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Autore: Giulia Faro    14/07/2013    0 recensioni
Il mio sguardo si incrociò al suo e per un attimo dimenticai come si facesse a parlare, dimenticai chi ero, cosa ci facevo lì e diamine... perchè non stavo più respirando? Ero totalmente persa in quegli occhi dorati e grandi, circondate da folte ciglia nere e lunghissime. Guardavo quel ragazzo d'avanti a me e cavolo... non pensavo potesse esistere tanta bellezza in una sola persona. I suoi zigomi non erano proprio perfetti ma gli tagliavano il viso in modo perfetto.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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8.
Esprimi un desiderio.
Afferrai una coperta dall’armadio sotto le scale e mi diressi verso il giardino, era una serata stellata di inizio luglio e io, sdraiata sul prato, guardavo il cielo con aria sognante mentre aspettavo che il mio migliore amico si presentasse al nostro appuntamento; un importantissimo rituale per noi.
Nell’attesa dell’arrivo di Niall, mi persi nuovamente a ripercorrere le immagini di quella mattinata, mi sentì già le guance in fiamme e il cuore in gola…
 
Il nostro pomeriggio è quasi arrivato al termine, sono le sette di sera e il sole sta iniziando a dare il suo arrivederci a Londra. Il tramonto- un leggero arancione misto al rosa- accompagna e culla le nostre risate amichevoli.
E’ stata una giornata stupenda e del tutto imprevista.
E’ incredibile il rapporto e il feeling che ho con i ragazzi in pochissime ore, anche Payton si è divertita moltissimo oggi. Non sembriamo affatto degli sconosciuti riuniti per caso, ma un gruppo di amici che si conoscono da sempre e che hanno deciso di passare una giornata in compagnia.
< Ragazzi, credo sia ora di andare,> sbottò Louis, alzandosi lentamente dalla sua postazione.
Harry si alza a sua volta, sbadigliando un po’, mentre Payton gli accarezza i riccioli delicatamente. Liam e Niall si alzano a loro volta, mentre Zayn continua a sonnecchiare in una delle sedie accanto a me.
< Zayn, su’, alzati. E’ ora di andare. > Lo sprona Liam, mentre Zayn si gira dall’altro lato imbronciato. Louis si piega accanto a lui e cercando di non ridacchiare, senza troppo successo, urla un < Sveeglia Maliik! > sotto le nostre risatine, mentre Zayn scatta dalla sedia e apre gli occhi, infuriato.
< Sei un idiota Louis! Lascia che ti prenda! >
Dopo circa cinque minuti che Louis scappa da Zayn, i ragazzi iniziano a prepararsi e a darmi una mano per mettere a posto le cose.
Sto piegando una delle tovaglie e, alle mie spalle, sento Liam e Payton chiacchierare.
< E’ stata proprio una bella giornata, > dice Liam; non riesco a vedere il viso di Payton, ma immagino stia sorridendo.
< E’ vero. Mi sono divertita, quando sono arrivata ero un po’ infuriata, sai? Però, devo ammettere che mi avete fatta rilassare. >
“Senti, senti Pay...”
< Beh, potremmo rifarlo di nuovo… > propone Liam, ma non riesco a sentire la risposta, perché una voce meravigliosa mi chiama.
< Ehi Clayton! >
Mi giro e lui è lì. Con quel suo sorriso aperto e bellissimo, e gli occhi meravigliosi che brillano.
< Ohi Malik. Qualcuno ti ha buttato giù dal letto? > chiedo, riferendomi alla scena di poca prima, e lui mi guarda con aria scioccata e finta offesa.
< Così mi offendi Clayton > sbotta con tono leggermente petulante.
< Oh… perdonami > rispondo sorridendo, mentre continuo a sistemare qua e la.
< Allora? Chi l’avrebbe mai detto, eh? Cioè… voglio dire, il mondo è proprio piccolo, > sbotta a testa in giù, mentre mi aiuta a piegare alcune tovaglie.
Rimango un attimo in silenzio mentre inizio a balbettare mentalmente le parole e sentendo il mio viso in fiamme.
“Forse, sono tutte le preghiere che ho espresso per te ogni sera, prima di andare a dormire.”
< Eh si… chi l’avrebbe mai detto? Pensavo che non ti avrei mai più rivisto e invece, spunti da me in un giorno qualunque… >
< Che coincidenza, vero? > mi guarda e mi sorride e al mio cuore manca un battito, < da quanto tempo conosci Niall? >
< Beh, non molto in realtà.  Tre anni, ma è come se ci conoscessimo da una vita. Insomma, è il mio migliore amico, > dico facendo spallucce.
< Si… c’è una certa confidenza tra voi. Siete così… non so quale sia la parola adatta. Legati? Amici? A proprio agio? >
< E’ merito di Niall, > dico, mentre osservo il mio migliore amico che va’ da una parte all’altra del giardino, sempre con quel suo sorriso. Adoro vederlo felice.
Zayn segue il mio sguardo, sorridendo un po’ e ammiccando mi dice < sono sicuro che anche tu sei fantastica. >
Mi volto di scatto la testa e quando lo vedo in silenzio divento – per l’ennesima volta- rossa come un pomodoro.
“L’ha detto davvero o sto solo sognando tutto?”
< Sai Greta… in questi mesi mi è capitato di pensare… >
< Ehi Zayn! E’ ora di andare! > Lo interrompe Harry.
“Sai Greta, cosa? Cosa, cosa dovevi dirmi?”
< Lascia stare. Ne riparleremo. Ci vediamo Grey. >
Prima di scappare via, mi lascia due baci sulle guance, mentre io rimango li in attesa. Muta. Come un pesce lesso.
“Ci vediamo, Malik”
 
 
Sono di nuovo nella realtà non appena sentì Niall sdraiarsi al mio fianco; aprì gli occhi e restiamo a fissarci in silenzio, per qualche minuto buono.
Mi sento in una pace assoluta, mentre il vento caldo e dolce sfiora il mio corpo, sdraiato sull’erba morbida.
< Potrei stare qui per ore > sussurrò Niall, in perfetta sintonia con il filo dei miei pensieri.
Mi avvicinai a lui, appoggiandogli delicatamente la testa sulla sua spalla, socchiudendo gli occhi.
< Anch’io > sussurrai infine.
Restammo lì per circa venti minuti, parlando di tutto e di niente. Semplicemente passando del tempo insieme. Era da un po’ che non lo facevamo, era stato così impegnato ultimamente con le prove e i ragazzi…
“Oh, i ragazzi…. Oh, il mio sconosciuto dagli occhi profondi….”
Mi sentì improvvisamente rossa, quando quel pensiero mi sfiorò la mente e cercai di affondare il viso nelle spalle di Niall.
< Devi  parlarmi di qualcosa? > mi chiese all’improvviso, come se mi avesse letto nel pensiero, “semplicemente, sa leggere i miei gesti”
Non ho voglia di fare troppi giri di parole o continuare ad evitare questo argomento, è già passato molto più tempo del previsto.
Iniziai a raccontargli tutto; dall’intoppo al bagno, alla nostra conversazione e al fatto che ho assistito al provino di quel ragazzo meraviglioso.
< Perché non me ne hai parlato subito? > mi chiese non appena finì con la mia raffica di parole.
< Sinceramente Niall… volevo evitare. > Risposi, ed ero del tutto sincera. Lui mi guardò con aria perplessa aggrottando le sopracciglia.
< Evitare? Perché? > mi chiese, alzandosi e incrociando le gambe. Dopo un attimo di esitazione lo imitai e acciuffai qualche ciocca d’erba per strapparla.
< Ho avuto paura > confessai infine, con un tono di voce che esprimeva tutte le mie emozioni.
Niall tirò un sospiro di… non so, un sospiro. E restò in silenzio, sotto il mio sguardo, a fissare le stelle che brillavano più del solito.
Sembrano le nostre promesse e i nostri sogni, così lontani… eppure così certi e reali. Le stelle mi ricordano che un giorno tutti i miei sogni diventeranno realtà.
< Di cosa hai avuto paura? > mi chiese, rivolgendo i suoi occhi su di me.
Ho cercato di evitare il più possibile questo argomento.
Ho cercato di evitare le battutine di Payton che mi hanno accompagnata per queste ultime settimane… ero così sicura che non l’avrei mai più rivisto.
Due vite separate, diverse, due mondi che si sono scontrati.
 < Delle sensazioni che… mi ha scatenato. Niall non lo so… ma quando ho incrociato gli occhi nei suoi, tutto è cambiato. Tutto ha preso un'altra forma. Non mi ricordavo più nulla, ero praticamente in panne. Non respiravo, capisci? >
< Perfettamente, > rispose un po’ malinconico, < è lui, quindi? > Lo guardai con aria interrogativa, ma forse sapevo dove voleva andare a parare.
“Vorrà dire che magari, non lo so, un giorno mi innamorerò di uno stupido sconosciuto semplicemente perché mi perderò nei suoi occhi profondi e Jasper allora sarà il nulla da quel momento in poi.”
< Il tuo sconosciuto dagli occhi profondi. > Concluse e io arrossì abbassando gli occhi.
< Si, credo di si. >
Dopo qualche secondo alzai nuovamente gli occhi su Niall che, di nuovo,  guardava le fantastiche stelle sparse in cielo.
< Sono bellissime, vero? > gli chiesi, facendo un cenno verso l’alto.
< Già. >
< Tu come stai, Biondo? >
< Alla grande, Best. >
< Fantastico. Ti voglio bene, lo sai vero? >
 < Certo. Ti voglio bene anch’io stupida, vieni un abbraccio > si avvicina a me a braccia aperte. Sghignazzando mi avvicinai a lui e quando mi staccai dal suo abbraccio, incrociai i suoi occhi.
< Sei stanco? > gli chiesi, strofinandogli i capelli.
< Oh, da morire Grey. >
“Tutto bene Best?”
 
Seconda parte.
 
 
Sono le undici del mattino quando apro gli occhi e vedo che il sole illumina la mia stanza.
Mi servono ancora alcuni minuti prima di alzarmi dal letto; richiudo gli occhi e inizio a fare –nuovamente- l’epilogo della splendida giornata che è stata ieri.
Iniziai a pensare alla sorpresa dei ragazzi, tuffi in piscina, gli occhi di Liam puntati su Payton… sul viso, non sul corpo!
“Payton!”
Scattai dal letto quando mi tornò in mente che dovevo farmi raccontare la reazione di quell’idiota, “non vedo l’ora di sapere tutti i dettagli”
Mi infilai le ciabatte di corsa e mi diressi nella camera di Payton – proprio accanto alla mia- senza neanche bussare spalancai la porta e notai che era ancora sepolta dalle leggere lenzuola.
“Qualcosa mi dice che fatto tardi ieri sera e la cosa non mi piace per niente…”
Troppo impaziente per aspettare che si svegliasse da sola, lo feci io per lei.
< Ehi Payton! Svegliati! > dissi, non troppo gentile, strattonandole un braccio < devi raccontarmi come l’ha presa quell’idiota quando l’hai lasciato! >
Non avevo nessuna intenzione di lasciarla dormire, doveva dirmi tutto e subito!
< Mm > si lagnò lei, girandosi dall’altra parte.
< Ti prometto che non appena mi dirai cosa è successo ti lascerò dormire! > Potevamo scendere a un compromesso, no?
< Non l’ha presa > borbottò lei, e io corrucciai la fronte. “Che vuol dire? Niente scenate? Niente messaggi? Niente…?”
< Che vuol dire “non l’ha presa” Pay? > chiesi sinceramente confusa.
Payton si alzò dal letto di scatto, mettendosi seduta e con la faccia stropicciata fece spallucce.
< Beh? > borbottai, “E quanto la fa’ lunga!”
< Grey > sospirò mettendosi una mano sulla faccia, < non l’ha presa, perché non l’ho mollato! >
“Che cosa?”
< Come hai detto scusa? > Lo shock era troppo per essere arrabbiata. Io davvero non riuscivo a capire. “Forse mi sono persa qualche passaggio.”
< Hai capito bene Grey, non l’ho mollato. > Scandì bene le parole sotto il mio sguardo scettico. Adesso era tutto chiaro.
“Ok, ho capito. Mia sorella è un idiota.”
Chiusi gli occhi dalla rabbia e, molto lentamente, mi alzai dal suo letto per andare via. Non volevo guardarla in faccia.
< Greta, per favore… > sussurrò < non trarre conclusioni affrettate. Tu non capisci. >
Non volevo darle retta in quel momento, davvero. A patto che lei non mi trattasse come se fossi una fottutissima bambina!
“Lei è l’idiota col prosciutto sugli occhi. Cosa crede di ottenere da lui? L’amore? Non vede che è un idiota? Vuole – forse- che io stia in silenzio a guardarla mentre perde tempo con una persona del genere? No. Non ci sto.”
< Non. Dirmi. Che. Io. Non. Capisco. Payton. Non farlo, non trattarmi come se fossi una bambina, perché non lo sono Payton, è chiaro? > Ero sul punto di urlare, ero davvero fuori di me.
< Greta ma tu non sai cosa mi ha detto, era davvero mortificato. Mi ha chiesto scusa… mi ha detto che cambierà atteggiamento! > Il suo tono di voce era così perso.. così convinto!
< Non me ne importa nulla! Non me ne frega un cazzo a quale schifo di bugia tu hai deciso di credere! Quell’idiota, che tu chiami ragazzo, non fa’ per te! Tu sai che reputazione ha. Prima o poi, ti farà soffrire davvero Payton. >
Sputai quelle parole di rabbia con tutto il fiato che avevo in gola, e non mi feci intenerire dall’espressione delusa di Payton; se ferirla significava aprirle gli occhi l’avrei fatto.
< Greta, lui non mi farebbe mai del male. Me l’ha promesso! >
< Ooh, allora sono molto più tranquilla. Se voi due mantenete le promesse allo stesso modo sono molto più tranquilla Payton! > Respirai a fondo, cercando di calmarmi, per quanto mi fosse concesso dalla rabbia.
< Cosa ne è stato delle tue parole di ieri? Dov’è finita la tua voglia di volere un ragazzo migliore al tuo fianco? >
< Tu non capisci Grey… > mi disse, guardandomi con aria frustata e gelida al tempo stesso.
< Al diavolo, Payton, vai al diavolo! > sbottai, dirigendomi verso la porta, paonazza.
< Sai cosa? Te ne pentirai Payton. Quando sarai davvero alla deriva e in cerca di Liam Payne, lui sarà già impegnato con una ragazza che lo merita davvero! >
< Cosa diavolo c’entra Liam Payne? E’ un ragazzino per me, Greta! > urlò, convinta che avesse ragione.
< Tu non hai idea di come ti guardava il ragazzino! >
 
 
Dopo aver sbattuto la porta della camera di Payton, scesi in fretta e furia le scale, precipitandomi verso il bancone della cucina.
Mi appoggiai all’isola e chiusi gli occhi, cercando di dare un senso alla lite di poco fa’.
“Odio litigare con lei, soprattutto per un idiota come Andrew!” Per fortuna i miei genitori erano a lavoro.
Nel silenzio della cucina, dove tutto era tranquillo, mi sentì assalire dal senso di colpa, ma avrei fatto di tutto per farle capire che quello non era il ragazzo giusto per lei. Avrei – decisamente- voluto evitare di fare la parte della sorellina rompiscatole e impertinente, ma ero pronta a rischiare.
Il ronzio del cellulare mi distrasse per un attimo da i miei pensieri e fui grata per questo.
< Pronto? > risposi senza neanche guardare.
< Che succede Best? > Era Niall, ovviamente. Mi sentivo già meglio, sorrisi mentre i muscoli del mio corpo iniziarono a rilassarsi.
< ‘Giorno Biondo > dissi, quasi piagnucolando, < ti spiego dopo. Dove sei? >
< Devo preoccuparmi? > “Ah Niall, perché mi conosci troppo bene?”
< Niente di irrisolvibile, > sospirai < dove sei? >
< A casa. Sveglio da un po’. Ti va’ di fare un salto? >
< Oh magnifico. Non ho ancora fatto colazione, la facciamo insieme? >
< Devo farmi una doccia veloce e sono subito da te. Ok? >
< D’accordo, a dopo Best. >
< Ciao Biondo. >
“Come riesce a rallegrarmi l’umore in pochissimo tempo?”
Con l’umore un po’ migliorato, mi diressi verso le scale, pensando già a cosa indossare.
Entrai nella mia camera, mentre una parte della mia mente si domandava dove – diamine- si fosse cacciata Payton. Cercai di resistere all’impulso di andarla a cercare.
Presi l’intimo dal cassetto e mi diressi al bagno, dove trovai Payton d’avanti allo specchio con i capelli bagnati e una asciugamano avvolta nel corpo. Notai subito i suoi occhi lucidi.
< Ohi > sussurrai infine, sentendo un groppo in gola.
< Ciao >
“Che dovrei dirle adesso?”
< Mi dispiace > dissi guardandola negli occhi, < odio litigare con te > continuai sapendo che dovevo farlo, < non avrei dovuto reagire così. >
< Lo so > ribatte lei asciutta, < ma ti capisco. >
“Questo non basta per farmi sperare…”
< Suppongo che non hai cambiato idea > dissi e, nonostante i miei sforzi, peccai di acidità.
< No. > Ribatte lei asciutta, < e nemmeno tu > concluse.
< No, infatti. >
Notai i suoi occhi diventare più lucidi e, come se i miei sentimenti fossero legati ai suoi, sentì anch’io i miei occhi gonfiarsi di lacrime.
< Pensi davvero le cose che mi hai detto? > sussurrò, ed io mi presi a calci con la forza della mente. Le gettai le braccia al collo, piagnucolando.
< Certo che no Payton, io voglio il meglio per te! > singhiozzai tra le lacrime, < sono davvero molto preoccupata per te. >
< Non devi Greta, non devi sempre preoccuparti per me. Anche se non approvi le mie scelte o le mie decisioni, non devi sempre preoccuparti per me! >
Eravamo due bambine chiuse in bagno a piangersi addosso e a chiedersi scusa.
“Se oserà torcerti un capello io lo uccido Pay… te lo giuro!”
< Promettimi che starai attenta > sussurrai contro la sua spalla e lei mi fece segno di si con la testa.
Dopo alcuni minuti ci sistemammo insieme al bagno, chiacchierando e scherzando come se non fosse successo nulla. Solo come noi due eravamo in grado di fare.
Cercai di non storcere troppo la bocca quando sentì il clacson – dell’idiota- suonare fuori dalla porta e di non arrabbiarmi troppo con Payton quando la vidi schizzare fuori.
Rimasi – nuovamente- sola in cucina. Esprimendo un infinità di disideri.
“Fa’ che diventi una scrittrice… fa’ che Niall diventi un cantante… fa’ che il mio sconosciuto dagli occhi profondi sarà mio… e, per favore, fa’ che Payton non si cacci nei guai!”
Non desideravo poi così molto, no?
 
 
  
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