Note dell'autore: Eccomi
qua, finalmente direte voi, con il secondo capitolo di questa storia tanta
sofferta per me, perché le idée scarseggiano e trovo sempre molto difficile
inserire Rose nei dialoghi, spero cmq che anche questo capitolo vi piaccia.
Buona
lettura e alla prossima.
Capitolo II
Jenny
Dopo essersi separati da Martha, il Dottore, Rose e Donna
e la nuova arrivata furono condotti dal capo dei tre ragazzi che avevano
incontrato per primi.
Per tutto il tempo, Rose aveva notato come il Dottore
cercava di mantenere una certa distanza da sua figlia e non ne capiva il
motivo, forse non era arrivata nel classico metodo convenzionale, ma quei suoi
occhi chiari per lei erano troppo famigliari per ignorargli.
"Ehi, ciao, io sono Rose e lei e Donna, qual è il
tuo nome?" disse avvicinandosi alla ragazza.
"Non lo so, non mi è stato assegnato" rispose
la ragazza con calma camminando davanti agli altri.
"Se non sai questo, cosa sai?" chiese Donna
accanto a Rose.
"So combattere" rispose come se fosse logico.
"Nient'altro?"chiese la rossa.
"La macchina ha inserito, storia e tattica militare
ma non un nome. Hanno generato un'anomalia" spiegò il Dottore senza
nascondere il suo disagio per l'intera faccenda.
"Hanno generato un'anomalia" ripeté Donna,
riflettendo.
"Jenny, ti potremmo chiamare Jenny, se ti
piace" intervenne Rose sorridendole con dolcezza.
"Jenny? Sì, mi piace" concordò l'altra biondina
sorridendole complice.
Tu che ne dici, papà” chiese Donna avvicinandosi al
Dottore, Rose gli prese la mano continuando a guardare Jenny davanti a loro.
"E' buono come un altro" rispose infastidito.
"Non sei un genitore naturale?" chiese Donna
con ironia.
"Mi hanno tolto un campione di tessuto e l'hanno
manipolato, non posso essere un genitore naturale" rispose acidamente
evitando di guardare Jenny.
"Non capisco proprio, è come avere figli con
l'inseminazione artificiale" aggiunse Rose non capendo il motivo per cui
il Dottore era così contrario.
"Non si forma una parentela da un incidente
biologico" continuò lui con calma.
"Gli Assistenti sociali lo fanno" rispose
Donna.
"Solo perché condivido alcuni tratti fisiologici con
i primati, questo non mi rende lo zio di una scimmia, giusto?" continuò il
Dottore, Jenny davanti a loro si fermò e si voltò a guardarli.
"Io non sono una scimmia, né una bambina"
rispose la ragazza, mentre Il Dottore continuava a camminare incurante, Rose lo
strattonò con la mano costringendolo a fermarsi, Donna capendo si avvicinò a
Jenny e ripresero a camminare superandoli.
"Che ti prende?" gli chiese non capendo il
comportamento.
"Cerca di non affezionarti a lei" rispose
serio.
"Perché non dovrei, è tua figlia" continuò
cercando il suo sguardo.
"Non lo è, lei … non è per niente mia figlia,
tienilo a mente" rispose lasciandole la mano e andando avanti da solo,
Rose sospirò e riprese a camminare.
Una prigione, una prigione un po’ troppo piccola per loro
quattro, o almeno Donna riusciva a leggere questo sul viso del Dottore,
soprattutto per la presenza di Jenny, non capiva perché ma il suo caro amico si
sentiva nervoso accanto alla nuova arrivata. Anche Rose si comportava in modo
strano, da quando aveva parlato al Dottore, la tensione tra loro si riusciva a
tagliare con un coltello.
Era meglio
concentrarsi su altro, davanti a lei, in alto sulla parete vide una placca di
metallo con dei numeri, si avvicinò alle sbarre per leggerli meglio, quelle
scritte le ricordavano qualcosa, ma non capiva il perché.
"Ancora numeri, devono significare qualcosa!"
disse attirando l'attenzione di tutti su di lei.
"Certo, come la storia del respiro della vita"
disse ironicamente il Dottore.
"Non mi dirai che non è vero!" aggiunse
sorpresa Jenny guardandolo.
"Credo che si tratti di un mito" le rispose
Rose.
"Si, ma potrebbe esserci
qualcosa in quel tempio, qualcosa diventata un mito, un qualche congegno
tecnologico, un arma?" rifletté a voce alta.
"La sorgente può essere un'arma, e noi abbiamo
appena detto dov'è al capitano ammazza tutti" fece notare Donna.
"Oh si" affermò il Dottore.
"E questo non è mai un bene" aggiunse Rose.
"Ecco perche dobbiamo uscire, trovare Martha e
impedire a Cobbs di massacrare gli Haflt." Spiegò il Dottore.
"Scusa, cosa … cosa stai fissando?" chiese il
Dottore guardando Jenny in piedi davanti a lui a braccia conserte.
"Ripeti continuamente di non essere un soldato, ma guardati
tiri fuori strategie, come se tu fossi un generale" parlò la ragazza
velocemente, Rose e Donna non riuscirono a trattenersi e si scambiarono un
sorriso divertite.
"Io voglio fermare la battaglia" si difese il
Dottore senza nascondere il suo fastidio.
"Non lo vuole ogni soldato?" fece notare la
ragazza.
"Beh, suppongo … questo è … senti non ho tempo"
balbettò il Dottore senza una spiegazione, chiaramente in forte difficoltà.
"Rose, dammi il tuo telefono" disse allungando
la mano verso la ragazza accanto a sé.
"Era da un po’ che non ti vedevo in difficoltà"
sussurrò la bionda passandogli il telefono.
"Credo che imparerò tanto da te, sei un grande
soldato" continuò la ragazza entusiasta.
"Rose, Donna qualcuno di voi vorrebbe spiegargli
come stano le cose" cercò l'aiuto delle ragazze.
"Oh no, tu che sei senza parole, ma è stupendo,
continua pure Jenny" disse soddisfatta Donna.
"Rose dimmi è già successo?" chiese all'altra
compagna.
"Uhm … fammi pensare … non così spesso quanto vorrei" rispose sorridendo, il Dottore sbuffò
roteando gli occhi.
Il Dottore tentò di parlare con Martha, ma con pochi
risultati, almeno sapevano che stava bene, poco dopo la chiamata nella loro
prigione arrivarono le urla d'incitamento dell'esercito che si preparava a
raggiungere la sorgente, il Dottore guardava tra le sbarre, preoccupato.
"Si preparano ad andare, dobbiamo superare quella
guardia!" disse avvicinandosi nuovamente a loro.
"Me ne occupo io" intervenne Jenny alzandosi,
ma il Dottore la fermò con un braccio.
"No , no, no, no, tu non vai da nessuna parte"
disse seriamente, Jenny e le altre lo guardarono sorprese.
"Cosa?" chiese Rose accanto a lui.
"Lei rimarrà qui, con la sua gente" continuò
infastidito.
"Noi siamo la sua gente" continuò lei decisa.
"Lei è tua figlia" precisò Donna.
"E' un soldato, è uscita da quella macchina"
specificò arrabbiato.
"Quindi la lasciamo in mezzo a persone pronte a un
genocidio, pur di imporre la propria idea" aggiunse Rose.
"Hai con te lo stetoscopio?" chiese Donna
improvvisamente, sapendo che era l'unico modo per chiudere quella storia.
"Daglielo, che aspetti" lo invogliò Rose, il
Dottore cercò nelle sue tasche e voltò lo sguardo da un'altra parte. Donna
prese l'oggetto e si avvicinò a Jenny.
"Che stai facendo?" chiese lei non capendo.
"Non preoccuparti, dobbiamo solo controllare una
cosa" aggiunse dolcemente Rose.
Donna ascoltò il doppio battito di quella ragazza, sapeva
di avere ragione, sapeva che Jenny era proprio come il Dottore, fece un segno a
Rose che si voltò verso il Dottore.
"Vieni qui e ascolta" disse Donna tornandogli
lo stetoscopio, in silenzio il Dottore obbedì.
"E poi decidi con chi deve rimanere" aggiunse
Rose prendendogli la mano.
Il Dottore ascoltò in silenzio e strinse la mano di Rose,
e guardò prima il petto della giovane poi i suoi occhi. Si allontanò quasi
spaventato, appoggiandosi al muro.
"Lei è come te, non puoi lasciare correre"
disse Rose con dolcezza avvicinandosi a lui, stringendogli nuovamente la mano
per dargli il conforto che vedeva nei suoi occhi.
Fine
Capitolo II