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Autore: Gayzelle    15/07/2013    3 recensioni
Crack!pairing assurda, non so come mi sia venuta in mente .-.
Natsumi è innamorata del capitano Endou, solo che lui non è interessato a lei.
A questo punto entra in gioco Kazemaru, che cercherà di aiutare "l'amica", ma...
Dal capitolo tre:
"Smossi dal vento umido, i capelli della ragazza sembravano assumere le più svariate tonalità che andavano dall’incantevole e seducente color rame, al caliginoso ma risplendente corvino creatosi grazie alla pioggia e tra le ciocche pettinate con tanta cura la mattina stessa, che ora -ahimé- traboccavano di grovigli simili a tanti minuscoli nidi di rondine, scivolavano impacciate le sue candide dita affusolate, le quali tradivano l’apparente impassibilità della manager.
Era un gesto al quale era solita abbandonarsi inconsciamente in momenti di forte turbamento ed ora sentiva il batticuore farsi sempre più insistente, quasi doloroso, tale era l’agitazione.
Non solo era stata appena rifiutata da Endou, ma aveva anche ricevuto una dichiarazione ed il tutto in meno di un’ora.[...]
-Pensavo che per dargli una svegliata potesse essere d’aiuto farlo ingelosire, magari vedendo la sua presunta spasimante stare con il suo migliore amico. Che ne dici?-"
Spero che vi piaccia ^^
A presto!
Alicchan
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Mark/Mamoru, Nathan/Ichirouta, Nelly/Natsumi, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Jaloux?

 
La pioggia continuava a scendere, le gocce infinite picchiettavano insistenti sui due ombrelli colorati, scivolando lentamente e cadendo rovinosamente sul terriccio fradicio.
I due ragazzi sembravano estraniati da questo mondo, erano come chiusi in una campana di vetro, dove lo scroscio dell’acquazzone e la sensazione di umido non arrivava.
Invece l’odore della pioggia, fragranza impalpabile, sembrava incorniciare la scena perfettamente.
Quel profumo invisibile nell’immagine, si poteva percepire solo con un’osservazione attenta, difatti il viso della ragazza sembrava addolcirsi mentre inspirava quell’aria fragrante.
Le gote lievemente rosse della ragazza e il leggero tremolio della sua mano affusolata che stringeva il polso del capitano, tradivano la sua apparente calma.
Endou stava per dire qualcosa, stava già allargando le sue labbra in  un sorriso, ma Natsumi lo bloccò.
-Stai zitto. Devo parlare prima io, poi, se avrai qualcos’altro da dire, allora potrai parlare.
Ma non prima che lo faccia io.- Disse la ragazza secca, senza alcun tremolio nel tono sicuro.
Lo sguardo del ragazzo si fece serio come mai fin’ora, lasciando cadere il braccio teso lungo il corpo dopo che Natsumi allentò la presa sul suo polso.
Lei non sapeva da dove iniziare, si morse il labbro e iniziò a picchiettare con le dita affusolate sul manico dell’ombrello.
-Non sono brava con i giri di parole, per cui ti dirò subito il motivo per cui ti ho trattenuto.
Mi piaci, Mamoru Endou.- Disse lei tutto d’un fiato, guardando negli occhi il ragazzo e segregando una traccia indelebile della sua vivacità nelle proprie iridi.
Natsumi non stava sorridendo, era seria e con lo stesso portamento orgoglioso di sempre, aspettava impaziente una sua risposta.
Inizialmente, Endou sgranò gli occhi nocciola, assumendo la stessa espressione di un bambino che vede per la prima volta un leone allo zoo, balbettando qualcosa e indietreggiando leggermente, un po’ imbarazzato.
Si ricompose poco dopo e disse l’unica frase che Natsumi non avrebbe mai voluto sentire come risposta, lasciandola incredula.
-Mi dispiace Natsumi, ma io ti giudico solo come un’amica, nulla di più.-
Il volto del ragazzo era serio, dannatamente austero come non lo era mai stato.
La ragazza sentì gli occhi inumidirsi, le lacrime pizzicavano e premevano forte sulle palpebre, impazienti di uscire e scorrere come piccoli fiumi impetuosi lungo le gote rosee.
No, non ora! Non piangerò davanti a lui.
Natsumi trattenne le lacrime e sorrise, lei era forte e l’avrebbe dimostrato, sia al capitano che a se stessa.
-Capisco Endou-san. Allora, fai come se non ti avessi detto nulla.- Il tono di Natsumi era rassegnato, dietro quel sorriso così falso, si nascondevano i singhiozzi che bruciavano la sua gola, pronti ad esplodere.
-Allora, io vado. Mio padre mi aspetta.- Concluse lei voltandosi e camminando verso la scalinata.
Sul volto di Mamoru era tornato il solito sorriso puro e innocente.
-A presto Natsu-chan!- La salutò lui agitando la mano e dirigendosi dalla parte opposta verso cui era diretta la ragazza.
Dopo aver ricambiato il saluto, Natsumi si mise a correre, non le importava dove, lei voleva solamente allontanarsi da lì e dimenticare, in qualche modo.
L’ombrello le intralciava la corsa, sbatacchiando sulla schiena coperta dall’impermeabile rosa e lasciando che le gocce di pioggia s’infrangessero sul suo viso come piccole fruste, provocando scie fugaci simili a tagli trasparenti.
Le lacrime ora scorrevano insistenti, fondendosi alla pioggia e creando minuscole danze sul viso della ragazza.
Correva verso il centro della città, sperando in un piccolo bar aperto, infradiciando le gambe con l’acqua fangosa delle pozzanghere.
Si fermò non appena vide una luce calda proveniente da alcune vetrine, si avvicinò e venne subito attratta dal profumo inebriante della cioccolata calda.
Varcò la soglia del bar e si diresse verso un tavolino, si sedette sulla sedia di legno e aspettò.
Non sapeva neppure lei cosa aspettava, certamente l’ipotesi più attendibile era che stesse aspettando il cameriere per prendere la sua ordinazione, ma forse il suo cuore si aspettava una scena strappalacrime come quelle delle soap-opera, in cui l’amore della sua vita tornava a cercarla, dicendole che aveva commesso il suo più grande errore respingendola e…
Credo di avere la febbre.
La ragazza appoggiò la fronte sul tavolo in legno, i capelli fradici le solleticavano il viso e le lacrime minacciavano ancora di scendere lungo le gote.
Amica. Quando inizia a piacerti qualcuno, essere chiamata “amica” ti porta al settimo cielo, mentre in una situazione del genere, ti sembra di cadere e di schiantarti contro il cemento.
Quando arrivò il cameriere chiese una cioccolata calda, voleva affogare in quel liquido dolce e denso e dimenticare così il sapore amaro che avevano le sue lacrime.
Appoggiò nuovamente la fronte sul tavolino di legno, chiudendo gli occhi e ascoltando i battiti del suo cuore.
Il rumore scricchiolante del legno la risvegliò dallo stato di riflessione, qualcuno la stava osservando.
Un ragazzo dai lineamenti leggermente femminili, teneva puntato il suo sguardo sulla nuvola di capelli ramati che si mimetizzava con i nodi del legno.
-Non avevo mai visto la Signorina Raimon piangere.- Disse la voce del ragazzo con una punta di sarcasmo.
-Vattene, idiota di un Kazemaru.- Rispose la ragazza con una punta di orgoglio nel tono della voce, sicuramente almeno quello non lo avrebbe mai perso.
Il ragazzo fece un sospiro divertito, appoggiò il mento sul palmo della mano e si mise a fissare intensamente le iridi calde di Natsumi, che nel frattempo aveva alzato la testa per essere allo stesso livello del suo interlocutore.
-Vedo che non perdi il tuo orgoglio nemmeno quando stai male, eh?- Chiese il ragazzo di rimando.
In tutta risposta lei girò di scatto la testa verso la finestra e si mise a guardare le gocce che scendevano lungo il vetro, ricordandole le lacrime che aveva assaporato poco prima.
-Allora? Non vuoi dirlo nemmeno a me?- Insistette Kazemaru, sperando che la ragazza reagisse in qualche modo.
O almeno che non reagisse insultandolo.
Natsumi lo ignorava completamente.
Il ragazzo la osservò in silenzio, guardandola attentamente per capire cosa avesse, notando poi che le sue gote della erano rigate di lacrime.
-Perdonami Kazemaru, ma non ne voglio parlare.- Disse lei con il tono incrinato dal pianto, volgendo lo sguardo al ragazzo e sorridendo tristemente.
 -Dimmi solo una cosa.- Disse il ragazzo serio.
-La tua tristezza è in qualche modo collegata a Endou?-
-Dubito che sia una cosa che ti riguardi, Kazemaru.- Rispose Natsumi con disprezzo.
Il silenzio tra i due fu interrotto dall’arrivo del cameriere che appoggiò la tazza di cioccolata sul tavolino, mentre la ragazza sorrideva forzatamente ringraziando l’uomo.
Prese in mano la calda tazza di ceramica, bagnando le labbra in quel liquido dolce, aspettando la prossima insulsa frase del ragazzo, a cui avrebbe risposto in modo tagliente.
-Natsumi, vuoi diventare la mia ragazza?-
 
 
Angolino dell’autriCIA
Eccomi con il secondo capitolo di questa fiction nata per puro caso!
So che i primi due capitoli sono un po’(ma giusto un po’, eh!) lenti,
ma a partire dal prossimo tutto si farà molto più interessante! xD
Natsumi, Kazemaru, abbiate paura.
Uohoh, colpo di scena sul finale.
Chissà cosa dirà Natsumi…
Potrebbe anche essere che lo pigli a bastonate, eh.
Mica deve dirgli per forza qualcosa.
Ryuuji: “A volte un gesto vale più di mille parole”.
Esattamente u.u
Natsumi: Ma guarda cosa devo sopportare. Verrò presa in giro a vita per questo!
No dai, sei tenera quando non fai la tsundere :3
Natsumi: Non osare dare della tsundere a me, capito? Come osi tu plebea, dirmi ciò!
Appunto…
Allora, spero che il capitolo vi sia piaciuto ^^
Alla prossima :3
  
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