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Autore: annabll    14/07/2013    2 recensioni
L’ultima cosa che ricordava la disorientava: era uscita dal bar, dopo aver preso un caffè, e si stava dirigendo verso casa di Emily, per incontrare le ragazze. Aveva qualcosa di importante da dir loro. Doveva aver fatto una scoperta sconvolgente, ma che al momento non le ritornava in mente. - Spence, apri gli occhi – ripeteva a se stessa. Ma ancora non aveva trovato il coraggio di farlo. Non ne conosceva il motivo, ma aveva un orribile presentimento.
Genere: Mistero, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa, Spencer Hastings, Toby Cavanaugh, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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MY ONLY WEAKNESS

Capitolo secondo

 

L’aria era diventata gelida. Infatti probabilmente furono i brividi che fecero rinvenire nuovamente Spencer. Stavolta non si sentiva più disorientata, né affaticata, semplicemente era arrabbiata ed agitata. Non aveva ancora capito chi la tenesse segregata, né per quale motivo, né da quanto tempo.  – le ragazze avranno notato la mia sparizione, anche Toby sarà molto preoccupato . . . i miei genitori . . – Spencer provava a rincuorarsi, a calmarsi, perché era consapevole di riuscir a ragionare solo quando non era tesa. Ad un certo punto sentì una porta sbattere. Poi più niente per una manciata di secondi. Intravide un ombra che camminava avanti ed indietro, quasi come se fosse combattuta tra due opzioni. Cominciò a sentire i passi di una persona, che scendeva le scale, lentamente. Passo dopo passo il cuore della ragazza palpitava sempre di più, e non solo per la paura, anche per la curiosità che l’accompagnava da quando era nata. Gli scalini erano finiti. Ma c’era troppo buio per poter vedere altro oltre che ad una sagoma umana. L’unica luce presente si trovava esattamente posizionata sul soffitto in corrispondenza della testa della Hastings. Illuminava a mala pena quello stanzino vuoto minuscolo nel quale era rilegata. Inoltre c’erano delle sbarre che separavano la stanza di Spencer dall’atrio dinnanzi dove vi erano le scale e anche il rapitore. Non c’era la presenza nemmeno di una finestra, questo fece pensare alla ragazza di trovarsi in un seminterrato, o una cantina di qualche casa antica. Il suo flusso di pensieri fu interrotto dall’avvicinarsi di quella sagoma scura. Man mano che avanzava, la Hastings poteva cogliere piccoli dettagli riguardanti quell’uomo sconosciuto. Perché si, oramai era chiaro si trattasse di un uomo. Era molto alto, spalle larghe, ma più di questo non si poteva notare granché. Portava un completo nero, dei guanti, e persino un passamontagna. Pensò subito potesse essere un membro dell’ A team, ma non osò chiedere. Certamente non poteva essere Mona, e, magari, Cappotto Rosso aveva ingaggiato qualcun altro che potesse dare una mano alla psicopatica.  Ma tutto ciò apparteneva solo ed esclusivamente a teorie che Spencer stava mettendo appunto nella sua mente. Non aveva intenzione di parlare ad alta voce. Almeno non ancora. Si limitava a fissarlo con aria sospetta, senza mai distogliere lo sguardo. Nemmeno lui sembrava un tipo di molte parole. Prima di uscire di nuovo dalla gabbia, infatti, mise solo un bavaglio intorno agli occhi della ragazza. Fu un momento, il singolo istante in cui le fu oscurata la vista, che le portò alla mente un nuovo flashback.

 

TRE ORE PRIMA . . .

Spencer era appena uscita dal bar, dopo la chiacchierata con quel bizzarro agente dell’FBI. Camminava e rideva tra sé e sé perché non credeva che quell’uomo, esile com’era, potesse essere in grado di proteggere tutte e quattro loro dalla furia di Cappotto Rosso. Distratta completamente dai proprio buffi pensieri, fu colta alla sprovvista alle spalle. Qualcuno le aveva messo una mano sulla bocca, l’altra sugli occhi, e velocemente la stava conducendo in un vicolo. La sbatté al muro, però non con violenza. Le tolse la mano dalla bocca, e cominciò a baciarla. Al tocco delle labbra, la Hastings non ebbe più alcun dubbio su chi potesse essere. Lo strattonò e gli disse sottovoce: “ Toby, mi hai spaventata a morte! “. Di tutta risposta lui cominciò a sogghignare, indossando quel suo solito sorriso che lo faceva assomigliare ad un bambino il giorno di Natale. Spencer quando lo vedeva non poteva evitare di pensare che fosse talmente buffo . . . eppure dannatamente sexy.

“ Beh, inizialmente volevo farti una sorpresa . . . ma poi ho pensato che sarebbe stato più divertente farlo in questo modo “, mentre lo diceva non riusciva a far a meno di ridere.

“ C’è un motivo in particolare per il quale sei così felice oggi? “ chiese Spencer, intuendo già la risposta, quasi come se fosse stata una domanda retorica.

“ Si! Ho trovato un nuovo lavoro! In una falegnameria qui vicino avevano bisogno di un aiuto. Mi hanno accettato! “ disse entusiasta il ragazzo.

“ Wow! Sono contentissima per te!” fece la Hastings cercando di sembrare il più entusiasta possibile.

“ E tu, invece? Chi era quel tipo con cui parlavi al bar? “ domandò interessato Toby

“ Beh, ecco, è . . . un agente dell’FBI che si è offerto di darci una mano a capire chi è Cappotto Rosso …”  Spencer alzò un attimo lo sguardo, e vide il suo ragazzo confuso, allora cercò di spiegarsi meglio “ era un amico di Alison. . . . è una lunga storia . . . “.

“ ci possiamo . . . fidare di lui? “ chiese incuriosito il carpentiere.

“ non lo so ancora . . . ma c’è qualcosa in lui che mi ispira sicurezza e . . . “ Spencer fu interrotta dal suono improvviso del cellulare di Toby. Il ragazzo in fretta e furia prese il telefono, era un messaggio. Guardava il display terrorizzato, da un momento all’altro sembrava aver cambiato totalmente umore. – tutto ciò accade solo quando a mandare il messaggio è … - stava pensando la ragazza, prima che anche il suo ragionamento fosse interrotto, stavolta dalle parole del ragazzo: “ Scusami, Spence, ora devo scappare! Ti chiamo dopo! Ti amo! “, le diede un bacio frettoloso, ma senza darle il tempo di chiedergli il motivo di tanta fretta. Non era passato nemmeno un minuto che Spencer stessa aveva già ricevuto un messaggio:

 

Una volta tradita, la fiducia è difficile da riconquistare.

-          A.

 

ORA . . .

Quest’ultimo ricordo che aveva la sconcertava molto. Non capiva che significato attribuirgli. Era possibile che Toby fosse tornato a far parte dell’ A team? E se si, poteva essere stato lui a rapirla e segregarla in quella prigione? Ma a che pro? Forse per difenderla? Magari era serio quando diceva che si era unito a Cappotto Rosso per proteggerla . . . ma se invece avesse finto per tutto quel tempo? Se non l’avesse mai amata? A quel punto ebbe un crollo di nervi e scoppiò a piangere. Le si bagnò tutta la benda, ma non le importava. Quasi le mancava il respiro, ansimava, le faceva male il cuore. Sentiva tutte le membra del suo corpo tremarle. Era un vero e proprio attacco di panico. A peggiorare la situazione ci fu anche un altro pensiero che le aveva appena attraversato la mente: il rapitore non le aveva ancora portato né da mangiare né da bere. Ora i suoi scopi potevano essere due: farla morire di fame o disidratata, cosa poco probabile, oppure . . . non doveva essere rinchiusa lì da molto tempo, anche se le sembrava fossero trascorsi giorni. Così continuò a singhiozzare, ad urlare, a piangere, a digrignare i denti. Se fino a quel momento aveva voluto mantenere la calma per avere lucidità, adesso si era lasciata abbracciare completamente dal panico e dalla paura, a causa della sua unica debolezza: Toby Cavanaugh.

  
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