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Autore: Nymeria90    17/07/2013    2 recensioni
Nel 2183 un nave non identificata attacca e distrugge la Normady SR1. Il comandante Shepard, eroe della Cittadella, muore nello scontro e il suo corpo si perde nello spazio. I superstiti della Normady, dopo aver sepolto una bara vuota, voltano pagina e cercano di ricostruirsi una vita, ma due anni dopo Alexander Shepard ritorna dal mondo dei morti. La sua missione: salvare la galassia, un'altra volta. Ma scoprirà ben presto che il prezzo da pagare è la sua anima, un prezzo che forse è troppo alto, persino per lui.
Genere: Avventura, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Comandante Shepard Uomo, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Alexander Andrej Shepard'
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Erano due giorni che la Normandy orbitava attorno al pianeta Arathot nel sistema Balhak coi sistemi di occultamento attivati e le armi pronte all’uso. 
Il comandante Shepard era partito in solitaria, per una missione di cui non aveva rivelato nulla.
- Restate in attesa, non aprite il contatto radio per nessun motivo, non disattivate i sistemi di occultamento, state alla larga dai Batarian.- aveva ordinato, lapidario, prima di partire. Poi, per due giorni, nulla.
Del comandante Shepard si erano perse le tracce.
Avevano atteso, silenziosi e nervosi, sempre più preoccupati, chiedendosi che cos’avrebbero dovuto fare se il silenzio del comandante avesse continuato a protrarsi.
Poi, all’improvviso, qualcosa era cambiato: - Rilevo attività nel settore 1-4.- aveva annunciato IDA cogliendo tutti di sorpresa.
Garrus si era precipitato nella cabina di pilotaggio, per nulla sorpreso di trovarvi anche Jack e Tali, su di giri la prima e nervosa la seconda.
- È lui?-
Jeff zittì Jack con un cenno, mentre le sue dita scorrevano rapide sui pannelli di fronte a lui.
All’improvviso il pilota si bloccò, accigliato – IDA, vedi anche tu quello che vedo io?-
Diversamente dal solito la risposta dell’IA si fece attendere per qualche secondo – Sì, signor Moreau.-
- Cosa cazzo succede, Joker?-
Il pilota deglutì – Un asteroide è appena uscito dalla sua orbita. Sembra che qualcuno lo stia dirottando.-
Tali si tormentò le mani – Colpirà il pianeta?-
- No.- la voce di Joker tremò. - È diretto verso il portale.-
Un silenzio irreale li avvolse, ognuno di loro cercava di elaborare come meglio poteva quelle informazioni.
- Che cosa succede se un asteroide colpisce un portale?- domandò infine Tali, con voce sottile.
- Succede che fa un bel botto.- sibilò Jack, gli occhi fissi sui terminali della nave.
Probabilmente durante uno dei suoi attacchi di follia aveva preso in considerazione l'idea di far esplodere un portale. Era qualcosa che il Soggetto Zero avrebbe potuto fare benissimo.
Miranda apparve sulla soglia – IDA mi ha informato. Quanto tempo abbiamo prima che impatti?-
Joker si strinse nelle spalle – Venti minuti circa …-
Miranda esitò; tecnicamente, essendo il Primo Ufficiale, spettava a lei dare gli ordini.
- Noi non ce ne andiamo.- asserì Garrus con un tono che non ammetteva repliche.
Miranda gli rivolse uno sguardo glaciale – Non era mia intenzione dare un simile ordine.- si chinò sui terminali, l’aria assorta – Apri tutti i canali di comunicazione, Joker, forse Shepard sta tentando di contattarci, e portaci in prossimità dell’asteroide. Con discrezione.-
- Subito.-
- Shepard ha detto di chiudere i contatti radio …-
- Shepard non ha parlato di un asteroide puntato contro un portale. Dobbiamo scoprire cosa succede, forse ha bisogno di noi.-
Jack incrociò le braccia al petto – Scommetto che è su quel sasso.-
Nessuno si sentì di contraddirla; non era la prima volta che Shepard si trovava a sventare un attacco terroristico di quel genere. Dirottare asteroidi era uno dei passatempi preferiti dei Batarian, ma Garrus non riusciva a spiegarsi perché l’Egemonia avrebbe dovuto colpire un suo stesso pianeta, facendo impattare un portale … era … era assurdo.
- Dovremmo avvertire la colonia.- mormorò Tali – Devono evacuare, se quell’asteroide non viene fermato moriranno tutti.-
Garrus e Miranda si guardarono.
- No.- la voce di Miranda era ferma, il suo sguardo deciso – Noi non dovremmo nemmeno essere qui. Finché non troviamo Shepard qualsiasi contatto con i Batarian è fuori discussione.-
- Ma quelle persone moriranno!-
Miranda strinse i pugni ma la sua fermezza non vacillò – E allora moriranno.-
Garrus ammirò il suo autocontrollo. Sarebbe stata una buona Turian, su questo non c’erano dubbi.
- Shepard a Normandy, Joker mi ricevi?-  sentire la voce di Shepard fu come una boccata d’ossigeno dopo una lunga apnea.
- Forte e chiaro comandante. Stiamo arrivando.- rispose Joker con un sorriso a trentadue denti stampato sulla faccia.
- Segnale agganciato, coordinate inserite.- specificò IDA, efficiente come sempre.
Jeff lanciò un’occhiata ai terminali e scosse il capo – Indovinate un po’ dov’è?-
Jack sbuffò e si allontanò.
 
Non tutto era andato come previsto, l’asteroide non era stato fermato e l’esplosione del portale aveva cancellato il sistema Bahlak dalle mappe galattiche.
La Normandy era riuscita a fuggire appena in tempo, pochi istanti prima che il portale venisse distrutto.
- Ho dovuto farlo.- aveva ringhiato Shepard una volta corso a bordo – I Razziatori stavano per invadere il sistema.-
Era stato lui a dirottare l’asteroide, lui a premere il pulsante che aveva ucciso centinaia di migliaia di Batarian.
Garrus guardò il suo comandante accasciarsi sulla mappa galattica, la corazza fradicia di sangue umano, si domandò come potesse tollerare il peso di quel sacrificio. Forse, semplicemente, non lo faceva.
- Shepard …- avrebbe voluto dargli conforto, sollievo, ma Shepard lo zittì con un gesto brusco, rabbioso.
- Shepard.- insistette – Dovresti farti vedere dalla dottoressa.- era preoccupato per lui, tutti lo erano. Non aveva idea di cosa gli fosse successo in quei due giorni, ma una cosa era certa: aveva combattuto, e ucciso.
Lo staccò di forza dalla mappa galattica ma il comandante lo spinse indietro, infastidito – Sto bene.-
Dietro il visore del casco gli occhi del comandante si annebbiarono, fissi su un punto lontano, concentrati su qualcosa che Garrus non poteva vedere; poi il comandante barcollò come un ubriaco, portandosi le mani alla testa, il petto che si alzava e si abbassava come dopo una lunga corsa.
No, non stava affatto bene.
Lo prese per un polso, deciso a trascinarlo in infermeria anche contro la sua volontà: non era disposto a vederlo morire un’altra volta.
-Ti porto in infermeria Shepard, tu non stai bene!-
- No!- l’esplosione biotica lo colpì in pieno petto, mandandolo a sbattere contro la porta dell’ascensore. Da qualche parte una donna strillò ma quasi non la sentì.
Shepard lo aveva appena colpito.
Shepard che aggrediva Vakarian? Era … era inconcepibile.
Cosa fai, comandante? Io e te, Shepard … io e te …
Non riuscì a parlare, sconvolto da quello che era successo.
Il casco di Shepard rotolò a pochi passi dal suo gomito - Non ho bisogno di te, Garrus.- gli ringhiò contro il suo comandante, feroce come una bestia in gabbia – Non ho bisogno di nessuno!- urlò.
Lo scavalcò come uno dei tanti nemici che aveva abbattuto e sparì nell’ascensore.
Kelly fu subito al suo fianco – Garrus … tutto bene?-
No dannazione, non c’è niente che va bene! 
Allontanò la psicologa con un brusco gesto della mano, fortunatamente capì e non insistette oltre.
Entrò nell’ascensore a testa bassa, desideroso di rintanarsi nella batteria primaria come un animale ferito.
Non riusciva a credere che Shepard l’avesse colpito intenzionalmente, dopo tanti anni passati a guardarsi reciprocamente le spalle non pensava di meritare un trattamento del genere. Non lui.
Picchiò il palmo aperto contro l’alloggiamento del cannone – Dannazione!-
- Garrus sono preoccupata per il comandante.- la voce di IDA risuonò nella stanza – Il suo comportamento è … allarmante.-
- Non m’interessa, IDA. – replicò, gelido. – Che se la cavi da solo.-
D’altronde non era quello che faceva sempre?
L’IA ebbe il buon gusto di tacere.
Cominciò a ricalibrare i sistemi di puntamento della Normandy, li aveva già controllati quella mattina, ma non poteva stare fermo a rimuginare su quanto era appena successo. Non era nel suo stile.
Non si accorse della presenza di un’altra persona finché un fucile a pompa non comparve nella sua visuale – Ehi Vakarian, ho bisogno di una delle tue magie.-
Lanciò un’occhiata distratta a Jack e tornò ai suoi calcoli – Sono impegnato. Magari un’altra volta.-
Sentì la biotica esitare poi, inaspettatamente, gli posò una mano sulla spalla - Si starà sentendo uno schifo, adesso. Peggio di te. –
Garrus alzò leggermente la testa, stava per risponderle a tono, quando la voce di IDA risuonò nella cabina e la luce dell’allarme cominciò a lampeggiare, rossa e minacciosa.
- I parametri vitali del comandante sono a livelli critici. Intervenire immediatamente.-
Scattarono entrambi verso la porta e quasi si scontrarono con Miranda che usciva dall’infermeria, visibilmente agitata – Presto, nella cabina del comandante!- ordinò raggiungendo l’ascensore di corsa.
- Cos’è quella roba?- domandò Jack guardando Miranda estrarre una siringa dalla tasca.
- Sedativo.- colpì la porta dell’ascensore con un pugno – Quest’affare non può andare più veloce?-
Jack e Garrus si scambiarono un’occhiata preoccupata: non era nello stile di Miranda perdere il controllo in quel modo.
Lo spettacolo che li attendeva nella cabina di Shepard era raccapricciante.
Il comandante era seduto sul letto, in un lago di sangue, un’espressione folle sul viso. In una mano teneva un frammento di vetro mentre l’altra era affondata nello squarcio che si era aperto sull’addome, come se … come se cercasse qualcosa.
Si avventarono su di lui, terrorizzati, cercando di fermare qualunque cosa stesse facendo. Lui urlò, minacciò, bestemmiò, folle e terribile come mai lo avevano visto. Per la prima volta ebbero davvero paura di lui.
L’esplosione biotica colpì Miranda in pieno petto, catapultandola contro la vetrinetta dei modellini. Per un attimo temettero che l’avesse uccisa.
- Le mani, Garrus! Prendigli le mani!-
Miranda si rialzò a fatica e ritornò alla carica, la siringa ben stretta in mano.
La resistenza di Shepard divenne più debole e alla fine riuscirono a sedarlo.
- In infermeria, presto!- ordinò Miranda mentre Jack tentava di fermare, invano, il sangue che usciva copioso dalla ferita.
Quando la dottoressa Chakwas vide lo squarcio che gli apriva l’addome impallidì, quando le dissero come se l’era procurato per poco non svenne. Ordinò a tutti di uscire e si chiuse nell’infermeria assieme a Mordin e Miranda. Dopo due ore non era ancora uscito nessuno.
- Si può sapere cos’è successo?- sbottò Jacob, pallido nonostante la pelle nera.
Quell’attesa li stava logorando, dopo i due interminabili giorni che avevano passato senza avere notizie del comandante nessuno sembrava in grado di reggere quell’ulteriore accumulo di tensione.
- Che cazzo vuoi che ne sappia, Jacob?- sbottò Jack – L’abbiamo trovato che si scannava da solo!-
- Vi dico io cos’è successo.- sentenziò Zaeed – È crollato. Ha avuto un esaurimento … sapeste quanti ne ho visti. Una volta un mio ricognitore si è …-
- Stai parlando di Shepard.- lo zittì Garrus a denti stretti – Non di un mercenario qualsiasi: Shepard non crolla.-
- Tecnicamente i sintomi corrispondono alla sindrome da stress post-traumatico: tracollo mentale dovuto a un forte trauma.- precisò IDA, lapidaria.
- Ci stai dicendo che potrebbe essere impazzito?- domandò Tali con voce sottile.
- Al momento non dispongo di abbastanza informazioni per elaborare un’ipotesi attendibile.-
Si guardarono l’un l’altro, preoccupati: la missione sarebbe continuata, con o senza Shepard ma …
No, non lo perderemo. Non un’altra volta. 
Garrus aveva piena fiducia in Shepard. Non sarebbe crollato, non ancora. Aveva una missione da portare a termine.
La porta dell’infermeria si aprì e Miranda uscì, esausta.
- I parametri vitali sono stabili.- li rassicurò, prevenendo la raffica di domande che rischiavano di travolgerla – Per il momento è ancora sedato, ma …- esitò.
- Su, parla!- ruggì Grunt.
Miranda sobbalzò – Rileviamo un’intensa attività cerebrale, come se il suo cervello fosse investito da un flusso continuo di dati. -
- Come Feron …- borbottò Thane parlando più a se stesso che agli altri. Notando gli sguardi perplessi dei suoi compagni il Drell si strinse nelle spalle – Durante la missione contro l’Ombra trovammo l’amico della dottoressa T’Soni, Feron appunto, collegato ad una messa a terra neurale: una particolare forma di tortura.- spiegò e, nonostante il momento drammatico, il tono pacato della sua voce riuscì a calmarli un poco. Garrus invidiò l’incredibile autocontrollo del Drell, anche nelle situazioni peggiori riusciva sempre a mantenere la calma – Ogni volta che Feron si muoveva o tentava di parlare il suo cervello veniva investito da una scarica di informazioni, con lo stesso effetto di un elettroshock. Troppe informazioni nello stesso momento posso letteralmente distruggere il cervello di qualcuno.-
Jacob si rivolse a Miranda – Credi che sia quello che sta accadendo a Shepard? Qualcuno o qualcosa gli sta imbottendo il cervello di informazioni?-
Miranda allargò le braccia, impotente – Non posso dirlo. Ma credo che su quell’asteroide la sua mente sia entrata in contatto con qualcosa di estremamente potente come …-
- … come una sonda Prothean.- concluse la dottoressa Chakwas uscendo dall’infermeria assieme a Mordin.
Garrus e Tali si guardarono, sapevano che Shepard era entrato in contatto con una sonda Prothean su Eden Prime ma all’epoca non facevano ancora parte della squadra e tutto quello che sapevano gli era stato riferito da Kaidan ed Ashley che si erano sempre tenuti sul vago.
- Ricordo che Shepard rimase ko per un bel po’ dopo essere entrato in contatto con la sonda di Eden Prime.- intervenne Joker rivolgendosi direttamente alla dottoressa – Era svenuto quando Kaidan ed Ash lo riportarono sulla nave, questa volta invece ci è salito con le sue gambe.-
- Non abbiamo avuto sue notizie per due giorni, Jeff. Chi può dirci cos’è successo?- mormorò la Chakwas.
- Hackett.- sbottò Garrus – Ha chiesto lui l’intervento di Shepard. C’è lui dietro questa maledetta missione: è tempo che ci dia delle spiegazioni.-
- Questa è una nave di Cerberus.- gli ricordò Miranda – Noi non siamo Shepard. Hackett non ci dirà niente che possa compromettere l’Alleanza.-
- Manderò personalmente un messaggio all’ammiraglio Hackett.- intervenne la dottoressa, risoluta – Nel frattempo manteniamo Shepard sotto sedativi. Ci sono cose più pericolose delle sonde Prothean in questa galassia.- il tono tetro della sua voce non sfuggì a nessuno.
Garrus e Tali si scambiarono un’altra occhiata, sapevano a cosa si riferiva la dottoressa Chakwas: i Prothean non erano gli unici in grado di infilarsi nella testa delle persone.
Gli Spiriti non vogliano che tu sia incappato in un manufatto dei Razziatori, comandante.
Ricordò lo sguardo di Shepard mentre si apriva la pancia con un pezzo di vetro: follia, pura follia.
Un brivido di terrore s’insinuò sotto le scaglie del Turian: se Shepard era stato indottrinato la galassia era perduta.
  
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