sarebbe stato bello parlare del ritorno di Ryan mentre assistevano alla storia d’amore tra un surfista e una spia, allo stesso modo in cui non lo sarebbe stato farlo dopo il film, tantomeno prima. Si arrese alla realtà: non ci sarebbe mai stato un momento veramente opportuno. Tenendosi per mano, iniziarono ad avviarsi verso il cinema. A un tratto, la ragazza si irrigidì. Zayn iniziò ad aprire la bocca per chiederle il motivo di quel suo improvviso atteggiamento, ma gli bastò guardare nella direzione indicata dai suoi occhi per capire, e per lasciare che sul suo volto si formasse un’espressione gelida, dura, aspra. Spaventata. 
Perché sì, lui era lì, davanti a loro. I jeans larghi e i capelli biondi più lunghi di quanto Maya ricordasse, le mani in tasca e un cappello tenuto al contrario. Il moro fissò gli occhi in quelli della ragazza chiedendo una spiegazione, che lei non riuscì a dargli. Era troppo impegnata a scrutare ogni centimetro del volto del fratello, che aveva mantenuto i lineamenti rudi, forti, marcati, come a voler sottolineare la sua indole aggressiva. Era troppo concentrata a cercare nei suoi occhi (leggermente più azzurri di quelli di lei) un qualcosa che le potesse far credere che ciò che aveva detto sua madre avesse qualcosa di vero, che lui fosse veramente cambiato, che davvero potesse comportarsi come una persona normale. Era troppo intenta a riscoprire quella persona con cui, dopotutto, aveva un legame più stretto di quanto si potesse pensare costatando i loro caratteri così diversi, quasi opposti.
Lui, sicuro di sé, feroce, impulsivo.
Lei, insicura, timida, attenta.
Lui, belva violenta e aggressiva.
Lei, fiumiciattolo umile e gentile.
Loro, erano fratelli.
Passarono alcuni minuti prima che qualcuno si decidesse a parlare, e quel qualcuno fu Ryan.
“Beh…ciao” 
Maya scosse la testa.
“Come puoi salutarci così? Come cavolo puoi dire semplicemente “Beh, ciao”? Come puoi ripresentarti qui come se nulla fosse accaduto? Cavolo, tu sei un bastardo. Una bestia. Come puoi permetterti di tornare in questo modo, all’improvviso, e dire solo uno stupido ciao?”
Nelle parole della ragazza c’era puro disprezzo, misto ad un accenno di sconsolatezza. Zayn cercò di farla calmare accarezzandole piano il braccio e stringendo più forte la sua mano, ma lei lo respinse. Non sapeva da dove proveniva il coraggio necessario per sputare quelle parole. Non sapeva quale sarebbe stata la reazione di suo fratello, o quella del ragazzo al suo fianco. Sapeva solo che avrebbe voluto che il biondino con cui aveva un legame di parentela tanto forte sparisse per sempre dalla sua vita. 
E invece fu lei a sparire, correndo (o sarebbe meglio dire scappando?) il più lontano possibile da lui, seguita da Zayn, che non poté fare a meno di lanciare al ragazzo uno sguardo carico di rancore.
 
Si accasciò su una panchina, senza rendersi bene conto di dove si trovasse. Era senza fiato, e non solo a causa della lunga corsa. Zayn le si sedette vicino. Non parlò, non fece nulla, rimase solo lì a guardarla, aspettando che dicesse qualcosa.
“Io non ci posso credere. Proprio adesso che tutto andava per il meglio, proprio adesso che io e te abbiamo iniziato a costruire qualcosa, arriva lui. Perché? Perché è dovuto tornare proprio adesso? Anzi, perché è dovuto tornare?”, sbottò infatti la ragazza qualche minuto dopo, la voce rotta da un singhiozzo represso.  Il ragazzo le poggiò una mano sulla spalla, ma aspettò che lei continuasse il suo discorso.
“Fino ad adesso è stato in collegio speciale per ragazzi violenti. Mia madre ha detto che ora quel posto è stato venduto ad un’azienda di prodotti agricoli, e lui è dovuto tornare qui, vivremo di nuovo insieme, frequenterà di nuovo la nostra scuola. Ma perché? Perché deve rovinarmi la vita?”
Il moro sospirò profondamente, stupito lui stesso da quanto stava per dire.
“Maya, non credi di star esagerando? Lui può anche essere la persona peggiore di tutto il mondo, e questo non lo metto in dubbio, ma è tuo fratello! Pensa a come si sarà sentito quando gli hai parlato in quel modo, proprio tu, che forse sei l’unica persona sulla quale ha la minima possibilità di poter contare”
La ragazza fissò il proprio sguardo in quello del ragazzo, incredula.
“Sei davvero tu quello che mi viene a dire queste parole? Tu? Zayn, ma ti ricordi cosa hai dovuto subire a causa sua? Dovresti odiarlo, dovresti provare il desiderio di stargli il più lontano possibile, e invece sei qui a difenderlo!”
Lui scosse piano la testa.
“Lo so, hai ragione, infatti è questo quello che provo e che continuerò a provare nei suoi confronti. Ma non stiamo parlando di me, stiamo parlando di te. E tu, in ogni caso, sei sua sorella. Ti prego, pensaci.”




 
Beh, che vi posso dire?
Eccomi di nuovo qui! 
Lo so, sono in ritardo, ma non così tanto, dopotutto ho fatto di peggio, quindi diciamo che sono abbastanza soddisfatta di me stessa XD
Allora, vi avviso subito che, quando è arrivato il momento di scrivere questo capitolo (ossia qualche giorno fa) l'ispirazione era a livelli minimi, e infatti si vede, dato che mi è uscita questa schifezzuola. Pardon (ok, non so neanche che lingua è, ma fa niente).
Passiamo a parlare di questa schifezzuola (sì, mi piace metterlo in corsivo).
Vi avevo già avvertite che sarebbe stato un capitolo un po' più intenso, e che sarebbe veramente accaduto qualcosa di importante.
E infatti... tatatatat...
Torna Ryan!
All'inizio, pensavo di eliminare totalmente il personaggio, almeno da questo capitolo,  e raccontare di una cena in cui i genitori di Maya invitano i suoi amici e la mettono in tremendo imbarazzo, ma poi ho pensato che era una cosa alquanto banale dopo che lei stessa li aveva definiti "imbarazzanti".
Quindi, ecco qui il nostro Ryanuccio che, come potete vedere nella foto che ho messo sotto, oltre ad essere aggressivo e violento, è anche di una bellezza assurda *O*
Cioè ma dai, con sto personaggio ho davvero superato me stessa XD
Passando avanti...
Allora, in questo capitolo scopriamo un po' la situazione familiare di Maya, e la sua opinione al riguardo, che, diciamo, non è proprio delle migliori...
Poi si scopre del ritorno di suo fratello, eh, beh, avevo già accennato, in un altro capitolo, il fatto che era stato mandato in un collegio "speciale": chi se lo ricordava? :)
Si capisce che Maya non la prende tanto bene, e lo dimostra quando lo incontra per strada. Secondo voi ha un po' esagerato? Considerando quello che ha fatto Ryan...
Arriviamo così all'ultima parte: il discorso di Zayn. Chi se lo sarebbe mai aspettato da uno che è stato picchiato selvaggiamente dal fratello della sua ragazza? E secondo voi, come si evolverà la situazione? Fatemelo sapere!
Non so se ve ne rendete conto, ma per un'autrice è molto importante conoscere i pareri e le opinioni, anche negative, dei lettori. Quindi, a voi, lettori silenziosi (eh sì, so che ce ne sono), ve lo chiedo per favore, RECENSITE!
Per il resto, beh, niente, ci tenevo ad aggiornare oggi perché è sabato, e lo è anche nella storia. Ma che bella motivazione. E vabbè, che pretendete, sono a dir poco esaurita. Sì, anche se è estate, e, in teoria, dovrei rilassarmi.
In teoria.
Ma pazienza. 

Ora devo proprio andare, faccio in tempo solo a dirvi un'ultima cosa: prima stavo rileggendo i primi capitoli di questa ff, e sono davvero orrendi! Ma come cavolo ho fatto a scrivere cose del genere? Vi prego, ditemi che sono migliorata almeno un po'!
Ok, adesso me ne vado sul serio e vi lascio con il nostro Bradley James (alias Ryan)
A presto! (relativamente)
:)


  
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