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Autore: xniallschips    15/07/2013    1 recensioni
Non era veramente lui, va conosciuto, va scoperto, è quella persona che apparentemente è un'altra... è quella persona che non sopporta ma fa finta di sopportare, è Liam Payne.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Oggi credo di aver fatto un grossissimo passo avanti!
Ho parlato per la prima volta con Liam, ma niente di che... gli ho solamente chiesto scusa dopo aver fatto cadere la sua penna dal banco con un brusco movimento del braccio.
Stavo per morire dalla vergogna, nonostante il suo parere non importi a nessuno.
Beh, a me sì. Posso sembrare una moralista ma nulla fa più innervosirmi di una persona che giudica un'altra!
E solamente oggi mi sto accorgendo che anche se gli parlo e qualcuno bofonchia cose come "Oh, Shannit parla con quel grezzo di Liam" posso benissimo imparare a fregarmene.
E' meglio avere un caro amico come lui, che cento amici falsi come tutti quelli che ho sparsi nella scuola.
C'è un gruppetto di ragazze a scuola, particolarmente conosciuto, che passa intere giornate in centri commerciali alla ricerca di nuovi abiti da aggiungere al loro vasto guardaroba, come se non ne avvessero già abbastanza per vestire circa sei famiglie.
Ho la stessa loro popolarità ma preferisco un bel libro cartaceo e non su Tablet, iPad, iPhone o robe del genere. Preferisco mille volte due scaffali su cui mettere i libri che un'immensa cabina armadio rosa ricca di vestiti pieni di lustrini e strass.
Preferisco mille volte un gelato al bar con mio fratello che un cocktail in un bar lussuoso con tre amiche che dopo il primo sbaglio vanno via.
Sì, sono popolare eppure secondo me è un "ruolo" che non mi si addice per niente.
Il fatto è che io appaio agli altri come non sono veramente, a casa sono veramente me stessa... e non ascolto neanche tutta la musica che mettono nelle discoteche, ossia la musica che ascolta metà della mia scuola. Preferisco essere originale, non mi piace essere fatta con uno stampino.
Ho un abbigliamento completamente diverso dalle altre... odio gli abitini rosa e scarpe praticamente più alte di me!
Se vado ad una festa preferisco indossare qualcosa di sportivo ma allo stesso tempo "elegante", che quei quattro pezzi di stoffa uniti in modo tale da scoprire il 70% del corpo.
Le sorelle delle mie "amiche" hanno delle camere veramente stupefacenti, nel senso che entri e da quanto rosa c'è sembra che tu abbia fatto abuso di droghe.
Quelle camere sono veramente eccessive per delle bimbe di circa otto anni, poco più o poco meno. Non voglio per niente vantarmi, ma preferisco che mio fratello cresca con il suo tempo senza troppa fretta di diventare grande.
E' lo stesso errore che ho fatto io, è per questo che adesso mi ritrovo in questa orribile situazione: popolare con gente che sghignazza alle mie spalle cose orribili.
Ma passiamo ad altro. Oggi era il nostro terzo giorno di scuola, niente di particolare ancora! 
Durante la ricreazione conobbi una ragazza, si chiamava Mia, credo vada al terzo anno, era molto simpatica.
Ritengo che essere sua amica non sia male, magari è un'amica di cui ci si può fidare ciecamente o magari è come tutte le altre.
Finite tutte le lezioni, pronta per tornare a casa, mi fermai un secondo a parlare con il professore di storia dell'arte... si fece tardi e persi l'autobus per tornare a casa.
Tutto andava di male in peggio, iniziai ad incamminarmi fino a casa. Insomma, un bel po' di strada! Avevo dimenticato il telefono a casa, lo stomaco brontolava ed in quelle vie non c'era nessuno... la paura andava sempre aumentando.
Avevo quattordici anni eppure ero come una bambina di esattamente sei anni durante il suo primo giorno di scuola.
Avete presente l'ansia che si prova quando si è soli a casa e si sentono dei rumori? Ecco, l'ansia era più o meno quella in quel momento. Iniziai a correre spensieratamente e sentii qualcosa cadermi dallo zaino.
Mi voltai: ecco il mio diario. Che ci faceva lì? Qualcuno avrà dovuto leggerlo e avrà dovuto metterlo dentro lo zaino pensando di confonderlo tra gli altri libri.
Comunque tornata a casa nessuno disse niente, sarò stata io in un momento di caos totale.
«Mamma, che si mangia oggi?» chiesi.
«Un po' di insalata di riso, purea di patate e polpette!» urlò.
«Emh, va bene... però io mangerò dopo! Devo prima controllare una cosa.» risposi, come se non me ne importasse niente.
«Sempre la solita.» bofonchiò mia madre alzando gli occhi in cielo.
Non esitai a dare una controllata al diario e alla mia stanza: tutto apposto, niente in più e niente in meno.
«Dovrei stare più attenta.» ribadii nella mia mente.
Andai in cucina ed assaporai il delizioso pasto che mia madre ci preparò.
«Sei stata veramente brava mamma, ma adesso devo andare.»
«Come solito in spiaggia?» chiese mia madre.

Annuii, salutai tutti, presi la borsa che avevo poggiato vicino la porta d'entrata prima di sedermi a tavola ed uscii di casa.
Mi diressi in spiaggia ed iniziai a studiare lì, volevo rilassarmi almeno quel giorno.
Essendo ancora metà settembre c'era un po' di sole e senza dispiacere bagnai i miei piedi, alzai lo sguardo ed osservai attaverso una ringhiera ciò che succedeva dall'altra parte: la città.
Macchine che correvano alla velocità della luce, motorini cavalcati da ragazzini spensierati, bambini che in una mano avevano un delizioso gelato da assaporare e nell'altra le mani fredde delle proprie madri.
A volte mi ponevo una domanda: meglio qui, dove nessuno può sentirti o lì in citta, dove tutto è più vivo?
Non ho mai saputo rispondere definitivamente, ma il mare era la mia solita risposta.
Ogni tanto qualche coppietta scendeva giù a mare, guardava l'orizzonte, si scambiava qualche bacio e poi tornava su attraverso una scalinata.
Una volta quelle scalinate furono percorse da un bambino e suo padre, erano circa le 16.00 di pomeriggio, nel volto di quel bambino si potevano leggere pagine di un libro ancora tutto da scrivere, in quel bambino viveva la felicità! E suo padre, beh, suo padre era il tipico uomo giocherellone che ricambiava i gesti affettuosi del suo bambino. E' stata forse la giornata più bella passata quest'estate, con due delle mie più care amiche: Lauren e Sarah.
Sono due ragazze che conobbi quand'ero piccola e che ancora adesso sono al mio fianco!



-Spazio autrice-
Anche se i miei capitoli non li caga nessuno li pubblico lo stesso perché mi piace scrivere! Muahaha.
Ok, no!
Comunque, ecco il terzo capitolo, spero vi piaccia e spero sia un po' più lunghetto degli altri! 
Un bacio:)
Su twitter: @perrjes
  
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