Capitolo
2 – A cena fuori...
-Quattro
anni prima-
La sua vita era già complicata, perché ora le
toccava questo? Hermione
continuava a fissare la tazza di tè, ormai fredda, poggiata
sul tavolino di
fronte a lei. Aveva la tesi da scrivere, il trasloco da fare, il quarto
ripasso
per gli esami del semestre da finire.... ed ora questo.
Ginny innamorata. Ma va beh, lei si innamorava ogni tre per due, in
realtà.
Ginny innamorata di Nott. Quel Nott. Lui che li
aveva tormentati,
insieme agli altri Slytherin, per anni ai tempi della scuola.
Ginny davvero innamorata. Ginny con gli occhi
lucidi. Ginny felice.
«Oh,
merda!»
disse sprofondando nei cuscini del vecchio divano.
Prendere il portatile appoggiato sulla scrivania e iniziare a scrivere
una
email a Ron ed Harry era stato un impulso troppo forte. Non poteva
sopportare
tutto questo da sola. Il fratello e l’ex fidanzato di Ginny,
l’avrebbero
aiutata. Perché doveva fare qualcosa. Perché
doveva, giusto? No, non doveva.
Era segreto quello che le aveva confidato l’amica. Come
poteva tradirla così?
Passata l’idea dell’intervento familiare, la
ragazza decise che poteva fare
solo una cosa: parlare sinceramente con l’amica.
Bip bip bip
Il suono del suo cellulare. Stasera cena fuori?Un bacio, Ginny.
Bene,
sarebbe stata l’occasione perfetta per parlare di nuovo a
quattr’occhi della
situazione. Le avrebbe fatto cambiare idea. Perché doveva
farle cambiare
idea, almeno questo l’avrebbe fatto.
Tornando
a
casa dalla cena, Hermione si sentì più stupida
che mai. Come aveva potuto anche
solo minimamente pensare di rovinare una momento così felice
alla sua amica?
Alla cena si era presentato, a sorpresa, anche Theodor. Era stato
educato,
simpatico e gentile per tutta la serata. Aveva volutamente evitato di
parlare
degli anni della scuola, per evitare spiacevoli ricordi, e si era
interessanto
molto alla sua tesi sperimentale sui nuovi campi di Applicazione della
Legge
Magica. Anche lui studiava Magisprudenza, ovviamente lei lo sapeva
siccome lo
aveva incontrato ad alcuni corsi, ma pensava che fosse solo una laurea
di
facciata, come molti rampolli di ricche famiglie prendevano a suon di
finaziamenti all’università, per darsi
un tono. Invece parlare con Nott
era stato piacevole, una conversazione intelligente ed utile, quando
lui le
aveva consigliato – nel più totale stupore di
Hermione - alcuni testi antichi
da cui trarre spunto per il suo studio.
Per non parlare di quanto era stato dolce e premuroso con Ginny, un
vero
cavaliere. La sedia spostata per aiutarla a sedersi, i complimenti
continui, lo
sfiorare leggermente le mani della ragazza, velocemente per non mettere
in
imbarazzo la terza ospite, ma abbastanza gentili da far sentire a Ginny
la sua
presenza.
Insomma, se l’idea di partenza era quella di boicottare
quella assurda storia,
ora era Hermione ad essersi innamorata di quella coppia.
Era rimasta piacevolmente sopresa anche quando, qualche giorno dopo la
cena,
Nott le aveva fatto recapitare da un gufo, direttamente nella sua
stanza, quei
libri di cui avevano parlato.
So che potranno tornarti utili. Tieni i libri quanto vuoi, ma
ci terrei solo
a riaverli indietro per la mia collezione.
A presto,
Theo
Per fare felice Hermione bastava far leva su una cosa: dalle un libro e
lei ti
adorerà per sempre.
Le
sembrava
incredibile quanto fosse simpatico e brillante Theo, Ginny aveva
pienamente
ragione e aveva capito perché lei si era innamorata di lui.
Nella mente di
Hermione era comparso per un istante il pensiero che lui stesse
fingendo per
non si sa quale motivo, ma era scomparso poco dopo sentendosi solamente
un’imbecille presuntuosa. In fondo, non aveva mai parlato con
un Serpeverde,
non era mai andata al di là delle battute acide nei
corridoi, come poteva
pensare di conoscerlo?
Con il passare dell’inverno era stato inevitabile per
Hermione non continuare
ad uscire spesso con i due ragazzi. Ogni tanto (troppo) Ginny la
trascinava in
giro il sabato ed il venerdì sera perché
“Non si può stare a casa a studiare
anche il weekend!” e, alla fine, per Hermione era piacevole
passare il tempo
con la sua migliore amica e Theo. Inoltre, la mania di Ginny di far
fidanzare
l’amica era esistita fin dai tempi di Hogwarts, quando
cercava di piazzarle
quasi tutte le forme maschili di vita della scuola, quindi almeno una
volta al
mese cercava di piazzarle un collega di corso di Theo, un suo compagno
di
Quidditch o l’amico di un amico di un tizio che aveva
conosciuto al bar.
«Hermione,
mi
sono innamorata!»
«Ginny,
lo so. Me l’hai già detto almeno trecentonovantaquattro
volte! Ora, lasciami studiare e»
disse l’amica con noto acido, «per
piacere, lascia stare il mio libro di Shakespeare. Lo stai distruggendo»
.
«Ma
cosa ci posso fare se questo strano
babbano parla al mio cuore?»
disse la
rossa, con aria sognante.
«Senti,
ma Theo oggi non c’è? Non puoi
vederti con pucci-pucci-Mangiamorte? Io non ti sopporto proprio
più!»
«Se
continui ad essere così acida, ti
verranno le rughe, ‘Mione. E soprattutto rimarrai una
zitellaccia a vita»,
Harry uscì dalla cucina portando le tazze
per il té.
«Siete
voi due che mi fate venire il
diabete. Siete troppo sdolcinati. Ieri l’ho beccata a
disegnare cuoricini sul mio
libro, sulla mia preziosissima edizione speciale di Anna
Karenina! E
soprattutto, hai mai visto lei leggere un libro
che non sia di
Quidditch?»
disse Hermione, mandando
un’occhiataccia nei confronti dell’amica.
«Hemione, devo chiederti un favore»,
disse invece Ginny ignorando i commenti antipatici della ragazza. «Puoi
smettere di fare la zitella e liberati
per cena?»
Ed eccola lì, Ginny che torna all’assalto,
pensò la ragazza. Dire di no
a Ginny, era più difficile che rifiutare la terza porzione
di pudding dalla
Signora Weasley. Era un’impresa impossibile. Quella
famiglia era impossibile,
commentò fra sé e sé Hermione, mentre
le toccava una seduta di bellezza sotto
le grinfie di Ginny. Nonostante fosse sempre soddisfatta del risultato
–gli
incantesimi di Ginny e le lozioni della LavandaCorporate-HairExplosion
erano portentosi insieme – era sempre una tortura
passare tra le mani dell’amica. Tre ore per i capelli, fra
maschere ai mille
frutti del mare per capelli ancor più belli, shampoo
modellante per
far di ogni riccio un capriccio e strani aggeggi babbani del
cui uso
Hermione non si era mai preoccupata; e, ovviamente, due ore per
truccarla e vestirla.
Insomma un vero incubo, soprattutto per chi, come lei, era
già indietro con il
quinto ripasso per gli esami imminenti di febbraio.
«Vado
in stanza a vestirmi, torno fra un
paio d’ore. Ti passo a prendere ed andiamo insieme con la mia
macchina, ti va?
Theo ci raggiunge direttamente al ristorante»
disse mandando un sonoro bacio all’amica bruna che davanti
allo specchio
cercava di sistemarsi –togliere – quei due o tre
chili di rossetto rosso. Quando
si andava con la macchina di Ginny, non era mai una cosa buona.
Ciò implicava
infatti un buon successo dell’incontro, ovviamente secondo
Ginny, e che lei
dovesse essere riaccompagnata a casa dal bel fusto di turno, con il
solito
imbarazzo del bacio della buona notte. In quelle sue esperienze
del terzo
tipo Hermione aveva incontrato di tutto:
l’uomo-polipo, che si avvinghia e
non si stacca più; il ragazzo-macchinetta, che per non far
scendere un (sano)
silenzio parlava di ogni cosa gli passasse per la testa, dal meteo agli
strani
cartelli stradali dei babbani; o l’uomo-pollo, che aveva
insistito per
concludere la serata in una rosticceria, mangiandosi un pollo intero.
Tornata
a
casa, dopo aver tentato di schivare un bacio dal
ragazzo-vado-ai-5-km-orari-perché-sono-un-mago-e-mi-rifiuto-di-imparare-a-guidare,
togliersi i tacchi alti e lanciarsi sul suo divano fu una vera
liberazione per
Hermione, e pregò Merlino, Circe e Maga Magò
affinché Ginny smettesse
con la
sua mania degli incontri al buio.
«Herm,
com’è andata la serata?»
«Ginny,
c’eri anche tu! Che ti devo dire
di più?»
«Beh,
ti ha accompagnato fino alla
stanza? avete parlato? L’hai fatto entrare?»
«No,
non l’ho fatto entrare. Ginny era un
pazzo! Ho rischiato la vita almeno cento volte in macchina. Andava
pianissimo e
non rispettava poi i semafori, dicendo che erano solo una stupida
invenzione
babbana»
«Magari
ha solo bisogno di qualche
lezione di guida...potresti aiutarlo tu,no?»
«Magari
allora gli do il numero della
scuola guida, e chi vuole vederlo più?»
«Sei
sempre la solita zitella, Hermione.
Se continui così non ti prenderà nessuno.
Comunque, sapevo che quello non ti
sarebbe piaciuto, ma ho già un altro da presentarti!»
«Ginny
sembri mia madre, ti prego!
Ringrazia Theo per la serata, ti voglio bene, tanti baci»,
concluse riagganciando, prima che Ginny potesse incastrarla in
una nuova serata.
Ovviamente
le sue preghiere non vennero ascoltate e nei mesi seguenti, con il
passare dei
giorni gelidi e freddi a giorni di tiepido sole, gli appuntamenti si
susseguivano
di settimana in settimana. Fu così che alla lista degli incontri
con
maghi-alieni Hermione potè aggiungere il
ragazzo-scopa, che si era portato
dietro la sua scopa da Quidditch anche in macchina;
l’uomo-palla, un amico
babbano di Theo malato di calcio, uno strano sport
di cui Hermione aveva
sempre e volutamente ignorato l’esistenza; e
l’uomo-tre-occhi, perché aveva un
enorme brufolo al centro della fronte e sosteneva che ciò
gli portasse uno
spiccato talento nella premonizione.
Con il passare delle settimane e degli strani incontri al buio che Theo
e Ginny
le combinavano, Hermione era sempre più tesa e disperata.
Gli esami estivi si
stavano per avvicinare e c’era la tesi da finire e
già questo era un dramma, ma
certo la ragazza non poteva immaginare quale tipo di strano incontro
avrebbe
fatto quella sera. Hermione non aveva poi prestato tanta attenzione al
fatto
che Ginny le avesse dato buca solo poche ore prima della cena,
costringendola
ad uscire da sola con un nuovo mago-alieno da inserire
nell’elenco, in fondo
capitava spesso che Ginny accompagnasse Theo in qualche viaggio di
lavoro in
giro per il mondo.
Bip bip bip.... Tesoro, stasera io e Theo non riusciamo a
venire. È già
tutto prenotato però, il ristorante è in centro,
ma ti passa a prendere lui
alle 8. Ci sentiamo domani per i dettagli! Love, Ginny.
Sperando che non fosse uno come l’uomo-pesce (per la sua
mutaggine), incontrato
qualche settimana prima, Hermione ormai rassegnata alla
serata si
preparò. I suoi tempi di preparazione erano nettamente
più brevi delle cinque
ore di Ginny, tant’è che indossare il nuovo
vestito rosso ed acconciarsi i
capelli fu molto veloce, lasciandole il tempo di leggere un
po’ sul divano in
attesa del nuovo cavaliere per la serata. Quando Grattastinchi
andò a
richiedere la cena, Hermione si rese conto che erano già le
8 passate, e che il
cavaliere si era appena beccato il soprannome di
mister-puntualità. Alle 8.45,
con soli quarantacinque minuti di ritardo, finalmente il cavalieri
bussò alla
porta (e menomale che non sono Cenerentola, pensò Hermione).
Con un gesto di
bacchetta Hermione si sistemò il vestito spiegazzato e
passò dallo specchio per
darsi un’ultima occhiata, prima di aprire la porta. Di certo
stare ad aspettare
un po’ non gli avrebbe fatto di sicuro male.
Ritrovarsi davanti a Draco Malfoy, quel Malfoy, quel
Draco
Malfoy, si proprio lui, fu per Hermione un vero e proprio shock. Shock
che tra
l’altro si riconobbe bello visibile anchhe sulla faccia di
Draco-Malfoy-quel-Draco-Malfoy-si-proprio-lui.
Quando il primo dei due ragazzi si decidette a parlare erano passati
cinque
minuti buoni.
«Granger,
se questo è uno scherzo, sappi
che non è di buon gusto»
disse con aria
schifata lui
«Malfoy,
se non erro sei tu quello che è
venuto a bussare alla porta della mia stanza. Con ben quarantacinque
minuti di
ritardo, sottolinerei
» rispose lei
altrettanto piccata.
«Solo
quarantecinque minuti? Avrei detto
di più! In ogni caso, ho fame, quindi a cena ci andiamo
comunque, sperando che
non mi venga un’indigestione nel mangiare al tuo stesso tavolo»
«Vorrei
ricordarti che non sono ai tuoi
ordini Malfoy, vengo a cena solo se ne ho voglia.
Non sono ancora così
disperata, sai?
»
«Non
sarai ancora così disperata, ma
immagino tu non voglia sopportare altre paternali di due certi nostri
amici,
che immagino tentino di accoppiarti con ogni essere vivente sulla
faccia della
terra, come fanno con me. O sbaglio?
»
«Va
bene, aspettami che prendo la borsa,
allora
» concluse Hermione senza troppo
pensarci. In effetti, non valeva la pena mandare a quel paese Malfoy,
per poi
sopportarsi le ire di Ginny.
******
Mi
prendo
qualche riga per scusarmi con voi del ritardo nell'aggiornamento.
Purtroppo fra
esame mega super importante rimandato, viaggi improvvisi e tesi da
scrivere,
questa settimana è stata davvero un incubo! Giuro
solennemente di postare
puntualissima fra due lunedì!
Un enorme grazie a chi ha inserito le storie nell seguite. :)
Vi invito inoltre a recensire il capitolo, mi farebbe piacere sapere
cose ne
pensate della storia e se ci sia qualcosa da correggere!
A
prestissimo,
x
Succo di zucca