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Autore: lunatique    16/07/2013    8 recensioni
Prendiamo una ragazza, che non va molto bene a scuola, negata nello sport. Ora aggiungete un ex-migliore amico con i capelli tipo riccioli d’oro e due fossette da bambino piccolo. Prendete un amico che si innamora della ragazza, una sorella perfetta, un ragazzo dolce più del caramello ed un amica che soffre in silenzio. Aggiungete al tutto una troietta che nella vita non ha niente da fare, tranne che combinare casino.
Cosa viene fuori? Un’enorme disastro, ecco com’è la vita di Alex Stewart da pochi mesi a questa parte.
***
TRAILER DELLA STORIA: http://www.youtube.com/watch?v=wDnylwQDE2o
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Alex sbrigati!” Mi urlò Juliette mentre infilavo il pigiama nel mio zaino.
“Arrivo!” Le risposi io afferrando quest’ultimo e correndo verso l’entrata, dove mio fratello e mia sorella mia aspettavano.
Ci posizionammo sul marciapiede scrutando la strada aspettando un taxi che ci avrebbe portati davanti casa Styles, ma quella stradina sembrava deserta.
“Oh bhè, ci abbiamo provato. Chiamo Anne e le dico che non veniamo più.” Dissi iniziando a camminare verso il portone di casa.
“Dove credi di andare?” Mi fece mia sorella prendendomi per un braccio e riportandomi al suo fianco.
Feci roteare gli occhi al cielo e sbuffai.
Aspettammo qualche minuto e vedemmo un taxi arrivare da lontano.
Mia sorella iniziò a sbracciare come una mongoflettica per dire al taxista di fermarsi.
Questo ci invitò ad entrare, July gli disse l’indirizzo a cui avrebbe dovuto portarci e partimmo.
Mi misi a guardare fuori dalla finestra mentre Christian al mio fianco giocava col Game-boy.
Passarono svariati minuti quando un taxi si fermò, uscimmo fuori e mi fermai a guardare la casa di fronte a noi mentre Juls porgeva al taxista i soldi.
“Suona tu.” Dissi mettendomi dietro di lei mentre si avvicinava al portone.
In risposta premette il campanello che risuonò tra le mura di casa Styles. Poco dopo il portone si aprì mostrando una donna dagli occhi verdi ed il sorriso dolce, che ci invitò ad entrare.
“Anne lei è mia sorella Juliette, Juliette lei è Anne, la madre di Harry e Gemma.” Juls stava per allungare la mano per salutare la donna di fronte a lei, quando quest’ultima la strinse in un abbraccio.
“Piacere di conoscerti, Katherine mi ha parlato molto di te.” Pronunciò la mora sciogliendo il loro abbraccio, mia sorella sorrise sincerante rispondendo “Il piacere è tutto mio.”.
“Ma come sei cresciuto! Ora sei un ometto!” Anne scompigliò i capelli a Christian posizionato al mio fianco.
Gemma ci raggiunse in salotto e ci strinse tutti in un abbraccio che ricambiammo.
“Harry è uscito, dovrebbe arrivare fra un po’.” Ci informò la giovane mentre ci indicava dove lasciare i nostri zaini.
“Alex, tu e Juliette dormirete con me mentre Christian andrà in camera da Harry.” Parlò senza smettere di mantenere il suo sorriso dolce. Annuimmo in silenzio. Juliette entrò in cucina trascinando con lei anche Chris, dopo avermi spiegato che voleva aiutare Anne a cucinare, così ne approfittai per andare in bagno e darmi una rinfrescata.
Una volta uscita andai verso la cucina per dare una mano, dato che non avevo niente da fare.
Trovai Juliette ed Anne a chiacchierare mentre armeggiavano con le padelle sui fornelli ed il piccolo Christian che guardava tutto quel cibo con la bava alla bocca.
Quest’ultima si rese conto della mia presenza e mi sorrise, per poi ritornare sul cibo che stava cucinando.
Mi avvicinai sorridente.
“Posso dare una mano?” Feci appena mi trovai accanto a loro.
Si girarono impaurite verso di me urlando un “No!” che mi fece sobbalzare.
“Vogliamo dire, forse è meglio che non tocchi i fornelli…” Provò a spiegarmi la più grande.
“Questo è un modo gentile per dirmi che non so cucinare?” Alzai un sopracciglio incrociando le braccia al petto.
“No è solo che…” Continuò la bruna lasciando la frase in sospeso.
“Alex si, era un modo gentile per dirti che non sai cucinare.” La interruppe mia sorella.
Feci la linguaccia alla bionda mentre Anne rideva.
“Ok, allora apparecchio.” Annunciai iniziando ad aprire gli scaffali.
“Basta che non rompi niente.” Rise mia sorella.
“Ma come sei simpatica oggi.”
“Lo so.” Chiuse la conversazione facendomi l’occhiolino.
Iniziai a mettere i piatti quando sentimmo la porta della cucina aprirsi.
“Mamma oggi si ferma a cena anche Mabel ok?” Sentii una voce roca alle mie spalle ed il sangue mi si gelò nelle vene.
Era Harry.
Mabel?
Vi prego, ditemi che non era come pensavo.
Mi girai di scatto e quando trovai il riccio con la roscia in piedi davanti all’entrata della cucina, sbarrai gli occhi.
Il piatto che tenevo in mano mi cadde e si ruppe con un tonfo sul pavimento, mi affrettai a raccoglierne i pezzi con le guancie tutte rosse.
“Alex, ti sei fatta male?” Mi chiese Anne accasciandosi vicino a me.
“N-no tranquilla.” Balbettai con le guancie completamente rosse.
Mi pareva strano che non avevo ancora fatto nessuna figura di merda oggi.
Raccolsi i cocci e li buttai nel secchio.
“Per me va bene se rimane.” Disse Anne camminando verso Harry e Mabel.
“È un piacere averti a cena con noi.” Sorrise la mora alla rossa che ricambiò.
Harry mi si avvicinò con la scusa di aiutarmi ad apparecchiare e mi sussurrò all’orecchio.
“Cosa ci fai tu qui?”
“Rompo i piatti a tua madre perché non ho niente di meglio da fare.” Risposi.
“Non ti da fastidio la presenza di Mabel, vero?” Mi chiese con un sorrisino odioso stampato sul volto.
Lo vorrei prendere a pugni.
Alex calmati.
Non fare cadere altri piatti.
“Perché dovrebbe?” Finsi indifferenza.
“Ah, niente, così…” Fece il riccio un po’ deluso.
Abbozzai un sorriso e mi diressi verso un contenitore con al suo interno le posate.
Mentre camminavo passai davanti alla roscia, c’era qualcosa di diverso in lei.
Indossava dei semplici jeans aderenti ed un maglioncino bianco abianato alle sue scarpe del medesimo colore.
Il trucco era leggero, sembrava una ragazza qualunque, non la solita troietta che vedevo a scuola.
Anne servì le pietanze a tavolo ed iniziammo a mangiare, lo stomaco mi si era chiuso e non riuscivo ad ingogliare neanche uno stupido spaghetto.
Mabel ed Harry finiscono di mangiare per primi, si alzano e vanno verso la camera del riccio.
In questo momento vorrei solo urlare e scappare via da quella casa, correre finchè non ne ho più le forze e poi buttarmi per terra a riposare, come i barboni.
Fare la barbona mi era sempre sembrata una buona idea, e pensa lo stesso mia madre dato che continua a sostenere “Se continui così nello studio, ti ci ritroverai molto presto per strada” ed io ribattevo con un “Sono troppo bella per fare la barbona, dopo un po’ di giorni verrebbe qualche figo di città a portarmi nella sua villa e vivremo felici e contenti con tre figli”.
“Cosa c’è Alex? Non ti piace?” Anne interruppe i miei pensieri, scossi la testa come per tornare alla vita reale e corrugai la fronte.
In risposta fece un cenno verso il piatto.
“Ohw no, ma non ho tanta fame, mi dispiace.” Le dissi assumendo un’espressione triste.
“Non fa niente cara.” Parlò dolcemente, ormai tutti avevano finito di cenare così sparecchio la tavola e mi infilo i guanti per iniziare a lavare i piatti.
Comincio a pensare ad Harry che entra mano nella mano con Mabel, al dolore atroce e inspiegabile che ho provato nel punto dove sta il cuore.
Comincio a pensare ad ogni volta che li avevo visti baciare ed ho girato la testa facendo finta di niente.
Comincio a pensare a tutte le volte che ho pianto ed Harry non c’era.
Comincio a pensare a quelle in cui c’era.
Comincio a pensare che dovrei smetterla di farlo, perché mi sta iniziando a fare male la testa.
“Più pulito di così non diventa.” Rise Anne, la guardai stordita e poi posai la mia attenzione sul piatto che avevano in mano.
Era più di mezz’ora che lo strofinavo con la spugnetta senza accorgermene.
Sorrisi debolmente alla mora e ritornai sui piatti, una volta finiti di lavare decisi di andare in camera di Gemma.
Camminai lungo il corridoio quando sentii delle voci provenire dalla camera di Harry.
Alex fermati, non si origlia alle porte.
Alex.
Alex ma dove stai andando?
No, non andare verso quella porta.
Sembra quasi la scena di un film horror in cui la mia coscienza mi dice di non andare verso la porta, ma io faccio la trasgressiva e ci vado lo stesso.
Poggio il mio orecchio sul legno freddo e riesco a sentire cosa dicono i due piccioncini.
“Cosa mi devi dire?” È una voce femminile, Mabel.
“Per me è difficile, ma penso sia meglio per tutti e due se ci lasciamo.” Questa frase però, esce con un suono roco e maschile, di sicuro è Harry.
“È per lei vero?” Fa la ragazza.
Improvvisai una veloce danza della gioia e ritornai a spiacciacare il mio orecchio sulla porta.
Silenzio.
Ancora silenzio.
Un lungo ed estenuante silenzio.
Lei chi? Lei chi? Brutti bastardi volete parlare?
“Non ti preoccupare, rispetto la tua decisione. Ciao Harry.” Sentii quasi una nota di felicità e liberazione nelle ultime due parole.
La porta si aprì ed io, siccome mi ci ero appoggiata, caddi per terra come una povera stupida.
“Ciao Alex.” Mi saluta Mabel con un sorriso a trentadue denti stampato sulla faccia.
Ma cos’è tutta questa felicità improvvisa?
Io la gente non la capisco, si lasciano e sembra che hanno appena ricevuto una proposta di matrimonio da Leonardo Di Caprio.
Senti una risata provenire da una persona vicino a me, alzo lo sguardo ed incontro quello di Harry, in quel momento ho quasi la sensazione che il mio cuore abbia smesso di battere.
“Sai che è maleducazione origliare?”
“Non stavo origliando.” Dissi mentre mi alzavo.
“E allora cosa stavi facendo?” Chiese incrociando le braccia al petto con un sorriso stampato sulla faccia.
“Stavo controllando se le porte erano ben saldate, non si sa mai.” Spiegai velocemente.
Lui alzò gli occhi al cielo ed io uscii dalla stanza in completo imbarazzo.
Andai in camera dove trovai Gemma e Juliette distese sul letto a scherzare.
Mi salutarono e mi invitarono a sdraiarmi vicino a loro, feci come mi avevano detto, subito dopo essermi messa la mia camicia da notte che mi copriva fino a sotto il sedere.
Dopo mezz’oretta a chiacchierare ci addormentammo, o meglio, loro si addormentarono ma io non ci riuscii.
Perché?
Gemma mi russava in un orecchio come se fosse un maiale in agonia, mentre Juliette continuava a ripetere “No la cioccolata no!”.
La guardai sbarrando gli occhi anche se non poteva vedermi dato che dormiva.
“No la cioccolata no? Ma sei seria?” Le dissi anche se non poteva sentirmi.
Sbuffai cominciando a fissare l’orologio appeso nella parete di fronte che segnava l’una di notte.
Passarono i minuti, ed intanto Juliette era passata dal “no la cioccolata no” al “no la panna no” per poi finire con “no il pistacchio no” e “no la fragola no”.
Ma che aveva nel cervello quella povera ragazza?
Con queste due vicino mi stava venendo una crisi isterica, così mi alzai per andare in cucina a bere un po’ di latte, nei film lo fanno sempre.
Camminai a passo felpato fino ad arrivare al frigo, afferrai il cartone contente il latte e presi un bicchiere dalla mensola. Iniziai a versare il liquido bianco, portai il bicchiere alla bocca ed iniziai a bere. Posai il tutto nel lavandino e mi girai per tornare in camera, proprio mentre compievo quell’azione andai a sbattere contro qualcuno, aprii la bocca per cacciare fuori un urlo dato che la stanza era buia e non vedevo chi fosse.
La persona mi tappo la bocca con una mano sussurrandomi “Sono Harry, stupida”.
Gli pestai un piede per fargli capire che doveva togliere la mano dalla mia bocca e così fece.
Alzai gli occhi al cielo mentre accendevo la luce della cucina, non fui più capace di muovere un muscolo quando vidi che era completamente nudo, l’unica cosa che indossavano erano dei boxer neri.
Lui mi scrutò da testa a piedi e sentii le mie guancie bruciare come se stessero prendendo fuoco, dato che l’unica cosa che mi copriva era una camicia da notte che mi copriva fino a sotto il fondoschiena.
“C-che ci fai q-qui?” Dissi in completo imbarazzo.
“Non riesco a dormire, tuo fratello continua a parlare nel sonno.” Rispose sistemandosi i ricci scompigliati.
“Ah, ok.” Feci un piccolo sorriso che si allargo subito dopo il suo.
Cadde il silenzio, iniziai a guardarmi le punte dei piedi aspettando che si decidesse ad aprire la bocca.
Che schifo, ho i piedini di un folletto con le unghie mette spezzate.
Mi morsi le labbra e lo guardai, lui spostava i suoi occhi da una parte all’altra della stanza senza mai soffermarsi su di me.
“Allora…” Iniziò.
“Allora…” Lo imitai mentre iniziavo a dondolarmi sui talloni e sulle punte dei piedi.
“Che imbarazzo.” Dissi e lui sorrise debolmente, guardò un punto alle mie spalle e mi mostrò di nuovo le sue adorabili fossette.
“Che ne dici di guardare un po’ di tv?” Mi chiese mentre usciva dalla cucina, acconsentii e lo seguii sul divano.
Mi misi vicino a lui e lo vidi afferrare il telecomando, glie lo tolsi dalle mani con un gesto veloce.
“Però scelgo io che vedere.”
“Ma, Alex…” Provò a parlare lui ma lo zittii.
Accesi la tv e girai tra i canali, mi fermai su uno che trasmetteva Spongebob e sorrisi felice.
“Un cartone?” Corrugò la fronte.
“Un cartone.” Affermai io ridacchiando.
Forse se l’era dimenticato, ma io avevo sempre amato i cartoni, li amo e li amerò per sempre.
I minuti volarono via, l’unico rumore che si sentiva era quello della televisione.
“Harry…” Pronunciai a bassa voce.
“Si?”
“Di quale ‘lei’ stavate parlando tu e Mabel?” Feci uscire dalla mia bocca quella domanda che mi frullava nella testa da ore.
Lo sentii irrigidirsi al mio fianco, alzai lo sguardo verso il suo viso, la mascella era contratta e guardava un punto davanti a lui.
“Nessuno in particolare.” Si decise a rispondermi.
Stronzo, ora tu me lo dici, la curiosità mi sta mangiando viva.
“Ah, ok.” Mi limitai a dire, riportando la mia attenzione sulla tv.
Di nuovo silenzio, che fu interrotto dalla mia pancia che gorgogliava.
“Zitta stupida.” Mi rivolsi al mio stomaco in un sussurro, come se potesse obbedirmi. Sperai con tutte le mie forze che lui non avesse sentito, ma purtroppo non fu così.
“Hai fame?” Mi chiese preoccupato.
“Oh bhè, dato che non ho cenato direi proprio di si.” Sorrisi.
Lui si alzò ed iniziò a camminare verso la cucina, ritornò con una vaschetta di gelato in mano e due cucchiai e dei fazzoletti.
Afferrai uno dei due e lo guardai con aria interrogativa.
“L’altro per chi è?” Chiesi.
“Per me.” Rispose ovvio.
“Diventerai ciccione.” Dissi cominciando a punzecchiare il suo addome più duro di quanto mi aspettassi.
“Pft parla per te.”
“Hey!” Feci finta di essermi arrabbiata, aprii la confezione ed iniziai a mangiare.
Affondai il cucchiaio nel gelato, ne riuscii a prendere un bel po’ e me lo infilai in bocca, ma essendo troppo gonfiai le guance per riuscire a tenerlo in bocca.
Harry mi osservò e scoppiò in una risata.
Alex, trattieniti, non gli sputare tutto in faccia.
Alex tieni la bocca chiusa ed ingoia.
Brava Alex.
La testa prese a girarmi e mi si congelò nel giro di due secondi.
“Ahio ahio ahio ahio ahio ahio.” Ripetei mentre chiudevo gli occhi e mi coprivo le testa con le mani.
“Che hai?” Mi chiese il ragazzo vicino a me.
“Ho…La…Testa…Congelata…E…Sto…Muorendo…Di…Brividi…” Parlai a scatti come fossi malata, un brivido di freddo mi salì per tutto il corpo fino alla punta dei capelli.
Senza pensarci due volte mi fiondai su di Harry appoggiando la testa sul suo petto sperando di trovare una fonte di calore.
Alex, fermati un attimo, che cazzo stai facendo?
Levati subito.
No, il riccio qui presente emana un calore troppo invitante, non ci riesco.
Lo sentii ridire prima di avvolgere le braccia intorno al mio piccolo corpo.
Quando la testa smise di farmi male per il troppo gelato inghiottito, aprii gli occhi lentamente e guardai la vaschetta appoggiata vicino a noi.
“Odio il gelato.” Farfugliai prima di prendere il cucchiaio ed immergerlo di nuovo in quel cibo fresco.
Portai il cucchiaio alla bocca e chiusi gli occhi.
“Però è così buono!” Esordii tutta eccitata, alzai lo sguardo verso Harry che mi osservava con sguardo alla “questa è tutta matta”.
“Ma che cazz?” Lo sentii pronunciare corrugando la fronte.
“Sono le due di notte, non sono completamente lucida a quest’ora.” Mi giustificai poggiando di nuovo la testa sul suo petto.
Sbarrai gli occhi, ricordandomi di essere ancora in braccio ad Harry.
Mi rimisi seduta sul divano in completo imbarazzo, lui sembrò rattristarsi leggermente e tornammo a guardare la tv.
Ogni tanto, con la coda dell’occhio spostavo lo sguardo su di lui e lo trovavo semp renella stessa posizione.
Iniziai a giocare distrattamente con il pizzo della mia camicia da notte.
“Quella biondina che ho visto oggi è tua sorella?” Mi chiede all’improvviso.
Mi giro verso di lui e corrugo la fronte.
“Si perché?” Chiedo curiosa.
“Mica male.” Dice con un sorrisini pervertito stampato in faccia.
“Stupido!” Rispondo lanciandogli un cuscino in faccia.
“Che c’è? Lei è una ragazza, io sono un ragazzo, e stiamo nella stessa casa, ed è notte…” Lascia la frase in sospeso alzando e abbassando le sopracciglia con uno sguardo da ebete.
“Coglione!” Intervengo lanciandogli di nuovo il cuscino in faccia.
Lui rise leggermente e io gli feci la linguaccia.
Spense la tv e si alzò dicendomi che sarebbe tornato a letto, mi alzai anch’io dal divano e presi la confezione vuota di gelato per andarla a buttare nel secchio.
“Ah, Alex.” Mi chiamò girandosi.
Mi bloccai all’istante e spostai il mio sguardo su di lui. “Dimmi.”
“Tu sei molto più bella di tua sorella.” Sorrisi mostrandomi le sue adorabili fossette ed io arrossii come un peperone.

***

Scusate scusate scusate scusate scusate scusate scusate per il ritardo.
Lo so, stavolta sono imperdonabile ma almeno vi spiego il perchè: allora, è estate anche per me e quindi esco molto spesso con i miei amici, poi devo semp re stare in giro perchè sto cercando una maglietta da mettere per il raduno delle beliebers a roma il 18 e non vedo l'ora di andarci ajfkdlfhdhk
Seconda cosa, non avevo ispirazione.
Non sapete quanto è stressante guardare i fogli di Word senza riuscire a digitare un cazzo di frase.
Mi sono anche un po' scoraggiata perchè è la prima volta che faccio un ritardo così lungo e 15 persone hanno smesso di seguire la mia storia, 8 l'hanno tolta dalle preferite.
Oh, bhe non è tanto una cosa carina aprire efp e trovare che molte persone ti hanno abbandonato solo per il ritardo.

Ringrazio tutti quelli che sono rimasti.
Non so, in questo periodo mi sto deprimendo perchè (anche con questa cosa che ho scritto prima) mi sembra che a nessuno piaccia la mia storia, le recensioni stanno calando ed anche il numero di persone che la seguono.
Ceh se fa schifo ditemelo:)

Vabbè, passo ai ringraziamenti speciali: vorrei ringraziare Caterina ed Emanuela che sono due ragazze FANTASTICHE che mi supportano sempre, davvero vi amo.
Poi ringrazio Isabella, per tutti i complimenti che mi ha fatto, davvero mi sono commossa.
Ringrazio anche Ghiandaia per il suo incoraggiamento, è una persona meravigliosa.
Con questo ho finito, spero che qualcuno almeno scriva una recensione (positiva o negativa che sia).

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