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Autore: Youki    27/09/2004    1 recensioni
Come arrivò Inuyasha nel villaggio di Kikyo 50 anni fa? E cosa faceva Sesshomaru nel frattempo? E come viveva Kikyo? E chi è Sayouki? Scopritelo leggendo la mia fic, già completa, che posterò regolarmente ogni settimana! COMMENTATE COMMENTATE!!! Baci Youki
Genere: Azione, Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: Contenuti forti
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UNA STORIA DEL PASSATO
di Youki

Cap 3
Un tacito patto


Senza concedergli il tempo di battere ciglio, Sayouki gli balzò addosso, sfoderando zanne e artigli: Inuyasha si scansò solo per riflesso condizionato e riportò una lieve ferita al collo. Continuava ad evitare i suoi colpi, ma non sembrava intenzionato ad attaccare.
In realtà il mezzo demone stava strenuamente lottando per mantenere il controllo, perché di nuovo una stretta invisibile serrava la sua mente e trascinava i suoi pensieri verso quella donna, impedendogli di attaccare. L’unica cosa che poteva fare era arretrare e aggrapparsi alla rabbia che già poco prima si era rivelata l’unica sua ancora di salvezza. Se non avesse mantenuto un minimo di controllo, avrebbe rischiato di soccombere sotto quei colpi, sferrati si con ben poca maestria, ma comunque micidiali. Per un attimo si era chiesto cosa l’avesse spinta ad attaccarlo, poi il suo istinto di conservazione aveva cancellato ogni scrupolo…’Se solo riuscissi a liberarmi da quest’incantesimo…!’
E poi si accorse che dagli occhi della sua avversaria scendevano copiose le lacrime. Colpiva e colpiva, piangendo disperatamente e gridando insulti:
-Reagisci stupido mezzo cane! Forza! Dove sta il tuo maledetto sangue youkai?!-
Improvvisamente l’incantesimo si ruppe e Inuyasha fu finalmente libero di balzare in avanti per fermare il suo aggressore. Preso dall’ira scaraventò a terra la ragazza e con una mano artigliata la strinse alla gola mentre con l’altra si preparò a colpire. Ma non ci riuscì. Questa volta non fu a causa di quello strano incantesimo, perché, benché la stesse guardando negli occhi, non ne subì gli effetti; fu invece sconcertato da quello che vi lesse: tristezza, sofferenza, disperazione…Lei aveva fatto di tutto per giungere a quel momento…lei voleva morire
Non l’avrebbe fatto, non poteva ucciderla.
-Colpisci!- era stata lei a parlare -Maledetto pazzo, colpisci! Uccidimi! Fallo!- La voce della giovane miko, alterata da un dolore che solo lei poteva capire, crebbe di tono fino a diventare un grido terribile e penetrante che faceva dolere i timpani. Inuyasha lasciò la presa e si portò le mani alle orecchie, non potendo sopportare quel suono tremendo che lo faceva impazzire di dolore. Cercò di alzarsi ma le forze lo abbandonarono e cadde riverso sulla soffice cortina di neve accanto all’avversaria, proprio sotto il torii annerito dal fuoco.
Quando si riprese vide che lei era ancora lì accanto e guardava fissamente il cielo; le lacrime che avevano bagnato il suo volto si stavano trasformando in ghiaccio sulle sue guance pallide. Inuyasha ci mise un po’ per ricordarsi quello che era successo…aveva un tremendo cerchio alla testa e nelle orecchie l’eco di un grido straziante…’E’ stata lei!’ Quando realizzò che accanto a lui era distesa la sua nemica, con un balzo repentino si allontanò; eppure ora non la sentiva più ostile…a dire il vero, nemmeno quando lei lo aveva attaccato l’aveva sentita tale…
-Ehi, tu, maledetta! Si può sapere chi sei e COSA sei?- Non era umana, questo era certo!
La ragazza non si mosse e l’unico segno che era ancora viva fu un sospiro.
-Maledizione femmina! Rispondimi!-
Con movimenti lenti ella allora si levò a sedere e volse lo sguardo verso di lui (…ancora l’hanyou venne ammaliato da quegli occhi sovrumani e cercò di resistere con tutte le sue forze…) poi incominciò a parlare: -Avresti dovuto uccidermi. L’avevo visto! Avresti dovuto trasformarti in full youkai e mi avresti dovuto liberare dalla mia maledizione…-
‘Come se fosse la cosa più naturale del mondo per un hanyou diventare un full youkai!’ pensò Inuyasha stringendo i pugni con rabbia.
-Ma che cazzo stai dicendo? Quale fottuta maledizione e che dannato full youkai??! Tu mi sembri in piena forma dannata yasha e nel pieno dei tuoi poteri! Ma se vuoi che ti uccida, continua pure a prenderti gioco di me!…Io non sono…(quanto gli costava dirlo!!!)…uno youkai...!-
Sayouki tacque, confusa: le sue visioni, sempre più frequenti da quando si era trasformata per la prima volta in full youkai, non avevano mai sbagliato…ma ora pareva aver trovato l’eccezione. Quel giovane era più umano di quanto volesse ammettere e, ironia della sorte, al contrario lei era più youkai di quanto desiderasse…
-Evidentemente non sono poi così in forma come credi.- disse esalando un lungo sospiro sotto forma di una bianca nuvoletta di vapore. Lla mattina prima, lasciando il palazzo Hishihara, era convinta che non avrebbe rivisto il sorgere il sole e ciò le aveva dato un senso di libertà indicibile. Finalmente avrebbe abbandonato quell’odiata vita ed avrebbe espiato la sua colpa pagando con il suo stesso sangue: il peso del suo dolore era per lei divenuto a tal punto insostenibile. E invece i primi raggi stavano illuminando le vette delle montagne oltre la foresta e le stelle impallidivano dinanzi al mattino, mentre lei parlava con colui che avrebbe dovuto ucciderla.
Cadde un lungo e tesissimo silenzio che fu infine rotto dalla voce della ragazza:
-Sayouki.- disse – Il mio nome è Sayouki.-
Improvvisamente la morsa di ferro che teneva incatenato Inuyasha si allentò e svanì, facendolo barcollare sul punto di perdere l’equilibrio, come se fosse stata recisa una corda tesa che lo tenesse legato alla miko. Con suo stupore vide la ragazza rilassarsi e progressivamente assumere sembianze più umane:
-Ma tu…cosa sei?- balbettò incerto davanti al tenue sorriso che ora gli veniva rivolto.
-Se ti dicessi che non lo so, mi crederesti?- ribatté quella, alzandosi da terra e lisciandosi le vesti -Se sei disposto ad ascoltare una lunga storia forse potrai dirmi tu chi sono…-
Ancora confuso da quel repentino cambiamento di atteggiamento, decise di starla a sentire e seguì la strana donna-bambina che si stava avviando tra gli alberi.
Mentre camminava guardingo dietro la giovane, Inuyasha non poteva fare a meno di stupirsi: ‘Ma com’è possibile che pochi attimi fa volesse morire e ora si comporti come se nulla fosse? Che sia davvero pazza?! Eppure i suoi occhi erano così rassegnati…’. L’hanyou non riusciva a capire quale fosse il sentimento che gli si agitava dentro quando pensava a quegli strani occhi, o, forse, semplicemente, non avrebbe mai ammesso nemmeno con se stesso di sentirsi schiacciato dalla solitudine. Quegli occhi parlavano di una tristezza e un dolore che lui conosceva bene e ora si volsero a guardarlo, facendolo di nuovo sentire come imprigionato.
-Tu sei come me, Inuyasha…- disse la miko portandosi una mano sul cuore e voltandogli di nuovo le spalle per continuare a camminare -…un mezzo demone il cui unico compagno di viaggio è la solitudine…-
-Tsk!- fu tutto ciò che il giovane fu momentaneamente in grado di ribattere, nel tumulto di pensieri che gli vorticava in testa -Ma che diavolo vai dicendo? Io sto benissimo così!- Ma era poi vero? Cadde un silenzio imbarazzante e Inuyasha si ritrovò impacciato quando lo ruppe mormorando:
-Hai detto di essere una mezzo demone…Io non avevo incontrato mai nessuno…-
-Nemmeno io- lo interruppe lei -in realtà da piccola credevo di essere umana come mio padre, ma crescendo in mezzo agli umani, mi sono resa conto ben presto di essere assai diversa…-
-Feh! Devono averti trattata davvero bene, però, se ti prodighi tanto per loro!- Lo sguardo di Sayouki divenne triste, ma il giovane hanyou non poteva vederlo e continuò: -E dimmi allora perché te ne vai a zonzo a sfidare tutto e tutti invece di stare a crogiolarti nella loro adulazione? Per quanto ai miei occhi possa parere strano, sei una miko, no? Se no, che altro sei?-
La ragazza non si voltò a guardarlo, ma si fermò aspettando che l’hanyou si avvicinasse: Inuyasha poteva acutamente percepire l’aura di dolore che ella emanava, come una ragnatela in cui rimase di nuovo impigliato nel momento in cui lei lo guardò in volto.
Il suo tono fu così mesto da far dubitare il giovane di trovarsi di fronte alla stessa persona che lo aveva attaccato nella radura poco tempo prima.
-Vorrei tanto saperlo anch’io.-

****

Continuarono a camminare così, senza meta, tra silenzi impacciati e impacciati discorsi, finché li colse la sera e stavolta Sayouki volle accamparsi per la notte.
-Bene. Io me ne vado.- sentenziò l’hanyou con tono noncurante da una distanza di sicurezza che aveva mantenuto per tutto il giorno.
-Addio, Inuyasha.- ribatté la ragazza mestamente, anche se visibilmente contrariata -Grazie della compagnia…non mi capita spesso.-
-Tsk! Vuoi prendermi in giro?- le scoccò uno sguardo in tralice: ‘Era una battuta?’ -Addio!- e saltando sull’albero più vicino si dileguò in un batter d’occhio.
Sayouki non accese il fuoco: si sdraiò sotto un albero al margine della piccola radura e mangiò qualcosa attingendo alle provviste fornitele da Hishihara, poi rimase a lungo distesa a pensare guardando le stelle. Era felice. Quella mattina non avrebbe certo immaginato, reduce dallo scontro con il suo presunto uccisore, che quell’incontro l’avrebbe invece risvegliata alla vita…Qualcuno come lei…non era sola dopo tutto.
-Tornerai…- sussurrò alle stelle, ma non era una predizione, era una preghiera.

****

Inuyasha corse come un pazzo per la foresta, sfogando tutta la traboccante vitalità che per tutto il giorno era rimasta imbrigliata dal potere di quella donna. Anche da lontano gli pareva di continuare a percepire uno strano prurito alla base del collo…niente di paragonabile certo a ciò che aveva provato trovandosi la notte prima sotto il suo sguardo demoniaco, diretto e furioso…
Correva e correva, sfiancandosi e sfogando la frustrazione che lo assaliva ad ondate; perché aveva incrociato la via di quella donna? Perché la sua vita, già tutt’altro che rosea, doveva essere di nuovo stravolta? Era solo da tanto tempo ormai ed era sempre riuscito a vivere in pace con se stesso, facendo solo ciò che gli pareva necessario a placare il suo spirito inquieto, cioè distruggere gli odiati villaggi umani scacciando quei miseri esseri dalle loro case (…come avevano fatto tempo prima con lui…). Ora invece aveva incontrato lei, una mezzo demone come lui, ma che amava gli umani alla follia e lo aveva sfidato pur di difenderli, una donna che aveva un potere strano e molto pericoloso, una femmina che era in grado di annullare la sua volontà con uno sguardo…una sorta di anima affine che faceva crollare tutte le sue certezze e a cui lui non riusciva proprio a non pensare.
Quel suo sguardo triste, per quanto inumano, gli ricordava troppo sua madre…da quanto tempo non pensava a lei!
-Basta! Maledizione!- gridò ‘Non la rivedrò. E molto meglio così.’
Quella notte dormì profondamente. Sognò di essere bambino e di trovare conforto alla sua solitudine tra le amorevoli braccia materne.
Il mattino successivo, all’alba, era di nuovo al campo di Sayouki.

****

Passarono così i giorni e col tempo Inuyasha notò come Sayouki si rilassasse sempre più, perdendo ogni traccia di austerità, anche se il suo aspetto era rimasto alquanto singolare. Pareva anche essersi attenuato il campo di energia che lei diffondeva e l’hanyou le camminava ora a fianco, anche se ancora non la guardava mai in volto, non direttamente, almeno. Non si fidava di lei (e di chi mai??), ma voleva saperne di più: ad ogni passo la ragazza lo incuriosiva e lo stupiva con racconti della sua vita, la sua infanzia col padre, il loro vagabondare, i villaggi, gli umani e i demoni incontrati sul loro cammino.
-Non capisco come tu possa apprezzare tanto gli umani. Non ti hanno mai accettata e poi sono esseri la cui vita è breve e inutile, insignificante.- sentenziò una volta l’hanyou.
-Si.- annuì Sayouki -La loro vita è breve. E’ per questo che prestai il giuramento di sacerdotessa: per aiutarli ad alleviare le loro pene, così grandi, in proporzione alla loro effimera esistenza…- sospirò pensando al padre -Tu non avresti fatto qualunque cosa per salvare tua madre?-
La domanda a bruciapelo scosse Inuyasha fin dal profondo e riportò in superficie lo straziante dolore del bambino che piangeva nei suoi sogni. Non ebbe nulla da ribattere.
-Perché allora non sei al tempio? Già una volta ti ho fatto la stessa domanda, ma tu non mi hai risposto. Cos’è successo perché tu abbandonassi quel luogo?-
Stavolta nella domanda non c’era traccia di scherno o disprezzo; c’era un genuino interesse, la volontà di capire la ragazza che stava diventando la sua prima e unica amica.
Sayouki lo capì e, con grande sforzo per trattenere il dolore e la rabbia che provava nel ricordare quei momenti, decise di raccontargli la storia di quel giorno maledetto in cui il suo sangue demoniaco l’aveva trasformata in full youkai e con il suo potere aveva ucciso indiscriminatamente tutti i presenti.
Lui avvertiva acutamente il dolore che il ricordo provocava alla ragazza, di nuovo imprigionato nella rete di potere che li collegava, ma la possibilità che un mezzo demone potesse sia pur per poco trasformarsi in uno youkai completo, pose in secondo piano qualsiasi altra cosa. Lui stesso, ripensandoci, l’aveva vista nella sua forma demoniaca poco tempo prima o, meglio, l’aveva vista tornare allo stato normale subito dopo il loro scontro nella radura…
Il racconto di Sayouki si concluse tra i singhiozzi e una straziante ondata di dolore fisico si riversò su di lui. Quasi fuggì dinanzi a quell’assalto e cercò di allontanarsi dalla ragazza, cadendo in ginocchio sotto l’insostenibile peso del suo sguardo.
-Smettila! Basta!- gridò stringendosi la testa fra le mani sotto gli occhi incerti di Sayouki -Stammi lontana! Maledetta, ferma!!-
La giovane non capiva cosa stesse succedendo: l’unica cosa certa era che Inuyasha stava soffrendo terribilmente e che accusava lei di esserne la causa. Il suo potere, la sua maledizione! Ne aveva di nuovo perso il controllo! Quale nuovo risvolto poteva essersi rivelato?
Disperata e arrabbiata con se stessa, odiando il suo maledetto sangue youkai, si allontanò correndo senza vedere dove andava, la vista appannata dalle lacrime. Non seppe per quanto tempo corse alla cieca tra gli alberi, ma alla fine, esausta, si lasciò cadere sulla neve ormai ghiacciata e si addormentò.
E sognò.
Una donna vestita di blu le si avvicinava fluttuando avvolta in un velo azzurro: aveva lunghi capelli corvini e grandi occhi chiari come i suoi e le tendeva le braccia mormorando parole incomprensibili.
-Madre!- esclamò Sayouki riconoscendola improvvisamente e ripetendo con le lacrime agli occhi: -Madre!- La donna sorrise e con occhi pieni di amore la strinse a sé sussurrando.
-Segui il tuo cuore, figlia mia. Io sarò sempre con te…-

La giovane si destò di soprassalto, con il volto bagnato di lacrime (da prima o a causa del sogno?) e si stupì di come ora fossero nitide l’immagine e la voce della madre nella sua memoria. Si sentiva calma e svuotata. Tutta la disperazione di poco prima era svanita e una surreale serenità si impadronì di lei, mentre si alzava da terra per sfuggire all’accecante bagliore del sole già alto.
Un fruscio alle sue spalle attirò la sua attenzione, ma il riverbero del sole sulla neve non le permise di vedere il piccolo essere che l’aveva provocato e che ora arrancava faticosamente sulle sue gambette verso la Montagna del Fulmine per fare rapporto al suo signore.

****

Il canto di un gallo chissà dove annunciò ad Inuyasha l’inizio del nuovo giorno. Faceva freddo ed era l’ennesima giornata limpida e luminosa. Da quando lui e Sayouki si erano incontrati la prima volta, non aveva più nevicato e lo spesso strato di neve fresca si era trasformato in una grossa lastra di ghiaccio. Nel folto del bosco la neve era molta meno, ma il freddo pungente si faceva sentire anche sulla coriacea pelle dell’hanyou, che uscì dal suo nascondiglio massaggiandosi la testa ancora dolorante. In qualche modo, stordito e indebolito, era riuscito a trovare quel riparo la sera prima ed era caduto in un sonno inquieto popolato di incubi. Gli era parso anche di sognare una donna vestita di blu…Sembrava Sayouki.
Questa volta non ebbe esitazioni a rimettersi sulle sue tracce. Era ormai chiaro che lei non si rendeva conto della portata dei suoi poteri e che era pericolosa per chiunque. E allora perché la seguiva? Non si era mai preoccupato di nessuno, perché ora voleva aiutarla? ‘Lei è una mezzo demone come me’ si disse ‘ed è stata in grado di trasformarsi in full youkai. Voglio scoprire come! Se ci riuscissi anch’io mi vendicherei di…’
-Sesshomaru!- ringhiò, fiutando inaspettatamente l’odore tanto familiare quanto odiato del fratellastro. ‘Che diavolo ci fa qui?’
Si lanciò di corsa alla ricerca di Sayouki. Aveva lo strano presentimento che la presenza di suo fratello da quelle parti non fosse casuale. Che anche lui avesse percepito l’aura di potere di quella strana ragazza e volesse servirsene?

****

Sayouki non si era allontanata di molto dal luogo in cui si era risvegliata. Aveva cercato un luogo riparato, una piccola grotta, e vi si era ritirata in meditazione. Aveva assolutamente bisogno di mettere ordine nei suoi pensieri e dare un senso agli ultimi avvenimenti e l’unico modo che conosceva, era quello che per tanti anni al tempio le aveva permesso di mantenere un ferreo controllo sui suoi indesiderati poteri. Assunse una posizione comoda e chiuse gli occhi, concentrandosi sull’immagine della madre (chissà poi perché ora le veniva così immediato?) e si vide…
Era molto piccola e stava sulle ginocchia di sua madre, scossa da convulsioni e faticando a respirare; con le sue piccole manine stringeva convulsamente la stoffa blu del kimono materno e si agitava delirando nel sonno. Sua madre piangeva copiose lacrime e la cullava sussurrando incessantemente una preghiera rivolta a qualcuno che non poteva vedere, ma di cui sentiva la presenza ogni giorno della sua vita. -Ti prego, no! Non così presto! Non posso lasciarla sola ora…è così debole…non è pronta…- e poi, rivolta al corpicino che stringeva fra le braccia: -Ti prego bambina mia, resisti, papà è andato a cercare un guaritore; arriverà in tempo per…-
Sayouki smise di respirare.
Fluttuò al di sopra della scena, senza capire. Si sentiva così bene ora!
-No!- mormorò sua madre, sfiorando il piccolo viso inerte della figlia, -No!- gridò più forte, rivolta direttamente a Sayouki che fluttuava poco sopra di lei. -Tu non morirai.-
Fece un cenno di saluto all’ombra di Sayouki, sospesa in alto: -Segui sempre il tuo cuore, bambina, io sarò sempre con te.- le disse -Così è sempre stato e così sempre sarà.-
Depose un lieve bacio sulla fronte della bambina tra le sue braccia e…svanì.
In quel momento Ohjio entrò di corsa nella capanna, giusto in tempo per vedere scomparire la donna amata e il suo grido pieno d’angoscia fece correre un brivido lungo la schiena della figlia.
-Rieeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!!!!!!-

Ancora una volta Sayouki uscì dalla trance di colpo, ansimando e stringendosi il petto, come se fosse ancora bambina e morente tra le braccia della madre. Rie, sua madre si chiamava Rie: come poteva averlo scordato? Sua madre era morta; lei stessa era morta e sua madre l’aveva resuscitata in qualche modo, dando in cambio la sua vita.
Le immagini confuse dei genitori fluttuarono ancora per un attimo davanti ai suoi occhi, poi svanirono quando l’attenzione della ragazza fu attratta da un lieve fruscio appena fuori della grotta. Era già calata la sera e Sayouki si mosse per scrutare meglio nel buio che s’infittiva l’ombra che era apparsa all’ingresso del suo riparo: il brivido che le corse lungo la schiena l’avvertì di trovarsi di fronte ad un demone molto potente. Con un gesto noncurante il nuovo venuto creò un fuoco fatuo che illuminò l’interno della grotta di una spettrale luce azzurra. Si scrutarono attentamente a vicenda e Sayouki, per nulla infastidita da quella tenue e fredda luce, poté vedere che si trattava di un giovane dall’aspetto regale, con lunghi capelli argentei e una mezzaluna blu tatuata sulla fronte; indossava un ricco abito da viaggio ed il suo volto era davvero affascinante, mentre le rivolgeva un lieve inchino:
-I miei omaggi, mia signora- furono le galanti parole che il demone le rivolse, sorprendendola -Ti ho cercata a lungo, Dama dei sogni.-
Un lampo argenteo, una formidabile zanna d’argento…Inuyasha e questo demone combattevano tra loro (come si assomigliavano!) e il sangue infradiciava il terreno…
Sayouki sbatté più volte le palpebre per liberarsi dalla improvvisa visione e si tenne sulla difensiva disponendosi, con un cenno di assenso, ad ascoltare ciò che lo youkai aveva da dirle.
Il demone avvertiva il campo di energia creato dalla yasha e lottava contro la sua schiacciante pressione senza darlo troppo a vedere. Era stato avvisato di guardarsi dagli strani poteri di quella femmina, ma forse aveva sottovalutato la loro intensità…
’E’ un errore che non avrei dovuto commettere…’
Aveva bisogno dei suoi poteri, ma non doveva rimanerne schiacciato!
-Il mio nome è Sesshomaru, mia signora- esordì -e sono qui per chiedere la tua collaborazione.-
Lo youkai fissò i propri occhi d’ambra in quelli freddi della giovane e proseguì:
-In cambio avrai tutto ciò che vorrai.-

****

Inuyasha era inquieto. Si sentiva ancora dannatamente debole e si stava trascinando a fatica per l’ultimo tratto verso la grotta da cui provenivano l’odore di Sayouki e di Sesshomaru, quando vide profilarsi sulla soglia la sagoma del fratellastro. Era sorta la luna, ormai in fase calante, e nel tenue bagliore diffuso da un velo di nebbia scorse anche Sayouki, al suo fianco.
Dopo aver rivolto un galante inchino alla donna, Sesshomaru fece per allontanarsi ma, vedendo l’ombra ferma poco più in basso nella radura, esclamò con disprezzo:
-Ma guarda chi si vede! Qual buon vento, mio insulso fratellino?-
A queste parole nella mente di Sayouki fu tutto improvvisamente più chiaro, mentre invece lo youkai si stava sotto sotto chiedendo, stupito e contrariato, cosa diavolo ci facesse lì Inuyasha: ‘Che anche lui sia al corrente dell'eredità di nostro padre e voglia sfruttare il potere della Dama dei sogni per trovare Tessaiga?’.
Inuyasha sentì crescere un moto di rabbia incontrollata nell’udire le parole del fratello e, nonostante le sue pessime condizioni fisiche, gli si lanciò stupidamente contro gridando.
-Vai all’inferno! Maledetto!-
Inutile dire che Sesshomaru non fece alcuna fatica ad evitare i suoi colpi. Ben presto si rese conto che il fratello era ancora più debole del solito e non perse l’occasione per umiliarlo ulteriormente.
-Che ti succede Inuyasha? Il nostro onorato padre si rivolta nella tomba nel vedere quanto tu stia diventando patetico…Mi dispiace quasi colpirti…- e detto ciò con un gesto repentino lo scaraventò a terra, facendo un passo avanti con l’evidente intenzione di farla finita una volta per tutte. -Sono stanco di giocare con te; mi chiedo come mai io non ti abbia ancora ucciso…-
Levò una mano artigliata ed era sul punto di colpire quando la voce (o il potere) della yasha alle sue spalle lo fermò:
-Lascia perdere, nobile Sesshomaru. Si è già scontrato con me e l’ho lasciato in vita solo perché non valeva la pena di sprecarsi oltre…-
-Uhm- annuì lo youkai, perdendo immediatamente interesse nella lotta alla penosa vista del fratello minoreinerme a terra -Come tu dici, non ne vale davvero la pena.- voltò le spalle ad Inuyasha e non lo degnò più di attenzione. -A presto allora, come promesso, fra un mese.- aggiunse rivolto a Sayouki -Ti porterò ciò che hai chiesto e spero tu avrai le mie risposte, Rie.-
Detto questo dileguò tra gli alberi, nella notte.
-Dannata!- le ringhiò Inuyasha .
-Tornatene da dove sei venuto e non importunarmi più.- si sentì ribattere con tono sprezzante, ma poi, mentre girava sui tacchi per tornare verso la grotta, in un sussurro la ragazza aggiunse: -Ci sta ancora osservando…-
L'hanyou la guardò allontanarsi e quindi decise di ritirarsi per recuperare le forze, anche se con la fame che aveva non sarebbe stato facile dormire. Ma non aveva la forza di cacciare, si sentiva, se possibile, ancor più debole di prima…Al primo riparo di fortuna che trovò, si accoccolò contro la roccia combattendo col gelo che gli pervadeva tutto il corpo.
Quando riaprì gli occhi il freddo era scomparso e un fuoco scoppiettava allegro davanti a lui, mentre un invitante profumo di carne arrosto risvegliava il suo stomaco contratto. Faticò a sollevarsi a sedere e guardarsi intorno gli provocò un forte senso di nausea: Sayouki era dall’altro lato del fuoco, impegnata ad arrostire una lepre con gli occhi arrossati dal bagliore delle fiamme e dal fumo.
-Perdonami per tutto quanto, Inuyasha. In questi ultimi due giorni ho capito molte cose…Dormi ancora un po’, ti sveglierò io quando sarà pronto da mangiare.-
L’hanyou sentì di nuovo le palpebre pesanti e in un attimo si addormentò, cullato stavolta da dolci sogni.
Sayouki lo osservò mentre dormiva e si disse che somigliava molto al fratello, anche se i suoi tratti erano molto più dolci ed espressivi di quelli del glaciale Sesshomaru. Dal momento in cui aveva scoperto che erano fratelli, aveva saputo da che parte stare ed era intervenuta salvando a stento la vita di Inuyasha. Ciò che le aveva chiesto di cercare Sesshomaru era il luogo in cui era custodita Tessaiga, la formidabile spada lasciatagli in eredità dal demone suo padre, ma la ragazza non era affatto convinta che la lama fosse destinata a lui, come le aveva detto. Era solo una sensazione, ma raramente le sue sensazioni si erano sbagliate…
Quando svegliò l’hanyou per la cena, mentre mangiavano gli raccontò dell’accaduto e gli rivelò i suoi dubbi sulla presunta eredità di Sesshomaru.
-Una spada, hai detto?- le chiese intontito dal sonno che lo incalzava di nuovo, dopo essersi rifocillato -Non so niente di nessuna eredità, ma se è vero, non gliela lascerei per niente al mondo…-

****

-Perché gli hai promesso di cercare quella spada?- Inuyasha si era ripreso bene, sotto le cure della giovane e avevano quindi potuto riprendere il viaggio entro breve.
-Cerco le sue risposte perché lui ha promesso di cercare qualcosa per me. Devo avere qualcosa da dargli in cambio. Per me è più importante di qualsiasi spada.-
-E si può sapere cosa deve portarti?- Proprio non gli piacevano i misteri.
-Il mio passato.- rispose criptica Sayouki, lasciando l’hanyou imbronciato a rimuginare tra sé. Poi d’un tratto Inuyasha trasalì e sbottò:
-Ti ha chiamata Rie! Che diavolo…? Chi è Rie?!-
La ragazza pensò per un attimo di raccontargli dei suoi sogni, ma poi disse semplicemente che Rie era il nome di sua madre.
-Ma pare che tuo fratello non sappia che è morta già da tempo. Mi ha chiamata ‘Dama dei sogni’ e pareva essere sempre sulla difensiva, come se avesse paura che lo attaccassi di sorpresa…Non sono certo nelle condizioni, dato che non riesco nemmeno ad avere il minimo controllo sul mio potere, ma non ho certo pensato di correggerlo…-
-Tsk! Che stupido! Non accorgersi che tu sei solo una mezzo demone!- brontolò lui con aria di superiorità. ‘A volte però me lo chiedo anche io se lei è veramente una semplice mezzosangue…’ -Comunque mi pare che ora tu riesca a controllare abbastanza bene le tue facoltà…- ricordava bene come più volte aveva sentito il sonno intorpidirgli le membra e i sogni accarezzare la sua mente mentre dormiva. E sentiva che era Sayouki l’artefice di tutto ciò. Forse era veramente la Dama dei sogni…-E mi pare che non sia un dono poi così terribile come dicevi all’inizio…-
-Tutto quello su cui ora riesco ad avere il controllo è il potere di fare addormentare e, forse, sognare…E’ quello su cui non ho controllo a spaventarmi: non posso dimenticare di averti quasi ucciso solo guardandoti!- La voce della giovane si incrinò e Inuyasha sentì una vertigine assalirlo al solo pensiero del dolore provato. Ci erano voluti due giorni di sonno e assidue cure della ragazza per rimetterlo in sesto, e l’attacco non era neppure stato rivolto contro di lui coscientemente. Cosa avrebbe potuto fare ora Sayouki se avesse concentrato il suo potere contro qualcuno? Sesshomaru sarebbe sopravvissuto?
-Hai paura che succeda di nuovo qualcosa del genere?- sperava proprio di no…
-No…- rispose seria Sayouki -Non dovrà più succedere. Ed è per questo che mi serve l’aiuto di tuo fratello.- La sua determinazione fu tale che al solo sentire quelle parole Inuyasha, nonostante tutto, si sentì più tranquillo.
Il loro girovagare li condusse infine sulla sponda di un grande lago. Lì la ragazza si fermò all’improvviso trattenendo il respiro.
-Ehi! Cosa ti succede adesso?- brontolò Inuyasha sempre sul chi vive, senza ottenere risposta. Scosse sgarbatamente Sayouki per una spalla e lei levò lo sguardo, uno sguardo colmo di angoscia, e gli disse:
-Non me ne ero proprio accorta…ma questo…- La ragazza lasciò spaziare lo sguardo sulla superficie del bacino, risalendo lungo le ripide rive del versante opposto fin sulla cima del promontorio. Là un picco di roccia nera si immergeva nel lago come il piede di un gigante che volesse sondare la temperatura dell'acqua.
-Io...Sono tornata a casa…!-

Quella notte si accamparono su quella sponda e Sayouki sognò il suo vecchio maestro che invocava il suo nome. Si svegliò sudata e angosciata, scrutando nel buio il promontorio che si allungava alla loro destra in mezzo al lago e dietro il quale sapeva sorgere il tempio, a breve distanza dal villaggio di pescatori che ospitava la tomba di suo padre. Mancava ormai da tre anni…Era strano come, dopo gli ultimi avvenimenti, ricordasse l’accaduto come un sogno, senza più provare quel dolore atroce, quel senso di colpa e di disprezzo verso se stessa…Era diventata ciò che si era impegnata tanto ad evitare durante i suoi anni al tempio, e dopo il risveglio dei suoi poteri, aveva infine accettato la sua tanto odiata eredità…tutto da quando sua madre le era apparsa in sogno…e da quando aveva incontrato Inuyasha...
E ora, dopo tanto peregrinare senza meta, una forza incontrollabile l’aveva riportata lì, dove tutto era cominciato, dove la sua vita felice era iniziata e aveva avuto fine.
-Dove stai andando?- Inuyasha non si lasciava mai sfuggire il minimo movimento.
-Devo vedere il villaggio…voglio visitare la tomba di mio padre e voglio trovare una persona…-
Inuyasha guardò preoccupato l’esile falce di luna, bassa all’orizzonte. Anche Sayouki, seguendo la direzione del suo sguardo, la vide e si accigliò.
-Feh! Vengo con te. Voglio proprio vederlo questo villaggio!-
Così si avviarono correndo nella notte buia e ben presto superarono il promontorio e giunsero ad una tomba solitaria, nei pressi di un ruscello ghiacciato. Era ben curata e Sayouki si stupì che qualcuno ancora venisse fin lassù per occuparsene. Il sasso venato di bianco che fungeva da lapide era coperto da un sottile strato di neve ghiacciata e la stessa cosa valeva per il cerchio di pietre che lo circondavano, meticolosamente allineate. Questo non poteva che significare che il maestro Sato era ancora vivo e che non aveva dimenticato il suo amico Ohjio. Sayouki, commossa, depose un bacio sulla fredda tomba del padre e…vide una tomba, ma non una lapide…Il monumento funebre era il corpo stesso del defunto, un gigantesco demone cane le cui ossa custodivano al loro interno una vecchia spada conficcata su una roccia…una zanna…Capì che in qualche modo aveva trovato la risposta per Sesshomaru. Rialzandosi in piedi mormorò un preghiera di ringraziamento e infine un saluto per suo padre.
Lanciando un ultimo sguardo alla tomba, riprese il cammino scendendo verso il villaggio accompagnata dall’hanyou.
Non si muoveva nulla tra le capanne dei pescatori, e nessuna luce illuminava il loro interno, gli unici suoni che si sentivano erano i loro respiri e i loro sussurri: neppure un soffio di vento turbava la notte. Attraversarono il villaggio come due spettri e giunsero alla scalinata che portava al tempio, situato poco più in alto. Con circospezione Sayouki guidò il compagno di viaggio fino ad un’ala isolata del tempio.
-Qui viveva il mio maestro. Stanotte l’ho sognato e sembrava che mi chiamasse…per questo sono voluta venire qui.- Era stato un sogno o una visione? Non riusciva quasi più a distinguere il sogno dalla realtà, le visioni dal sogno…Però era giunta lì non per caso e forse il suo vecchio maestro ne era la chiave.
Aspetta qui, sussurrò ad Inuyasha, che non gradì, ma obbedì e non si mosse mentre lei socchiudeva leggermente una porta e s’intrufolava silenziosamente nel buio di un corridoio. In breve, percorrendo con sicurezza la strada familiare, arrivò presso la stanza del venerabile Sato, davanti alla quale stava un giovane monaco che faticava a tenere gli occhi aperti. Come mai c’era qualcuno di guardia? Sayouki si concentrò sul giovane per farlo addormentare come aveva fatto con Inuyasha e scoprì che era molto più facile confrontarsi con una mente umana: il ragazzo chinò la testa e cadde in un sonno profondo e senza sogni. La ragazza entrò così nella stanza e, al tenue riverbero del fuoco morente, vide il suo maestro disteso nel suo giaciglio, raggrinzito e rantolante. Nella stanza aleggiava odore di morte. Questo le riportò alla mente suo padre, i suoi ultimi giorni; Sato era vecchio già quando lei era arrivata al tempio, ora la sua vita era evidentemente giunta al termine…se lui aveva delle risposte doveva dargliele in fretta…Era questo che l’aveva portata fin lì?
-Maestro…- il sussurro di Sayouki fu sufficiente a destare il vecchio dal suo sonno leggero e inquieto. Dapprima i suoi occhi non capirono, ma quando lei lo chiamò di nuovo, riconobbe la voce della sua amata allieva, la figlia del suo migliore amico.
-Tu! Sayouki! Figlia mia!- le lacrime inondarono gli occhi quasi ciechi e il vecchio cercò di mettersi a sedere -avvicinati, vieni qui bambina mia!-
La giovane donna riattizzò il fuoco e aiutò il maestro a raddrizzarsi:
-Siete malato, maestro! Io non immaginavo…In questi anni non ho pensato…Mi dispiace di avervi abbandonato…- farfugliò.
Le mani del vecchio accarezzarono il suo volto ripercorrendone i tratti familiari e asciugndo le sue lacrime: -Non piangere, figliola. Sapevo che saresti tornata, un giorno, e ho tanto pregato che tornassi in tempo per rivederti un’ultima volta. Ho tante cose da dirti, prima di morire…Avevo sempre rimandato e poi…-
Dal corridoio in lontananza sentirono provenire dei passi e Sayouki si allarmò.
Sato capì il suo disagio e le mormorò: -Vieni domani sera nello Shinden (l’edificio sacro interdetto ai fedeli), mi farò portare là per pregare…- e detto ciò la indirizzò verso una porta secondaria che dava su un piccolo giardinetto interno, ignorando le sue proteste.
-Domani no…io…-
I passi si fecero più vicini e Sayouki sentì la voce familiare di un monaco svegliare bruscamente il giovane bonzo di guardia. Quando entrò nella stanza domandando al maestro se andasse tutto bene, lei era già uscita.
-Certo, figliolo, ho solo fatto un brutto sogno…avevo freddo e ho attizzato il fuoco…-
-Non dovevate sforzarvi, maestro…Ora tornate a dormire, dovete riposare.-
‘Si maestro, dormite…’ Sayouki fece calare un sonno riposante sul vecchio.

****

-Allora? L’hai trovato?- Le chiese Inuyasha mentre si allontanavano dalle capanne e tornavano verso il loro campo dall’altro lato del promontorio. Aspettare gli aveva dato modo di pensare, e pensare lo aveva reso irrequieto.
-Si, domani notte tornerò ad incontrarlo e forse avrò delle risposte.- rispose la ragazza, ora quasi intimorita dalla possibilità di sapere…Il maestro aveva detto di avere tante cose da dirle, cose che aveva sempre rimandato. Lui sapeva, ne era certa, ne era sempre stata certa! Suo padre doveva avergli raccontato tutto… -Domani andrò da sola se non ti dispiace.- sperava proprio che l’hanyou fosse d’accordo, altrimenti avrebbe escogitato qualcosa…
-Tsk! Fai come ti pare! Non ti devo mica stare sempre dietro, no?- Inuyasha sembrava quasi ansioso di finire lì il discorso; ‘Shingetsu…Domani sarà una notte senza luna’ pensava.
‘Meglio così’ pensò dal canto suo Sayouki.

Piccolo dizionario di giapponese (senza pretese ^_^ ):
yasha: demone femmina.
full youkai: demone completo (contrapposto a hanyou, mezzodemone).
shingetsu: notte di luna nuova.


Ed ecco che tutti i partecipanti al gioco sono entrati in scena...adesso possono cominciare le danze! Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto o che continuerete a seguire!
Un grazie in particolare a Onda, Ariel87 e Laurie, i cui commenti mi hanno fatto taaaanto felice e hanno rinvigorito la mia vena di scrittrice che stava un po’ languendo...
Quindi, più commenti lascerete, più io sarò felice e produttiva! ^_______^
Alla prossima settimana per il nuovo capitolo!! :D
Un bacio a tutti
Youki
  
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