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Autore: SuccoDiZucca87    16/07/2013    5 recensioni
"What's in a name?
That which we call a rose by any other name would smell as sweet." Romeo and Juliet.
I ricordi di Hogwarts sono lontani e rinchiusi in un vecchio cassetto in fondo al cuore. Ron ed Hermione, così come Harry e Ginny, non sono più coppia fissa, ma rimangono dolci ricordi dell'adolescenza. Tante, tantissime, cose son cambiate negli anni a venire. Come può una Ginny forte, bella ed innamorata della sua nemesi cambiare la vita di Hermione? Un epilogo alternativo a quello della nostra JK Rowling.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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mayple sup, cap 2

Capitolo 2 – A cena fuori...

  

-Quattro anni prima-


La sua vita era già complicata, perché ora le toccava questo? Hermione continuava a fissare la tazza di tè, ormai fredda, poggiata sul tavolino di fronte a lei. Aveva la tesi da scrivere, il trasloco da fare, il quarto ripasso per gli esami del semestre da finire.... ed ora questo.
Ginny innamorata. Ma va beh, lei si innamorava ogni tre per due, in realtà.
Ginny innamorata di Nott. Quel Nott. Lui che li aveva tormentati, insieme agli altri Slytherin, per anni ai tempi della scuola.
Ginny davvero innamorata. Ginny con gli occhi lucidi. Ginny felice.
«Oh, merda!» disse sprofondando nei cuscini del vecchio divano.
Prendere il portatile appoggiato sulla scrivania e iniziare a scrivere una email a Ron ed Harry era stato un impulso troppo forte. Non poteva sopportare tutto questo da sola. Il fratello e l’ex fidanzato di Ginny, l’avrebbero aiutata. Perché doveva fare qualcosa. Perché doveva, giusto? No, non doveva. Era segreto quello che le aveva confidato l’amica. Come poteva tradirla così?
Passata l’idea dell’intervento familiare, la ragazza decise che poteva fare solo una cosa: parlare sinceramente con l’amica.
Bip bip bip
Il suono del suo cellulare. Stasera cena fuori?Un bacio, Ginny. Bene, sarebbe stata l’occasione perfetta per parlare di nuovo a quattr’occhi della situazione. Le avrebbe fatto cambiare idea. Perché doveva farle cambiare idea, almeno questo l’avrebbe fatto.
 

Tornando a casa dalla cena, Hermione si sentì più stupida che mai. Come aveva potuto anche solo minimamente pensare di rovinare una momento così felice alla sua amica? Alla cena si era presentato, a sorpresa, anche Theodor. Era stato educato, simpatico e gentile per tutta la serata. Aveva volutamente evitato di parlare degli anni della scuola, per evitare spiacevoli ricordi, e si era interessanto molto alla sua tesi sperimentale sui nuovi campi di Applicazione della Legge Magica. Anche lui studiava Magisprudenza, ovviamente lei lo sapeva siccome lo aveva incontrato ad alcuni corsi, ma pensava che fosse solo una laurea di facciata, come molti rampolli di ricche famiglie prendevano a suon di finaziamenti all’università,  per darsi un tono. Invece parlare con Nott era stato piacevole, una conversazione intelligente ed utile, quando lui le aveva consigliato – nel più totale stupore di Hermione - alcuni testi antichi da cui trarre spunto per il suo studio.
Per non parlare di quanto era stato dolce e premuroso con Ginny, un vero cavaliere. La sedia spostata per aiutarla a sedersi, i complimenti continui, lo sfiorare leggermente le mani della ragazza, velocemente per non mettere in imbarazzo la terza ospite, ma abbastanza gentili da far sentire a Ginny la sua presenza.
Insomma, se l’idea di partenza era quella di boicottare quella assurda storia, ora era Hermione ad essersi innamorata di quella coppia.
Era rimasta piacevolmente sopresa anche quando, qualche giorno dopo la cena, Nott le aveva fatto recapitare da un gufo, direttamente nella sua stanza, quei libri di cui avevano parlato.


So che potranno tornarti utili. Tieni i libri quanto vuoi, ma ci terrei solo a riaverli indietro per la mia collezione.
A presto,
Theo


Per fare felice Hermione bastava far leva su una cosa: dalle un libro e lei ti adorerà per sempre.

Le sembrava incredibile quanto fosse simpatico e brillante Theo, Ginny aveva pienamente ragione e aveva capito perché lei si era innamorata di lui. Nella mente di Hermione era comparso per un istante il pensiero che lui stesse fingendo per non si sa quale motivo, ma era scomparso poco dopo sentendosi solamente un’imbecille presuntuosa. In fondo, non aveva mai parlato con un Serpeverde, non era mai andata al di là delle battute acide nei corridoi, come poteva pensare di conoscerlo?
Con il passare dell’inverno era stato inevitabile per Hermione non continuare ad uscire spesso con i due ragazzi. Ogni tanto (troppo) Ginny la trascinava in giro il sabato ed il venerdì sera perché “Non si può stare a casa a studiare anche il weekend!” e, alla fine, per Hermione era piacevole passare il tempo con la sua migliore amica e Theo. Inoltre, la mania di Ginny di far fidanzare l’amica era esistita fin dai tempi di Hogwarts, quando cercava di piazzarle quasi tutte le forme maschili di vita della scuola, quindi almeno una volta al mese cercava di piazzarle un collega di corso di Theo, un suo compagno di Quidditch o l’amico di un amico di un tizio che aveva conosciuto al bar.

«Hermione, mi sono innamorata!» 
«Ginny, lo so. Me l’hai già detto almeno trecentonovantaquattro volte! Ora, lasciami studiare e» disse l’amica con noto acido, «per piacere, lascia stare il mio libro di Shakespeare. Lo stai distruggendo» .
«Ma cosa ci posso fare se questo strano babbano parla al mio cuore?» disse la rossa, con aria sognante.
«Senti, ma Theo oggi non c’è? Non puoi vederti con pucci-pucci-Mangiamorte? Io non ti sopporto proprio più!»
«Se continui ad essere così acida, ti verranno le rughe, ‘Mione. E soprattutto rimarrai una zitellaccia a vita», Harry uscì dalla cucina portando le tazze per il té.
«Siete voi due che mi fate venire il diabete. Siete troppo sdolcinati. Ieri l’ho beccata a disegnare cuoricini sul mio libro, sulla mia preziosissima edizione speciale di Anna Karenina!  E soprattutto, hai mai visto lei leggere un libro che non sia di Quidditch?» disse Hermione, mandando un’occhiataccia nei confronti dell’amica.
«Hemione, devo chiederti un favore»,  disse invece Ginny ignorando i commenti antipatici della ragazza. «Puoi smettere di fare la zitella e liberati per cena?»
Ed eccola lì, Ginny che torna all’assalto, pensò la ragazza. Dire di no a Ginny, era più difficile che rifiutare la terza porzione di pudding dalla Signora Weasley. Era un’impresa impossibile. Quella famiglia era impossibile, commentò fra sé e sé Hermione, mentre le toccava una seduta di bellezza sotto le grinfie di Ginny. Nonostante fosse sempre soddisfatta del risultato –gli incantesimi di Ginny e le lozioni della LavandaCorporate-HairExplosion erano portentosi insieme – era sempre una tortura passare tra le mani dell’amica. Tre ore per i capelli, fra maschere ai mille frutti del mare per capelli ancor più belli, shampoo modellante per far di ogni riccio un capriccio e strani aggeggi babbani del cui uso Hermione non si era mai preoccupata; e, ovviamente, due ore per truccarla e vestirla. Insomma un vero incubo, soprattutto per chi, come lei, era già indietro con il quinto ripasso per gli esami imminenti di febbraio.
«Vado in stanza a vestirmi, torno fra un paio d’ore. Ti passo a prendere ed andiamo insieme con la mia macchina, ti va? Theo ci raggiunge direttamente al ristorante» disse mandando un sonoro bacio all’amica bruna che davanti allo specchio cercava di sistemarsi –togliere – quei due o tre chili di rossetto rosso. Quando si andava con la macchina di Ginny, non era mai una cosa buona. Ciò implicava infatti un buon successo dell’incontro, ovviamente secondo Ginny, e che lei dovesse essere riaccompagnata a casa dal bel fusto di turno, con il solito imbarazzo del bacio della buona notte. In quelle sue esperienze del terzo tipo Hermione aveva incontrato di tutto: l’uomo-polipo, che si avvinghia e non si stacca più; il ragazzo-macchinetta, che per non far scendere un (sano) silenzio parlava di ogni cosa gli passasse per la testa, dal meteo agli strani cartelli stradali dei babbani; o l’uomo-pollo, che aveva insistito per concludere la serata in una rosticceria, mangiandosi un pollo intero.

Tornata a casa, dopo aver tentato di schivare un bacio dal ragazzo-vado-ai-5-km-orari-perché-sono-un-mago-e-mi-rifiuto-di-imparare-a-guidare, togliersi i tacchi alti e lanciarsi sul suo divano fu una vera liberazione per Hermione, e pregò Merlino, Circe e Maga Magò affinché Ginny smettesse con la sua mania degli incontri al buio.
«Herm, com’è andata la serata?»
«Ginny, c’eri anche tu! Che ti devo dire di più?»
«Beh, ti ha accompagnato fino alla stanza? avete parlato? L’hai fatto entrare?»
«No, non l’ho fatto entrare. Ginny era un pazzo! Ho rischiato la vita almeno cento volte in macchina. Andava pianissimo e non rispettava poi i semafori, dicendo che erano solo una stupida invenzione babbana»
«Magari ha solo bisogno di qualche lezione di guida...potresti aiutarlo tu,no?»
«Magari allora gli do il numero della scuola guida, e chi vuole vederlo più?»
«Sei sempre la solita zitella, Hermione. Se continui così non ti prenderà nessuno. Comunque, sapevo che quello non ti sarebbe piaciuto, ma ho già un altro da presentarti!»
«Ginny sembri mia madre, ti prego! Ringrazia Theo per la serata, ti voglio bene, tanti baci», concluse riagganciando, prima che Ginny potesse incastrarla in una nuova serata. 

Ovviamente le sue preghiere non vennero ascoltate e nei mesi seguenti, con il passare dei giorni gelidi e freddi a giorni di tiepido sole, gli appuntamenti si susseguivano di settimana in settimana. Fu così che alla lista degli incontri con maghi-alieni Hermione potè aggiungere il ragazzo-scopa, che si era portato dietro la sua scopa da Quidditch anche in macchina; l’uomo-palla, un amico babbano di Theo malato di calcio, uno strano sport di cui Hermione aveva sempre e volutamente ignorato l’esistenza; e l’uomo-tre-occhi, perché aveva un enorme brufolo al centro della fronte e sosteneva che ciò gli portasse uno spiccato talento nella premonizione.
Con il passare delle settimane e degli strani incontri al buio che Theo e Ginny le combinavano, Hermione era sempre più tesa e disperata. Gli esami estivi si stavano per avvicinare e c’era la tesi da finire e già questo era un dramma, ma certo la ragazza non poteva immaginare quale tipo di strano incontro avrebbe fatto quella sera. Hermione non aveva poi prestato tanta attenzione al fatto che Ginny le avesse dato buca solo poche ore prima della cena, costringendola ad uscire da sola con un nuovo mago-alieno da inserire nell’elenco, in fondo capitava spesso che Ginny accompagnasse Theo in qualche viaggio di lavoro in giro per il mondo.
Bip bip bip.... Tesoro, stasera io e Theo non riusciamo a venire. È già tutto prenotato però, il ristorante è in centro, ma ti passa a prendere lui alle 8. Ci sentiamo domani per i dettagli! Love, Ginny.
Sperando che non fosse uno come l’uomo-pesce (per la sua mutaggine), incontrato qualche settimana prima,  Hermione ormai rassegnata alla serata si preparò. I suoi tempi di preparazione erano nettamente più brevi delle cinque ore di Ginny, tant’è che indossare il nuovo vestito rosso ed acconciarsi i capelli fu molto veloce, lasciandole il tempo di leggere un po’ sul divano in attesa del nuovo cavaliere per la serata. Quando Grattastinchi andò a richiedere la cena, Hermione si rese conto che erano già le 8 passate, e che il cavaliere si era appena beccato il soprannome di mister-puntualità. Alle 8.45, con soli quarantacinque minuti di ritardo, finalmente il cavalieri bussò alla porta (e menomale che non sono Cenerentola, pensò Hermione). Con un gesto di bacchetta Hermione si sistemò il vestito spiegazzato e passò dallo specchio per darsi un’ultima occhiata, prima di aprire la porta. Di certo stare ad aspettare un po’ non gli avrebbe fatto di sicuro male.
Ritrovarsi davanti a Draco Malfoy, quel Malfoy, quel Draco Malfoy, si proprio lui, fu per Hermione un vero e proprio shock. Shock che tra l’altro si riconobbe bello visibile anchhe sulla faccia di Draco-Malfoy-quel-Draco-Malfoy-si-proprio-lui.
Quando il primo dei due ragazzi si decidette a parlare erano passati cinque minuti buoni.
«Granger, se questo è uno scherzo, sappi che non è di buon gusto» disse con aria schifata lui
«Malfoy, se non erro sei tu quello che è venuto a bussare alla porta della mia stanza. Con ben quarantacinque minuti di ritardo, sottolinerei » rispose lei altrettanto piccata.
«Solo quarantecinque minuti? Avrei detto di più! In ogni caso, ho fame, quindi a cena ci andiamo comunque, sperando che non mi venga un’indigestione nel mangiare al tuo stesso tavolo»
«Vorrei ricordarti che non sono ai tuoi ordini Malfoy, vengo a cena solo se ne ho voglia. Non sono ancora così disperata, sai? »
«Non sarai ancora così disperata, ma immagino tu non voglia sopportare altre paternali di due certi nostri amici, che immagino tentino di accoppiarti con ogni essere vivente sulla faccia della terra, come fanno con me. O sbaglio? »
«Va bene, aspettami che prendo la borsa, allora » concluse Hermione senza troppo pensarci. In effetti, non valeva la pena mandare a quel paese Malfoy, per poi sopportarsi le ire di Ginny.

******

Mi prendo qualche riga per scusarmi con voi del ritardo nell'aggiornamento. Purtroppo fra esame mega super importante rimandato, viaggi improvvisi e tesi da scrivere, questa settimana è stata davvero un incubo! Giuro solennemente di postare puntualissima fra due lunedì! 
Un enorme grazie a chi ha inserito le storie nell seguite. :)
Vi invito inoltre a recensire il capitolo, mi farebbe piacere sapere cose ne pensate della storia e se ci sia qualcosa da correggere!

A prestissimo,
x
Succo di zucca


  
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