Fantastico!!!! Sono arrivata alla fine
della mia prima fan-fiction! (non crediate, comunque, di liberarvi di me tanto
facilmente!)
Vorrei ringraziare particolarmente
Cristina e questa volta anche Alberto, per avermi consigliato (a mio parere
molto bene) nella scelta dei possibili finali che avevo in mente di scrivere.
Un grazie anche a tutte le ragazze che
mi hanno seguito e che recensendomi mi hanno resa felicissima!…
HarryEly: grazie per tutte le
tue recensioni… le ho davvero apprezzate, come apprezzo le tue fic. Anche se
questa storia è finita, spero continueremo a sentirci. Se puoi, fammi sapere
cosa ne pensi del finale, mi interessa molto il tuo parere. Grazie di tutto.
Bacini e kissini!
Lallix: Hai visto?! Ho
modificato la pagina dove c’era l’errore!… Mi era proprio sfuggito! Per quanto
riguarda il compleanno dei gemelli, non sapevo fosse il 1° aprile. Grazie
dell’informazione.
Gemellina Dolly: le tue
recensioni sono bellissime, soprattutto l’ultima, mi ha fatto molto piacere
riceverla, grazie! Spero solo che il finale ti piaccia…leggi e se ti va fammi
sapere!
WitchRita: come hai notato ho
modificato l’errore su Tiger!...grazie
per avermi fatto notare la svista: avevo confuso Tiger con Goyle. Per il
compleanno dei gemelli ho risposto precedentemente a Lallix.
Grazie ancora a tutte voi,
irene_evans
Fred & George forever 2(continua)
CAPITOLO 5
The end
Quella sera erano
le 11 e Goyle, puntuale come al solito, era arrivato davanti a Magie Sinister.
-E tu che ci fai
qui?!- un mangiamorte del gruppo a cui si era appena avvicinato gli rivolse la
parola improvvisamente, senza neanche salutare.
-Non dovrei?! Mi
sentivo meglio e avevo voglia di rivedere i miei compagni, così eccomi qui!-
-Ah, okay… Ragazzi
stasera abbiamo un compagno in più!- gridò il mangiamorte più alto.
George si voltò e
riconobbe alcuni componenti della sinistra comitiva: Knes, O’Tusoe,
l’ex-ministro della magia che ancora tutti gli auror stavano cercando e
Tiger, il compagno di sempre, ancora
sconvolto dalla perdita del figlio. Andò verso il gruppo e cercò di salutare,
approssimativamente, almeno le persone che conosceva.
Poi, iniziarono a
camminare, tutti insieme, verso la meta ignota, un certo caffé “Younger”.
Mentre camminava
George si rese conto che tutti erano molto amici tra loro, che si sfottevano,
ridevano, tutti insieme senza vergogna o timore. Capì per la prima volta che
anche i mangiamorte erano degli uomini. Certo avevano fatto scelte diverse
nella loro vita, scelte sbagliate, ma anche loro sanguinavano, se punti. Camminava
in silenzio George, riflettendo fra se e se. Pensava a quegli strani uomini che
camminavano insieme a lui nella notte, quegli uomini che lui aveva sempre
collegato alla morte e al dolore. Sì, pensava soprattutto alla morte, quella
che lui avrebbe dovuto, secondo i suoi piani, provocare a breve, quella stessa
notte.
La morte imminente
di un uomo…provocata da lui, per mano sua. Una cosa era uccidere in battaglia,
per difendersi, un’altra cosa era
uccidere un uomo per vendetta, in un locale nel quale stava tranquillo a
parlare con i suoi amici.
-Ehi, ci sei?! Ti
vedo un po’ troppo pensieroso stasera, amico mio!- la voce di Tiger ruppe i
pensieri dell’apparente Goyle.
-Sì, sì. Sono solo
un po’ stanco, perché non mi sono ancora ripreso completamente dall’influenza
che ho avuto. Niente di grave, non ti preoccupare!- George rispose prontamente
alla domanda di Tiger, senza destare sospetti.
Continuarono a
camminare nella notte, facendo fracasso per le strade buie e silenziose, ma Goyle
stava zitto e pensava.
****
Erano arrivati.
Una porta, verde acido, si ergeva davanti a loro, una volta aperta si poteva
trovare all’interno un ambiente caldo e fumante. Il tipico pub dalle panche di
legno e i tavoli massicci abbinati, dello stesso tipo.
Il gruppo si
avvicinò ad un tavolo già occupato da tre uomini, intenti a parlare
tranquillamente, che scherzavano tra loro. Eccolo: Tranvers.
Non ci poteva
credere, così vicino al responsabile del suo dolore, della sua più grande
sofferenza. Lui, anche se uomo, un mostro: il suo più grande nemico.
Per un momento
immaginò di essere da solo, in una stanza buia. Solo con il suo dolore ed il
suo acerrimo nemico.
Sfoderò la
bacchetta…
Gratta e netta…
Soltanto queste
parole uscirono dalle sue labbra. Un altro mangiamorte gli si era piazzato
davanti, e George era riuscito a controllarsi miracolosamente, grazie al fatto
che aveva perso il contatto visivo con Tranvers.
Cercò di calmarsi,
si sedette al tavolo con gli altri e ordinò soltanto una Burrobirra, giustificando
questo suo gesto con il fatto che ancora non stava molto bene. Gli altri,
infatti, avevano ordinato Wisky Incendiario per tutti.
La serata passava,
ma George non faceva che guardare Tranvers ed ascoltare tutto ciò che gli altri
dicevano senza proferir parola.
Ad un tratto si
rese conto che le sue mani stavano cambiando, piano, piano: la pozione
polisucco stava terminando il suo effetto.
Si alzò
improvvisamente e corse fuori, senza dare spiegazioni a nessuno.
Un mangiamorte
andò a vedere se per caso Goyle si stesse sentendo poco bene.
Uscì e vide Goyle,
a metà della sua trasformazione in George, correre via nella notte.
Levicorpus….
L’urlo squarciò il
silenzio immacolato di quel posto ignoto, sovrastando il vociare del pub
affollato. Subito altri mangiamorte uscirono dal locale, in tanti, tra cui
anche Tranvers.
Tutti videro il
corpo di George levato in aria grazie all’incantesimo.
In un attimo di
distrazione del suo assalitore, George riuscì a liberarsi e ad afferrare la
bacchetta, pronunciando il contro-incantesimo.
Ormai era in
trappola, smascherato e circondato da più di venti persone, tra cui almeno una
decina di mangiamorte. Iniziò a tirare schiantesimi da ogni parte, alla cieca.
Non era atterrito, o impaurito, era troppo preso dall’accaduto per esserlo.
In quel momento un
volto conoscente gli si pose proprio davanti e gli riempì completamente la
vista. Lo riconosceva…Tranvers.
Prima di cadere
sull’asfalto freddo e duro riuscì a pronunciare le fatidiche parole che tutti
avevano sempre temuto.
Avada kedavra…
Più di una luce
verde illuminò il cielo buio e tenebroso di quel posto ignoto nella periferia
di Londra.
****
Non riesco a
piangere, è da giorni che neanche ci provo, ormai.
Ormai non
servirebbe più a niente. Ormai…
Parola costante
nella mia vita, da qualche tempo piena di dolori. Ricorre pesantemente e
prepotentemente nella mia mente, in tutte le ore del giorno e della notte.
So perché non
riesco a piangere: il mio dolore cupo e ottuso è sepolto in fondo al cuore.
Le due persone
meno incontaminate di tristezza al mondo se ne sono andate per sempre ed io,
proprio io, che avrei dovuto proteggerli, non sono riuscita a farlo.
Io: la loro madre.
****
L’orologio magico,
appeso nella cucina della Tana, aveva nove lancette, due delle quali si trovavano
insieme, unite nella parte alta del quadrante, dove ci sarebbe dovuto essere il
numero dodici. Al posto del dodici, su questo quadrante, era disegnato un
teschio: segno di morte.
Tutti i Weasley
presenti nella stanza guardarono in alto verso il vecchio orologio, per
prendere nuovamente consapevolezza di ciò che già sapevano. Le due lancette che
indicavano il teschio, improvvisamente scomparvero per recarsi chissà dove
magicamente insieme. Alla fine Fred e George di nuovo insieme:
per sempre.
Forever.