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Autore: Choco_    17/07/2013    1 recensioni
Seduta sul suo scoglio preferito, poco distante da casa sua, se ne stava una bambina e a guardare l’esteso mare che le stava di fronte. Il mare era l’ unica cosa che le dava sicurezza, che le dava speranza, non si sarebbe mai separata da lui, MAI. Eppure.. da un momento all’ altro successe. Lei e il mare furono allontanati dalle ambizioni. Non di Miki, ma dei suoi genitori.
Trasferirsi in Inghilterra. Che idiozia!
Aveva sempre pensato che fosse la cosa più stupida da fare, ma i suoi genitori non le avevano mai dato ascolto. Aveva solo cinque anni.
Ora se ne stava lì, aspettando che, come tutte le volte, il mare le desse un suggerimento, le permettesse di rimanere lì con lui per sempre; aspettando che la proteggesse dalla stupida idea dei genitori, che l’ aiutasse a fare la cosa giusta, come sempre.
Piangeva, però, perché anche il mare le suggerì di andare. Tanto si sarebbero rivisti, tutte le estati. Promesso.
“Quando guardo il mare vado lontano” aveva spesso detto a Giorgia, la sua amica del cuore. Questa volta il mare non la faceva andare lontano solo con i pensieri e con i sogni.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Seduta sul suo scoglio preferito, poco distante da casa sua, se ne stava una bambina e a guardare l’esteso mare che le stava di fronte. Il mare era l’ unica cosa che le dava sicurezza, che le dava speranza, non si sarebbe mai separata da lui, MAI. Eppure.. da un momento all’ altro successe. Lei e il mare furono allontanati dalle ambizioni. Non di Miki, ma dei suoi genitori.
Trasferirsi in Inghilterra. Che idiozia!
Aveva sempre pensato che fosse la cosa più stupida da fare, ma i suoi genitori non le avevano mai dato ascolto. Aveva solo cinque anni.
Ora se ne stava lì, aspettando che, come tutte le volte, il mare le desse un suggerimento, le permettesse di rimanere lì con lui per sempre; aspettando che la proteggesse dalla stupida idea dei genitori, che l’ aiutasse a fare la cosa giusta, come sempre.
Piangeva, però, perché anche il mare le suggerì di andare. Tanto si sarebbero rivisti, tutte le estati. Promesso.
“Quando guardo il mare vado lontano” aveva spesso detto a Giorgia, la sua amica del cuore. Questa volta il mare non la faceva andare lontano con i pensieri e con i sogni. Questa volta il mare la spingeva lontano anche fisicamente. Lei se ne andava in Inghilterra, senza il suo mare, senza Giorgia.

-“Su Miki” urlò una voce femminile.
- “ Ma mamma non voglio” – disse con i lacrimoni agli occhi- l’Italia e il mare mi appartengono. Non voglio abbandonarli! Non per sempre.”
-“Torneremo in estate principessa, o tutte le volte che davvero ne avrai bisogno.” Disse Jason, suo padre. Dispiaceva anche a loro abbandonare l’Italia e vedere in lacrime la loro bambina, ma ciò che spinge a viaggiare e andare via verso altri Paesi, si sa, è il lavoro.
-“Non posso lasciare Giorgia, è la mia migliore amica!”
-“Ne troverai tante in Inghilterra! “ Disse quasi in preda alla disperazione Lucinda.
-“Non ne voglio tante, io voglio Giorgia, lei è insostituibile, mamma!”
-“Le vuoi tanto bene,eh?” Le disse Jason.
-“Da morire. Mi mancherà tanto. Può venire con me in Inghilterra ? Ti prego papà !”
-“Verrò a trovarti, te lo prometto”.- Disse Giorgia, anche lei in lacrime.
-“Ti giuro che ti vorrò sempre bene!”-
-“Anche io.”
-“E che non mi dimenticherò mai di te.”-
-“MAI”- dopodiché Giorgia si avvicinò a Miki e le porse un braccialetto azzurro con su scritto “FRIEND” –“Me l’ha portata mamma, – riprese- uno a me e uno a te. Portalo sempre con te, come simbolo della nostra amicizia.
Si abbracciarono. L’ ultimo abbraccio da amiche del cuore.
Poi Jason rivolto alla moglie cominciò a dire –“ Vuoi farmi credere che queste due bimbe hanno cinque anni?”
-“ Stupefacente, vero? “ Disse Lucinda al marito con ironia.
-“Meraviglioso!” Esclamò tutto allegro. – “Principessa è ora di mettersi in auto e partire. Quando arriveremo ti porto in un posto bellissimo.”
Miki annuì e salì in auto ancora molto triste. Si voltò per l’ ultima volta prima che partisse. Salutò la sua migliore amica, salutò il mare, il suo mare, salutò il paesino in cui abitava e salutò l’ Italia. 


Dopo tre abbondanti ore di viaggio era arrivata ad un modesto pesino nella contea del Cheshire di nome Holmes Chapel, dove abitavano i suoi nonni paterni.
Eccola lì, la grande e vecchia casa dei nonni, posta in una stradina al centro di alcune case praticamente uguali.
Miki se la ricordava più piccola e meno spaziosa e anche molto meno accogliente. Invece del solito cancelletto grigio mezzo sganciato ai cardini vi era un imponente cancello automatico verde. Il giardino era stato messo a nuovo. Ordine della mamma, pensò Miki, adorava i giardini e soprattutto i fiori. I suoi preferiti erano le viole, Miki invece preferiva i girasoli. Sarà perché si distinguevano dagli altri fiori, o forse perché erano i più alti e andavano oltre.. O perché un’ indovina al Luna Park quest’ inverno l’ aveva paragonata ad un girasole. Fatto sta che le erano sempre piaciuti.
Al centro del giardino vi era una grande piscina attorno alla quale c’era un gazebo attaccato alla casa. Anche se le era sempre sembrata una di quelle case antiche, fatta di mattoni grigi e a primo impatto fatiscente, questa volta le piaceva. Non era più la vecchia casa dei nonni. Ora era casa sua, bella e allegra come quella che aveva in Italia.
Miki entrò e vi trovò l’ arredamento diverso. Il lungo divano di pelle beige che c’era in salotto e che finiva con un’ isola, era stile moderno. Una grossa televisione con l’ impianto stereo e le sue adorate casse era di fronte al divano, e la parete attrezzata di legno aveva una forma strana. Anche la cucina e i letti erano in stile moderno, e alcuni mobili avevano forme strane, si alternavano cassettoni tondi a quelli quadrati e bianchi armadi giganteschi erano vicino alle pareti.
La casa aveva due piani più una tavernetta. Lì c’era la cucina di nonna, rimasta com’era. Al pian terreno vi era un grossissimo salone, la cucina, un bagno e una stanza che Miki ben presto chiamerà la sala della musica. Al piano superiore, a cui ci si arrivava salendo grosse scale stile “Titanic”, vi erano le camere da letto con i propri bagni e un grosso bagno turco. Poi vi era una piccola soffitta, dove si custodivano le vecchie cose che i nonni preferivano non portare con loro a Dublino. Eh già si trasferivano, lasciando tutto al loro figlio e alla sua famiglia che aveva già cambiato molte cose.
Jason aveva lavoro a Londra, che distava più di 500 km da Holmes Chapel, quindi durante la settimana non era a casa. Ma non lavorava interi periodi all’ anno. Spesso aveva lunghe soste e rientrava solo se richiesto.
A Miki piaceva molto il lavoro del padre. Era una sorta di manager della Sony Music e l’ aveva portata con se due volte al luogo di lavoro tanto da far appassionare la piccola al canto.
Né Lucinda né Miki facevano fatica a parlare inglese. Jason aveva entrambi i genitori inglesi- anzi padre irlandese e madre inglese- mentre il vero padre di Lucinda era americano e la madre italiana. In casa in Italia parlavano sempre inglese facendo abituare così Miki già da piccola a quella lingua.
Accadde una cosa strana però. Dovendo d’obbligo ritornare in Italia nelle vacanze estive, su richiesta di Miki ovviamente, Jason e Lucinda parlavano in italiano per non permettere alla figlia che se ne dimenticasse.

-“Principessa, allora ti piace la nuova casa? È simile a quella in Italia?” Disse Jason alla figlia.
-“Più di quanto immaginassi! Grazie mio re.”
-“Sono davvero contento e vedrai, ti piacerà molto vivere qui. Quando sarai grande potrai andare a vivere a Londra  o tornare in Italia, sei libera di fare ciò che vuoi.”
-“ Ecco papà, a proposito di questo. Ma perché non siamo andati ad abitare a Londra ? Tu lavori lì!”
-“ A dire il vero avevo un po’ nostalgia della mia infanzia. Sono vissuto qui per tanto tempo prima di cominciare a lavorare e girare un po’ il mondo.”
-“ Ma starai poco con me e la mamma, non vale!”
-“ Ci starò molto più tempo di quanto credi” – Disse sorridendo. –“Eccoci qui, siamo arrivati!” E si fermò davanti ad un grosso parco pieno di alberi e panchine. Al centro vi era un laghetto non molto grande, e intorno piccole strade fatte di ciottoli di ghiaia che servivano a dividere in grossi quadrati il parco.
Jason si fermò su una panchina rossa seminascosta da una quercia e disse alla figlia, che aveva un’ aria sorpresa e felice: “Aspettami qui, vado a comprare una cosa”. Miki annuì e si sedette sulla panchina, osservando il cielo azzurro, coperto appena da qualche nuvoletta innocente. Erano in Inghilterra sì, ma c’era bel tempo e il sole se ne stava in cielo sopra tutti gli altri.
Passò più di un quarto d’ora ma Jason non arrivava. All’ improvviso la bambina venne colpita da una palla. Miki spazientita esclamò: “ Odio l’ Inghilterra! E tutti i suoi cattivi abitanti”.
Subito un bambino corse a raccoglierla. Aveva dei capelli biondi e si avvicinò molto in fretta a Miki prima di recuperare la palla.
-“Scusa, non volevo farlo apposta! Stavo giocando con i miei amici e la palla è finita qui. Ti sei fatta tanto male?” Il bambino le porse la mano e l’ aiutò ad alzarsi. Miki l’ afferrò e alzò lo sguardo incontrando i grandi e verdi occhi del bambino, il quale le sorrise.
Miki arrossì e sorrise a sua volta. Gli balbettò un grazie, cercando di non sbagliare pronuncia. Si era allenata molto a casa. In verità, capitava che Miki parlasse molto spesso in inglese poiché i genitori tra loro lo parlavano.
-“Di nulla”- esclamò il bambino. –“Comunque piacere io sono Harry”
-“Miki – Disse la bambina, pur sapendo di non dover rivolgere la parola agli sconosciuti. Tuttavia quel bambino le dava fiducia.
-“Ti va di giocare con noi ? Ti presento i miei amici! Sono tutti simpatici, o almeno sono sono ‘cattivi inglesi’ ”
Miki non poté fare a meno di sorridere dopo quella buffa esclamazione, poi gli disse: -“ Non posso, in teoria devo aspettare mio padre in questo punto preciso e non posso andare via altrimenti quando torna non mi trova. Però è da tanto che non torna.”
-“Capisco. Quindi sei da sola. Possiamo aspettare insieme!”
-“Harry dove sei finito ?” Esclamò un bambino urlando.
- “ Sono qui ! Dietro la quercia!” Gli urlò Harry di rimando.
-“ E dai uffa, quanto ci metti a prendere una palla ?”
-“Non voglio lasciarti sola Miki, ma come vedi i miei amici si stanno preoccupando, e hanno tutti una gran fifa di venire qui sotto la quercia.” Poi le sorrise. “ Devo andare, a presto!”
Si salutarono e dopo poco arrivò Jason con due coppette di gelato.
“Ho fatto una fila enorme principessa, mi dispiace averla fatta aspettare tanto tempo,  ma questo è il miglior gelato di tutta Holmes Chapel. Ti sei mica allontanata di qui?”
-“ No, mio grandissimo re. Sono stata qui tutto il tempo ad aspettarla. Grazie per il gelato ed ora assicuriamoci che sia il  migliore di tutta Holmes Chapel!” Esclamò, suscitando l’ ironia del padre.

Non era andata affatto male come primo di una lunga serie di giorni da trascorrere in Inghilterra. Aveva una casa con una piscina, che non poteva di certo sostituire il suo mare, ma era già qualcosa. Aveva mangiato il gelato più buono del mondo, era stata in un grosso parco e aveva incontrato un simpatico e buffo bambino dai grandi occhi verdi.
Beh Miki, welcome to England !




Risalve sono Choco_ e ho appena pubblicato questa storia, la quale era nel mio pc, salvata tra i documenti, da più di un anno. Purtroppo io, nonostante abbia diverse idee su cosa scrivere, non ho il tempo materiale durante tutto l' anno scolastico di pubblicare. Ecco perchè mi faccio viva solo d' estate, fortunatamente per voi! L' altra storia è quasi terminata, ma non so se pubblicarla. Insomma nessuna recensione, ciò mi fa capire che non dovrei.. ehm.. pubblicare più. Però voglio provarci. 
Questa come storia è un po' banale all' inizio, ma vedrete che nei prossimi capitoli vi stupirò ;) Mi piacerebbe sapere qualche vostro parere. 
A me non piace molto scrivere, ma piace un mondo immaginare le cose. Vorrei che voi provaste ad immaginare ciò che io ho nella mia testolina AHAHAHAH e l' unico modo è scriverlo. Non mi piacciono particolarmente gli One Direction, ma adoro usarli come personaggi delle mie 'storie'. Non amo il mio modo di scrivere, lo trovo molto pesante. Vorrei migliorare. Accetto critiche e pareri. Fatemi sapere! Un bacio e spero al prossimo capitolo! :D

Hasta la vista, amigos!
  
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