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Autore: CharlotteisnotReal__    16/07/2013    3 recensioni
Quella ragazza era speciale, mentre lui non era altro che diverso, uno strano.
~
Era fuggita via, appena Harry aveva varcato la soglia di quel negozio, era scappata come fosse un invito ad inseguirla, perché Letitia non era altro che una tentazione, una meta irraggiungibile, desiderio di molti e privilegio di pochi.
Il ragazzo era stato sopraffatto da tale bellezza, di cui ancora non conosceva né volto né nome. La sua dolce armonia la rendeva un angelo in un mondo piacevole e seducente, di cui lui non faceva parte, perché inadatto.
Era così che si era sentito Harry, sgradevole. Letitia, inconsciamente, aveva lasciato che il ragazzo cogliesse nel segno. Lei non era fatta per lui, o meglio, lui non era abbastanza per lei.
~
Song-fic ispirata a Creep dei Radiohead :)
Genere: Drammatico, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Letitia
(Letischa)


 

When you were here before
Couldn't look you in the eye
You're just like an angel
Your skin makes me cry
You float like a feather
In a beautiful world

 

Era fuggita via, appena Harry aveva varcato la soglia di quel negozio, era scappata come fosse un invito ad inseguirla, perché Letitia non era altro che una tentazione, una meta irraggiungibile, desiderio di molti e privilegio di pochi.
Chiusa, come una farfalla nella sua crisalide e circondata dal un mondo che quasi sembrava non sfiorarla nemmeno, in un universo di cui lei non voleva far parte, perché troppo frivolo e privo di giudizio confronto alla fantasia che regnava intorno a lei.

Harry non aveva fatto in tempo a scorgerla in viso, che quella pelle lattea, candida a tal punto da far piangere si era dileguata, danzando quasi per quei corridoi che poteva dire conoscere come le proprie tasche.
Aveva lasciato che  gli occhi color acerbo del ragazzo si beassero solo di quei boccoli color pesca, fluttuanti, che la seguivano in quei movimenti così aggraziati.
Il ragazzo era stato sopraffatto da tale bellezza, di cui ancora non conosceva né volto né nome.
La sua dolce armonia la rendeva un angelo in un mondo piacevole e seducente, di cui lui non faceva parte, perché inadatto.
 

But I'm a creep, I'm a weirdo.
What the hell am I doing here?
I don't belong here
.


Era così che si era sentito Harry, sgradevole.
Letitia, inconsciamente, aveva lasciato che il ragazzo cogliesse nel segno. Lei non era fatta per lui, o meglio, lui non era abbastanza per lei.
Quella ragazza era speciale, mentre lui non era altro che diverso, uno strano.
Non apparteneva al suo mondo, eppure desiderava ardentemente che lei lo condividesse con lui e fu allora che lei gli scivolò sotto al naso, fluttuante quanto una piuma. Harry, in cuor suo provò a fermarla, ma non poté fare nulla d’innanzi a tanta leggiadria, solo rimase inerme, impassibile.
Desideroso di poterle parlare, poterla toccare e potersi beare del suo sorriso, che ancora non conosceva.

 

I don't care if it hurts
I want to have control
I want a perfect body
I want a perfect soul
I want you to notice
When I'm not around


Il desiderio di perfezione continuò a vampare nel suo cuore, perché non vedeva altro modo che la completezza per poter arrivare a quella ragazza, così libera e intraprendente.

Eppure, era invisibile.
Quegli occhioni così grandi ed aperti all’immaginazione, sembravan non accorgersi di lui, mentre la bellezza delle celestiali iridi color cobalto si riflettevano sulla sua figura.
Tutto ciò lo ferì, era straziato, ma nulla sembrava importargli. Nulla se non il desiderio di poter avere quella ragazza.
La ragazza del negozio di CD.

Harry si era quasi convinto di esserne all’altezza, di poter fronteggiare spavaldo tale meraviglia, ma ormai il suo tempo era finito.
Un’altra occhiata.
Un sorriso rubato.
Ed ora Letitia correva, correva fuori dalla porta, incontro al nulla.
Era fuggita di nuovo e come in quel passato così prossimo Harry non era riuscito a fermarla, solo poteva guardarla trottare con eleganza equina attraverso l’opaca vetrina.

 

She's running out again,
She's running out
She's run run run running out...

 

Il riccio si era ormai rassegnato.
Il senso di illusione si era preso gioco del suo sentimento così futile ed infondato, tanto che la sua inadeguatezza gli si scagliò contro, come un’onda anomala.
Come i tempestosi occhi di Letitia...
Stupido.
Così si sentiva, per aver creduto anche solo per un istante che quella ragazza avrebbe potuto appartenergli.
Era disposto a donargli se stesso, e tutto ciò che possedeva.
Tutto ciò che quei rosei capelli avrebbero voluto, eppure era solo un abbaglio perché Harry non apparteneva a quel posto.
Cosa ci faceva lì? Niente, ecco cosa.
Ma Harry sperava, confidava ancora di poter far parte di ciò che Letitia era, ma ogni sua fantasticheria perse di valore, quando la ragazza incrociò il suo passo, indifferente.
Avevan varcato la soglia di quella porta al contempo, ma per la ragazza sembrava lui non esistesse, mentre, con calda freddezza tornava a vagare per gli scaffali di quel negozio.

Che non si fosse accorto di lui?
Ad Harry ormai non importava, poiché la ferita si era ormai tramutata in uno squarcio profondo che andava a toccare il centro della sua anima, ormai persa.
Il suo tormento ormai era ridotto a se stesso.
Perché Harry era una persona strana, sgradevole e di certo non apparteneva al mondo di quella Dea dal sublime incanto.


Whatever makes you happy
Whatever you want
You're so fuckin' special
I wish I was special...

 

Quel ragazzo, l’aveva sfiorata, passatole accanto, ma di quel contatto lui non aveva provato emozione, né aveva percepito il tatto.
L’aveva così lacerata con un solo sguardo.
Harry era diverso, strabiliante. Mai aveva visto tanta meraviglia in un ragazzo solo e si sentì una stupida, costretta a scappare da lui, perché troppo diversa e inadeguata.
Quei ricci così fluenti erano tutto tranne scontati e questo l’aveva ferita ed affascinata al contempo, perché Letitia non era altro che scontata, una persona comune, che mai avrebbe potuto anche solo sfiorare le bellezze del mondo a cui quelle fossette appartenevano.
Lei.
Isuoi occhi.
I suoi capelli.
Ed il suo sorriso non potevan esser altro che sgradevoli per quel ragazzo e più volte si era chiesta cosa diavolo stava facendo lì.
Letitia non era speciale, ma con tutta se stessa avrebbe voluto esserlo.
Anche solo per un’ora.
Anche solo per il tempo di un bacio.
Ma ciò faceva parte di un desiderio irraggiungibile: la voglia di esser speciale.
L’ambizione di chi era sgradevole alle persone, di chi non apparteneva a nulla di chi poteva dirsi strano.


But I'm a creep, I'm a weirdo,
What the hell am I doing here?
I don't belong here.
I don't belong here.

 

 

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 (Cara Delevingne) 
 


 

Facciamoci una risata! AHAH
Che finale, eh? Avrei voglia di prendermi a schiaffi da sola tanta è la presa a male!
Quindi… Beh… Che dire? Entrambi si credevano troppo sgradevoli ed inadatti per accorgersi invece che i loro mondi avevan molto in comune e che avrebbero  potuto legarsi senza alcun problema.
Comunque sia finita ‘sta storia ci tenevo a dire che è una song-fic ispirata all’omonima “Creep” dei Radiohead (canzone capolavoro a mio parere), e che il nome Letitia va pronunciato "Letiscia" :)
Ah, tenevo anche a dire che il banner animato –sprecato per queste schifo di quattro righe- è opera mia, che ho da poco imparato a "giffarli", quindi un brava me! lol

Ora visto che dovrei esser a letto già da un pezzo,vi saluto e ringrazio per aver eventualmente seguito/preferito/ricordato, ma anche solo per aver letto questa storia! :)


Un bacio, Carlotta 

  
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