Videogiochi > Mass Effect
Segui la storia  |       
Autore: Nymeria90    19/07/2013    1 recensioni
Nel 2183 un nave non identificata attacca e distrugge la Normady SR1. Il comandante Shepard, eroe della Cittadella, muore nello scontro e il suo corpo si perde nello spazio. I superstiti della Normady, dopo aver sepolto una bara vuota, voltano pagina e cercano di ricostruirsi una vita, ma due anni dopo Alexander Shepard ritorna dal mondo dei morti. La sua missione: salvare la galassia, un'altra volta. Ma scoprirà ben presto che il prezzo da pagare è la sua anima, un prezzo che forse è troppo alto, persino per lui.
Genere: Avventura, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Comandante Shepard Uomo, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Alexander Andrej Shepard'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


http://www.youtube.com/watch?v=4ADh8Fs3YdU

Normandy SR2, 2185

 
La testa gli faceva un male d’inferno, come se un gruppo di Krogan avesse deciso di ballare la polka sulle sue tempie.
Aprì gli occhi con circospezione, ricordando gli spiacevoli avvenimenti che avevano accompagnato i suoi precedenti risvegli.
Con sollievo scoprì di essere nella cara vecchia infermeria della sua nave.
- Bentornato tra noi, comandante.- il volto famigliare della dottoressa Chakwas comparve nella sua visuale.
- Uh … ma quanto ho bevuto?- gracchiò: aveva una sete terribile.
Il sorriso della dottoressa era tutto fuorché naturale – Molto. Ma non è stata la vodka a metterti ko. Cosa ricordi?-
Shepard tentò di mettersi seduto ma la donna lo costrinse a rimanere sdraiato con una leggera pressione sulla spalla – Non molto.- ammise – Solo …- socchiuse gli occhi mentre immagini sfocate e angoscianti gli passavano davanti: ricordava sangue, disperazione, dolore. - … solo incubi.-
- Come dopo Eden Prime?-
Shepard tentò di alzare una mano, pesava una tonnellata, alla fine desistette – Ho sete …- mormorò.
La dottoressa gli portò un bicchiere alle labbra, aiutandolo a bere, l’acqua fredda diede sollievo alla sua gola riarsa e subito si sentì un po’ meglio, più lucido.
- Questa volta non erano i Prothean a parlarmi.- disse mentre le immagini acquistavano lentamente forma – Ma i loro assassini.-
Le labbra della dottoressa si strinsero in una linea sottile – Sei stato a contatto con un manufatto dei Razziatori per due giorni, Shepard.-
La mente e la vista cominciarono a schiarirsi e all’improvviso si rese conto del perché non riuscisse a muoversi: era legato al letto. Sospirò.
- Temete che io sia indottrinato.- non lo era. Riusciva a sentirlo, nelle ossa e nel sangue. La sua mente era stata in balia dei Razziatori per due giorni. Ricordava le loro voci aliene nella mente, l’inconcepibile vastità dei loro pensieri. Rammentava le lusinghe, le promesse e le minacce, ma, per quanto ci avessero provato, non erano riusciti a dominarlo. In tutti quegli anni la sua mente aveva vacillato più di una volta, aveva perduto le fede negli uomini e nella galassia, aveva messo in dubbio la sua stessa umanità, ma di una sola cosa era certo, una certezza più forte di qualsiasi fede, più radicata di qualsiasi verità: i Razziatori erano i suoi nemici.
Quando era entrato in contatto con la sonda Prothean, su Eden Prime, aveva provato il dolore di un intero popolo sterminato, aveva assorbito il loro odio, la rabbia, la disperazione e aveva giurato sul sangue e l’onore che mai la storia, quella storia, si sarebbe ripetuta.
I Razziatori potevano piegare al loro volere un uomo guidato solo dall’amore o dalla speranza, ma Shepard aveva rinunciato a quelle cose molto tempo prima. Si era illuso del contrario, aveva tentato, disperatamente tentato, di dimostrare a se stesso e al mondo che la sua anima era ancora pura e il suo spirito incorrotto. Ma si sbagliava.
Non erano l’amore né la speranza a guidarlo: era l’odio a spronarlo.
Lui esisteva per odiare i Razziatori e distruggerli.
Era stato questo a salvarlo dall’indottrinamento: i Razziatori potevano spegnere l’amore e soffocare l’amicizia, potevano estinguere la fede e distruggere la fratellanza, ma nulla potevano contro l’odio.
Reclinò il capo di lato sconfitto dalla durezza di quei pensieri, ma perfettamente consapevole della realtà delle cose. La morte di suo padre, Akuze, Eden Prime, Virmire, la Cittadella, la distruzione della Normandy, Horizon e infine quell’ultima, devastante missione … erano come i pezzi di un puzzle, insignificanti se presi singolarmente, ma una volta riuniti creavano l’immagine di un uomo senza più un’anima da corrompere o un cuore da distruggere.
- Li … li senti ancora, comandante?- la dottoressa Chakwas lo osservava impaurita, come se temesse un’esplosione di rabbia da un momento all’altro.
Shepard sforzò le labbra in un sorriso, cercando di mascherare l’amarezza di quella scoperta che lo rendeva forte, ma anche incredibilmente solo.
Non poteva certo condividere quei pensieri col resto dell’equipaggio.
Forse se continuava a recitare la parte dell’uomo buono alla fine sarebbe riuscito a diventarlo davvero.
- No.- sospirò – Non sento niente, dottoressa.-
- IDA sta facendo tutti gli accertamenti del caso, fino ad allora non possiamo rischiare di liberarti. – la dottoressa Chakwas gli rivolse un’occhiata penetrante - Tu sei pericoloso, Shepard.-
Si accigliò – Ho fatto del male a qualcuno?-
La dottoressa gli rivolse uno sguardo strano – Hai maltrattato un po’ Garrus e Miranda. Niente di grave. Però hai rischiato di uccidere qualcuno.-
Strinse la mani a pugno: non Jack, ti prego.
- Chi, dottoressa?-
- Te stesso, Shepard. Davvero non ricordi? Ti sei aperto la pancia con un pezzo di vetro …-
Ricordò mani insanguinate, un tubo che gli usciva dalla pancia … rabbrividì … che cos’era incubo e cosa realtà?
- Perché lo hai fatto? Sono stati loro a dirtelo? –
Shepard distolse lo sguardo – No, ho sognato di essere una macchina. Dovevo controllare.-
La dottoressa si lasciò cadere sulla seggiola accanto a lui, sfinita – Perché non sei venuto da me, comandante? Avrei potuto rispondere a tutti i tuoi dubbi.-
- Avevo paura.- ammise. Non le disse che temeva che non gli avrebbe detto la verità. Non voleva ferirla.
Stranamente la dottoressa Chakwas sorrise – Credo che questa risposta basti a fugare ogni tuo dubbio, comandante.-
Inspirò a fondo, ricordando quel primo respiro che lo aveva riportato in vita
 – Forse …-
Non era più sicuro di cosa volesse essere, una macchina poteva uccidere migliaia di persone e farsene una ragione, ma un uomo che lo faceva che cos’era se non un mostro?
- Esami conclusi, dottoressa.- intervenne IDA col suo tono professionale – Nessuna traccia di indottrinamento rilevata.-
Il viso della dottoressa si rilassò – Grazie IDA. Ecco, ora ti libero subito Shepard … mi dispiace essere arrivata a questo, ma era necessario.-
Shepard si massaggiò i polsi – Se non l’avessi fatto, dottoressa, sarei rimasto deluso.- si mise seduto, ignorando le fitte all’addome: era stato inerte per fin troppo tempo – E … IDA?-
- Sì, comandante?-
- Mi dispiace per come ti ho trattata.-
- Ho già cancellato l’episodio dai miei registri.-
Shepard ridacchiò scuotendo la testa: quell’IA era un continua fonte di sorprese. Si stava davvero affezionando a lei, ormai la considerava come un membro dell’equipaggio.
- L’ammiraglio Hackett è arrivato pochi minuti fa.- lo informò la dottoressa – Lo faccio passare?-
Non era in cima alla lista delle persone che voleva vedere ma non poteva certo dirgli di no. Le disse di farlo entrare non appena avesse finito di scrivere il rapporto.
Quando la porta si aprì sul pluridecorato ammiraglio dell’Alleanza gli sembrò di ritornare indietro nel tempo quando lo stesso uomo gli aveva fatto visita dopo i fatti di Akuze. Sembravano destinati a incontrarsi in momenti drammatici.
Non sapeva cosa pensare di Hackett, la sua carriera era di tutto rispetto, fatta di luci e d’ombre, di difficili compromessi. Un tempo aveva biasimato alcune sue scelte: troppo ambiguo, troppo accondiscendente; ma col tempo aveva imparato sulla sua pelle che per essere un buon condottiero spesso bisognava smettere di essere una brava persona. I compromessi, purtroppo, esistevano e spesso erano l’unico modo per fare la cosa giusta. Non la più semplice: quella giusta.
L’ammiraglio si avvicinò con fare circospetto, quasi guardingo – Uhm, vedo che si è ripreso.-
- Ammiraglio Hackett.-
- A quanto pare se l’è vista brutta, come si sente?-
Shepard esitò, chiedendosi quanto la Chakwas gli avesse raccontato. Sperò che avesse omesso il suo piccolo attimo di follia, non avrebbe fatto bella figura nel suo curriculum … non che dopo la collaborazione con Cerberus avesse molte possibilità di tornare nell’Alleanza.
- Bene, niente più visioni, se è questo che intende.- rispose, restando sul vago.
Hackett annuì e dopo qualche altra frase di circostanza giunse al dunque: - Si può sapere cosa diavolo è successo, comandante?-
È successo che ho salvato il culo a questa galassia. Un’altra volta.
E Dio solo sapeva quanto gli fosse costato.
Ironico pensare a Dio in quel momento, mai come sull’asteroide gli era parso evidente che non ci fosse alcun Dio di nessun tipo o colore, c’erano solo i demoni e il loro avvento.
- Le hanno riferito qualcosa su ciò che è accaduto?-
Hackett si strinse nelle spalle – So soltanto che le avevo chiesto di liberare Amanda Kenson, e ora mi ritrovo con un intero sistema spazzato via. Speravo potesse spiegarmi il filo logico che collega questi due eventi.-
Con un autocontrollo che non pensava di avere gli porse il rapporto, resistendo alla tentazione di spaccarglielo in faccia. Era stata proprio l’amicizia di Hackett per la Kenson a farlo esitare quando l’aveva avuta sotto tiro su quel dannato asteroide. Se avesse avuto il fegato di premere il grilletto forse qualche Batarian si sarebbe salvato.
Con voce neutra spiegò a Hackett quello che era accaduto. Si stupì della sua stessa freddezza; d'altronde sua madre era stata un’ottima maestra.
- E pensava che l’invasione dei Razziatori fosse una minaccia concreta?-
Forse, dopotutto, aveva sopravvalutato l’intelligenza di Hackett.
Continuò a sciorinare una sfilza di ovvietà, come le inevitabili ritorsioni dei Batarian e le paure dell’Alleanza: gli aveva affidato una missione e non riusciva a reggere il peso delle conseguenze. Non dubitava che alla fine di quell’assurda storia Hackett ne sarebbe uscito pulito come una verginella mentre lui … bè dopotutto era un terrorista al soldo di Cerberus, strage in più, strage in meno che differenza avrebbe fatto?
Scoprì che non gliene importava poi molto. Aveva fatto quello che andava fatto, punto e basta. Non era ancora così folle da sperare dell’arrivo dei Razziatori per poter dire “ve l’avevo detto”, anche se, ad essere onesti, la galassia se lo sarebbe meritato.
Quando Hackett gli disse che se fosse stato per lui gli avrebbe dato una medaglia per poco non gli scoppiò a ridere in faccia.
Una medaglia? E per cosa? Per aver ucciso 304.942 Batarian?
No, dannazione, non voglio una medaglia, voglio che facciate qualcosa, qualunque cosa! Voglio che le loro morti possano servire a salvare questa maledetta galassia!
- Prima o poi dovrà tornare sulla Terra ed affrontare le accuse.- concluse Hackett, guardandolo con malcelato timore. Probabilmente Anderson doveva avergli raccontato del suo colloquio con Udina e il Consiglio.
Non preoccuparti, Hackett, sono di nuovo un bravo ragazzo.
Fu quello che gli disse, in maniera più forbita e consona al suo ruolo, naturalmente … sua madre avrebbe apprezzato moltissimo la sua compostezza: un vero fantoccio dell’Alleanza. Ma non aveva tempo da perdere con burocrazia e diplomazia da quattro soldi. I Batarian volevano la sua testa? Bene, che se la prendessero pure, ma dopo.
Aveva una missione da compiere, delle vite da salvare, dei mostri da eliminare. Tutto il resto erano solo stronzate.
Il futuro era insignificante, lui aveva il presente di cui occuparsi e l’avrebbe fatto a bordo della sua nave, con il suo equipaggio, la sua morale.
- Pagherò per le mie colpe.- disse – Ma solo a missione compiuta.-
E su questo non si discuteva.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Mass Effect / Vai alla pagina dell'autore: Nymeria90