La guerra era finita, gli Otherkin erano liberi.
Le perdite erano tantissime, troppe.
La comunità si era ridotta, dalle migliaia di persone che
abitavano il campo, ad un gruppetto di almeno cento persone. I bambini
sopravvissuti si potevano contare sulle dita di una mano.
Sette bambini, quattro di loro, compresa Susie, erano
orfani.
Nei loro occhi era impresso il dolore e il ricordo dei loro
cari, ma in fondo a tutta quella tristezza, c’era la speranza e la voglia di
andare avanti.
E fu così che Dawn si era ritrovata ad essere il punto di
riferimento degli Otherkin, ad essere il loro capo, la loro guida. Raggio di
luna fece seppellire tutti i cadaveri attorno le mura del castello, aiutata da
tutti.
Una degna sepoltura per delle povere vittime di guerra.
Dopo che l’ultima lapide, fu completata, gli Otherkin si
misero in cammino. La bionda ebbe modo di conoscere in quel viaggio Izzy, la
compagna di Owen. La ragazza mostrava già un po’ di pancia e aveva l’abitudine
di parlare tutto il giorno con lei. In quegli occhi pieni di pazzia però, c’era
l’immenso dolore della perdita e molte volte, la ragazza la vedeva ridere e
piangere allo stesso tempo a causa di un ricordo riaffiorato alla mente.
La Prescelta li portò sull’isola che un tempo ospitava il
castello di Chris. Da lì, poco alla volta, costruirono un piccolo agglomerato
di casupole di pietra ricavate dal castello abbandonato. Dawn e Scott decisero
di vivere insieme. Il loro era un amore silenzioso, senza nessuna parola dolce
o grandi dimostrazioni d’affetto in pubblico. In quella casa di pietra invece,
le dimostrazioni d’affetto c’erano ed anche tante. La ragazza scoprì l’immensa
gelosia e l’istinto possessivo che abitavano nell’anima del rosso, ma anche
l’incredibile dolcezza che ogni tanto, soprattutto dopo aver fatto l’amore, lo
coglieva. La loro vita e quella della comunità era tranquilla.
Ma quella armonia fu leggermente incrinata da un piccolo,
grande dettaglio.
La bionda aveva capito fin da subito il legame che c’era tra
Susie e Scott. La bambina passava la maggior parte del suo tempo a casa loro e
non dal suo tutore, ovvero Noah.
Un pigro giorno di ottobre, precisamente durante la festa di
compleanno di Susie, la moretta fece una richiesta precisa alla Iena.
- Adottami. – Sembrava più un ordine che un’innocente
richiesta fatta da una bambina.
E da quella piccola parola, si scatenò l’inferno.
Nessuno voleva affidare la piccoletta al rosso. Lo credevano
ancora un pericolo, una minaccia come suo padre. Raggio di luna impegnò tutte
le sue energie a difenderlo e ad avere il consenso degli anziani e del
consiglio popolare. Il consiglio non fu difficile da convincere, quanto invece
fu difficile per gli anziani. Erano testardi più di un branco di muli e
sembrava che niente e nessuno potesse smuoverli dalla loro posizione. Un
giorno, durante l’ennesima riunione con gli anziani, accadde qualcosa di
inaspettato. La porta si aprì con un tonfo e comparve la piccola ed agguerrita
figura di Susie. La bambina si arrampicò sul tavolo delle riunioni e cominciò
il suo discorso.
- E’ da ormai due settimane che non fate altro che riunioni
su riunioni, senza arrivare ad una decisione. Francamente mi sono rotta di
aspettare. Scott non sarà di certo un angelo, ma vi siete dimenticati che ha
avuto un ruolo fondamentale nella battaglia contro la strega. Ve lo ricordate o
no vecchi bacucchi? – Gli anziani non risparmiarono borbottii di dissenso e di
rabbia per la maleducazione della mora.
-Non avete mai sentito il mio di parere, forse l’unico che
bisognava prendere in considerazione. Non voglio stare con Noah. Mi sta
simpatico, è vero, ma mi sento più in famiglia con Scott e Dawn e se non
accoglierete la mia richiesta di essere adottata da loro, state pur certi che
sarò uno dei vostri peggiori incubi. – E infine, con la sorpresa di tutti i
presenti, la bimbetta dai lunghi capelli neri alzò in direzione degli anziani
il suo piccolo dito medio.
Strano a dirsi, ma quel discorso parve convincergli.
Così Susie fece parte della loro strana famiglia.
Il figlio di Geoff e
Brigette, durante la permanenza nel castello della strega, aveva subito una
brutta ferita alla gamba destra. Rischiava di non poter camminare mai più, ma
grazie alle cure di Gwen, il piccolino guarì, lentamente ma guarì.
Heather diede alla
luce Rachele che crescendo, diventò la reginetta incontrastata della
cattiveria, proprio come un tempo lo erano stati i suoi genitori. Harry, il
figlio di Izzy e Owen era la copia sputata del padre, specialmente per quanto
riguardasse il carattere. Il bambino aveva i capelli biondi, un dolce sorriso e
gli occhi verdi e pazzi, come quelli della madre.
Per un qualche
strano scherzo della natura e del destino, il suo animale era proprio l'orso.
Dawn seppe che se un
bambino aveva lo stesso animale di uno dei genitori era considerato un
avvenimento raro.
Noah e Izzy si erano
messi insieme, ma entrambi avevano ancora nel cuore il dolore per la perdita
del ragazzone.
Noah, in qualche suo
momento di particolare tristezza, pensava di aver fatto un torto al suo
migliore amico, innamorandosi della ragazza. Izzy, nei suoi momenti di assoluta
follia, guardava fuori la finestra nella speranza di vederlo tornare a casa, un
giorno.
Entrambi ci
soffrivano ancora, ma dopo le difficoltà iniziali, si erano lasciati il passato
quasi alle spalle e i loro sguardi erano fissi sul loro futuro insieme.
Gli anni passarono veloci, la comunità aumentò rapidamente, mentre la
pace regnava incontrastata.
Il ricordo di quella guerra era sempre vivido nei loro cuori,
specialmente in quello della Prescelta che, per far conoscere a tutte le
generazioni future quella storia, l’aveva trascritta su un grande libro e, una
volta all’anno, veniva aperto e letto nella piazza principale.
Per non dimenticare.
Dieci anni dopo…
Dawn era seduta sul divano, persa come sempre nei suoi
pensieri. L’unico rumore che sentiva era il suo e il respiro dell’uomo che
sonnecchiava pacificamente affianco a lei. La mano di Raggio di luna viaggiava
pigra tra le ciocche rosso arancio di Scott. I suoi grandi occhi caddero sulla
mano libera, dove spiccava in bella vista la sua fede. Erano sposati da sette
anni ormai.
Il suo matrimonio fu uno dei più belli in assoluto, a cui
tutti gli Otherkin avevano voluto parteciparvi. I suoi ricordi però furono
interrotti dal rosso che aveva iniziato ad aggredire dolcemente il suo collo
bianco. Le sue labbra salirono
velocemente, congiungendosi con quelle della consorte. Le grandi mani dell’uomo
si infilarono sbarazzine sotto la gonna del vestito di Raggio di luna, mentre
lei si stendeva sul divano. I loro gemiti erano intrappolati nelle loro bocche,
l’ossigeno scarseggiava ma a nessuno importava e l’atmosfera intorno a loro si
stava velocemente surriscaldando. La bionda era completamente in balia di
quelle mani che la toccavano dappertutto e che, con una sensuale lentezza,
erano giunte alla zip del vestito.
- Mamma, papà AIUTO!!! – L’urlo disperato di Jerry, il loro
secondogenito, rovinò il momento “romantico”.
La donna si sistemò in fretta e corse verso il figlio, tutto
impiastricciato di trucco sulla faccia.
Dietro di lui apparve Lizzy, la primogenita, con un rossetto
e una matita per gli occhi nelle mani.
- Avanti che cos’è successo stavolta? – Chiese la Iena,
visibilmente contrariato del fatto di essere stato interrotto.
Lizzy era una tremenda bambina di sei anni, con un’innata
passione per il trucco e gli scherzi. Aveva lunghi capelli rossi e il viso era
completamente ricoperto da lentiggini dove, sotto gli occhi, appariva la sua
voglia a forma di un paio di piccole ali d’aquila. Aveva grandi occhioni grigi.
Jerry invece aveva appena compiuto quattro anni. Aveva una massa informe di
capelli biondo cenere con molte vertigini e un paio di occhi azzurro – blu. Era
un bambino molto dolce e l’unica cosa che amasse di più delle sue macchinine
giocattolo, era il suo papà. Sulle sue braccia facevano bella mostra di sé due
grandi corna d’alce.
- Jerry ha investito le mie bambole con il suo camion ed io,
per vendicarle, gli ho fatto questo. – Ed indicò tutta soddisfatta il disastro
di ombretto colorato, rossetto e fard che era la faccia del biondo.
I coniugi si guardarono esausti dall’ennesima bravata della
loro figlioletta.
- Dove li hai trovati quei trucchi? – Chiese Scott,
trattenendo le risate di fronte alla vendetta di Lizzy.
- Li ho presi da Susie! – Esclamò felice la rossa.
La mora entrò in scena appena sentì pronunciare il suo nome.
Era molto alta, il che risaltava le sue belle forme e il suo seno, fasciato in
quel momento da un top fucsia. I suoi lunghi capelli, neri come la pece, erano
legati in una lunga treccia, che le arrivava al sedere. Sulla caviglia destra,
spiccava la sua voglia a forma di coyote. Aveva diciotto anni e ogni giorno si
allenava duramente al centro di addestramento, con la sua mentore Jo, per
diventare un infallibile guerriero Otherkin.
Dall’espressione truce che aveva in viso, era parecchio
arrabbiata e irritata.
- Lizzy, come ti sei permessa di rubare e usare i miei
trucchi, brutta pulce ladruncola! – Sibilò la ragazza prima di strappare dalle
piccole mani della bambina la matita nera e il rossetto fucsia.
La mora andò vicino allo specchio, posto nell’ingresso, e
cominciò ad applicarsi la matita intorno all’occhio sinistro.
- Dove stai andando, signorina? – Disse Scott, mettendosi
dietro la ragazza.
- In giro… - Sviò lei, marcando il rossetto sulle labbra, in
modo da renderle più evidenti.
- E con chi andresti in giro? –
- Sono affari che non ti riguardano papino, ma visto che sono di buon umore te lo dico: esco con Geoff…
-
- SENIOR?!? –
- Cosa? NO! Junior. – Si apprestò a puntualizzare Susie, visibilmente
contrariata all’idea di uscire con un uomo sposato.
- A che ora torni? – Chiese pacata Dawn, mentre la ragazza
prendeva la borsetta e si sistemava la minigonna nera.
- Non lo so. Ciao, non aspettatemi sveglia! – Disse, prima
di aprire la porta e sfuggire alla solita strigliata da parte del rosso.
Egli guardò la moglie per un attimo prima di prendere le
chiavi di casa.
- Tu ti fidi di lei, ma io no. Non aspettarmi sveglia. – E
con questo l’uomo la lasciò sola in casa, in balia delle due pesti che erano i
loro figlioletti.
Angolo dell'Autrice
Tutto è bene ciò che finisce bene!
Ed anche Otherkin, purtroppo, è finito. Sapete, mentre scrivevo l'epilogo, stavo quasi per piangere...
Si piangere!
Perchè ragazzi miei, oramai Otherkin era diventata una parte di
me e voi, che la seguite, siete diventati la mia seconda famiglia.
Adesso però basta con le scene strappalacrime, adesso ho voglia di raccontarvi un paio di cose:
Questa storia aveva un significato nascosto che spero voi abbiate
notato. Scrivendo Otherkin volevo farvi capire quello che ho capito
anch'io capitolo dopo capitolo; Che ognuno di noi è un po'
Otherkin, che ognuno di noi ha dentro di se un potere incredibile che,
se si riesce a controllarlo, è capace di farvi superare
qualsiasi ostacolo.
Spero di avervi trasmesso questo leggendo.
La seconda cosa che volevo raccontarvi è la piccola storiella di come sono arrivata a scrivere Otherkin:
All'inizio avevo intenzione di fare una nuova stagione del reality con
i personaggi trasformati per colpa delle scorie radioattive. Purtroppo
non mi venivano in mente sfide carine e quindi ho lasciato perdere.
Dopo un paio di giorni ho rivisto un vecchio cartone che guardavo da
piccola e una fanart di a tutto reality proprio su questo cartone.
ed è così che è nato Otherkin!!!
Adsesso però è arrivato il momento dei ringraziamenti.
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- yhxhvhvugyghgyftf ( caro mio, devi spiegarmi come cavolo ti ricordi questo nome quando devi fare il login. Comunque pollice in su per l'epica manata che hai dato alla tastiera per far uscire questo nome ^.^)
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Un bacione:^.^: