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Autore: Francis Merman Bonnefoy    14/07/2013    1 recensioni
Poco dopo la scomparsa di Spandam, il temibile capo della cp9 che venne sconfitto da Nico Robin e portato d'urgenza alle cure, una misteriosa ragazza entra a far parte della ciurma di Cappello di Paglia: è Enies, una giovane molto intelligente dal carattere un poco lunatico, che in serio pericolo viene portata a bordo della nave dei pirati, per avere un rifugio sicuro.
Enies in realtà ha uno scopo ben preciso: ritrovare Spandam e scoprire alcuni segreti dei Mugiwara, che il governo mondiale non ha potuto trovare.
Ma chi è in realtà Enies? Qual è il suo passato?
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Enies aveva passato una giornata molto pesante a causa di quella visione, che aveva indebolito il suo spirito, più
di quanto non avesse mai fatto, contando che anche il dover sopportare la dura testaccia del fratellone, non aveva
fatto altro che recare più difficoltà nel superare quel lungo giorno, parente interminabile.
Si adagiò a dormire, sprofondando in un morbido cuscino che aveva trovato dentro una sorta di armadio, scegliendo, per l'appunto,
quello che le era parso in quel momento più morbido ed accogliente di quello che già aveva.
Chiuse gli occhi senza alcuna difficoltà, svuotando la mente, e dimenticandosi dell'assenza di Robin nel dormitorio.
Per questa volta, avrebbe dato piena fiducia alla promessa di non dir nulla all'archeologa, che Spandam aveva detto alla
sorella minore.
Ma Spandam, veramente avrebbe mantenuto tale parola?
Dopo pochi istanti, il respiro della ragazza si fece più libero e leggiadro, tanto che il suo sonno parente era d'una 
tale profondità, da non sembrare nemmeno una persona umana, ma una divinità nel suo sonno.
Un piccolo sorriso si formò sulle sue ignare labbra: stava sognando.
 
Era mattina. La notte era passata nel migliore dei modi, e Spandam non si era alzato, come promesso ad Enies, per
rivelare a Nico Robin dell'esistenza delle armi ancestrali Poseidon e Uranus. 
Enies si stropicciò gli occhi, sbadigliando di poco, e stiracchiandosi le ossa.
Solo quando la sua vista, dopo il tanto dormire, si fece più concreta, notò, guardandosi attorno, di trovarsi completamente sola.
Nè Nami, nè Robin si trovavano in stanza, e molto probabilmente quest'ultima aveva finito con l'addormentarsi nella biblioteca
della Sunny.
Ma non importava: sentiva che tutto sarebbe andato nel migliore dei modi, quel giorno.
Decise di alzarsi, sebbene quel cuscino l'avesse traportata tutta la notte in una sensazione di sommo piacere, e si avvicinò
all'armadio vicino all'ultimo usufruito, per prendersi degli abiti di ricambio, che Nami e Robin le avevano fatto trovare 
a portata di mano.
Erano molto belli: una maglia a maniche lunghe, di colore celeste, tutta circondata da alcune righe blu verticali, 
formata da un collo a V, che le copriva in parte la scollatura, unito da una sorta di top dello stesso colore, posto al di sotto di essa.
Le piaceva molto, perché ricordava che, in età più giovane, aveva ricevuto da suo fratello una maglia simile in regalo.
Poi trovò una gonna molto graziosa, di colore blu scuro, che le arrivava molto prima delle ginocchia, ma non era
nemmeno troppo corta, almeno Franky non sarebbe stato geloso per ''eventuali'' sguardi azzardati del cuoco.
Dopotutto Enies non si trovava di graziosa presenza, ma aveva già inquadrato bene di che pasta fosse fatto Sanji, e tutto
voleva, fuorché far ingelosire il suo ragazzo.
Con una forte determinazione, ed il sorriso ormai permeato in lei, uscì dal dormitorio, recandosi alla cucina per far colazione, ma appena 
si trovò dinanzi essa, non riuscì ad aprire la porta.
''Com'è posssibile? '' Pensò, cercando di aprire in qualche modo, ma pareva chiusa dall'interno.
<< SPANDAM! >> - Gridò, capendo che molto probabilmente suo fratello si era chiuso in cucina con Robin per rivelarle, prima del tempo,
l'esistenza delle altre armi ancestrali: - << ME L'AVEVI PROMESSO! SEI... SEI UN BUGIARDO! >> Esclamò, battendo i pugni sulla
porta, ma nessuna risposta di rimando.
Scosse il capo: sarebbero successe terribili cose, se i due nomi delle armi fossero stati dati alla luce.
Ma cosa avrebbe potuto fare? NULLA. Ma nulla non era nel suo repertorio.
Corse fino al dormitorio maschile, bussando fortemente, con agitazione, ma anche lì la porta era chiusa a chiave, e nessuna
risposta stava trapelando, e lo stesso per quello femminile, in cui fino ad un momento prima lei era stata a dormire! 
<< NAAAAMI! >> Esclamò, ormai perdendo le speranze, confusa.
Nami non rispose, era sola forse? L'avevano abbandonata? 
Si guardò attorno, cercando qualche oggetto che avrebbe potuto utilizzare per aprire le porte, ma, d'un tratto,
tutti gli oggetti erano spariti! 
Vi restarono solo le strutture dei dormitori, della cucina, della biblioteca.. insomma.. ma era ancora impossibile entrarvici!
''Enies.. sta' calma... deve esserci una soluzione.. noi troviamo sempre le soluzioni ai nostri problemi! 
Forse devo... immaginare! ''
<< Ce la posso fare.. voglio essere in cucina. >> E così fu. Si trovò in cucina, ma non era da sola.
SPANDAM E ROBIN ERANO Lì! A PARLARE! 
<< LO SAPEVO! TI AVEVO DETTO DI NON DIRLE NULLA! >> Ma la sua presenza, sebbene potesse vederli, non fu minimamente avvertita 
dai due.
<< accidenti...... e adesso? Cosa mi è successo? Perché non riuscite a vedermi? >>
Intanto Spandam continuava a scuoterle il capo: << Non posso. Se dipendesse da me ti avrei già detto tutto ieri..
ma non posso. Non dipende da me. >>
Robin lo guardò male, e scattò subito all'esclamazione: << E' per tua sorella! Perché non vuole che tu mi riveli 
i dettagli sull'arma Pluton? O c'è dell'altro? Ci sono copie dello stesso progetto? Altre armi? >>
Spandam sussultò, ma poi tornò a dire di no con la testa: << Da me non uscirà nessuna parola. Le cose stanno come
ti ho appena detto.... non insistere! >> Sbraitò improvvisamente.
Robin annuì, sicura: << Se non sarai tu a dirmelo.. ne parlerò direttamente con tua sorella.... visto che non 
c'è altra spiegazione, e lei sembra molto più ragionevole di te.. Spandam..... >>
<< NO! >> - Esclamò Spandam di rimando, non appena l'archeologa fu in procinto di aprire la porta, per cercare
Enies: - << NOOOO! Non te lo permetterò! >> Dopotutto Robin avrebbe potuto trovare le informazioni aspettando
qualche visione della giovane, in quanto ad Enies sarebbero potute comparire anche senza controllo, rivelandole a voce
al mondo intero. Non avrebbe potuto che ciò accadesse: come egli non avrebbe potuto rivelarne l'esistenza delle armi Poseidon e 
Uranus, nemmeno Enies, seppur inconsciamente, avrebbe dovuto.
Corse contro Robin: le avrebbe dato un pugno, uno schiaffo, qualsiasi cosa pur di fermarla, dopotutto non si era mai fatto
alcuno scrupolo a colpirla, ma appena le fu così vicino dal poter compiere un simile atto, scivolò sulla grande macchia di caffè
che era stata creata dalla caduta di una tazzina, che molto probabilmente aveva cercato di bere, e le si catapultò, per sbaglio, addosso.
Si ritrovarono, Robin e Spandam a terra, e si guardarono l'un l'altro.
<< Ohm.. ehm.. >> - Spandam non sapeva che dire: era la prima volta che cadeva deliberatamente su una donna, e sebbene
quella donna fosse Robin, questa volta, si formò in egli un notevole imbarazzo, tanto che arrossì improvvisamente, alzandosi
di colpo, e gesticolando per giustificarsi: - << Il c-caffè.. che mi è caduto prima.. non volevo.... insomma.. >> 
Robin nascose il suo imbarazzo, nonostante anche lei ne avesse avuto un poco, non accennando alcuna espressione o altra parola,
ed uscì dalla cucina.
Spandam non cercò di fermarla, non questa volta: il suo, per così dire, volto, era completamente arrossito, e continuava
a mantenersi tale.
<< Ohh.. insomma.. ma cosa.. il caffè.. stupido caffè.. beh.. son cose che capitano, no? >> Disse, cominciando a parlare
e ridacchiare da solo, poi si sedette, ripensando un momento alla storia delle armi.
Decise di non intervenire, dopotutto se Enies le avesse rivelato il tutto, colpa di Spandam non sarebbe stata, poi, in un attimo,
di nuovo il suo volto tornò ad arrossarsi.
<< AAAAAH.. ACCIDENTI.. TSK.. >> Sbuffò.
 
Enies si ritrovò improvvisamente sul suo letto, assieme a Nami, con indosso ancora una qual sorta di pijama.
Sbadigliò e si stiracchiò come prima, ma senza sorriso. 
Era confusa: cos'era successo? 
Aprì l'armadio, e trovò gli stessi abiti che aveva messo indosso prima.
Perché erano tornati al loro posto?
L'indossò comunque, ed uscì dal dormitorio, e vide Spandam, sulla ringhiera della zona alta della nave, fuori della cucina.
<< Spandam.... >> Disse lei, con un filo di voce, e con un'aria del tutto non rassicurante, come braccata.
Spandam sorrise: << Enies! Di buon ora vedo.. >>
<< Già... hai visto Robin? >> Gli domandò, insicura, e Spandam sbuffò: << Perché dovrei parlare con quella demoniaca?
E poi te l'ho promesso stanotte. Non ricordi? >>
<< Ah. s-sì.. ahahah!... Certo.. era per esserne sicura.. >> ''Era solo un sogno..? '' Pensò, guardando 
nuovamente il fratello con un ampio sorriso. 
<< C'è già il cuoco all'opera, in cucina. Vuoi mangiare qualcosa? Tra un attimo andrà in giro per la metropoli, quindi
se hai fame ti conviene andare ora. >> Disse lui.
Enies accennò un sorrisetto: << Magari più tardi mi preparerò da sola un tè.. tu, piuttosto... sapevi che il disprezzo alla fine
si compra? >>
<< Cosa? >> Domandò lui, guardandola perplesso, ed Enies arrossì di poco, ridendo: << Lo scoprirai.. tranquillo, Spandy.. >>
Spandam si grattò la nuca: << Non ho capito.. Enies... >> - Ma la sorella era già entrata nella cucina: - << Tsk.. >> - Sbuffò: -
<< E chi vi capisce a voi donne? >>
Invece Enies aveva capito tutto: quello che aveva avuto, quell'esperienza del tutto confusionale, niente altro era stata che un sogno,
contorto, ma che aveva fatto trapelare una cosa sicura: Spandam avrebbe presto cambiato considerazione nell'archeologa.
Un paradosso inevitabile.
 
Passò nemmeno un quarto d'ora, che Enies uscì dalla cucina con Sanji.
<< Beh.. io vado con lui a fare un po' di spesa. Abbiamo messo sul tavolo quello che rimaneva per fare colazione..
avverti gli altri appena saranno svegli.. e non mangiare tutto tu! >> Disse la sorella, ridacchiando.
Spandam le sorrise, poi scosse il capo. Figuriamoci se avrebbe mangiato tutto, preparato poi da un pirata!
Annuì, ed Enies si sentì felice. Dopotutto nulla sarebbe, appunto, andato storto, come nella sua visione, inizialmente
tanto drastica.
 
Appena i due furono in cammino sul promontorio, Spandam entrò nella cucina: non c'era veramente nessuno ancora, 
e molto probabilmene perché la mattinata era ancora fresca.
Dovevano sicuramente essere le sette, non tanto più tardi.
Si sedette al posto davanti il divanetto, e addentò un piccolo pezzo di pane, bevendo un sorso di latte che aveva trovato
a sua disposizione sulla tavola, poi sentì la porta aprirsi.
Non prestò molta attenzione a chi fosse, dopotutto poteva trattarsi di Rufy e la sua fame, o di qualsiasi altro, invece,
quella voce, gli fece poi sollevare il capo.
 
<< Ora possiamo parlare.. >> La voce di Robin recò nell'uomo un sussulto, che si apprestò a fare cenno di no.
<< Erano solo.. era solo un modo per farti credere in qualcos'altro. Nulla di ciò che ti ho detto stanotte era vero.
Insomma.. perché avrei dovuto dirtelo? Sono del governo, mica un TUO alleato! Whahahaah! >> Scoppiò in una fragorosa risata.
Robin socchiuse un occhio: quella risata la infastidiva molto, era insopportabile!
<< Eri sicuro. Non vedevo aria di inganno nelle tue parole.. anche se voi governativi siete molto bravi pure a raccontare
le frottole alla povera gente. Ma so riconoscere la determinazione nelle parole quando la vedo.. e la sento.
E tu STANOTTE eri DETERMINATO a farmi sapere a tutti i costi la verità. >> 
Spandam alzò le spalle: << Ero determinato a raccontarti una marea di menzogne, che alla fine ti avrebbero solo confusa.
Ringrazia Enies che non l'abbia fatto.. >>
<< E come faceva lei a sapere che tu mi avresti detto ''queste'' menzogne? >> Domandò Nico Robin con astuzia.
Spandam sbuffò: << Le ho prima accennato a lei che cosa avrei fatto.. mi pare ovvia la cosa. Lei non c'è stata al gioco
perché è tua amica.. e bla bla bla.. cose inutili sull'amicizia, e su quanto assurdo potesse essere la somiglianza delle 
vostre esistenze.. insomma.. cose di cui non mi importa nulla, perché, come dire.. tu sarai sempre la bambina demoniaca, per me e per il governo. >> Disse accennuando un sorriso mellifluo.
Robin si stava preparando per rompergli il collo col suo potere, ma indugiò.
Spandam sospirò, ridacchiando, e prendendo un sorso di caffè, col quale però, si scottò.
<< SCOOOOOOOOOOTTTTTAAAAAAAAAAAAAA! AIUTO COME BRUCIAAAA! TUTTO IL CAFFE' BRUCIA! >> - E con il suo solito riguardo, scattando alla ricerca
di un poco d'acqua col quale rinfrescarsi il palato bruciato da quella calda bevanda, lasciò cadere la tazzina non molto distante dalla porta, 
frantumando in mille pezzi la tazzina con tale caduta, e creando una pozza di caffè, che nel giro di poche ore
sarebbe diventata simile a resina, e avrebbero dovuto pulire. 
Robin osservò tutto quel trambusto, indifferente, limitandosi a dire ''mh'', e pensando a come egli non fosse
cambiato di una virgola, e cosa preoccupante, neppure il suo essere così imbranato.
Come si poteva essere tanto stupidi e futili dal non capire che il caffè debba essere raffreddato col fiato, prima di
iniziare a berlo d'un colpo? Ma l'avrebbe mai capito?
Scosse il capo: << Voglio saperlo.. >> Insistette lei. << Era una mia BUGIA! Come te lo devo spiegare? >> Esclamò seccato, risedendosi, dopo aver saltato per tutta
la cucina come un pazzo.
<< Non ti credo.. e sai perché? Ho sentito discutere da qui, stanotte.. c'eravate tu e tua sorella.. adesso voglio sapere. >>
Spandam rise: << Il tuo interesse storico non ti sfugge mai, eh? Non posso dirti nulla però.. basta. NON INSISTERE OLTRE! >> Gridò di nuovo, come esaurito.
<< Enies ha detto chiaramente che succederebbero degli incidenti se tu mi dicessi la verità.. dunque? >> Lo scrutò, cercando
una risposta da parte di quell'uomo, il quale l'osservò adirato: << CI STAVI ORIGLIANDO!!! >>
E adesso, avrebbe dovuto dire per forza la verità? Ma se i due nomi delle armi fossero stati dati alla luce, sarebbero
veramente accaduti incidenti gravi? Di che tipo? Non avrebbe dovuto ASSOLUTAMENTE correre il rischio.
<< Diciamo che ho soltanto avuto fortuna di cogliere la palla al balzo.. >> Osservò Robin, con un sorrisetto.
Intanto Spandam continuò di nuovo a scuotere il capo: << Non posso. Se dipendesse da me ti avrei già detto tutto ieri..
ma non posso. Non dipende da me. >>
Robin lo guardò male, e capì, esclamando: << E' per tua sorella! Perché non vuole che tu mi riveli i dettagli sull'arma 
Pluton? O c'è dell'altro? Ci sono copie dello stesso progetto? Altre armi? >>
Spandam sussultò, e scosse ancora la testa: << Da me non uscirà nessuna parola. Le cose stanno come
ti ho appena detto.... non insistere! >> Sbraitò improvvisamente.
Robin annuì, sicura: << Se non sarai tu a dirmelo.. ne parlerò direttamente con tua sorella.... visto che non 
c'è altra spiegazione, e lei sembra molto più ragionevole di te.. Spandam..... >>
<< NO! >> - Esclamò Spandam di rimando, non appena l'archeologa fu nell'intento di aprire la porta, per cercare
Enies: - << NOOOO! Non te lo permetterò! >> Dopotutto Robin, come nel sogno-visione di Enies, avrebbe potuto trovare 
le informazioni aspettando qualche visione, appunto, della giovane, in quanto ad Enies sarebbero potute comparire anche 
senza controllo, rivelandole a voce al mondo intero. Non avrebbe potuto che ciò accadesse: come egli non avrebbe potuto 
rivelarne l'esistenza delle armi Poseidon e 
Uranus, nemmeno Enies, seppur inconsciamente, avrebbe dovuto.
Corse contro Robin: le avrebbe dato un pugno, uno schiaffo, qualsiasi cosa pur di fermarla, dopotutto non si era mai fatto
alcuno scrupolo a colpirla, ma appena le fu così vicino dal poter compiere un simile atto, scivolò sulla grande macchia di caffè
che era stata creata dalla caduta di una tazzina, che molto probabilmente aveva cercato di bere, e le si catapultò, per sbaglio, addosso.
Si ritrovarono, Robin e Spandam a terra, e si guardarono l'un l'altro.
<< Ohm.. ehm.. >> - Spandam non sapeva che dire: era la prima volta che cadeva deliberatamente su una donna, e sebbene
quella donna fosse Robin, questa volta, si formò in egli un notevole imbarazzo, tanto che arrossì improvvisamente, alzandosi
di colpo, e gesticolando per giustificarsi: - << Il c-caffè.. che mi è caduto prima.. non volevo.... insomma.. >> 
Robin nascose il suo imbarazzo, nonostante anche lei ne avesse avuto un poco, non accennando alcuna espressione o altra parola,
ed uscì dalla cucina.
Spandam non cercò di fermarla, non questa volta: il suo, per così dire, volto, era completamente arrossito, e continuava
a mantenersi tale.
<< Ohh.. insomma.. ma cosa.. il caffè.. stupido caffè.. beh.. son cose che capitano, no? >> Disse, cominciando a parlare
e ridacchiare da solo, poi si sedette, ripensando un momento alla storia delle armi.
Decise di non intervenire, dopotutto se Enies le avesse rivelato il tutto, colpa di Spandam non sarebbe stata, poi, in un attimo,
di nuovo il suo volto tornò ad arrossarsi.
<< AAAAAH.. ACCIDENTI.. TSK.. >> Sbuffò, di nuovo. 
La visione che ad Enies si era rivelata nel sonno, si era veramente realizzata.
<< ERA COLPA DEL CAFFEEEE'! PERCHE' DEVO SENTIRMI COSI'.... INSOMMA! >> Gridò Spandam, sbattendo un pugno sul tavolo, quando
poi tornarono dalla spesa Enies e Sanji.
Sanji sorrise: << Ancora nessuno alzat.. ma che diavolo è successo qui! >> Domandò allbito, notando la tazzina ormai rotta,
e la pozza di caffè, divenuta appiccicosa.
Enies sorrise imbarazzata, ridacchiando appena: << La capacità di Spandam di bere il caffè.. >> 
Sanji sorrise, allibito ancora: << Già... lo vedo.. >> - Osservò, prendendo i cocci e gettandoli via, per poi pulire quella parte di 
pavimento, poi guardò l'uomo: - << Non è venuto nessuno in cucina? >> 
Spandam alzò il capo, e fece per rispondere al cuoco, ed a quella domanda, quasi in procinto di rispondere col nome di ''Robin'', 
divenne rosso improvvisamente, e scosse la testa: << N-nessuno.. proprio nessuno... >>
Enies si sedette accanto a lui: << Fratellone.. >>
<< S-sì? >> Domandò ormai mezzo andato.
<< Il disprezzo si compra... ehhh.. visto che avevo ragione? >> Disse con un sorrisetto.
<< T-tu..... sapevi.. >> Si limitò a dire, ormai diventato più rosso di un pomodoro.
Enies alzò le spalle, avvicinandosi a Sanji per aiuarlo a preparare per bene le colazioni, e Spandam, senza dir nulla,
si incamminò verso la sala acquario, per rimanere un po' da solo.
Enies aveva predetto qualcosa che avrebbe confuso Spandam per sempre: si era invaghito? >>
   
 
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