Coperta
da un leggero mantello, abilmente, e con qualche aiutino, riesco ad
uscire dal
castello.
Così,
mi
ritrovo a correre nella notte più stellata che abbia mai
visto, il più
velocemente possibile, con il cuore che batte come non mai.
Ad un
tratto inciampo e cado a terra, tanta era la foga di raggiungere la
foresta.
Ma non
importa. Mi rialzo in fretta e continuo a correre.
Non vedo
l’ora di vederlo.
So di
poter sembrare pazza, ma il mio istinto, e chissà, forse
anche il mio cuore, mi
dice di fidarmi e di correre questo rischio.
Finalmente
raggiungo il luogo d’incontro.
E’
così
buio, tenebroso, assolutamente diverso dall’ultima volta che
vi ero stata.
Forse,
semplicemente per il fatto che ora è notte…o
forse, anche per la presenza di
qualcosa di veramente speciale.
Continuo
a camminare, ora un po’ più tranquilla.
Mi sembra
di ritrovarmi in una fiaba.
Una
giovane ragazzina che nel mezzo della notte si incammina in un luogo
proibito
dove attende di incontrare qualcuno.
Beh,
nelle favole, è possibile che questo qualcuno sia il tanto
sognato principe
azzurro.
Ma
chissà…
succederà mai anche a me?
Che
sciocchi pensieri…così infantili, e persino
stupidi forse…
“
Non dire così
Ginny…”
Eccolo
apparire improvvisamente dall’oscurità.
“
Perché mai
dovrebbero essere stupidi questi tuoi innocenti pensieri? ”
“
Ma… ma
tu come fai a sapere…voglio dire, io stavo solo riflettendo
nella mia mente,e
tu … come hai fatto a sapere cosa stavo pensando? ”
“
Magia Ginny …
semplicemente magia … ”.
“
Magia?...cosa vorresti dire? Mi avresti fatto un incantesimo per caso?
” gli
chiedo io spaventata ma anche incuriosita.
“
No, stai
tranquilla … ti ho già detto che non potrei mai
farti del male…
Di solito,
quando
voglio ottenere qualcosa a cui tengo veramente, lo faccio con la forza
e con
l’inganno. Ma con te, Ginny, è tutto diverso
”.
“
Non
capisco. Credevo che venendo qui da te questa notte, mi sarei chiarita
le idee.
Ma ora mi
ritrovo ancora più confusa di prima … ti prego,
spiegami cos’è successo in
queste ultime settimane; perché ti vedevo apparire ogni
volta che chiudevo gli
occhi e mi addormentavo? E perché invece, quando mi
risvegliavo, trovavo sempre
una tua lettera e … una rosa, le prime volte, e poi invece,
stasera, quel
meraviglioso pettine.
E…
”
“
Ginny, Ginny … ”
“
No, so
già cosa potresti dirmi … ogni cosa ha il suo
tempo … poi capirai.
Ma io
voglio capire ORA! ” gli urlo io, presa da
un’insolita angoscia.
“
Bene bene … vedo
che il tuo carattere forte non si smentisce mai.
Ma hai
ragione, è
giunto il momento delle risposte.
So che potrai
non
crederci, ma anche io, come te, ho avuto paura … delle tue
reazioni, di quello
che potresti dirmi … Ma sono deciso in quello che faccio.
E non mi
pento per
nulla di quello che c’è stato “.
Silenzio.
Solo
silenzio.
Non so
per quanto tempo sia stata a guardarlo cercando di distinguere un suo
qualsiasi
particolare che potesse farmelo finalmente riconoscere.
Ma
niente. Era talmente buio intorno a noi che non riuscivo proprio a
scorgere
nulla di lui.
Ad un
tratto lo vedo avanzare e dirigersi sempre più vicino a me.
Inconsapevolmente
inizio ad indietreggiare.
“ Non
dirmi che ora hai paura di me Ginny? Mi sorprenderesti
…”
mi
domanda lui ghignando lievemente.
“
Io non
ho paura.
Ne’ di te ne’ di nessun
altro ”.
Pronunciando
queste parole è come se lo stessi sfidando.
La testa
alta, la mente lucida, e quel mio fare fiero e orgoglioso.
“
So come sei fatta
… proprio come me. Potremmo essere assolutamente compatibili
noi due, se solo
tu lo volessi ”.
E chi ti
dice che io non lo voglia? Mi domando riflettendo nella mente.
“ E
infatti so che
potresti volerlo Ginny, proprio come me d’altronde; basta
solo che tu me lo
dica ”.
“
Ma si può
sapere perché tu riesci sempre a sapere tutto quello che
penso? ”.
gli
chiedo io scocciata.
“ E
poi,
potrei darti una risposta solo se tu ti facessi riconoscere finalmente
… credo
proprio che ora i tuoi giochetti siano finiti no? ” gli
domando bruscamente
come a voler finalmente dominare questa situazione ormai diventata fin
troppo
insolita e sfiancante..
“ E
va bene piccola
Ginny … ”
“
Non chiamarmi piccola ” gli rispondo io sempre
più indispettita dal suo
atteggiamento.
“
Non innervosirti
inutilmente … non ce n’è bisogno; anche
se sei così bella quando t’arrabbi … Ma
a questo punto, è proprio giunto il momento che tu
finalmente sappia chi sono …
”
E
così
dicendo, prima ancora che potessi rendermi conto di quello che stava
succedendo
intorno a me in quel momento e prima ancora che potessi farmi
un’ulteriore idea
di chi potesse essere LUI e ulteriori stupide domande …
Eccolo avanzare
rapidamente verso di me ponendosi sotto lo splendido riflesso della
luna piena
che, improvvisamente, gli illumina il volto a tradimento.
Mi prende
le mani, improvvisamente rese gelide.
Ma non
appena riesco a rendermi conto di chi io abbia realmente di fronte a
me, non
riesco più a reggermi in piedi, e così, cado a
terra svenuta e persa.