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Autore: Stay away_00    19/07/2013    1 recensioni
Essa inarcò un sopracciglio e incrociò le braccia, poi sospirò in modo quasi teatrale.
-Voglio giocare.-
Annunciò.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Klaus, Mikael, Rebekah, Mikaelson, Tatia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era passato poco più di un mese, Niklaus all’inizio aveva tentato di far finta di nulla, aveva giocato con Henrik e sua sorella, aveva combattuto in modo scherzoso con Elijah – ricevendo una lavata di capo da suo padre, quella volta temeva che lo avrebbe ucciso. Gli faceva così paura – ma poi aveva ceduto e si era limitato a passare il tempo chiuso nella sua camera, ne usciva soltanto per la caccia mattutina, il pranzo e la cena, per il resto era chiuso in se stesso, cercava di sbollire la rabbia che ogni volta lo assaliva quando vedeva suo fratello, temeva che a lui non importasse.

Il pensiero di Tatia e Elijah insieme era devastante, ma non riusciva a trascinare i piedi oltre quella porta. Non riusciva a stare meglio.

Si chiedeva come avesse potuto la donna, che diceva di amarlo di comportarsi in quel modo, sapeva che era attratta anche da suo fratello, ma non pensava che avrebbe mai fatto una cosa del genere, non pensava fosse da lei.

Credeva di conoscerla, e, evidentemente si sbagliava.

Forse erano quei sentimenti a guidare le sue azioni, era tardo pomeriggio e di li a poco i suoi genitori lo avrebbero chiamato per andare nello grotte, dove i lupi non potevano arrivare, perché si, quella notte ci sarebbe stata la luna piena.

Quello spicchio che aveva contemplato molte volte, troppe e non aveva mai avuto l’agio di poterselo godere in pace, era costretto a scappare, come se la sua vita fosse un eterna fuga.

 

[…]

 

La grotta era troppo stretta quella sera, era come se le pareti potessero chiudersi sul suo corpo da un momento all’altro, oppure avessero potuto semplicemente avvicinarlo a suo fratello, forse era proprio per quel motivo che non riusciva a dormire.

Provava a chiudere gli occhi, ma immagini e ululati si sovrapponevano, costringendolo a tenere gli occhi aperti, nonostante lui non volesse, nonostante desiderasse che quella giornata passasse in fretta, aveva solo bisogno di tornare in camera sua, aveva bisogno di stendersi sul suo letto e avvertire che sarebbe andato tutto bene, perché era così che andava, sempre.

Ma non per lui.

Forse per quello aveva cominciato a camminare avanti e indietro per lo spazio che aveva a disposizione, troppo agitato, avrebbe potuto dire, si prese il viso tra le mani e si chinò, ringhiando appena, poco dopo prese la sua decisione.

Aspettò che tutti dormissero  profondamente prima di dirigersi verso l’uscita della grotta, ma quando stava per fare un passo fuori, si sentì afferrare per la manica.

-Portami con te. –

Era un flebile sussurro, quasi timido, quello del suo fratellino, mentre lo guardava con occhi imploranti, aveva sempre saputo che per lui era un modello di comportamento, aveva intuito che in quel mese lo aveva deluso più e più volte, ma forse, neanche pensò in quel momento.

Afferrò la mano di suo fratello e la strinse con forza, poco dopo fece un passo oltre la soglia, non sarebbe accaduto nulla di male.

Camminarono sino a trovarsi nei pressi del fiume, c’erano ululati in lontananza, ma nulla di troppo vicino, Niklaus si avvicinò all’acqua e si sciacquò il viso, mentre ridacchiava ad una battuta del suo fratellino.

D’un tratto, un urlo strozzato, si voltò di scatto per essere faccia faccia con suo i grandi occhi gialli di un lupo.

Rimase paralizzato a quella vista, non riusciva a muoversi, non riusciva a pensare, era semplicemente andato, era semplicemente… aveva paura, ma allo stesso tempo ne era terribilmente attratto, allo stesso tempo sentiva un sapore amaro sulle labbra mentre sulla schiena sentì un brivido di eccitazione, le mani avevano cominciato a formicolare, era pronto.

Pronto a difendersi.

Fece per scattare in avanti, ma il lupo fece qualche passo indietro, sino a quando non corse nella direzione opposta

Niklaus si fiondò sul corpo di suo fratello, aveva due brutte ferite a squarciargli il petto, lo afferrò per le spalle, strattonandolo appena.

L’eccitazione aveva lasciato spazio alla paura, puro terrore.

-Herink…- Sussurrò, non sapendo cosa fare, mentre la sua voce lasciava trapelare quello che voleva e le lacrime cominciavano a colargli copiose lungo le guancie, era scosso dai tremiti, non sapeva cosa fare.

Prese suo fratello tra le braccia e lo strinse forte a se, come se a quel punto avesse potuto proteggerlo, ma non poteva, non poteva far nulla, era morto, il suo fratellino era morto e lui non era riuscito a proteggerlo.

Era colpa sua, doveva stare più attento.

Lo aveva deluso… per l’ultima volta.

Aspettò sino a quando non intravide le prime luci del mattino, a quel punto lo prese tra le braccia e cominciò a correre.

-Madre! –

Urlò appena intravide casa sua, la prima a corrergli incontro fu Rebekah, mentre lui continuava ad urlare e poggiava Henrik sul terriccio, poco dopo si sedette e portò le ginocchia al petto.

-I lupi.. –

Aveva paura, in quel momento aveva seriamente paura, l’unica cosa rassicurante erano le mani di sua sorella, sul capo e sulla spalla, si appoggiò a lei, indeciso sul da farsi, poco dopo si alzò velocemente e corse via.

Corse veloce, come se lo stessero inseguendo e forse realmente scappava, scappava da quella realtà che lo aveva assalito, da quella pioggia gelata che gli era caduta addosso, scappava dalle sue lacrime, perché nessuno avrebbe dovuto vederlo piangere, scappava perché semplicemente non poteva fare altro.

Era colpa sua, sua.

E non riusciva a fare a meno di ripeterlo, non riusciva a fare a meno di pensare che non avrebbe più udito la voce di suo fratello, nessun modello di comportamento. Solo-

Arrivato nei pressi del fiume, neanche accorse di essere andato a sbattere contro qualcuno, afferrò la ragazza per le spalle, per impedirle di cadere all’indietro e puntò i suoi occhi in quelli di lei, trattenendo il respiro.

Tatia.

   
 
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