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Autore: clepp    16/07/2013    7 recensioni
"Cos'è l'amore, Wendy?"
Rimase per un attimo stordita da quell'improvvisa domanda.
"L'amore? - ci pensò un attimo, poi diede la più banale delle risposte - l'amore è quando l'altra metà è felice"
Silenzio. Wendy era abituata ad aspettare minuti prima di avere una risposta da lui. Era fatto così.
"Sei felice?" Le chiese.
Lei annuì. "Si, certo"
Silenzio.
"Allora credo di amarti"
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Zayn and Wendy'
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THE DARK SIDE OF ME.

(THREE)
-angry







“You are scaring the baby”
He stopped just for a moment.

 
Wendy si avvicinò allo specchio con aria assorta, ancora profondamente indecisa sulle scarpe che avrebbe messo quella sera. Indossava un semplice paio di jeans e una camicetta sobria, nulla di eclatante, quindi optò per un paio di ballerine bianche, semplici e carine. Raggiunse il bagno dove si truccò con uno strato di matita e una passata di fard sulle guance, giusto per darle un po’ di colore in più. Lasciò che i capelli lunghi e scuri le ricadessero morbidi sulle spalle, consapevole che durante la serata li avrebbe raccolti nella sua solita coda alta. Odiava tenere i capelli sciolti, le davano davvero molto fastidio, e poi si piaceva con la coda, le dava un’aria seria e intelligente. Dopotutto lei era seria e intelligente.
Afferrò la borsa e scese in salotto dove Susan giocava con la madre sul divano. Sorrise ad entrambe.
“Mamma io esco un paio d’ore con Harry, d’accordo?” si abbassò per darle un bacio sulla guancia mentre la sorella agitava le manine per attirare la sua attenzione.
“Se non foste amici da una vita, penserei che ci fosse qualcosa tra voi due...” commentò la donna, con un sorriso malizioso stampato in faccia. Wendy scosse la testa, alzando gli occhi al cielo.
“Meno male che conosci la verità allora...”
Il suono del clacson attirò la sua attenzione. Salutò la madre e la sorellina e si affrettò ad uscire dopo aver afferrato la giacca nera.
“Divertiti!” le urlò dietro la madre mentre lei richiudeva la porta.
Parcheggiata davanti al vialetto vide la macchina accesa di Harry.
“Domani nevicherà!” esclamò lui, non appena la vide entrare, riferendosi chiaramente ai suoi capelli finalmente liberi da elastici e forcine.
“Simpaticone” mormorò alzando gli occhi al cielo. Lui glieli scompigliò, facendola sbuffare, poi con un sorrisetto divertito accelerò, immergendosi nelle strade buie di Holmes Chapel.
“Andiamo al Glamour, d’accordo? Liam e Ella ci aspettano là” l’avvisò con cautela.
Wendy gli lanciò un’occhiata ostile.
“Ella? Da quando noi usciamo con Ella?” domandò, irritata e allo stesso tempo confusa. Harry sospirò.
“E’ da una vita che ci prova con me e alla fine ho ceduto... era diventata insopportabile” spiegò, mortificato. Wendy sbuffò rumorosamente.
Ella Ferguson era una delle ragazze più insopportabili dell’intera scuola. Oltre ad essere una gran maleducata, era anche rozza e stupida e Wendy non riusciva a capire come i ragazzi riuscissero a sopportarla per una sera intera. Forse la prospettiva di poter toccare quel suo seno prosperoso era un ottimo aiuto per riuscire a stare in sua compagnia. Wendy ne era disgustata.
“Harry, sei consapevole che adesso ti perseguiterà a vita? E che sarà mille volte peggio di prima?” gli fece notare, con un sopracciglio alzato e la sua solita aria da saputella. Lui sospirò mentre dava un’occhiata allo specchietto per controllare la strada dietro di loro.
“Purtroppo lo so, ma è stato più forte di me. Mi ha chiesto di uscire proprio quando quella stronza di francese mi ha interrogato ed ero talmente nervoso che ho dovuto accontentarla per non doverla più stare a sentire” spiegò, sempre più afflitto.
“Non vedo l’ora che torni Lola” esalò Wendy.
Lola, la sua amata migliore amica Lola. Lei si che era una forza della natura. Una piccola ragazzetta, alta un metro e cinquanta, snella, con dei capelli lunghi e rossi e un paio di occhietti verdi e vispi. In tutta quella piccolezza c’era un uragano di persona, una giovane ragazza intraprendente e senza peli sulla lingua. In quel periodo purtroppo però faceva parte di uno dei progetti della scuola ed era partita per un intero mese in Francia.
Lola era tutto ciò che Wendy non era.
“Già, con lei intorno, tipe come Ella non hanno neanche il coraggio di avvicinarsi” replicò Harry, con un sorriso divertito stampato in faccia. Wendy sospirò e sorrise a sua volta.
Quando arrivarono davanti al locale notò che era già gremito di persone, ed erano soltanto le nove e mezzo. Lei ed Harry parcheggiarono e scesero insieme dall’auto. Come era solito fare, Harry la prese sottobraccio, trascinandola dentro il bar.
Wendy avvistò immediatamente la chioma biondo platino di Ella e subito dopo il sorriso felice e sollevato di Liam rivolto nella sua direzione.
“Hai lasciato il povero Liam da solo con quella?” ghignò Wendy, mentre raggiungevano a passo lento il tavolo occupato dai due.
“Mi sento seriamente in colpa” mormorò prima di aprirsi in uno dei suoi più falsi sorrisi non appena fu davanti a Ella. Quest’ultima ricambiò, lanciando un’occhiata di fuoco a Wendy nel vederla così vicina alla sua preda. Lei con una rapidità impressionante lo lasciò andare, sedendosi accanto ad un povero Liam.
“Se ti fa sentire meglio, Harry si sente in colpa” gli disse con un sorriso compassionevole.
“Ho già in mente qualche favore da rifilargli” replicò, con finto tono sadico e Wendy rise.
Quando anche Ella e Harry si furono accomodati di fronte a loro la serata cominciò. La coppietta ordinò un paio di drink e, ignorando la loro presenza, cominciarono ad approfondire il loro rapporto. La lingua di Harry infatti, approfondì a fondo la bocca di Ella.
“Per fortuna che non la sopporta” commentò Wendy, trattenendo a stento una smorfia disgustata di fronte a tanta volgarità. Non che lei fosse una santa o una suora, ma c’era un limite a tutto. Non avrebbe mai baciato così un ragazzo alla prima uscita, davanti ad altre due persone per di più. Non era quel genere di persona.
“Beh, con quella scollatura si può fare un’ eccezione” fu la risposta di Liam che, senza esitazione, ricevette una pacca sul braccio.
“Siete tutti uguali” borbottò lei, trattenendo un sorrisetto divertito. Liam aprì la bocca per replicare ma la suoneria del suo cellulare lo interruppe di colpo.
“E’ Niall, esco per rispondere” dichiarò, alzandosi.
“Vado a prendere qualcosa da bere intanto, non mi va di fare la terza incomodo” borbottò lei e tutti e due lasciarono ai piccioncini un po’ di privacy.
Wendy osservò Liam uscire dalla porta d’ingresso e, con un po’ di fatica riuscì a raggiungere il bancone.
“Una birra e una coca cola, grazie” disse al barista che, con un’espressione perplessa si voltò per preparare ciò che aveva chiesto.
“Chi è che viene in un locale dove ci sono soltanto ubriaconi e ordina una coca cola?”
Wendy si voltò di lato, incontrando un paio di occhi cristallini. Osservò la faccia del ragazzo che aveva parlato e rimase colpita dal bel sorriso che le stava mostrando.
“Io” rispose, sperando in tutti i modi che le luci soffuse nascondessero il rossore sulle sue guance.
“Tu? – ripeté lui, ironicamente – solitamente quelle che sembrano le più tranquille sono le più cattivelle” commentò, alzando un sopracciglio mentre giocherellava col bicchiere mezzo vuoto della sua bibita. Wendy aggrottò la fronte.
“Beh, io sono come mi vedi”
“Io vedo soltanto una bella ragazza” replicò lui, con un sorriso sornione e gli occhi lucidi a causa dell’alcol ingerito. Wendy trattenne il respiro e si voltò verso il barista per controllare quanto gli mancava a preparare due dannati bicchieri.
“Beh ti ringrazio” disse semplicemente.
“Quanti anni hai?” chiese.
“Diciassette”
“Diciassette? Sembri una bambina” mormorò, sorridendole divertito e quasi intenerito.
“Si, me lo dicono in tanti” replicò lei, scocciata.
“Beh, le bambine non bevono coca cola, ma solo tè e succhi di frutta”
“Louis”
Wendy non poteva crederci. Anche lì, in uno dei tantissimi locali della città le toccava risentire quella voce.
Esitante si voltò e incrociò gli occhi cupi di Zayn Malik che con fare seccato la osservava. Arrogante e maleducato.
“Sei tornato finalmente – esclamò il ragazzo con gli occhi azzurri – io e questa bella bambina stavamo parlando” continuò, lanciandole un’occhiata complice che non trovò risposta.
“Che ci fai qui?” gli chiese lei di getto, pentendosi subito di quella domanda.
“E’ vietato venire in un locale il sabato sera?” replicò, acido, alzando un sopracciglio. Wendy abbassò lo sguardo, imbarazzata. Si sentì stupida per avergli posto una domanda del genere.
“Vi conoscete?” domandò il ragazzo dagli occhi azzurri, passando lo sguardo da Wendy a Zayn come una saetta.
“E’ una della mia scuola” rispose lui, seccato. Quella situazione lo infastidiva. Lei lo infastidiva.
“Beh, presentami allora” disse l’amico, ironicamente.
“No”
“Andiamo amico!”
“Presentati da solo”
“D’accordo – esalò, stufo – io sono Louis, un amico di Bradford di questo simpaticone – lanciò un’occhiata divertita a Zayn – e tu come ti chiami?”
Wendy deglutì rumorosamente e giocherellò con l’orlo della sua maglietta.
“Wendy, Wendy Evans” rispose, a bassa voce.
“Wendy? Persino il tuo nome sprizza tenerezza da tutti i pori” scoppiò a ridere e finì la sua birra in un sorso, pulendosi poi la bocca con la manica del maglione color indaco.
“E’ solo una bambina Louis, andiamocene”
Zayn gli afferrò il braccio e, con uno sguardo eloquente gli intimò di seguirlo ma Louis non si mosse.
“Zayn lo sai di essere un gran maleducato?” lo rimbeccò Louis, con un’occhiata di ghiaccio, strattonando il braccio per liberarsi dalla sua presa.
“Non ci dormo la notte”
Wendy si rese conto solo in quel momento che il barista aveva poggiato i due bicchieri accanto a lei e senza pensarci due volte li prese in mano, finalmente aveva una scusa per andarsene.
“Io... devo tornare al mio tavolo” balbettò, con un debole sorriso, nascosto dai due bicchieri.
E tutto successe in un attimo.
Louis in un gesto involontario e poco sobrio allungò il braccio verso di lei per fermarla, ma Wendy sussultò presa in contropiede e il bicchiere contenente la birra schizzò dappertutto, colpendo Louis e Zayn. Quest’ultimo imprecò, abbassando lo sguardo  sulla sua maglia dove una grossa macchia giallastra si stava espandendo a vista d’occhio.
“Guarda che cazzo hai fatto!” sbottò, alzando di scatto la testa, inchiodandola con quei due occhi ardenti. Louis si alzò per prendere le sue difese ma qualcun altro fu più svelto di lui.
Liam le si parò davanti proprio mentre Zayn avanzava verso di lei in uno scatto d’ira.
Quel ragazzo era sempre stato un pacifista, ma Wendy non poté non notare che la sua stazza era parecchio possente.
“Sta fermo” gli intimò, con tono calmo ma deciso.
“E tu chi cazzo sei? – domandò il mulatto, accalorandosi – il suo bodyguard?”
Louis con tranquillità afferrò il braccio di Zayn, cercando invano di farlo calmare. Wendy pensò che non doveva essere la prima volta che lui cercava di attenuare la sua rabbia perché i suoi gesti sembravano perfettamente studiati e la sua espressione scocciata, come se quella scenetta l’avesse vissuta milioni di volte. E forse era così.
“Non ti senti un idiota a prendertela così con una ragazza?” lo ammonì Liam con i suoi soliti modi pacati e la sua voce pacifica.
Solo quando il battito di Wendy e il suo respiro tornarono regolari si accorse di aver trattenuto l’aria per tutto quel tempo. Si era spaventata, e non poco. Vide Zayn fissarla e i suoi occhi ardere.
“E’ lei l’idiota che mi ha sporcato la maglia” ringhiò lui, in risposta, serrando la mascella.
“Vacci piano con le parole”
Wendy vide chiaramente i muscoli della schiena di Liam contrarsi e sentì il suo tono sfumare risultando più aggressivo.
“Liam…” Wendy posò una mano sulla sua spalla. Non voleva creare problemi o dare spettacolo, voleva solamente andarsene ed evitare tutto quel caos.
“Dai Zayn, andiamo via” Louis prese l’amico per il braccio cercando di trascinarlo via con sé ma Zayn sembrava irremovibile.
“Altrimenti, cosa mi fai?” il moro ora sembrava soddisfatto, come se volesse ottenere proprio quel tipo di reazione, come se volesse accendere in Liam quel pulsante che avrebbe portato la discussione a qualcosa di più violento.
“Altrimenti ti faccio tornare da dove sei venuto, coglione” replicò Liam, sempre più minaccioso. Wendy si stupì: non l’aveva mai visto così, non l’aveva mai sentito dire una parolaccia in dieci anni che si conoscevano.
Era spaventata, sapeva che Liam sarebbe riuscito a controllarsi ma conoscendo i tipi come Zayn, la situazione sarebbe degenerata in pochi secondi, e lei non voleva assistere ad una scazzottata.
“Ripeti ciò che hai detto”
Zayn non sembrava più scherzare. Nei suoi occhi baluginò un lampo di furia cieca.
“Zayn... - fu Louis a parlare – stai spaventando la bambina
Il moro distolse lo sguardo per un momento da Liam, posandolo su una Wendy spaventata e intimorita che ancora era nascosta dietro la stazza dell’amico. Sembrò quasi calmarsi per qualche secondo anche se il suo sguardo bruciava ancora; poi Liam parlò.
“Co-glio-ne” esalò l’ultima sillaba con un sorrisetto ironico.
Louis non fece in tempo a bloccare la mano di Zayn che stretta in un pugno colpì la mascella di Liam, producendo un rumore assordante e terribilmente raccapricciante per le orecchie di Wendy.
Lei riuscì a spostarsi giusto in tempo per evitare di cozzare contro la nuca di Liam, sospinta prepotentemente all’indietro. Lo vide traballare e subito dopo capì che Zayn stava per riattaccare.
Completamente impaurita, scioccata e arrabbiata come mai prima avanzò di un passo, puntandosi davanti all’amico barcollante e alzando una mano davanti alla faccia di Zayn, bloccando ogni suo movimento. Si sentiva tremendamente piccola di fronte a lui.
“Non provarci! – esclamò – o giuro su Dio che ti prendo a schiaffi!”
Zayn sembrò sorpreso. La osservò sbattendo le palpebre un paio di volte, poi si ridestò.
“Levati di mezzo” sibilò, afferrandole il polso e abbassando la mano ancora alta davanti al suo viso.
“No!” replicò, decisa.
“Zayn, andiamo via! - sbottò Louis, impaziente – vuoi fare la stessa fine di Bradford?”
Wendy venne presa per le spalle e trascinata prepotentemente di lato. Si ritrovò a fissare la possente schiena di Harry contratta in modo quasi innaturale.Sembrava anche più infuriato di Zayn e Liam messi insieme.
Lei lo guardò afflitta: sapeva che quando il riccio si arrabbiava poteva diventare davvero pericoloso.
“Se provi di nuovo a toccare, offendere, minacciare o anche solo respirare la stessa aria di Wendy, giuro su ciò che di più caro ho che i tuoi amici di Bradford e i tuoi genitori faticheranno a riconoscere la tua faccia da testa di cazzo” il suo tono era calmo, basso, freddo, ma la tensione che calò nel gruppetto fece intendere che quella minaccia non doveva essere presa come scherzo. Lo sguardo di Harry avrebbe fatto accapponare la pelle anche all’uomo più coraggioso del mondo, ma Zayn lo fissò, imperterrito.
“E’ stata la tua ragazza a rovinarmi la serata – cominciò, seccato – non fare il gradasso, quando non ne sei in grado”
Wendy fu svelta come un lampo: posò una mano sul braccio di Harry, bloccando di conseguenza ogni suo movimento.
“Harry, non farlo” sussurrò al suo orecchio in modo che solo lui sentisse.
“Non so se da dove vieni tu trattare così le persone sia una routine ma qui non lo è, quindi esci e datti una calmata”
Wendy si ritrovò a pensare come solo due giorni prima la situazione fosse completamente diversa. Si ricordava perfettamente dello sguardo di ammirazione che Harry aveva mentre parlava di ciò che Zayn poteva aver fatto per farsi espellere dalla sua vecchia scuola. E adesso era lì, davanti a lui a fronteggiarlo, con due occhi minacciosi e un tono di voce che faceva rabbrividire.
“E suppongo che io debba ubbidire ad un ragazzino più piccolo di me perché…?”
“Perché questo ragazzino può farti il culo a strisce, se vuole – replicò Harry, con un sorriso ironico –vattene, ci hai già rovinato abbastanza la serata”
Zayn inclinò la testa, sfidandolo con lo sguardo. Wendy sapeva che stava soppesando le possibilità di andarsene o di rimanere a peggiorare la situazione. Voleva intervenire, ma non sapeva come fare.
“Sentite – Harry, Wendy e persino Zayn si voltarono verso Louis – Zayn è una testa calda e se non volete avere problemi vi conviene andarvene voi. Mi dispiace per tutto questo casino, io, come voi, volevo solo passare una serata tranquilla con un amico”
Sembrava davvero dispiaciuto per l’accaduto e Wendy provò una certa compassione nei suoi confronti. Dopotutto non sembrava cattivo e, nonostante i suoi tentativi di flirtare, non sembrava avere cattive intenzioni.
“Louis ha ragione. Harry andiamo, dobbiamo medicare Liam” decretò alla fine Wendy, afferrando un braccio dell’amico e obbligandolo a distogliere lo sguardo da Zayn che ancora non sembrava intento a finire la discussione lì.
“Si amico, ascolta la tua ragazza. Devo avergliela rotta la mascella a quel perdente”
“Harry!”
Harry non ci vide più. Ignorò il richiamo di Wendy e caricò con tutta la sua forza, rifilando a Zayn una spallata nello stomaco che lo fece piegare in due, mozzandogli il fiato.
Quest’ultimo non sembrava aspettare altro.
“Era ora” sussurrò, rimettendosi in piedi. Con un sorriso soddisfatto, avanzò, ignorando le lamentele di Louis, gli occhi dei clienti che li attorniavano, il sospiro spaventato di Wendy.
Finalmente aveva qualcosa su cui sfogarsi da quando se n’era andato da Bradford. Poteva liberarsi dai problemi che lo assillavano da quando si era trasferito, dalle continue lamentele di sua madre, dai pianti di sua sorella, dalla bocciatura, dalla violenza di suo padre, dai continui brutti voti, dalla continua e opprimente sensazione di sentirsi un completo disastro per tutti quanti. Solo per un momento.
“Fermatevi, fermatevi!”
Si scontrò con due grandi occhi azzurri.
Wendy si era di nuovo frapposta tra lui e la sua unica valvola di sfogo, alzando il braccio e respingendolo indietro con una mano. Trattenne con tutto se stesso l’impulso di buttarla a terra.
“Harry, andiamocene, subito!” sbottò, infervorata, prendendo il riccio per il braccio e aiutando Liam ad alzarsi dalla sedia su cui si era momentaneamente seduto.
Uscirono in fretta, seguiti a manetta da una biondina tutta curve.
“Quella bambina non è poi tanto bambina se riesce a fermarti per ben due volte dal menare qualcuno” gli fece notare Louis, lasciandosi cadere su uno sgabello.
Zayn lo ignorò. Aveva bisogno di trovare qualcosa, qualsiasi cosa che lo distraesse dal rincorrere quei tre stronzi.
Cominciò con una sigaretta, mentre Louis ordinava il terzo giro di alcol.






Ed è arrivato anche l'amorevole Louis asdfghjkl 
ricordatevi, lui sarà un personaggio importante nella storia, così come Liam :)
Comunque, siete stupiti di vedermi aggiornare così presto? ahahahah il fatto è che amo questa storia e ho sempre voglia di postare nuovi capitoli asdfghjkl
Nel prologo mi sono completamente dimenticata di lasciarvi una foto della nostra protagonista, Wendy. Per lei ho scelto la modella Emily Didonato che io stra adoro (è la mia modella preferita asdgfg) e che secondo me rispecchia perfettamente il carattere dolce di Wendy :)
Che altro dire? ringrazio tutti quelli che hanno recensito, siete degli amori :)
spero di non aver deluso le vostre aspettative :)
un bacio,

clepp



http://picasion.com/i/1VrXZ/




(FOUR)
-that hero with bad moods


“Lascia perdere” ripeté lui, duramente, e senza dire altro si voltò e se ne andò via, camminando lungo il marciapiede. Wendy lo osservò, rendendosi conto solo in quel momento di essere arrossita vistosamente.

  
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