Di nuovo i suoi occhi. Impossibile.
Severus Piton fissò i suoi occhi di notte dentro quelli verde smeraldo ancora una volta, dopo tanti anni.
Ma di chi era il volto che li incorniciava? Di chi erano gli occhiali che li schermavano leggermente? Di chi erano quei capelli neri?
A Severus sembrava di impazzire dal dolore.
Lily non esisteva più, quegli occhi non erano suoi. Eppure per un attimo, per un folle attimo si era ritrovato diciassettenne, in un’aula di trafigurazione e senza fiato per l’emozione.
Quella fu l’ultima volta che sedette accanto a lei…
“Qualcosa non va, Severus?”
Piton quasi tremò.
“Tutto bene, preside.” Sibilò, meno glaciale di quanto non desiderasse suonare.
Vuotò il suo bicchiere di succo di zucca in silenzio, sperando con tutto il cuore che Silente non dicesse altro.
Per sua fortuna il preside intraprese una vivace conversazione con Vitious. Lui si concesse qualche istante per pensare..
Non la vedeva da 14 anni. Si era sposata, aveva avuto un bambino. E a causa sua, soltanto sua, la felicità di Lily era stata spazzata via, con suo marito e col sogno di crescere suo figlio in un mondo di giusti.
Severus represse l’impulso di sputare. Aveva l’amaro in bocca.
Era stato lui a negarle tutto questo, ad ucciderla. Lui aveva rivelato a quel Padrone che un tempo serviva e che ora disprezzava la profezia sul bambino predestinato.
E quel bambino sarebbe sopravvissuto, ancora dopo quella notte e una volta per tutte; avrebbe dato la vita per questo.
Si alzò di scatto e si allontanò, ignorando lo sguardo brillante e fin troppo indagatore di Silente. Lasciò silenziosamente la sala grande, avvolto nel suo mantello nero fluttuante. Lily avrebbe riso di quel mantello, avrebbe detto che somigliava a un pipistrello, nero dalla punta dei piedi alla punta dei capelli.
Per quanto non desiderasse altro, non guardò mai una volta nella direzione degli occhi di lei, ora incastonati nel volto di James Potter.
Sì, avrebbe protetto Harry Potter.
Avrebbe dato la vita per questo; perché lei non fosse morta invano.