Film > The Avengers
Segui la storia  |       
Autore: Notthyrr    17/07/2013    1 recensioni
[Post-Avengers]
Dopo il fallimento a Manhattan, Loki viene riportato ad Asgard e imprigionato. La possibilità di fuga sembra una luce di speranza che può apprestarsi a raggiungere, ma proprio quando tutto sembra andare male si può comprendere quanto in realtà questo male sia niente...
Il Bifrost sbaglia destinazione, Loki e Thor ancora divisi, su mondi diversi e senza un ricordo.
Sembra siano destinati a non ricongiungersi mai...
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Thor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Cuore Tormentato


Loki cadde in ginocchio, la testa tra le mani e gli occhi spalancati. Davanti a lui, Gefjun poté vedere la disperazione allagare i pozzi neri delle sue pupille.
«Che cos’ho fatto…»
La dea guardò la sua pelle stemperare nuovamente nel blu e abbassò gli occhi: «Perché hai… questo aspetto?»
«Non lo so! Ci capisco meno di quando non avevo alcun ricordo! Io stavo per andarmene: il Bifröst era già in funzione! Poi, mio fratello si è messo in mezzo ed è scoppiato il finimondo…»
«È quello che ti stavo dicendo prima: il ponte non era pronto.»
«Lo sarebbe stato se… Thor… non si fosse messo di nuovo tra i piedi!» Deglutì un boccone di amarezza, poi un dubbio gli prese la gola: «Se io sono qui… Se io ero finito a Jötunheim… Dov’è Thor?»
Gefjun si mordicchiò nervosamente un labbro e distolse lo sguardo, posando una mano contro una colonna: «Non lo sappiamo. Vostro padre dice che potrebbe essere finito a Midgard…»
«Midgard?» Loki alzò per un secondo il capo, cercando negli occhi di lei il ricordo di quel luogo, poi si rimise in piedi, cominciando a fare su e giù per il corridoio. «Io… Odino è sicuro?»
«No… Cioè: non lo so…»
«Io devo andare a prenderlo! Devo portarlo a casa!» Strinse i pugni e frenò il suo impeto, probabilmente riflettendo su quanto l’impulso lo aveva spinto a dire. Eppure, sul volto della donna era comparso un sorriso di comprensione, quasi intenerito. Loki sbuffò e si coprì nuovamente il volto con le mani: «Che cos’ho combinato…»
«Perché continui a ripetertelo? Non è nulla di grave! Provvederemo a riportarlo indietro… L’importante è che tu ora sia qui… e che sia vivo.»
«Non è così semplice…» Loki si morse l’unghia del pollice, riprendendo a camminare in cerchio per sciogliere l’improvvisa tensione che lo aveva avvolto. «Io… ho ucciso mio padre. Ora, però, Byleistr si fida di me e se lo scoprisse…» Un gemito di sconforto terminò la frase per lui.
«Byleistr?»
«Sì, è mio fratello, ma lui non lo sa… Cioè: neanch’io lo sapevo, ma adesso ci sono arrivato! Tutte le tessere del mosaico si allineano… e per le Norne, quanto preferivo restarmene nell’ignoranza!» Le parole del dio erano espresse in brevi soffi affrettati, quasi non trovasse nemmeno il fiato per poter dire tutto o, quel tutto, non sapesse nemmeno come ordinarlo e volesse dirlo in una volta sola.
«Q… Quindi, tu… ora…» Gefjun tremò e a Loki non occorse molta astuzia per capire dove volesse andare a parare.
«No. Non fraintendermi: non voglio fare entrare i giganti nel regno.» Di nuovo.
«Eppure, eri qui per questo.»
«Non darmi colpe che non sono mie. È stato così già per abbastanza tempo.» Cercò lo sguardo di lei e la invitò a mantenere il contatto con quegl’inquietanti occhi rossi che, però, scavando a fondo, conservavano ancora qualcosa di umano; no: qualcosa di Loki. «Andrà tutto a posto, vedrai: Byleistr si fida di me; troverò il modo per convincerlo a lasciarvi perdere. E vi riporterò Thor. Tu devi solo giurarmi di non fare parola con nessuno di quanto ti ho detto e… di me
«Ma tu… Quando Thor sarà di nuovo ad Asgard… e noi… in pace con i giganti… tu che fine farai?»
«Non preoccuparti per me: io ci sarò sempre.» La solita, ennesima bugia che non si vergognava di pronunciare, nemmeno mentre l’abbracciava; lei, che gli credeva così ciecamente…
~¤~
«Ho scoperto dove conservano lo scrigno.» mentì Loki, in piedi, immobile come una statua, davanti all’intero consiglio, corredato anche dello stesso sovrano. Non era propriamente corretto affermare che lo aveva scoperto; piuttosto, se n’era ricordato.
«Eppure non lo vedo nelle tue mani…» considerò l’anziano gigante dalle guance bluastre incise da sottili rughe più scure.
«Io… vi chiedo davvero perdono…» mormorò abbassando il capo. «Le guardie erano troppe e… ho avuto paura.»
Byleistr tamburellò con le dita sul bracciolo della poltrona, il cui velluto ne attutì il rumore: «Non devi preoccuparti: non era necessario che ci riuscissi in una sola notte.»
Loki deglutì a vuoto: voleva forse intendere che aveva intenzione di spedirlo là una seconda volta?
«Ho scritto nel mio rapporto le indicazioni per raggiungere il vestibolo. In questo modo, potrete inviare una squadra di guerrieri…» continuò il dio senza alzare lo sguardo. Da quando i ricordi erano tornati, gli riusciva difficile guardare negli occhi Byleistr. Certo, poteva dissimulare il ritorno della memoria e fingere che tutto fosse uguale a prima: era nato per mentire. Restava, però, il pressante peso della sua azione dell’anno passato: con quel colpo di lancia, non aveva ucciso solo suo padre, ma anche il padre di Byleistr che aveva fatto così tanto per lui, il gigante che si era ripromesso di vendicare quandunque ce ne fosse stata la possibilità. Riscoprendosi fratello di sangue del sovrano di Jötunheim, la felicità di avere finalmente un fratello vero veniva eclissata dalla consapevolezza di essere il responsabile dell’omicidio che aveva condannato. Come sempre, non poteva fare niente: trarre la tanto agognata vendetta sarebbe stato equiparabile al suicidio.
«Loki, sai che ho molta più fiducia in te che in qualsiasi altro soldato al mio servizio. Se non fosse stato così, avrei spedito uno squadrone già questa volta.»
E allora perché non l’hai fatto?
Il gigante si alzò, lasciando scivolare sul proprio trono la pelliccia che gli ricopriva le spalle: «Vorrei affidarmi ancora a te, questa volta chiedendoti di fare un passo in più nel palazzo di Odino.»
Vuoi farmi ammazzare? Loki lanciò una breve occhiata al consiglio degli anziani che li circondava, per abbassare nuovamente gli occhi. Loro vogliono farmi ammazzare…
Byleistr gli posò una mano su una spalla e lo costrinse a guardarlo negli occhi, sorridendogli rassicurante: «Domani, tu prenderai lo scrigno.»
«Ma…»
«… Prima del tramonto.» lo interruppe il gigante. «Se quando il Sole sarà calato tu non sarai di ritorno, verrò a cercarti di persona.»
«Mio signore…!» Il consigliere fu messo subito a tacere da un gesto del sovrano. «Andata?» fece poi, rivolgendosi a Loki.
Questi sospirò appena, poi sollevò l’angolo della bocca in un sorriso tirato: «Andata…»
«Mio signore…» ribadì il gigante alla destra del sovrano in un sussurro, facendo sì che sfuggisse alle orecchie di Loki, che stava uscendo dalla stanza. «Non avrete intenzione di andare sul serio…?»
Byleistr alzò le spalle con indifferenza, attendendo che Loki fosse scomparso oltre l’ingresso: «Gli Asgardiani sono creature deboli e se persino lui, così piccolo e fragile, è riuscito a tornare con tutte le ossa al loro posto, mi domando perché non dovrei riuscirci.»
«È pericoloso.»
«E allora? Meglio forse mandare un manipolo di guardie a farsi ammazzare? Che cos’è che non comprendete? Io valgo come ogni singolo gigante in questo regno…»
«Prometteteci soltanto una cosa.»
Byleistr si volse verso il gigante che aveva parlato e aggrottò la fronte, attendendone la richiesta.
«Se andrete veramente ad Asgard, cercherete di prendere lo scrigno e nient’altro. Se non incontrerete Loki sul vostro cammino, farete ritorno senza di lui.»
Il gigante si mordicchiò il labbro, poi annuì con un breve cenno del mento: «Va bene. Ma, nel caso mi accadesse qualcosa, dovrete ascoltare ciò che ora vi dico.» Solo l’accenno del re alla propria morte parve gettare gelo nella stanza, più di quanto non lo facesse la feritoia che dava sul giardino innevato all’esterno. «Se Loki tornasse, voi dovrete…»
~¤~
Loki odiava quella fittizia tranquillità che aleggiava a Midgard: bastava che un solo umano si facesse vivo e sarebbe stato davvero facile spezzarla. Li odiava. Forse perché li sapeva essere sotto la protezione del fratello; ancora di più dopo New York. Li detestava.
Là, per fortuna, non c’era nessuno. Beh, non proprio per fortuna…
Sapeva, infatti, di avere i minuti contati: già il consiglio degli anziani non si fidava di lui, figurarsi se non fosse tornato con lo scrigno e avessero scoperto che lui, quel giorno, Asgard, nemmeno l’aveva vista da lontano. Oltretutto, se il sovrano fosse andato a cercarlo nella sala delle reliquie, non avrebbe trovato che un drappello di guardie ad attenderlo e tanti saluti alla fiducia di Byleistr, l’unica cosa che gli aveva permesso di restare a Jötunheim sino ad allora.
L’erto sentiero montuoso lo portò a svoltare a destra accanto a una statua. La squadrò con indifferenza per qualche secondo, poi un movimento in fondo alla strada lo distrasse, facendogli scattare lo sguardo su di esso: come in un sogno, là, sul ciglio della scarpata, intento a guardare di tanto in tanto verso la valle mentre procedeva nel suo cammino, stava il biondo dio del tuono.
Gli occhi rossi di Loki ebbero un guizzo e il giovane si mise a correre nella sua direzione. Dal canto suo, l’altro l’osservò pigramente, finché non se lo trovò a pochi passi e poté specchiarsi nel vermiglio delle sue cornee. Il primo impulso fu quello di gridare, ma la voce gli si seccò in gola mentre le sue dita cercavano qualcosa con cui difendersi, con cui colpirlo. Il moro alzò veloce una mano in segno di resa, nel vano tentativo di calmarlo.
«Vengo in pace, Thor.» scandì, quasi l’uomo davanti a lui fosse un alieno o un totale ritardato.
Thor sgranò gli occhi: quella cosa conosceva il suo nome!
«Non voglio farti del male.» Per ora. Aggiunse il giovane, sperando che fosse sufficiente a calmare il biondo. «Metti giù quel bastone. Voglio solo parlarti.»
«T… tu…?»
Loki annuì, ma la domanda non era completa.
«Tu chi accidenti saresti?»


Take your place
And save your race
Break the chains of misery


 

Note: Un capitolo che non è proprio niente di speciale, se non un ponte tra il sei e l'otto. Ma... che bello? I fratellini finalmente riuniti (o.O) e Thor che non riconosce Loki (doppio o.O). Bon, non so cosa dire e a quest'ora sono fusa (mi ero pure scordata di aggiornare e lo faccio ora. Dai, non sono in ritardo: è ancora mercoldì o.O). La canzone dovrebbe essere Mysteria, dei The Rasmus, ma non ne sono così sicura perché ce n'era un'altra in partenza e questa l'ho pensata adesso (e non è un'ora per pensare xD)
Al prossimo capitolo (dai, ne mancano solo tre, poi sarà finita. Finalmente! N.D. Tutti).
~Notthyrr

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > The Avengers / Vai alla pagina dell'autore: Notthyrr