Arrivo sulla spiaggia che la moto è esausta, praticamente senza benzina.
Anche io sono stanchissima.
Mi butto sulla spiaggia, mi scolo la bottiglia che era piena solo per metà.
Accendo l’ultima sigaretta del pacchetto, usando l’accendino di Kim. Sorrido al ricordo del suo bacio.
Forse voleva prendere il posto di Joan. E ci sarebbe anche potuta riuscire se non fossi così innamorata della mia Joanie.
Lei è stata l’unica cosa che amavo che non avevo distrutto con le mie mani, l’unica cosa che non avevo rovinato.
Rimango a guardare il mare e le stelle e la luna che si riflettono in esso per un po’.
Poi il vento sospinge l’acqua del mare fino ai miei piedi e le onde che si infrangono sulla spiaggia sembrano chiamarmi.
Mi alzo in piedi, e, come ipnotizzata, entro nel mare, l’acqua che arriva alle caviglie, poi sale fino alle ginocchia.
Continuo a camminare finché solo il busto sbuca dall’acqua, la luna enorme di fronte a me.
Che cosa stai facendo?, chiede una voce nella mia testa.
È Joan. E’ come se fosse lì accanto a me, anche se io non posso vederla.
"Joanie", sussurro, quasi temendo che l’incanto possa rompersi.
Non farlo Jaim, dice la voce. Volto la mia testa a destra e a sinistra, le onde che mi spingono verso la riva.
Ma non è quello che voglio, non voglio uscire dall’acqua. Voglio solo che il silenzio scenda su di me.
"Dimmi perché no! Dimmi che cosa dovrei fare!", urlo al cielo schiaffeggiando l’acqua.
Nessuna risposta.
Joan è svanita.
"Sai cosa ti dico?!", urlo "Sai cosa ti dico?! Dico che ti odio Joan! Ti odio! Odio te, tutto questo fottutissimo mondo e chiunque comandi la mia vita! È mia cazzo! Faccio quello che voglio, quello che dico io!".
Ma so che non è così. Ogni cosa che faccio, ogni cosa che dico o che penso è già stata scritta su un’enorme copione.
Sono solo un burattino stretto in una mano troppo grande perché io possa liberarmi.
Anche queste onde che mi spingono verso la spiaggia sono già decise: io non devo morire, il destino vuole così.
Ma non è quello che voglio.
Arrabbiata e decisa più che mai a vincere, a fare qualcosa che non sia già stato programmato da qualcuno, mi tuffo e comincia a nuotare sempre più in fondo, le orecchie mi si tappano e il cervello a momenti scoppia ma è un dolore che posso sopportare.
Le onde, però, mi respingono in superficie, la vita mi chiama e la lotta si fa sempre più dura.
Non posso vincere, non questa volta: il mio avversario è troppo potente, troppo forte.
Conosce le mie mosse.
Allora mi aggrappo con tutte le mie forze a una roccia che sporge dal fondale sabbioso e rivolgo lo sguardo alla superficie increspata sopra di me. Il fiato mi manca, così spalanco la bocca, dimentica di trovarmi sott’acqua.
Annaspo, i polmoni che si riempiono d’acqua.
Sarebbe facile mollare la roccia e risalire in superficie, verso l’aria.
Ma così perderei.
Con un rantolo l’ultima bolla d’ossigeno lascia la mia bocca.
Joanie sarà entusiasta, manca poco al nostro incontro.
Sorrido.
Ho vinto.
Jaimie 1, Destino 0.


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Ed ecco, fine della storia!
Lo ammetto, non è proprio il massimo della felicità! :P
Comunque spero che vi sia piaciuta e che vi abbia fatto commuovere almeno un pochino ;)
Se vi va lasciate una recensione, è sempre ben'accetta :)
Grazie di cuore a tutti voi che leggete e, a volte, recensite pure!
Un ENORME grazie speciale va a una metà di Paw_ senza la quale questa storia non sarebbe mai stata pubblicata, probabilmente!
Grazie, beta reader preferita :*