***
Ginny, ce la farò! / Harry, so che ce la farai!
Harry Potter pensava, immerso nell’oscurità del bosco illuminata solo dalla piccola fiammella emanata dalla bacchetta di Hermione, che aveva preso in prestito.
Ormai se n’erano andati tutti: persino la sua bacchetta ormai non c’era più…
E Ron nemmeno… se n’era andato, lasciandoli da soli… da soli a cercare gli Horcrux, da soli ad affrontare Voldemort…
Voldemort che oggi avevano dovuto affrontare per l’ennesima volta, a casa di Bathilda…
Ma il ragazzo si riscosse dai suoi pensieri, udendo i singhiozzi che Hermione cercava di soffocare sul cuscino, inutilmente. Lei era triste.
Ma lui no.
Beh, per la sua bacchetta sì che era triste, ma non certo per Ron.
Per Ron provava solo rabbia, una grande rabbia.
Ron sapeva che Hermione avrebbe pianto, e che Harry si sarebbe arrabbiato.
Hermione l’aveva persino inseguito sotto la pioggia ma lui se n’era andato.
E ora Harry non sapeva più cosa fare.
Un fiocco di neve gli scese davanti agli occhi, lento e calmo, candido e silenzioso.
Lo seguì con lo sguardo, cercando di capire dove si sarebbe poggiato.
Ma il fiocco di neve rallentava sempre di più, quasi come se non volesse darla vinta ad Harry, quasi come se non volesse fermarsi, quasi come se non volesse toccare terra, per non sciogliersi.
La sua canzone preferita gli rimbombò in testa, rispecchiando perfettamente i suoi sentimenti.
Era la canzone preferita di Ginny.
Io
di risposte non ne ho
mai avute mai ne avrò
di domande ne ho quante ne vuoi
e tu
neanche tu mi fermerai
neanche tu ci riuscirai
io non sono
quel tipo di uomo e non lo sarò
Non
mi sono perduto ed è
troppo tardi
per tornare indietro così
meglio che io vada via
non pensarci, è colpa mia
questo mondo
non sarà mio
Non so
se è soltanto fantasia
o se è solo una follia
quella stella lontana laggiù
Però
io la seguo e anche se so
che non la raggiungerò
potrò dire
ci sono anch'io
Non è
stato facile perchè
nessun altro a parte me
ha creduto
però ora so
che tu
vedi quel che vedo io
il tuo mondo è come il mio
e hai guardato
nell'uomo che sono e sarò
Ti potranno dire che
non può esistere
niente che non si tocca o si conta o si compra perchè
chi è deserto non vuole che qualcosa fiorisca in te
E so
che non è una fantasia
Non è stata una follia
quella stella
la vedi anche tu
perciò
io la seguo ed adesso so
che io la raggiungerò
perchè al mondo ci sono anch'io. (Ci sono anch’io, 883)
Pensando alla canzone, ondate di malinconia investirono il suo corpo, il suo cervello, il suo cuore.
Cercando di non rimettersi a piangere, si costrinse a non pensare a Ginny e a quanto gli mancava.
Devo andare avanti. Non devo aver paura. Non devo aver timore. Non devo essere triste.
Devo andare avanti. Devo seguire la strada già tracciata. Devo combattere.
Non mi fermerò. Non aspetterò. Ora più che mai so che ce la farò.
- Ginny, ce la farò! – Un urlo squarciò il silenzio di quella notte.
***
In quell’istante, Ginny Weasley era nel caldo letto della sua camera. Tutta
Lei no. Lei pensava e i suoi pensieri erano rivolti a quel bel ragazzo moro da tanto amato.
Il ragazzo sopravvissuto, il ragazzo con la cicatrice, il Prescelto.
Ormai veniva chiamato in tanti nomi, ma solo uno interessava alla ragazza, solo uno veniva usato da lei per chiamarlo: Harry. Semplicemente Harry.
Il suo vero nome.
“ Sei in pericolo, Harry?
Hai paura, Harry?
Vuoi fermarti, Harry?
Non sei in pericolo, Harry, perché dentro di me sentirei il cuore rallentare di più ad ogni battito.
Non hai paura, Harry, tu non hai mai paura, tu sei coraggioso, Grifondoro.
No, Harry, non ti fermare. Non aspettare. So che ce la puoi fare. So che ce la farai.
- Harry, so che ce la farai! – L’urlo rimbombò tra le pareti della casa silenziosa.
***