Una massa di capelli biondi si
scaraventò su qualcuno.
Era un ragazzo alto più o
meno 1 metro e 75, lo avevo visto
di sfuggita già
un paio di volte in questi
ultimi anni.
Una figura scura si
avvicinò al nostro tavolo ma non ci feci
molto caso essendo troppo presa da quello che stava succedendo.
‘ciao Zoe!’-
disse la Giò
‘ehi!’- rispose
lei
‘Zoe, chi è quel
ragazzo?’- chiesi io indicandolo con la
punta del dito
‘ah, parli di
Horan?’- fece un piccolo cenno di disgusto
intanto che si accomodò seduta al tavolo di fronte a me-
‘viene definito come
il “bullo della scuola”, ma più che
bullo è un ragazzo aggressivo e pericoloso,
almeno le voci così dicono’- fece una piccola
pausa dando un morso al suo
panino- ‘frequenta il 5 anno e quello di fianco a lui e suo
amico, si dovrebbe
chiamare Melik, Malik qualcosa del genere’- fece un'altra
pausa inghiottendo il
boccone che stava masticando- ‘si sarà trovato da
dire con qualcuno’-.
Continuai a guardare la scena,
sembrava una specie di
litigio e a tutti gli altri ragazzi non sembrava interessare come se
fosse
qualcosa ‘d’abitudine’.
‘Hel, fidati, è
un tipo da evitare’-mi disse
Zoe con voce bassa.
Di quel ragazzo riuscì a
vedere solo i capelli e nient’altro.
La pausa era ormai finita, tutti si
stavano recando in classe
per le ultime ore di scuola.
Mi trovai sulla soglia della porta
della mia classe quando
il cellulare posto nella tasca posteriore dei miei jeans mi fece
vibrare il
gluteo destro.
*HARRY: oggi dopo scuola vieni a darmi una mano al bar?
Grazie x*
Ovviamente non era una domanda ma un
affermazione.
Finite le
lezioni andai a casa a
cambiarmi e mi diressi al bar.
‘Harry!’- chiamai
appena entrata.
Il locale era pieno di persone che
chiacchieravano.
‘ah eccoti
finalmente!’- mi si avvicinò e mi
stampò un bacio
sulla guancia- ‘vieni che ti presento una persona’-
disse.
Mi portò dietro al bancone
e intanto che mi allacciai
intorno un grembiule nero Harry cominciò a parlare con un
signore intorno ai 60
anni di età.
‘signor Paul, lei
è mia sorella Helen!’- disse presentandomi.
Strinsi la mano rugosa
dell’uomo mostrando un sorriso
chiedendomi chi fosse.
‘oh, la piccola Helen,
piccola mica tanto, sei cresciuta
così tanto dall’ultima volta che ti ho visto e
assomigli cosi tanto a tuo
fratello!’-mi disse meravigliato
Chiesi
a bassa voce a
Harry chi fosse, intanto che il cosiddetto signor Paul
continuò a parlarmi.
‘è un vecchio
amico di papà’- disse al mio orecchio
‘assomigli cosi tanto a tua
madre! Sei diventata
bellissima!’- continuò.
Quelle parole mi turbarono un
po’.
Già, mia madre.. ormai non
sapevo più nulla di lei, in che
condizioni fosse.
Quando Harry mi portò via
da lei stava male: era depressa,
prendeva farmaci antidepressivi, si tagliava e aveva provato
già due volte a
togliersi la vita e tutto ciò sotto i miei occhi, occhi di
una bimba di 10/11
anni.
Ormai noi due, abbandonati anche da
nostro padre che andò
via di casa, non riuscivamo più a vivere: mia madre tentava
di picchiarmi per
togliere lo stress causato dalla scomparsa di mio padre e Harry non
riusciva
sempre a proteggermi così decidemmo di andare ad abitare da
zia Emy per un
periodo fino a quando non ci comprò la casa ed Harry
riuscì a trovarsi un
lavoro.
Presi uno straccio da sotto il
bancone e cominciai a
strofinare la superficie intenta a pulire varie macchie di
caffè e a uriliare
la conversazione tra mio fratello e il sig.Paul.