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Autore: la luna nera    16/07/2013    2 recensioni
Io non volevo combattere. Volevo essere semplicemente Urania. E basta.
Ma mi resi conto che fuggire faceva di me una codarda e quella parte di me rimasta assopita per tanti anni mi stava continuando a chiamare.
Ed io dovevo rispondere.
Estrellon, luogo al di fuori del tempo e dello spazio, era la mia casa. Lì avrei ritrovato il mio passato, la verità su me stessa e la forza per annientare quel nemico contro cui le altre essenze di stella già combattevano. Estrellon, mondo magico in cui crescono piante dagli straordianri poteri, fra le quali si nascondono i dink e si intrecciano storie, amori, passioni che una volta accarezzate non si dimenticano mai più.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LE LACRIME DI VEGA
 
 
“Haya, Britt e Hory si mettono lì, mentre io e Phaes attacchiamo. Voi restate un po’ più indietro ed evocate la barriera protettiva. Dobbiamo testarne la resistenza.”
Detto questo Marik creò un potentissimo fascio di energia stellare e Phaes si librò in aria ricadendo verso il suolo avvolta da un’intensa luce che la faceva somigliare ad una cometa. Haya evitò prontamente gli attacchi con un agile balzo e contrattaccò con una pioggia di scintille; Britt portò le mani in avanti materializzando uno scudo di energia che resistette al colpo sbalzandola indietro di alcuni metri; Hory descrisse dei cerchi di plasma stellare che trattennero per qualche istante, intrappolandoli, i colpi delle compagne che però poi ebbero la meglio.
Io, Isette e Michie ci proteggevamo dietro le nostre barriere. Devo dire che erano piuttosto efficaci considerando il notevole livello di energia prodotto!
“Bene, ottimo lavoro. Ora attaccheremo voi, mentre Hory, Haya e Britt verificheranno la loro difesa.”
Di nuovo Marik e Phaes riprodussero gli stessi colpi di prima.
Isette, con dei rapidissimi movimenti delle mani, materializzò una fitta rete con la quale imprigionò parte dei colpi; Michie produsse una scarica luminosa che si andò a scontrare con le altre; io riuscii ad evitare il tutto saltando come non avevo mai fatto prima. Evidentemente gli allenamenti di Phaes stavano dando i loro frutti!
“Ok. Stiamo facendo progressi. C’è una cosa però che non va: Urania, tu hai solo evitato gli attacchi senza sferrarne alcuno.”
E’ vero. Mi ero limitata solo a non essere colpita. Mi morsi il labbro inferiore, come se quel gesto potesse aiutarmi a capirne il motivo. Le mie amiche, nonché compagne di avventura, mi guardavano.
“Ragazze, riproviamo per favore.”
Phaes si preparò all’attacco. Di nuovo la schivai, ma non fui abbastanza veloce da contrattaccare. Dopo di lei fu la volta di Haya che mi scagliò contro la sua pioggia di scintille. Fui colpita ad una gamba e anche questa volta non fui capace di concretizzare altro. “Ancora! Attaccatemi!” Volevo farcela a tutti i costi!
A quel punto vidi avventarsi su di me scariche di potere a ripetizione. Rotolandomi a terra, saltando e divincolandomi più possibile riuscii a non essere quasi mai colpita in modo serio o preoccupante. Ma dovevo trovare il modo di concludere qualcosa anch’io. Poggiai le mani a terra approfittando di un attimo di tregua ed invocai il potere dell’Onda Celeste. Dal mio corpo si propagò un violento colpo simile allo spostamento d’aria generato da un’esplosione. Quando alzai la testa, le ragazze erano tutte a terra.
Non credevo di aver fatto tanto!
Ai margini dell’area dei nostri allenamenti vidi Heeron e Zac che ci stavano osservando. Tenevano in mano un mini computer (o quello che poteva essere) con cui tentavano di acquisire ed analizzare dati ed informazioni utili a potenziarci.
Come tutto si calmò e tutte furono di nuovo in piedi, i ragazzi si avvicinarono. Zac prese la parola. “Niente male. Niente male davvero! I vostri attacchi stanno aumentando di intensità giorno dopo giorno e…” digitò velocemente “ecco qua: con questo incantesimo dovreste riuscire a creare una rete protettiva più efficace.”
“E’ un incantesimo di unione?”
“Esattamente. La rete di Isette con la pioggia di scintille di Haya e lo scudo di Britt possono dar vita ad un muro energetico tenuto saldamente insieme dalla polvere stellare emessa dai vostri fiori.”
“E a quel punto noi possiamo attaccare, giusto?”
“Si, ma dovete essere rapide e precise. Un minimo cedimento potrebbe costarvi caro. Devo ancora studiare il tutto per individuare i punti deboli, per cui proporrei di simulare un attacco, così posso recuperare i dati che mi servono.”
Ci allontanammo da loro per prendere  le nostre posizioni di battaglia.
Faticavo a seguire tutti i discorsi di Zac….
“Urania, tu mettiti qui per il momento.” Mi voltai verso di loro. Heeron mi stava fissando, i suoi occhi parevano diversi dal solito. Si avvicinò a me, porgendomi un fiore della mia pianta. “E’ sbocciato stamani e credo significhi un nuovo potere per te. Volevo dartelo di persona…”
Le nostre dita si sfiorarono.
Era tutto così magico…
“Ah-ehm! Chiediamo scusa, piccioncini. Possiamo procedere?”
Tornammo bruscamente alla realtà.
Presi la mia posizione di attacco mentre le altre si disposero secondo le indicazioni di Zac.
Appena tutto fu pronto, invocai il potere supremo del cielo stellato, uno dei miei attacchi più potenti. Se fossero riuscite a respingerlo, il nemico era quasi sicuramente spacciato.
Come scagliai il colpo, percepii solo un bagliore indescrivibile ed un’emissione di energia mai raggiunta prima di allora. Evidentemente il fiore che mi aveva donato Heeron era riuscito ad amplificare ulteriormente l’intensità del mio attacco.
 
Attesi che tutto tornasse alla normalità, poi aprii gli occhi. Le mie compagne erano a terra, la loro barriera non aveva resistito.
Mi portai le mani alla bocca dallo spavento. Cosa avevo fatto?!
Phaes si alzò. “Ehi, di’ un po’. Da dove salta fuori tutta questa energia?”
“Confessa: vuoi metterci ko per avere Heeron tutto per te?”
Mi sentii incendiare! “Michie, che ti salta in mente?!”
Heeron se la rideva di gusto.
“Urania, un’altra botta così e il nemico è fregato!” Zac continuava ad analizzare i dati acquisiti durante la simulazione di poco fa. “Al prossimo combattimento dovrai essere in grado di dare loro il colpo di grazia e….”
Zac non terminò la frase perché fu interrotto dal suono proveniente dal trasmettitore che portava con sé. “Accidenti! Emergenza in corso ragazze!”
“Dove?”
“Andiamo in laboratorio, potrò essere più preciso!”
Giungemmo a destinazione. Il segnale ultradimensionale  trasmesso dalle essenze di stella minori era già stato captato dagli strumenti. Zac li concentrò nel computer del telescopio che prontamente si mosse per catturare le immagini e visualizzarle sullo schermo.
Michie sbiancò. “Santo Cielo… No!!”
Ci voltammo verso di lei.
“Quella è il Queen Victoria Institute! E’ quella che frequentavo io quando ero a Londra” fece una pausa “e dove Harry lavora come assistente…” I suoi occhi verdi iniziavano a gonfiarsi di lacrime. Appresi che Harry era il ragazzo di Michie dal quale si era dovuta allontanare per venire ad Estrellon. Da allora non l’aveva più visto.
“La situazione è critica, dovete partire all’istante.”
Michie tremava. Il solo pensiero che Harry, il suo Harry, potesse essere preda del nemico la stava divorando.
L’abbracciai. “Stai tranquilla, sono sicura che non gli è successo nulla. Ora andiamo lì e sistemiamo tutto.” Non ero un asso nel dare coraggio alla gente. Michie mi guardò e in qualche modo si fidò delle mie parole.
“Stelle del Cielo! Lumines!”
La luce delle Stelle ci avvolse, assorbimmo il potere dei fiori di Heeron e in un lampo eravamo in aria sopra Londra.
Raggiungemmo rapidamente l’edificio in cui i mostri stavano facendo incetta di energia.
“Haya e Phaes attaccheranno dal tetto. Isette darà vita ad una fitta rete per tentare di intrappolare il nemico e Britt la renderà più forte con le sue barriere stellari.”
Tutte quante annuirono e presero le loro posizioni.
“Hory, noi due entreremo da quell’ingresso laggiù poi…”
“Lì ci vado io.”
“Michie…”
“Conosco questa scuola come le mie tasche, compresa ogni via di fuga e se Harry è in pericolo voglio essere io disintegrare quei mostri.”
La dolce Michie dai biondi capelli aveva la grinta e la determinazione di una leonessa.
Si catapultò dentro senza che potessimo fermarla. Le corremmo dietro ed entrammo nell’enorme corridoio della scuola giusto un attimo dopo di lei. Aveva gli occhi gonfi di lacrime e rabbia.
Un gruppo di ragazzi feriti era bloccato con le spalle al muro, davanti a loro tre esseri stavano assorbendo la loro energia. La ragazza prese il suo fiore, lo strinse fra le mani e prese la posizione di un arciere: dove prima c’era la pianticella ora brillava una stella che avvolgeva di luce giallastra l’aria circostante. Michie prese la mira, notai che le sue gambe tremavano: un minimo errore di traiettoria ed avrebbe colpito irrimediabilmente i ragazzi. Troppi erano i ricordi e le emozioni che la legavano a quel posto. Forse non doveva affrontarli lei, forse era chiederle troppo, ma Hory mi lasciò intendere che fermarla sarebbe stato peggio.
Quando stava per scoccare il colpo, dalla scalinata a sinistra piombarono migliaia di pezzettini di vetro provenienti dalle  grandi finestre del lucernario. E ad accompagnarli altre persone terrorizzate.
Fra cui Harry.
Capii che era lui perché Michie diventò bianca come un cadavere. Lo vide cadere a terra con la testa macchiata di sangue. Su di lui stava per avventarsi un mostro che emetteva suoni orrendi da quella sorta di bocca e che si stava apprestando ad impossessarsi dei suoi ultimi barlumi di energia.
La ragazza abbassò le braccia. Vidi le sue ginocchia piegarsi.
Si lasciò cadere a terra e quasi istantaneamente fu colpita. Nonostante la botta, si catapultò su quella creatura che stava lentamente annientando la sua ragione di vita, gli piantò fra le antenne la stella prodotta dal fiore e lottando fino allo sfinimento, riuscì a liberare Harry dalle grinfie del mostro.
Contemporaneamente Marik aveva creato una cintura di luce con cui tentava di stritolare gli altri mostri. Sfoderò una forza impressionante: riusciva a trattenerne tre tutti insieme. Fra i suoi capelli brillava una delicata pianticella simile al giglio.
Hory invece le copriva le spalle, difendendola con il suo possente scudo energetico. Anche lei, appeso alla cintura, aveva un fiore.
Dal piano di sopra giunsero Phaes e Haya vittoriose, avevano raccolto tutte le persone presenti, anche quelle che purtroppo erano rimaste ferite.
Britt e Isette avevano concentrato in un angolo altre creature.
Insomma, avevamo circoscritto il nemico più o meno in un unico ambiente.
Uno però era sgattaiolato via e si stava avventando su Michie che teneva Harry fra le braccia. La mia amica non se n’era accorta, aveva occhi e cuore solo per lui.
Dovevo impedire che accadesse loro qualcosa! Balzai su di loro spingendoli via con tutto il fiato che avevo in corpo, ma fui colpita. Il mio viso era a non più di dieci centimetri da quel coso orripilante. Tentai con tutte le mie forze di liberarmi dall’oppressione di quel corpo informe, quando all’improvviso in quella che poteva considerarsi la faccia, apparve una sagoma. Volevo sbagliarmi, ma era quella che avevo visto la sera dell’attacco alla gelateria.
“Ci incontriamo di nuovo, Cielo Stellato.”
“Chi sei?! Cosa vuoi da me?!”
Rise con perfidia. “Lo scoprirai presto, molto presto.”
E svanì riportandomi faccia a faccia con il mostro.
Sentivo il respiro morirmi in gola, quell’essere mi terrorizzava troppo.
I miei arti erano paralizzati. Evidentemente durante quel breve colloquio un po’ della mia energia era stata catturata….
Non saprei spiegarvi come, ma nel mio cuore sentii una voce: “Urania, ascoltami bene: concentrati sul fiore che ti ho dato prima di partire e richiama a te il potere del dissolvimento!”
“Heeron!” Era lui che mi stava parlando da Estrellon!
Feci immediatamente come mi aveva suggerito e in un secondo ero libera dalla presa dell’essere.
Marik ci richiamò: “Attacco di convergenza stellare!!!”
E come guidate da un istinto misterioso, ci posizionammo tutte, tranne Michie che non riusciva ad allontanarsi da Harry, per sferrare il colpo che con un fascio accecante pose fine alla lotta.
 
Anche questa battaglia era vinta.
Ma sul campo erano rimaste troppe persone ferite.
 
Michie non aveva mai lasciato Harry. Il ragazzo non dava segni di vita. Le ferite alla testa dalle quali era uscito molto sangue e l’energia assorbita dai mostri gli erano stati fatali.
Vedere la nostra amica chiamarlo, accarezzarlo, baciarlo inutilmente era una cosa straziante.
“Amore mio…. Rispondimi ti prego….” Di nuovo una carezza. “Apri gli occhi… ti scongiuro…. Non mi lasciare così…. Non puoi farlo amore mio…”
Niente.
Harry giaceva fra le sue braccia.
Immobile.
Michie lo strinse forte a sé affogando nella più nera disperazione.
Non poteva accettare la fine del ragazzo che amava!
Lo baciò come se potesse risvegliarlo da quel maledetto sonno.
La testa del ragazzo era reclinata all’indietro, gli occhi chiusi, il viso sporco di sangue.
Lo sguardo della nostra amica era quanto di più doloroso avessi mai visto.
 
Dai suoi occhi verdi ad un tratto uscì una lacrima. Non era una lacrima come le altre, mi pareva di scorgere al suo interno una minuscola scintilla. Forse mi sbagliavo?
Quando quella lacrima toccò il volto di Harry, si generarono una serie di onde che lentamente fecero scomparire dal corpo del ragazzo i segni della fine. Le sue guance stavano riassumendo il tipico colore rosato ed ebbi come la percezione che nei suoi polmoni fosse tornata di nuovo l‘aria.
“E’ il potere delle Lacrime di Vega….”
Guardai Marik, interrogandomi sulle parole che aveva appena sussurrato.
“Si sviluppa solo in casi eccezionali e non è una cosa facile da ottenere. Il grande dolore per la perdita del suo ragazzo ha fatto si che l’essenza della stella Vega si sciogliesse donandole il potere della vita.”
“Quindi Harry si salverà?”
“Guarda tu stessa.”
Michie sorrideva fra le lacrime: lui la stava guardando, aveva gli occhi aperti.
Era vivo.
Con un filo di voce le chiese “Chi sei?”
E lei “Sono la tua stella.”
Lo baciò dolcemente prima di doverlo lasciare sul serio alle cure dei medici che nel frattempo erano sopraggiunti.
Si ricongiunse a noi mantenendo gli occhi fissi su di lui. Non se ne sarebbe mai voluta andare, avrebbe dato l’anima per poter stare ancora con lui.
Ma non poteva.
 
Non poteva neanche rivelargli il suo segreto, come non poté fare quella sera in cui si congedò da lui.
Avrebbe perso istantaneamente tutto il potere dell’essenza di Vega.
E non poteva permetterselo.
Ad ogni modo Harry era vivo, lei lo aveva strappato ad una fine ingiusta.
E quando quell’assurda battaglia sarebbe giunta al termine, il loro amore avrebbe brillato di nuovo come le stelle più luminose del cielo.
 
 
 
 

 

So che negli anime solitamente non accade, però ho voluto inserire una guest star e spero non vi dispiaccia. Suppongo che molte di voi l’abbiano riconosciuto….
E’ un piccolo omaggio a certe amiche che con le loro recensioni mi stanno dando una grande spinta emotiva ad andare avanti in questa storia. (Senza di loro probabilmente avrei già lasciato….)
 
Che mi dite di questo capitolo? Sono riuscita a descrivere in modo accettabile la battaglia?
Ringrazio fin d’ora tutti quelli che passeranno e lasceranno un commento.
A presto! ; ) 

 

  
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