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Autore: mikaru99    15/07/2013    2 recensioni
“Guanda che succede sempre così: prima escono da amici, poi vanno al cinema, si tengono per mano e, prima ancora di rendersene conto sono già sull’altare!”
Un Thorin come padre: severo, inflessibile, duro, ma essenzialmente di animo gentile.
Un Fili alquanto protettivo e vivace, che è vissuto viziando il fratellino, ma che vuole solo godersi la vita con gli amici e con la sua ragazza.
E infine il più piccolo, un Kili nel bel mezzo della sua adolescenza, ribelle, capriccioso e iper geloso del fratello maggiore.
Insomma…una famiglia assolutamente tranquilla...
Questa è la prima storia che pubblico su “Lo Hobbit” Vi pregherei quindi di perdonarmi qualche erruruccio e di lasciarmi una sincera recensione su cosa ne pensate!
Genere: Fluff, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fili, Kili, Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia
Note: AU | Avvertimenti: Incest
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Il giovane Kili Durin aveva poche convinzioni nella sua vita:

Una di queste era che l'unica persona importante per lui, oltre a suo padre, era Fili.

Il suo fratellone infatti era sempre al suo fianco, pronto a mostrargli spalle forti dietro cui ripararsi.
Dita sui capelli, bocca contro le guance, frasi gentili e rincuoranti;

Fili ne aveva mandati all’aria di pomeriggi per dedicarsi a lui, preferendolo sia ai giochi scapestrati e alle corse spensierate per i campi che alle battaglie a palle di neve che lasciavano i partecipanti umidi dalla testa ai piedi, fin dentro i calzini e le scarpe.

“Non ti preoccupare, Kee” gli diceva convincente, mostrando i denti bianchi dietro le labbra schiuse in un sorriso.

“Non c’è niente più importante di te”

Non ci sarà mai niente più importante di te.

Sarai sempre l’unico, il primo, il solo. 

Sempre.

E lui lo scrutava fino in fondo agli occhi con attenzione, alla ricerca di un guizzo sinistro che avrebbe potuto smentire quelle parole tanto confortanti e sincere, senza però trovare mai nulla.

A lungo andare le credenze si trasformarono in speranze e in preghiere mute fatte passare per sguardi scostanti, in dolori al petto pungenti che portavano a galla solo ricordi dolorosi.

Al cigolio della porta o al sibilo leggero del cappotto tirato giù dall’attaccapanni, Kili sussultava, rassegnandosi al tempo stesso all’idea che il fratello stesse per andar via.

La sua assenza pareva riportare in casa il gelo alle mani e l’umido sulle gote tipico delle lacrime versate nei periodi brutti della sua vita.
Sarai sempre l’unico, il primo, il solo, gli aveva sempre detto Fili, e quando il cuore gelava in petto qualcosa in lui scattava e lo riscaldava col ricordo di quelle frasi.

“Stai uscendo?”

Sperava in un no come risposta, una negazione che non sarebbe arrivata.

Quindi, nell’attesa snervante di un qualcosa di assurdamente noto, stringeva più forte la presa sulla spalliera soffice del divano, attento a non scoprirsi, costringendosi a tenere il viso basso per non farsi leggere dentro.

Silenzioso come una piuma, suo fratello gli si avvicinava; si sporgeva a mezzobusto verso di lui, da dietro, e gli sussurrava all’orecchio:

“Vuoi che rimanga con te?”

Mentre il cuore si riempiva di “rimani, rimani, rimani”, la bocca già riceveva frasi abbozzate e sparate a caso dalla mente, e si prodigava per liberarsene quanto più velocemente fosse possibile, poiché lo infettavano nella loro falsità.

“No, vattene. Cioè…puoi andare”

Fili gli scoccava qualche occhiata premurosa in attesa che cambiasse idea, aggiungesse qualcos’altro o semplicemente desse segno di vita, continuando a scrutarlo, imperterrito, fino a quando, ormai a malincuore, non dava la schiena alla casa.
Tuttavia, il malessere che Kili sentiva sbiadiva gradualmente, tant’è che suppose di poter fare a meno del fratello per qualche ora, purché poi, al ritorno, sarebbe stato per lui di nuovo l’unico, il primo e il solo.
E di nuovo pareva essere così, di nuovo sembrava che ci fossero solo loro e che, chiuso il portone al rientro di Fili, se ne andassero via anche i dispiaceri di una giornata trascorsa in lontananza.
Finché…

“Lo sapevo che avresti fatto colpo con Eryn!”

Era Balin, che picchiettava il palmo sulla spalla di Fili, come per congratularsi.

“A quando le nozze?”

…Finché Kili scoprì che una presunta fidanzata di suo fratello avrebbe potuto minacciare la sua condizione di unico, primo e solo.
Anzi, l’aveva già fatto, ne era sicuro.

“Eryn?” chiese Thorin, vagamente interessato all'argomento.

“Sì,  una...uova pagna di asse, arriata ieri, la iù caina, anche il nome è mlto ello...ote siifia” disse Fili con la bocca piena.

“Che modi sono questi...a vent'anni non hai ancora imparato che non si parla con la bocca piena?” lo sgridò lo zio aspramente.

Fili inghiottì e sospirò.

“Ah...dicevo che Eryn è una nuova compagna di classe arrivata proprio ieri, ed è la più carina...e che anche il nome mi piace molto...ERYN significa NOTTE” spiegò Fili allegro.

Scese un silenzio pesante e carico di tensione.

Fili, tra un boccone e l'altro, lanciava al fratello un'occhiata incoraggiante, sperando che fosse lui a spezzare quell'atmosfera tesa, fosse pure per chiedere di soddisfare un capriccio come iniziare a studiare musica o comprare qualche altro completo firmato, e tante altre cose.

Invece Kili sembrava piombato in un altro mondo, non aveva toccato nulla nel piatto, il che era preoccupante visto che di solito mangiava più di Fili e Thorin messi assieme, e fissava il vuoto senza proferir parola.

Se non che...

“Quanto ti ha pagato per farsi sbattere?”

...Questa unica frase detta con una tale cattiveria da lasciare tutti allibiti.

Balin, che stava bevendo un sorso di un vino inglese, per poco non ci rimase secco... chiedendosi come fosse possibile che un ragazzo di 15 anni conoscesse un simile linguaggio e, sopratutto, come potesse Kili dire una cattiveria simile a quella che considerava la figura più importante della sua vita.

Fili sembrava voler sprofondare diecimila km sotto terra e non ricomparire più.

Fu Thorin il primo a riprendersi, mollando un ceffone al nipote tanto forte da fargli girare la testa da un lato.

Il colpo risuonò nel silenzio più totale della stanza.

Kili non disse nulla, si limitò ad appoggiarsi una mano alla guancia che pulsava in un modo incredibile, continuando a fissare il padre con un espressione mista di dolore, incredulità e sfida.

Fili guardava senza vederlo il fratellino, provando comunque una sensazione di rabbia protettiva che gli aveva annebbiato la vista appena la mano di suo zio aveva colpito la guancia di Kili.

“Fila in camera...e da questo momento sei in punizione, niente uscire, niente tv, niente musica finché non imparerai a comportarti, vai in camera tua!”

Kili rimase immobile...

Nessuno l'aveva mai trattato in quel modo…

“Vai in camera tua, ti ho detto!” Urlò Thorin.

Questa sola e, ne erano certi tutti, anche ultima volta il 15enne obbedì e, dopo appena due minuti, anche Fili lasciò la tavola per incontrare i suoi amici al bar.

Thorin, rimasto solo con Balin si rimise seduto passandosi una mano sul viso stanco.

“Dimmi...dove ho sbagliato con loro?”

“Fili oramai è un grande...e come tale sente la necessità di guardarsi intorno, conoscere gente e scoprire chi è...è del tutto normale”

“Lo so, non è questo che mi preoccupa...anche se dovrei inculcare un po' di disciplina anche a lui...ho sempre saputo che sia io che Fili abbiamo passato questi 15 anni a soddisfare Kili in tutti i suoi capricci, viziandolo...anche se all'inizio non volevo farmi abbindolare...lui le somiglia così tanto...”

“Ma anche Kili sta crescendo, o almeno...sente innalzarsi un velo tra sé e il fratello...e credo che questo non riesca ad accettarlo”

“Tu pensi...?” chiese Thorin  alzando lo sguardo sul vecchio.

“Basta guardare con quanta cattiveria a reagito nel sapere che Fili ha una fidanzata...mi ha ricordato te, infondo tu hai avuto la medesima reazione di fratello geloso, quando Dis ti ha presentato Vili”

Thorin ci penso su.

In effetti aveva sempre provato ostilità per il marito di sua sorella e anche dopo la loro morte aveva esitato a prendere con se i bambini in cui oltre vedere il lato di sua sorella, vedeva svilupparsi quello pazzoide del loro padre.

“Kili...lui lo sa?” chiese a un tratto Balin.

Entrambi sapevano a cosa si riferisse.

“Non so se Fili glielo ha raccontato...io non glielo mai detto...non ne ho avuta la necessità” spiegò Thorin “e se lo sa...vuol dire che non gli importa più di tanto visto che ha preso l'abitudine di chiamarmi “papà”...”

Passò un intervallo di assoluto silenzio che fu di nuovo spezzato da Balin.

“Allora...penso che Kili non potrà partecipare al torneo...”

Thorin lo guardò di sottecchi.

“È in punizione...” gli fece notare ovvio “Se c'è una cosa che non transigo è il linguaggio che ha usato poco fa con suo fratello...e, per assicurarmi che non accada più, non intendo togliergli questo castigo” decise alzandosi.

“Dormi qui stanotte?”

“Se non creo disturbo...”

“Assolutamente...Celis!”

In men che non si dica la paffuta governante apparve sulla soglia.

“Prepara la camera degli ospiti per questa notte!” ordinò Thorin.

Lei annuì e si affretto a salire le scale.

“Signore...vedo  che i miei piccolini non hanno mangiato...per caso stanno poco bene?”

La voce era apertamente apprensiva, come sempre quando si trattava dei due “bambini”.

“No...avevano poco appetito” mentì Thorin.

L'occhiata che gli lanciò la donna prima di scomparire lungo le scale fu eloquente a far capire all'uomo che non ci credeva neanche un po'.

Conoscendola, cercherà in ogni modo possibile di aiutare i suoi “piccolini”

Kili salì senza dire una parola, per quanto l'idea di ricevere un schiaffo fosse inattesissima lontana da tutto ciò che aveva sempre vissuto con suo padre, in sé sapeva di esserselo aspettato...

Ma non meritato...questo no.

Infondo aveva detto al fratello che la sua amichetta era null'altro che un puttana, una poco di buono.

Infondo aveva solo voluto metterlo in guardia.

Infondo qualcuno doveva pur dirglielo...come a lui era stato detto che Babbo Natale non esisteva, che Thorin non era il suo vero padre ma suo zio (anche se aveva continuato a comportarsi come se lo fosse) e che i suoi genitori erano stati uccisi da un bastardo ubriaco alla guida.

Sapeva tutto questo perché era stato proprio Fili a dirglielo...

Eppure perché se lui ha solo cercato di fare lo stesso con il fratello, è stato punito?

Ma forse non era solo per quello...

Angol autrice:

Eccomi di nuovo qui…

Che dire, guai a portare via a Kili il suo fratellone…altro che Drago Smaung, il giovane (Adorabile) ragazzino a confronto sarà come un leone davanti a un gattino.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto…non vedo l’ora di sentire le vostre opinioni in proposito!

  
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