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Autore: HellSINger    18/07/2013    0 recensioni
Nell’oscura citta’ di Nevalage una malattia si diffonde questa e’ chiamata Oscurità,il morbo riesce a rendere lo spirito piu' buono un'assassino senza scrupoli.
l'oscurità divorerà il mondo o ci sono speranze per il futuro?
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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l’amore è la tua oscurità, ricorda.

Il silenzio la faceva da padrone.
Eleonora riaprì gli occhi.
La luna si poteva specchiare nelle sue iridi, come un corpo con la sua ombra.
Al suo fianco la banshee.

L’erba del campo si era tinta e il delicato olezzo delle vite
spezzate aleggiava dolcemente tra un sospiro di morte e l’altro.
La regina sorrideva innocente nella sua malvagità:
la luna di questa terra, stava lì ad illuminare la scena, avvolta in un velo di nubi.
La scena appariva nella sua più misera ed oscena forma,
brandelli di carne pendevano dai rami ritorti degli alberi,
i nemici giacevano dilaniati, aperti senza visceri ne occhi ne ossa, tutti avvolti in un vestito liquido rosso.
Le mani dell’assassino recavano la colpa dello scempio.
Amaranto stava lottando contro la mostruosa e gigantesca
creatura, che appariva d’esser il capo branco di quei mostri.
La bestia era in trappola, lottava disperatamente.
Aveva perso un occhio e una zampa, la morte le era vicina.
Alitò una nube densa e dall’odore discutibile.
Era riuscita a scappare sfruttando la cortina, i rinforzi non erano arrivati in tempo e…
Proprio mentre ormai gustava la salvezza, puf era morta spargendo le sue viscere, come grano per la semina.
Dalla sua ombra era sbucata la sua sciagura, una ragazza,
molto era strana: aveva i capelli del colore della luna e gli occhi viola con la pupilla verticale, come un gatto, così aveva anche le orecchie e la coda…

perditi pure nelle ombre e dimentica ciò che sei stato

“spregevole non si fa na na i veri soldati muoiono contenti” esclamò dolce la micetta
"Quella persona sarà molto arrabbiata" aggiunse
una voce, mormorò nella sua mente: era lei: "quella persona"le stava parlano telepaticamente
"calmati, Momose, hai adempito ai miei ordini, la fedeltà è tutto, torna al castello ora"
"ma mia signora, la cacciatrice è ancora qui, Momose la vuole uccidere..."
"ormai è quasi l'alba, è troppo tardi, non osare a contestare i miei ordini!"
"non si arrabbi padrona, la prego, Momose si sentirà triste"
detto ciò scomparve, inghiottita dalla sua stessa ombra.

Ormai Amaranto era irriconoscibile: era ricoperto interamente da un denso liquido nerastro,
quello era sangue o l’oscurità insita nella sua anima? Si avvicinò stanco alla sua padrona, che era ancora seduta immobile sull’erba, ferita
. Eleonora non sapeva se avere paura o sentirsi in qualche modo sollevata: era salva e la caccia era stata un successo…
ma dall’altra parte aveva portato il suo compagno al completo risveglio.
La pelle del ragazzo rilasciava delle tenui striscioline di fumo nero, lentamente la macchia bruna lo stava liberando: stava tornando normale.
Arrancò ancora un po’ e si lasciò cadere con dolcezza ai piedi di colei che “doveva vivere”.
Mossa da non si sa cosa, la ragazza si ritrovò ad accarezzargli la testa con dolcezza, mentre ogni cosa era lambita dai primi raggi del sole: era giunta un’alba dalle dita rosate.
Nessuno si mosse nella trappola di quel istante, se solo fosse durato per sempre, ma un attimo resta un attimo e nessuno poteva cambiare ciò neanche un strega…
   
 
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