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Autore: panyc    16/07/2013    2 recensioni
Lo so che prima o poi torni, io lo so e basta. So che tornerai, busserai alla mia porta, entrerai nel mio sudicio appartamento chiedendo “Permesso?” e io ti guarderò, dalle scale, guarderò i tuoi occhi, le tue labbra, e le tue fossette che compaiono per via di un sorriso. Lo so, non chiedermi come, o perché. Non fare domande. Tu tornerai, perché voglio che torni. Voglio convincermi del fatto che saranno le tue braccia ad accogliermi, la sera, quando fa troppo freddo per stare soli in un letto troppo grande. Lo so, Harry. Non chiedermi come, né perché. Ma come so di amarti, so che tornerai. E mi amerai.**
Conterò.
Uno.
Due.
Tre.
Quattro..
Quattro e mezzo.
Quattro e tre quarti.
Cinque.
E non sei tornato.**
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non so da dove mi sia uscita, questa OS.
Ma mi piace. 
Ero piena di odio, tristezza, amore, malinconia e chi ne ha più ne metta.
E mi sono sfogata scrivendo una OS.
Spero vi piaccia e vi prego di recensire, anche una piccolissima recensione, per farmi capire che è stata di vostro gradimento.
Mi scuso per eventuali errori grammaticali o ripetizioni, ma non ho veramente tempo per rileggerla.
Vi consiglio di leggerla con, di sottofondo, This, Wake Me Up, Give Me Love e Little Bird di Ed Sheeran, perché, a mio parere, ci stanno a pennello. - Vostra scelta quale ascoltare -
È la mia prima - vera - OS, abbiate un minimo di pietà. Se dovete criticare, fatelo, ma non troppo.
Io ho pianto scrivendo, ma spero di non far piangere anche voi, non voglio farvi deprimere.
Ahahah, comunque sia, vi ringrazio se la leggete, in anticipo.
Vi spiego: tutto quello scritto dalla ragazza, ovvero inserito fra le seguenti virgolette: « », è un messaggio, in segreteria, anche se può non sembrarlo.
Alla fine, è lui che parla, e non è inserito fra nessuna virgoletta. 
È piuttosto corta e mi sa più di drabble che di OS, ma fa lo stesso. 
Spero, ancora, vi piaccia (:
Bacioni,
Tay :) 

 
 
 
 
«Ritornerai, perché so che lo farai. Tutti tornano, prima o poi, no?
Tornerai anche tu, io lo so. Mi rendo conto del fatto che è tutto un incubo, lungo, quasi infinito, senza via di scampo. Ma è un incubo, comunemente chiamato “brutto sogno”, che  un sogno non è. È sbagliato chiamarlo così, perché i sogni sono belli. I sogni ti rendono libero, al contrario degli incubi, che ti chiudono in una gabbia, una stretta -  e sovraffollata - gabbia. Dove tutte le cose brutte della vita, dove tutti i desideri di morte si racchiudono.
Quindi sei un incubo. Sì, tu sei un incubo. 
E non torni, no, non lo fai.
Però ci spero.
 
Prendendo un quaderno, mi siedo su uno sgabello e guardo oltre.
Oltre la finestra, bagnata dalle gocce di pioggia. Perforando i vetri, le persone, le auto, gli alberi, la strada e persino il cielo.
Afferrando una penna, che non funziona più, guardo oltre.
Verso il nulla, quello che hai lasciato nella mia vita quando sei andato via. Ma lo so, io, lo so. Lo so che prima o poi torni, io lo so e basta. So che tornerai, busserai alla mia porta, entrerai nel mio sudicio appartamento chiedendo “Permesso?” e io ti guarderò, dalle scale, guarderò i tuoi occhi, le tue labbra, e le tue fossette che compaiono per via di un sorriso. Lo so, non chiedermi come, o perché. Non fare domande. Tu tornerai, perché voglio che torni. Voglio convincermi del fatto che saranno le tue braccia ad accogliermi, la sera, quando fa troppo freddo per stare soli in un letto troppo grande. Lo so, Harry. Non chiedermi come, né perché. Ma come so di amarti, so che tornerai. E mi amerai. Sì, Harry, so che lo farai. Devi  farlo. E io so anche un'altra cosa: lo farai. Farai tutto ciò che voglio sapere, tutto ciò che so, tutto ciò che dev'essere, tutto ciò che non è, che non sarà. Ma tu tornerai, perché mantieni le promesse. E Harry, dannazione, quando sei uscito da quella porta mi hai detto “Tornerò!”.
E ora, però? Ora dove sei?
Hai detto che uscivi a prendere “delle sigarette”, però non fumi.
E non ho dubitato, Harry, non ho dubitato delle tue parole, perché credo in te. Ho sempre creduto alle tue parole, alle tue scuse, alle tue bugie. Sì, ho creduto anche alle tue bugie. 
 
Ti ho aspettato, ti aspetto anche ora. 
Hai lasciato un messaggio nella segreteria telefonica.
Io mi sono limitata ad ascoltarlo, invece di alzare la cornetta per poterti parlare.
Hai lasciato quel dannato messaggio, hai lasciato in un messaggio la fine di tutto. E mi fidavo di te. Ho sorriso, magari era uno dei tuoi squallidi scherzi. Ma non era così. Mi hai semplicemente detto che anche noi avevamo una fine. E io avevo sempre sperato che non fosse così, perché non doveva essere così. Non doveva e basta, non chiedermi come, né tanto meno perché. Non doveva essere così. 
 
Me le sono salvate, lo sai? 
Quelle parole. Sì, le ho salvate. Non solo in un telefono, ma anche nel cuore, nella mente, nell'anima. E adesso le cerco, cerco quelle parole fra i mille pezzi. Sì, esatto. Sono andata in mille pezzi, e non so in quale pezzo si trovano le tue parole.
Mi hai resa distruttibile. Hai fatto in modo che potessi diventare così debole, da riuscire a cadere a terra con una sola parola. 
E non so se perdonarti, ma credo che lo farò, sì. Io lo farò, perché credo anche nelle tue scuse, lo sai. Credo nelle tue parole, nei tuoi “Tornerò” e no, non m'importa proprio nulla se mi hai fatta a pezzi. Vorrei cacciarti via. Dal cuore, soprattutto da lì. Vorrei dirti “Ti odio” ma non sono capace e dico il contrario. Cicatrizzerà. Come ha sempre fatto. Voglio fidarmi di te e non m'importa proprio nulla se te ne sei andato. Tanto tornerai.
 
Cos'ha lei che io non  ho?
Cosa ti ha dato lei che io non ti ho dato?
Perché se vuoi posso riparare il danno. 
Buttarlo nello sgabuzzino, dirti che mi dispiace e che posso fare di più. 
Posso darti quello che non ti ho dato, posso essere quello che non sono stata.
 
Ma devi tornare, Harry. Non so se mi stai ascoltando oppure no, ma devi tornare.
 
Conterò.
 
Sì, sulle dita. Conterò lì. 
Conterò.
 
Uno.
Due.
Tre.
Quattro..
Quattro e mezzo.
Quattro e tre quarti.
Cinque.
 
E non sei tornato.
Non tornerai, no. 
Neanche se contassi fino a dieci, cento, mille, un milione, dieci milioni...
Semplicemente non lo farai.
E io credevo in te, credevo anche nelle tue scuse. Sì, io ti ho sempre creduto.
 
E ora? Ho in mano polvere, sabbia, ricordi, dolore, i pezzi di un'anima, di una pagina. Sì, la pagina di un libro. Avrei dovuto voltare pagina, poi, invece, l'ho strappata.
 
Ma se non torni tu, Harry, non lo faccio neanche io. Vado via e non torno.
Non torno, no, perché non ti interessa. Non t'interessa proprio nulla. Non t'interessa, quanto non è interessato a me il fatto che mi hai ridotta in frantumi.
Non t'interessa sapere che se vado via, non torno. 
E mi va bene, è strano, ma mi va bene. Mi va assolutamente bene. Se tu sei felice, lo sono anche io. 
 
Non sei tornato.
Hai preferito... qualcun'altro. 
Hai preferito lei, e non posso fartene una colpa.
Lei, forse, ti ha dato di più.
Forse.. Nessun forse.
Nessuno può amarti tanto quanto faccio io.
Nessuno saprà amarti quanto l'ho fatto io.
Ma non t'importa, quindi non importa neanche a me.
 
Conto, ancora.
Perché magari torni.
 
Uno.
Due. 
Tre.
Quattro.
Quattro e mezzo.
Quattro e tre quarti.
Cinque.
 
Non tornerai, Harry?
Te ne sei andato da me?
Sei andato via da me, Harry?
Non t'interessa tornare, Harry?
 
Allora non tornerò neanche io. 
Allora andrò via da te anche io.
Allora andrò via da te, sì, da te.
Non m'interesserà tornare.
 
Uno...
Due...
Tre...
Quattro...
 Cinque.»
 
Se c'era una cosa che avevo sbagliato, nella vita, era quella di aver fatto in modo che se ne andasse e  che non tornasse più. Come io feci con lei, lei fece con me.
Contò, sempre. Forse contò anche fra il vento, fra le nuvole scure, fra il sole, fra le stelle.
 
Forse conta anche ora.
Conta. 
Uno, due, tre, quattro, cinque.
E non sono tornato.
 
Bussare freneticamente alla sua porta, non servì a niente.
Come non ero tornato io.. Non era voluta tornare nemmeno lei.
 
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