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Autore: Music is my soul    16/07/2013    29 recensioni
-Harry, lasciami!- Urlò lei, allontanandosi da lui, iniziando a correre per il vialetto.
-No, io e te siamo destinati, non puoi scappare dal destino.- Rispose lui, seguendola.
-E chi te lo ha detto questo? Smettila di rompere le scatole! Sembri un ragazzino.-
Ci fu un tonfo sordo e di nuovo la sensazione che il tempo si fosse fermato.
Le persone erano immobili, nessun suono, nessuna parola.
Però c'era una differenza, anche lei era immobile questa volta.
Vedeva Harry avanzare verso di lei, senza un minimo di pudore.
La guardò intensamente negli occhi e le lasciò un lungo bacio sulle labbra.
C'era qualcosa di strano, lei non era più immobile e intanto continuava a baciarlo, come se non ci fosse un domani, come non aveva mai baciato nessun'altro.
Quando si staccarono, nessuno dei due proferì parola.
Si guardarono ancora e ancora.
-Mi sembra di conoscerti da una vita.- Sussurrò lei.
-Kimbley, sono un vampiro.- Rispose lui, lasciandola di stucco.
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non sapeva quando fosse pericoloso stare con lui. Non conosceva la sua anima.
Ma decise comunque di dargli retta e conoscerlo, forse nemmeno lei sapeva il perchè.
 
 

I'm a Vampire.




Entrò un ragazzo strano al negozio quel pomeriggio, molto chiaro di pelle, una chioma riccia castana e dei meravigliosi occhi verdi.
Kimbley era intenta a sistemare dei cd su uno scaffale quando notò quel ragazzo.
Si accostò al bancone e aspettò che arrivasse lei, per servirlo.
-Buongiorno, posso aiutarla?- Chiese Kimbley con una tale calma, quasi snervante.
-Mh... stavo cercando dei dvd di film horror. Dove posso trovarli?- Chiese lui, con lo sguardo basso.
-Nel corridoio alla tua destra.- Rispose lei, cercando di guardarlo in viso.
Il ragazzo si strinse nel suo cappotto e si diresse verso quel corridoio, evitando chiaramente lo sguardo perplesso e curioso di lei.
Kimbley tornò a lavoro, lanciando di tanto in tanto uno sguardo al giovane riccio.
Quando incrociò i suoi occhi, per un attimo le sembrò fermarsi il tempo. Le sembrò che le persone non si muovevano più, che i cd inseriti negli stereo per provarli smisero di girare, che le immagini alle televisioni si erano immobilizzate e che solamente lei e lui potevano muoversi e parlare.
-Che mal di testa!- Pensò, l'emicrania cominciava a manifestarsi.
-Rose, io me ne vado, ho finito il turno, a domani!- Annunciò lei alla collega, indossando il caldo cappotto e uscendo dalla porto sul retro, riservata al personale del negozio.
Era sicura di non trovare nessuno a quell'ora del pomeriggio tardi, così si sedette su una panca di legno e si accese una sigaretta. Non era solita fumare, ma quando era molto stressata, lo faceva.
Appena buttò il filtro per terra, vide una luce proiettata sul muro di fronte, ma non capiva da dove provenisse, dato che non era visibile nessun proiettore.
Così, impaurita e infreddolita dal vento di Chicago, corse via, verso la metropolitana.
Appena arrivata, si sedette sulla solita panchina prima di prendere il treno che la riportava a casa.
Aveva comprato una di quelle pizze congelate all'emporio dentro la metropolitana, con tanto di una bottiglia di coca cola light e un gelato artigianale fragola e limone, come cena. Di solito comprava sempre qualcosa di pronto al negozietto sotto il suo palazzo, ma questa volta non aveva proprio voglia, era stanca e terribilmente impaurita per gli episodi precedenti.
Una volta arrivata a destinazione, prese il sacchetto con la cena, la borsa e di diresse verso il suo palazzo.
Per arrivare a casa, doveva attraversare solamente la strada.
Quando entrò nel cancello, attraversò a grandi passi il cortile interno, quando inciampò in un sasso sporgente e cadde rovinosamente a terra.
Nel momento in cui alzò gli occhi, vide quegli occhi verdi che tanto l'attraevano e lanciò un urlo di paura.
Lui prontamente le tappò la bocca con una mano, la prese in braccio e la portò nel suo appartamento. 
La posò delicamente sul divano e Kimbley cominciò a sbraitare.
-Prima di tutto mi devi dire come fai a sapere dove abito e poi, come hai fatto ad entrare in casa mia! Poi devi dirmi perchè da quando ti ho visto stamattina in negozio mi succedono un sacco di cose strane!- Urlò.
-Non posso dirtelo Kimbley.- Rispose il ragazzo.
-Come sai il mio nome?- Chiese lei, ancora urlando.
-Oggi ce l'avevi scritto sulla maglietta.- Rispose lui.
Lei sapeva che il vero motivo non era questo, nessuno le guardava quelle minuscola targhetta sul fondo della maglietta che usava per il lavoro!
-Va bene, ora vattene. Grazie per avermi aiutata ad alzarmi prima.- Rispose fredda.
-Comunque sono Harry.- Disse lui sparendo dalla vista di lei.
Era tutto così strano, non riusciva a capire il perchè delle azioni di quel ragazzo, come lui faceva a sapere il posto in cui abitava, il suo nome e sopratutto, come aveva fatto ad aprire la suo porta blindata.
 
Aveva appena finito di sistemarsi per la notte, dopo quella gustosa pizza margherita, quando sentì un rumore provenire dalla sua stanza.
-Sarà ancora quell'Harry?- Pensò sbuffando un po'.
Attenta e più impaurita di prima, si diresse verso la sua stanza con un mestolo in mano.
Si accostò alla porta e il rumore si era intensificato.
Contò fino a tre e aprì la porta di scatto, notando che il rumore proveniva dalla stanza di fronte alla sua, ovvero l'appartamento di Zayn, il suo vicino di casa.
Tirò un sospiro di sollievo e scostò le tende, per vedere cosa stesse facendo di così rumoroso quel ragazzo.
-Kim? Perchè hai un mestolo in mano?- Chiese lui confuso.
-Lascia perdere. Tu piuttosto cosa stai facendo? C'è un rumore talmente assordante!- Disse lei.
-Niente, sto solamente rimettendo a posto qui, tutti questi atrezzi per la ginnastica mi stanno facendo impazzire, non so più dove metterli!
-Immagino. Va beh, buonanotte Zayn.
Si salutarono entrambi e lei andò a letto.
Si sciolse i capelli, si riempì le narici del profumo delle rose poggiate sul suo comodino e si distese sotto le calde coperte, avvolta nel suo pigiamone invernale.
Prima di chiudere gli occhi, pensò a quello che era successo durante la giornata.
Prima la sensazione che il tempo si fosse fermato, poi quella luce sul muro e poi Harry nel cortile del palazzo e in casa. Sperò solamente che durante la notte non si fossero ripetuti quegli episodi.
 
La giornata era appena cominciata. 
Kimbley si lavò, si vestì e si diresse verso la metropolitana, come tutti i giorni.
L'unica cosa che interruppè quella routine giornaliera, era Harry.
Era lì, che la seguiva.
Kimbley aveva davvero molta paura, visto che non aveva mai avuto nè un rapporto stabile con un ragazzo, nè qualcuno che ricoprisse il ruolo di un padre.
L'unico "uomo" con cui aveva rapporti, era Zayn.
Prima di trasferirsi in quel palazzo, vivevano in una stanza in affitto, insieme ad altri due ragazzi dall'altro capo della città.
Dopo il trasloco, erano diventati buoni amici, quindi decisero di trovare casa vicini, per mantenere meglio i rapporti creatisi.
Harry cominciò a tenerla ferma dalle braccia per guardarla dritta negli occhi.
Il contatto visivo era fondamentale per lui.
Ogni volta che guardava qualcuno negli occhi, riusciva quasi ad ipnotizzarlo, però con Kim non ci riuscì.
-Harry, lasciami!- Urlò lei, allontanandosi da lui, iniziando a correre per il vialetto.
-Non posso, io e te siamo destinati, non puoi scappare dal destino.- Rispose lui seguendola.
-E chi te lo ha detto questo? Smettila di rompere le scatole! Sembri un ragazzino.
Ci fu un tonfo sordo e di nuovo la sensazione che il tempo si fosse fermato.
Le persone erano immobili, nessun suono, nessuna parola.
Però c'era una differenza, anche lei era immobile questa volta.
Vedeva Harry avanzare verso di lei, senza un minimo di pudore. 
La guardò intensamente negli occhi e le lasciò un lungo bacio sulle labbra.
C'era qualcosa di strano, lei non era più immobile e intanto continuava a baciarlo, come se non ci fosse un domani, come non aveva mai baciato nessun'altro.
Quando si staccarono, nessuno dei due proferì parola.
Si guardarono ancora e ancora.
-Mi sembra di conoscerti da una vita.- Sussurrò lei.
-Kimbley, sono un vampiro.- Rispose lui, lasciandola di stucco.
 
 
 


Writer's Corner.

Ehy ragazzeeee!
Non pensate che ho abbandonato le altre mie tre fan fiction!
Avevo solamente bisogno di staccare un po', di cambiare aria, non so se riesco a spiegarmi.
Comunque, questa qui sarà un mini long sovrannaturale! :)
Spero vi piaccia!
Lasciatemi una recensione :3

Banner : GoodGoneGirl

A prestooo :)

-Re
   
 
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