The Unexpected
Chiacchierata a tre
Passarono giorni,
che a Harry sembrarono mesi, in cui nulla di nuovo successe nella sua
vita.
Tutto tranquillo,
tutto passava liscio come l’olio, tranne che per un piccolo pensiero che gli si
insinuava nella testa tutte le volte che abbassava la guardia:
Draco.
La voglia di vederlo
si faceva ogni giorno più forte. Era convinto che se avesse avuto l’occasione
con Draco sarebbe potuto nascere qualcosa.
“In cosa speri
Harry?Che lui ti si presenti davanti alla porta?Che ti dica:Eccomi sono tutto
tuo?”
Tutte le volte che
questi pensieri si affacciavano nella sua testa, cercava di scacciarli in tutti
i modi possibili, dalle letture sul Quiddich alla padellate in testa, ogni
metodo era valido.
In questa situazione
l’umore, già precario, di Harry ne risentiva ancora di
più.
Sembrava che nulla
riuscisse a tirarlo su di morale,
in presenza degli amici o della famiglia Weasley, ergeva intorno a sè una
maschera di falsa tranquillità, per
farla cadere appena si ritrovava da solo.
Una sera mentre dava
una scorsa pigra alla Gazzetta del Profeta, sentì dei passi provenire dal
corridoio e poco dopo la porta di camera sua
spalancarsi.
Alzando lo sguardo
dal giornale, si trovò a fissare 4 occhi, un paio castano scuro e un paio
azzurri.
Hermione e Ron erano
davanti alla porta e gli sorridevano.
Harry sorrise di
rimando, anche se negli ultimi tempi non era stato affatto se stesso, si obbligò
ad essere sincero almeno con i suoi migliori amici e anche se il sorriso uscì un
po’ storto almeno era sincero.
Era felice di avere
loro al suo fianco malgrado tutto.
Fu Hermione, come
quasi sempre, a prendere parola per prima, avvicinandosi con passo maestoso al
letto dove stava bivaccando Harry.
“Harry dobbiamo
parlarti un momento” disse sedendosi vicino al bruno.
Harry si sistemò in
modo da fare spazio sia a Hermione che Ron, cosa difficoltosa tenuto conto che
sia lui che Ron erano cresciuti ulteriormente in quei due mesi di vacanza.
Il bruno osservava i
due amici incuriosito, non sapeva di cosa volessero
parlargli.
“Uh ci sono notizie
interessanti?” domandò Ron, vedendo il giornale aperto davanti ad Harry, e
mentre questi si accingeva a rispondere, Hermione cominciò a
parlare.
“Harry, sia io che
Ron, siamo qua per parlarti di…” si interruppe, forse cercando le parole più
adatte “Beh insomma, ci siamo resi perfettamente conto del tuo cambiamento da
quando Malfoy se ne è andato” si interruppe di nuovo, aspettando che Harry
assimilasse quanto aveva detto.
“Insomma,
sappiamo,che il tuo interesse per Malfoy andava oltre all’amicizia.. o
sbagliamo?” .
Harry fece un
piccolo accenno di assenso in direzione dell’amica e abbassò lo sguardo verso
Hermione continuò il
suo discorso, cercando con lo sguardo l’appoggio di Ron, che dopo il discorso del giornale si era zittito,
era imbarazzato, era evidente che di tutti i discorsi che voleva affrontare con
il suo migliore amico l’ultimo fosse quello della sua omosessualità e
Malfoy.
Accettare i suoi
gusti sessuali era una questione, ma parlarne apertamente, per ora, gli veniva
difficile.
Vedendo che
l’appoggio di Ron tardava ad arrivare, Hermione decise di continuare da
sola.
“Harry,perché non ci
parli di come ti senti?Perchè ha deciso di non renderci
partecipi?”
Il bruno alzò
nuovamente il viso, con un gesto fluido ma poco convinto e piantò i suoi occhi
verdi in quelli castani scuri di Hermione, erano pieno di tristezza, troppi
avvenimenti li avevano riempiti di
delusione, rabbia, voglia di riscatto e ora tutti quei sentimenti si mischiavano
insieme e la fissavano con tutta la
loro intensità.
“Herm… non l’ho fatto con cattiveria, ma, non lo so, sentivo che la questione di Draco dovevo vedermela da solo, risolveva da solo, anche se… beh non mi sembra di aver fatto un gran lavoro” ammise sorridendo lievemente.
“E allora noi due che ci stiamo a fare qua?” chiese all’improvviso Ron, stava sorridendo anche se il tono di voce era serio “Nel senso, Harry… sono quasi sette anni che ci conosciamo… anche se l’argomento è un po’ fuori dalle nostre discussioni standard, non vedo perché non parlarne con noi”.
Il sorriso di Harry si allargò. Per la prima volta in un mese era felice, si protese per abbracciare i suoi amici in un unico stretto abbraccio, lasciandoli entrambi stupiti per quell’improvviso slancio di affetto.
“Harry allora, vuoi parlare una buona volta o no?”, il bruno sospirò e cominciò a raccontare tutti gli ultimi avvenimenti che erano successi tra lui e Draco e il motivo per cui non era andato a salutarlo il giorno della partenza.
A fine racconto, Hermione aveva la tipica espressione di quando pensa a un piano mentre Ron prese parola “Certo che hai fatto la tua bella figura sbattendogli in faccia suo padre quel giorno eh? Fossi stato in te mi sarei scusato il prima possibile”, Harry lo sapeva, molte volte aveva fatto da paciere tra Ron ed Hermione, e ora i suoi stessi consigli si rendeva conto di non averli seguiti.
“Lo so Ron, non c’è bisogno che me lo ricordi, sto già abbastanza male così” rispose Harry,leggermente irritato.
“Sai per caso dove hanno portato Draco?” domandò Hermione all’improvviso, Harry scosse la testa sconsolato, “Beh c’era da aspettarselo, Moody avrà fatto di tutto per tenerlo nascosto, dobbiamo trovare un modo per scoprire dove lo tengono”.
“Indagare con discrezione?” domandò Ron titubante, guardando prima Hermione e poi Harry.
“Ci beccherebbero subito probabilmente e se provassimo ad ascoltare con le orecchie oblunghe?Immagino che Fred e George abbiano lasciato una certa scorta qua in casa” propose Hermione, Ron non sembrava convinto “Non so voi, ma io non ho mai sentito parlare del luogo in cui hanno portato Draco” gli altri due dovettero convenire all’affermazione dell’amico “Beh direi che l’unica via percorribile sia quella delle orecchie oblunghe, alla fine Moody, Tonks e Lupin si danno il cambio per andare da lui, con le orecchie potremmo sentire la destinazione prima che entrino nel camino” asserì infine Harry alzandosi in piedi.
Hermione e Ron lo seguirono a ruota.
“Dobbiamo escogitate un piano per non farci beccare, se no chi li sente” aggiunse Ron, indicando con un cenno la porta.
“Mia mamma potrebbe anche cercare di strozzarmi se ci scoprisse, alla fine hanno fatto tutto questo per la tua incolumità”.
Hermione esasperata scosse la testa “Oh Ron ma quante volte devo spiegartelo!Per amore si fatto questo e altro!” poi rendendosi conto di quello che aveva appena detto si zittì, Harry era diventato di una sfumatura cremisi molto accesa.
“Io… scusa Harry, non intendevo dire, quello che ho detto ecco” si zittì, accorgendosi di non migliorare la situazione con le sue scuse balbettate.
Harry le si avvicinò, e le appoggiò le mani sulle spalle.
“Herm, non è successo nulla, alla fine credo che tu abbia ragione” ammise.
Ora aveva una possibilità di sistemare la questione in sospeso con Draco, e sapere che i suoi amici erano dalla sua parte lo faceva stare molto meglio. Quella giornata era partita decisamente bene.
Erano quasi le 10 del mattino, quando gli occhi grigi di Draco si decisero ad aprirsi, si stiracchiò pigramente e si mise a sedere sul letto.
Aveva fatto un sogno strano, o meglio, aveva sognato proprio colui che ultimamente affollava i suoi pensieri: Harry.
Era passato un mese, niente più notizie, niente più aggressioni mentali da parte di Voldemort, le sue ferite fisiche erano perfettamente guarite, mentre quelle mentali erano più ardue da guarire.
Sua mamma gli mancava tantissimo, le sue carezze, le sue frasi dolci sussurrate per farlo addormentare quando era più piccolo, tutto di lei gli mancava.
Suo padre, ebbene gli mancava anche lui, ma sicuramente non ai livelli della madre, doveva a lui il suo carattere, il suo comportamento, le sue paranoie, il fatto di saperlo morto in un certo modo lo faceva stare meglio.
E infine, Harry, anche lui gli mancava, le chiacchiere notturne, i baci rubati, quanto gli piaceva passare il tempo con lui.
Non avrebbe mai creduto di sentire la mancanza di San Potter, e invece.
Sorrise,
con il sole che gli scaldava la faccia, aveva deciso di mettersi in contatto con
Harry e avrebbe usato
Il brunetto gli aveva raccontato delle sue disastrose lezioni con Piton l’anno prima e sapeva che Harry non aveva fatto nulla per colmare quella sua lacuna enorme in magia.
Semplice, veloce e indolore.
Voleva vederlo, e scusarsi per la sua scenata il giorno prima della sua partenza e soprattutto aveva voglia di chiarire una volta per tutte la situazione con il piccolo Grifone.
Praticamente nello stesso momento, sia Harry che Draco, a insaputa l’uno dall’altro, si stavano muovendo per mettersi in contatto e riunirsi.
NdA: Eccccommmiii!Ebbene si ce l’ho fatta U.U, non so perché ma è stato il mio aggiornamento più sofferto,e alla fine non è venuto fuori molto lungo :(, ho abbassato il rating della storia perché ho deciso di non fare scene slash,ma solo piccole scene terribilmente dolci (oddio e che ho mangiato oggi zucchero concentrato?).Comunque sia ecco a voi l’aggiornamento, spero sia di vostro gradimento come sempre, e grazie per l’ infinita pazienza.
Baciozzoli bavosi.Leena
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