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Autore: Kaori_97    17/07/2013    4 recensioni
Un complicato caso, riguardante un pericoloso serial killer porterà il Lightman Group a collaborare di nuovo con l' FBI.
Una bruttissima sorpresa colpirà Cal, ma sopratutto Gillian.
Genere: Angst, Fluff, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cal Lightman, Gillian Foster, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Scusate il ritardo, ecco il capitolo sei, spero vi piaccia ^^


I will save you*




CHAPTER SIX


Gillian era lì, incapace di muoversi. Paralizzata dalla paura e dal dolore.
Il suo respiro era affannato e i suoi occhi rossi è colmi di lacrime che da un momento all’altro sarebbero traboccate.
Per un minuto Cal aveva creduto di potercela fare. Cal era convinto di riuscire a portarla fuori di li.
E invece lei era davanti a lui con una pistola puntata addosso.

L’uomo le levò la giacca che Lightman le aveva messo sulle spalle e la lanciò via.
“Cosa vuoi farle?” Disse Cal con tono forte.
“Non credevo fossi così ingenuo. Voglio divertirmi un po’ con la tua… amichetta.” Disse divertito Derek.
Con la mano libera, Pierce sbottonò il primo bottone della camicetta di Foster.
“Levale le mani di dosso!” Gridò mentre faceva grandi passi veloci verso di lui.
“Hey hey hey! Sta indietro!” Rispose Pierce mantenendo un tono calmo.
Cal vide come pressò la pistola sulla gamba di Gillian e allora si fermò.
Gillian trattenne il rispiro e chiuse gli occhi, le lacrime cominciarono a cadere senza sosta sul suo viso, ma lei non produceva alcun singhiozzo. 
“Così non è divertente Gill.” Disse con un tono di voce malato mentre continuava a sbottonare la camicia della donna.

Arrivò al terzo bottone.
Riusciva a leggere l'eccitazione nei suoi occhi.
Non poteva starsene fermo a guardare, ma se si fosse avvicinato quel bastardo avrebbe fatto fuoco. Era totalmente inutile.
“Perdonami Gill...”
Quarto bottone.
Quinto.
Gli ultimi due bottoni restati li strappò e gettò via la camicetta.
Cal stringeva i denti e i pugni. Avrebbe voluto strozzare quel bastardo per quello che stava facendo a Gillian.
Lui stava letteralmente giocando con lei. Si nutriva del suo dolore e delle sua paura.

Improvvisamente la porta principale si spalancò e degli agenti fecero irruzione dentro l'edificio.
"FBI non ti muovere sei circondato"
"NO, NO NO! Fermi!" Gridò Cal con le braccia in avanti verso di loro "Fermi o la ammazzerà!"
Pierce guardò verso di loro, poi diede un ultimo sguardo malato a Lightman e infine i suoi occhi si posarono su Gillian.
"Mi dispiace Gillian, devo affrettare le cose." Le disse lui.
Alzò la mano con la pistola e gliela punto al petto.
"NO! NO Ti prego non farlo!" Cal era disperato.
"Butta la pistola!" Gridò l’agente Deever
Pierce non dava segni di resa. Anzi si preparò a fare fuoco

“Dio no! Ti prego no!”
Il federale lo precedé e sparò un colpo mirando alla mano dello psicopatico.
“Aaaggh,” La pistola gli cadde, e i federali si diressero velocemente verso di lui.
In quel momento Lightman prrovò un enorme senso di sollievo, ma subito dopo vide qualcosa sul volto di quell’uomo. Rabbia, dolore, disprezzo, e…
"Hey! Hey! Dovete fermarlo! La sta per colpire! No! NO! GILLIAN!!"Lightman con un grido disperato corse verso lei, ma ormai… Era troppo tardi. 

Fu tutto in meno di un secondo
Pierce afferrò un coltello ai suoi piedi con la mano sana e senza aspettare un solo istante lo conficcò e lo ritrasse dall’addome di Foster
In pochissimo tempo Cal si trovò vicino a lei.

Derek l’aveva accoltellata.

Gillian respirava irregolarmente, con una mano sopra la ferita. Quando la vide sporcarsi di sangue e suoi occhi si spalancarono per il puro terrore e per il dolore insopportabile che provava.
"Chiamate un' ambulanza!” Gridò lui andando da lei.
Strappò in modo rapido un lembo della sua giacca e la pressò saldamente contro la ferita aperta.
Le sue mani in pochi secondi erano ricoperte di sangue, contro la fredda pelle di Gillian. 

Era abituato ad avere il controllo di tutto, ma non adesso. 

La mano insanguinata di Gillian si posò sopra il petto di Lightman.
I suoi occhi… I suoi occhi lo colpivano come una pugnalata al cuore.
"E’ tutto a posto, Gill. L’ambulanza sarà qui presto, molto presto. Te lo prometto. Andrà tutto bene, tutto bene. 
“C-Cal…” Era terrorizzata.
"Andrà tutto bene, tesoro . Fidati di me. Ho bisogno che tu resista." Ha lottato per non far trapelare la disperazione dalla sua voce, per non farla agitare ancora di più, ma era inutile.
"Ci-ci s-sto’ provando..." Sibilò debolmente lei.
Respirare, per lei stava diventando sempre più difficile. 
"Resisti tesoro! Resisti!" Gli occhi di Foster si stavano lentamente chiudendo. "Resta con me Gill! Apri gli occhi!"
“C-Cal.. Non… Non ci riesco…”
Nei suoi occhi appena aperti, Cal poteva vedere che stava lottando per rimanere cosciente. Aveva già perso un sacco di sangue, il suolo la camicetta entrambe le sue mani ne erano la prova. 
"Apri gli occhi, tesoro. Sai che adoro i tuoi occhi. Non chiuderli! Resta sveglia!" Le mani gli tremavano.
Sentì il rumore delle sirene in lontananza, fece un respiro di sollievo. 
“Sono qui Gillian! Sono arrivati! Resisti ancora un po’!”
“Non ce la fac- faccio…” 
“No, no, no, no! Gill tieni gli occhi aperti!” La stava implorando
"Sc-scusa… Io… Non… Non..” La sua mano lasciòuna scia insanguinata sulla camicia di Cal e poi cadde a terra, i suoi occhi si chiusero definitivamente.

“Maledizione.”
Dei paramedici con una barella entrarono nell’ industria abbandonata, e si diressero verso di loro
“Muovetevi idioti!” Gridò Lightman.
Quando li raggiunsero, chiesero a Cal di spostarsi per poter prendere Foster.
Esitò qualche secondo, poi prese le distanze e i paramedici la misero sopra la barella.



La stiamo perdendo! Non abbiamo nessun impulso!” Gridò uno dei paramedici.
“Avvia il massaggio cardiaco mentre preparo il defibrillatore!”
Lo stesso prese gli elettrodi del defibrillatore e li posizionò sul torace di Gillian. 
“Carica a 200!”
Tutto era confuso, sentiva quel rumore stridulo e stressante del monitor cardiaco. La linea era piatta. 
“Nessun battito! Carica a 300!”
Tutto stava andando al rallentatore per Cal. Gli sembrava di essere bloccato in un incubo che non finiva mai, quando finalmente il monitor indicò un ritmo cardiaco normale. E in quel momento Lightman ringraziò un Dio in cui non era nemmeno sicuro di credere.
L'ambulanza stava viaggiando a grande velocità verso l'ospedale. E lui non tolse lo sguardo dal volto pallido di Gillian nemmeno per un secondo.



Era seduto in sala d’attesa. Era lì a fissarsi le mani. Erano sporche di sangue, del suo sangue.
Si sentiva quasi responsabile.
Perché non l’ho capito subito? Perchè non mi sono accorto prima che l’uomo che usciva con Gill era un serial killer? Perché sono così inutile?
Nel profondo sapeva che non era realmente colpa sua, ma se le cose in sala operatoria fossero andate storte, non se lo sarebbe mai perdonato.
Solo adesso si era reso conto di quanto fosse cieco, oltre che nel leggere Gillian stessa, anche in tutte le cose che la riguardavano.
Affianco a lui seduta c’era Emily, nemmeno lei riusciva a tranquillizzarlo. Dalla parte opposta del corridoio invece c’erano Ria e Eli, che non erano in condizioni migliori di Lightman, tranne per il fatto che loro non erano ricoperti del sangue della donna che ora si trovava in sala operatoria a combattere perla propria vita.
Dopo quattro interminabili ore finalmente arrivò un medico, Cal si alzò e si avvicinò.
Il dottore prese un respiro e parlò:
“La dottoressa Foster ha presentato un enorme ferita penetrante nell’addome, sono stati coinvolti anche diversi organi…   Ha battuto molto forte la testa, e per questo ha causato una contusione celebrale, ha anche diverse costole fratturate, probabilmente causati da forti colpi che deve aver ricevuto in quella zona… Una di questa ha perforato il polmone destro. Ha subito anche molte altre ferite superficiali quali i diversi tagli sulla schiena e le ustioni sparse per il corpo… Ha molti ematomi sul collo… Causati da… Da strangolamento e…”
“Dottore. Lei come sta?” Lo interruppe Lightman impaziente.
“L’intervento è stato difficile, abbiamo dovuto interpellare un chirurgo cardio-toracico, un neurochirurgo  e un chirurgo ortopedico. Hanno fatto del loro meglio. L’operazione è riuscita.





Kaori_97:
Beh,  fatemi sapere che ne pansate, il capitolo mi piace, ma credo di averlo scritto male, non so se capite cosa inendo ahaha

Baci :)
   
 
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