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Autore: aylasjourney    16/07/2013    3 recensioni
Prima della nascita degli Hunger Games, prima della rivoluzione, i Distretti a Panem erano tredici. Ma come fece proprio l’ultimo Distretto ad andare contro Capitol City evitando di sottomettersi al suo potere per i successivi settantacinque anni?
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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LIKE FEATHERS IN A STORM.
 
 
 
Due mesi dopo..
 
Mi giro nel letto per l’ennesima volta, non riesco a dormire.
È passato qualche minuto quando decido di andare al piano di sotto e mi accorgo di non essere l’unica sveglia. Mamma e papà sono entrambi in cucina.
Mi meraviglio di non essermi accorta prima della loro presenza, le loro urla si espandono per tutta la casa, come se fossero piume in una bufera.
Cercando di non farmi vedere mi siedo sul quarto scalino per ascoltare.
Dal terzo scalino sentirei decisamente meglio, ma ogni volta che ci si appoggia il piede il legno sottostante cede e fa rumore, quindi evito.
Stanno parlando della riunione a cui mamma ha partecipato due mesi fa, facendo accenni a Capitol City e al mio laboratorio. Non riesco a seguire il filo del discorso e a trovare delle motivazioni che colleghino in qualche modo gli argomenti della loro conversazione.
Starli ad ascoltare almeno ad una cosa è servito: mi è tornato sonno. Perciò mi giro con cautela, risalgo le scale e torno in camera.
 
Sono fortunata a poter dire “torno in camera”; qua nel Distretto non sono molte le persone che si sono potuti permettere una casa grande come la nostra. Noi invece grazie al lavoro di mamma abbiamo molte agevolazioni, compreso il lavoro, o forse dovrei dire “non lavoro” di Jenna. Infatti, secondo una strana legge emanata da Capitol City il o la primogenito del sindaco ha il diritto di non andare a lavorare.
 
La luce inizia a filtrare dalla finestra. Come tutte le mattine mi alzo, mi preparo ed esco di casa diretta al laboratorio.
Oggi è una bella giornata, il cielo è limpido e si sente l’odore della primavera che sta arrivando. Arrivo davanti all’entrata e vedo Seth, un ragazzo che lavora con me, ancora fuori.
-Ciao Seth! Come mai sei ancora fuori? gli chiedo. Di solito lui arriva sempre prima di me, e ci incontriamo dentro, dopo che sono passata nella stanza adiacente al laboratorio per mettermi il camice.
-Evidentemente oggi non si lavoraIcia. dice mentre mi indica un cartello affisso alla porta dove è scritto “lavoro nei laboratori sospeso momentaneamente” e lo stemma di Capitol City.
-Devo segnarmi questo giorno sul calendario. continua.
-Già, non capita spesso che ci venga detto di non lavorare.
-No, non dicevo per quello, ti ho chiamato “Icia” senza che ti arrabbiassi.
È vero, non mi ero neanche accorta che avesse usato quel soprannome che a me da tanto fastidio. Icia. Sembra uno di quei nomi che il vecchio Gordon da alle sue galline.
Senza rispondergli mi giro e vado a vedere se anche gli altri laboratori sono stati chiusi.
 
Sono andata a controllare i tre più vicini al mio: sono tutti inaccessibili. Inoltre mentre percorrevo il vialetto ho incontrato Griet; anche nel suo era stato affisso lo stesso avviso.
In ogni caso non ho intenzione di sprecare questo giorno di libertà; credo che chiederò a Jenna se le va di fare una passeggiata fino al ruscello.
Quando eravamo piccole era il nostro luogo preferito: stavamo per ore inginocchiate a guardare l’acqua scorrere e a spalmarci sulle unghie il fanghetto che si creava, imitando quello che a Capitol City chiamano smalto.
 
Con mio stupore Jenna ha detto che non può venire, ma credo che abbia inventato una scusa, anche se non ne sono sicura. Dal suo volto non si lascia trapelare niente, come se fosse uno scrigno la cui chiave è stata gettata nel mare del distretto quattro. Non sono mai stata là, ma mamma mi ha raccontato che è un posto bellissimo, dove non si riesce nemmeno a vedere la fine di quella distesa d’acqua dalla quale tutti gli abitanti traggono ciò che serve per vivere.
 
Sento la voce di Seth. Dove si è nascosto? Non riesco a vederlo. Anche se lui ama fare questi giochetti, questa volta è solamente una ghiandaia chiacchierona che mi ha fatto arrivare.
Le ghiandaie chiacchierone sono uccelli che riescono a ripetere intere conversazioni, e se riesci ad addomesticarle possono diventare animali molto utili per scambiarsi messaggi.
Sta continuando a ripetere  – Icia, ti aspetto al pozzo. Con un gesto caccio via la ghiandaia e mi dirigo verso il pozzo, ovvero verso la piazza grande, dove si trovano tutti gli edifici principali.
 
Arrivo in piazza.
Mentre Seth viene verso di me mi accorgo della presenza di qualcun altro.  Mio padre. Ma cosa sta facendo? È impazzito? Sembrerebbe proprio di sì.
Si trova al centro, dove i disegni decorativi sulle piastrelle del pavimento si incrociano. Sta sventolando una bandiera di Capitol City e sta urlando. Urlando contro mia madre. Urlando contro tutti noi. Urlando contro il governo dei distretti.
Le frasi che escono dalla sua bocca sono agghiaccianti, e ogni passante si è fermato ad ascoltarle.
Il suo viso è diventato quasi irriconoscibile: gli occhi sono pieni di sangue, le rughe sulla fronte talmente pronunciate da farlo sembrare più vecchio di vent’anni.
Alzo lo sguardo; c’è mamma che guarda dalla finestra. È sconvolta e piange talmente forte che non credo gli occhi velati dalle lacrime le permettano di mettere a fuoco perfettamente ciò che sta accadendo.
Non riesco a pensare se sia meglio o peggio.
No, in realtà non riesco a pensare a niente.
Così inizio a correre mentre mio padre strappa dei fogli dalla bacheca davanti all’entrata. Mi avvicino, cerco di fermarlo e lui invece di placarsi si agita ancora di più.
Il tempo sembra essersi fermato, riesco soltanto a distinguere i miei capelli biondi che svolazzano davanti al viso e una scintilla rossa. Una scintilla che ha preso il posto della bacheca, facendola andare in fiamme come se fosse una torcia.
Sento il braccio di mio padre urtarmi il torace e un’onda di calore salire per tutto il corpo.
Adesso, oltre alla bacheca, c’è un’altra torcia.


note:
saaalve. grazie alle quattro persone che hanno recensito il prologo hsfjk
d’ora in poi credo che posterò più o meno un capitolo alla settimana, se ci riesco lol.
fatemi sapere cosa ne pensate, adios!
-s.
  
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