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Autore: Give_me_only_kiss    17/07/2013    3 recensioni
Lui non era niente. Era nero. Questo pensava un piccolo Scorpius di appena undici anni, fissando le gocce di pioggia che bagnavano il vetro della finestra di camera sua. Si alzò sbuffando e si mise davanti allo specchio, scompigliandosi i capelli con la mano destra.
Tutto quello che vide fu la luce più assoluta: capelli biondi, quasi bianchi, da angelo e carnagione lattea, labbra sottili e lineamenti taglienti, occhi azzurro lucente eppure slavato, con picchiettature grigie.
Assomigliava ad un angelo.
Scorpius ghignò, ricordandosi un detto che aveva letto in un libro babbano.
L’apparenza inganna.
Perché per quanto Scorpius fosse bello fuori, dentro era marcio. Nero.
Genere: Dark, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Severus Potter, Draco Malfoy, Hermione Granger, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Draco/Hermione, Rose/Scorpius
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Capitolo 18

Rose si svegliò in preda ad atroci dolori alla schiena. Doveva aver sbattuto contro qualcosa. Si mise a sederea fatica, massaggiandosi la tempia. Scorpius era seduto accanto a lei, e sorrideva.

Non un sorriso vero, però. Era di nuovo quel sorriso, lo stesso di cinque anni prima, che le aveva rivolto durante il loro incontro notturno. Un sorriso amaro, che assomigliava tanto a una smorfia che avrebbe fatto qualcuno con del cioccolato amaro in bocca.

-Che è successo? – chiese, allarmata. Di solito quel sorriso non annunciava nulla di buono. Scorpius accennò una risata stanca e la rassicurò subito.

-Nulla Rosy. Caspita, ormai mi conosci fin troppo bene… - mormorò, sorridendo – nulla. Dobbiamo andare. Diana ha deciso di aiutarci. Non so come, ma quell’idiota di Potter è riuscito a convincerla.

-Non chiamarlo così – lo rimproverò. Scorpius la zittì con un’occhiataccia. Rose avrebbe tanto voluto sfuriare per il modo in cui aveva osato zittirla, ma era troppo stanca anche per quello.

Si alzò a fatica, stringendosi nel pesante maglione nero che indossava. Scorpius si diresse fuori dalla caverna e lei lo seguì. Fuori Albus stava discutendo animatamente con una ragazza meravigliosa dai lunghi capelli neri. Doveva essere Diana. Nessun comune mortale poteva sperare di arrivare a raggiungere la perfezione, che quella mora trasudava da tutti i pori.

-Non c’è tempo per questi capricci, Diana! – stava urlando Albus – dobbiamo arrivare al più presto al fronte, prima che i Demoni raggiungano Hogwarts! Dobbiamo smaterializzarci – Diana però rimase impassibile, alzò gli occhi al cielo e sbuffò, come se stesse parlando come un bambino che si ostinava a non capire un concetto elementare.

Albus se ne accorse e strinse i pugni dalla rabbia. Rose sgranò gli occhi quando vide un alone di magia nera formarsi intorno alle mani del cugino. Anche Diana se ne accorse e ghignò maliziosa.                                           Solo allora Rose si accorse che gli occhi dell’Angelo erano dello stesso colore della notte più scura.

-Senti Albus, lo vuoi il mio aiuto sì o no? – chiese Diana. Albus si costrinse ad annuire dopo un’occhiata di Scorpius, ma non rilassò i pugni. Diana allora battè le mani come una bambina che ha appena aperto il suo regalo di Natale trovandoci quello che desiderava.

 

-Dovremmo arrivare sul campo di battaglia con quella?!? – esclamò scandalizzato Scorpius, quando vide il mezzo di trasporto sul quale Diana aveva intenzione di viaggiare.

Era una barca a vela lunga quindici metri e larga otto, in legno di quercia. Sulla prua, in nero, era stato dipinto il nome della barca “La regina dei cieli”. Sulla vela Scorpius riconobbe il simbolo degli Angeli, una spada con la punta rivolta verso il basso intrecciata ad una rosa.

-Questa barca è stata creata da uno dei primi Venerabili, che l’aveva impregnata della sua magia per farla volare, da poter in questo modo seguire il suo Angelo quando viaggiava in volo. Il tempo su questa barca scorre diversamente. Ci metteremo una giornata ad arrivare, ma in realtà non saranno trascorse più di due ore. Ho bisogno di parlare attentamente con il tuo Angelo, Albus, e di esaminare la situazione.

Diana scoccò un’occhiata di rimprovero ad Albus, che abbassò lo sguardo.

-Perciò questo non è affatto un capriccio.

 

Scorpius si diresse nella cabina del comandante, dove Diana lo stava aspettando. L’Angelo era seduto scompostamente sulla sedia della scrivania, con i piedi sul tavolo in legno.

Scorpius aveva paura di quella ragazza dall’aspetto lontanamente dark. Sapeva di essere più potente di lei per quanto riguardava la forza, ma l’esperienza e la conoscenza di Diana la portavano su un altro piano rispetto a lui.

-Allora.. – cominciò Diana, senza neanche guardarlo – chiudi la porta e iniziamo. Tu sei Scorpius, giusto?                   Il biondo annuì. la ragazza sorrise amaramente.

-Un nome appropriato per un Angelo. La costellazione dello Scorpione… - mormorò tra sé e sé – dimmi, quanti anni hai? Quattordici? – Scorpius ghignò malevolo e incrociò le braccia.

-Sedici – rispose. Diana parve sorpresa, poi inarcò un sopracciglio. Sembrava soddisfatta ma anche spaventata.

-Quindi se più potente di me. Interessante… ma non credo che andrai molto lontano, ragazzo mio, se continui a incanalare la tua magia nel mostro che ti graffia il petto – Scorpius sgranò gli occhi e chiese spiegazioni.

-Fen non ti ha detto nulla, vero? Raccontami – lo incitò. Così Scorpius le raccontò tutto: quando aveva scoperto di essere un Angelo, come era stato felice quando aveva scoperto che Rose era la sua Custode e Albus il suo Venerabile, l’addestramento di Fen. Fino a concludere con il tradimento di Albus.

-Così – disse l’Angelo, mentre aggrottava la fronte cercando di assimilare tutte le informazioni – Fen aveva intenzione di sacrificarti per riportare in vita Perseus ed Eltanin? Non mi sorprende, anch’io avrei fatto lo stesso. Con una minaccia come quella dei Demoni, non avrei perso tempo nemmeno ad addestrare la tua Custode. Ti avrei sacrificato e basta.

-Ti ringrazio – sbottò Scorpius, arricciando il naso. Diana si strinse nelle spalle.

-Ragazzo mio, per quanto tu sia potente, nessun Angelo potrà mai eguagliare la forza dei Primi. Perseus ed Eltanin avrebbero distrutto in un attimo i Demoni e Fen non si sarebbe dovuto preoccupare oltre. Invece il tuo Venerabile ha parlato, rivelandoti il piano del mago, e mandando tutto a monte.

-Già – confermò Scorpius, stringendo i pugni – quel viscido doppiogiochista…. – Diana alzò un sopracciglio e alzò gli occhi al cielo.

-Più sono potenti più sono capricciosi – sospirò lei – scommetto che non hai lasciato ad Albus il tempo di spiegare vero? I Venerabili sono stretti in un Patto di ferro che li lega a Fen. Dopotutto, è stato lui ad addestrare il primo di loro, quando tutti lo consideravano un mostro. Non possono né cambiare fazione in guerra né far lui un torto, anche se si tratta della semplice rivelazione del più stupido dei segreti. Pena, la morte.

Scorpius sgranò gli occhi, ritrovando il suo equilibrio. Albus non lo aveva tradito. Era stato costretto a tradirlo, alla fine però gli aveva rivelato tutto, mettendo a rischio la sua stessa vita.

-Probabilmente Fen aveva deciso di dirti tutto, per questo Albus è ancora vivo – constatò la ragazza.                      Scorpius annuì, e la ringraziò. Poi le chiese come aveva fatto a carpire il mostro che dimorava nel suo petto.

-Io so leggere le Aure. Suppongo che Fen non ti abbia spiegato nemmeno questo, perciò inizierò dall’origine. Noi Angeli abbiamo due tipi di magia: lo In, che usiamo per portare a termine le magie più semplici e benevole, e lo An, che invece è il nostro potere nascosto, travolgente e distruttivo. Ognuno di noi incanala questi due tipi di magie in diverse emozioni o in immagini. Io, ad esempio, incanalo lo In nell’immagine del mio Venerabile Luis – la sua sicurezza vacillò un attimo – e lo An nel mio odio per i Demoni, nella mia ricerca di vendetta – strinse i pugni e una luce verde illuminò la stanza, donandole un’atmosfera spettrale.

-Questi due tipi di magia formano l’Aura di ogni Angelo. Imparando a leggerla, si possono apprendere diverse informazioni. Tu incanali il tuo In nell’immagine di tua madre, e lo An nella rabbia che ti porti dietro verso l’intera umanità, che ti ha disprezzato da quando eri bambino. Odiandoti, trattandoti come un mostro, esiliandoti nella solitudine… - Scorpius si tappò le orecchie, mentre le orribili immagini della sua infanzia correvano davanti ai suoi occhi.

-Capisci ora, Scorpius? Saper leggere le Aure è importante per un Angelo, perché è da questo che deriva uno dei nostri più grandi e temibili poteri. Noi leggiamo l’ animo umano, percependone i suoi meandri più profondi e nascosti. Sappiamo torturare anche solo con le parole, portando le persone alla completa disperazione. Per quanto me ne vergogni, questa capacità mi stata utile più di una volta.

-Vuoi dire che quando vedo mia madre nella mia mente…

-È solo un’immagine, una materializzazione della tua magia, nulla di più. Un vago ricordo che impersona lo In – spiegò Diana. Scorpius abbassò lo sguardo.

Un vago ricordo. Solo questo. Un’immagine vacua di sua madre, che per colpa sua, per dare alla luce un Angelo dannato, aveva perso la vita.

-Non ti crucciare – disse Diana, leggendogli nel pensiero – anch’io ho perso mio padre per questa stupida regola. So che fa male. Ma non ti devi abbandonare alla disperazione. E ora chiamami la tua Custode, ho bisogno di scambiare due chiacchiere anche con lei.

 

Rose avanzò incerta verso la scrivania dove era seduta Diana. Aveva visto l’aria sconvolta di Scorpius quando era tornato dalla “chiacchierata” con lei, e non era affatto tranquilla. Poche erano le cose che riuscivano a sconvolgere il suo biondo amico. L’unica cosa buona era che Scorpius aveva fatto pace con Albus. Alla loro maniera però.

Rose avrebbe giurato di non aver mai visto un Serpeverde chiedere scusa. Scorpius aveva chiesto scusa a suo cugino con un cenno, che Albus aveva accettato. Genio chi li capisce.

-Avvicinati, non mordo mica – disse Diana con un sorriso stanco – Rose giusto? Volevo semplicemente chiederti se volevi farmi qualche domanda – Rose annuì. qualche domanda ce l’aveva eccome.

-Un po’, in realtà – confessò, sorridendo – tu sai leggere le Aure, giusto? Allora perché io non riesco a usare la magia manuale? Insomma, sono talmente incapace che mi stupisco ogni volta che Scorpius mi abbia scelta… Dov’è la tua Custode? E se posso chiederlo, quanti anni hai?

Diana sorrise dolcemente. Quella ragazzina le ricordava tanto Seira, la sua Custode…

-Perché è difficile usarla, soprattutto per chi è alle prime armi. Abbi pazienza e fai esercizio. Scorpius non ti ha “scelto”. Semplicemente, il forte sentimento che ti lega a lui ha fatto in modo che diventassi la sua Custode. La mia Custode è morta due anni fa nel proteggermi in una missione per cercare di recuperare il mio Venerabile. E ho centoventiquattro anni.

Rose rimase senza fiato. Avrebbe voluto dire qualcosa, ma un’esplosione proveniente da fuori la fece sobbalzare. Le due ragazze si precipitarono fuori.

-Siamo arrivati – annunciò spettralmente Albus. Rose deglutì e tirò fuori i suoi fidati coltelli, mentre osservava nubi rosse come il sangue innalzarsi verso il cielo, rompendo la sua perfetta armonia.

 

Lo so, è un ritardo pazzesco, e non ho scusanti. Sono stata due settimane (per il tempo brutto da una sono diventate due) e poi…. Avevo da fare. scusate ancora, ma non so se riprenderò i tempi di prima. In realtà non so nemmeno se concluderò questa storia, avendola iniziata come un esperimento e nient’altro.                                                                               Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, grazie a tutti.                                                                                                                  

I commenti sono sempre graditi, anche se negativi.

Alla prossima :-*

  
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