18) A WALK IN THE PAST(SAKURA’S VERSION)
“Ehi sakura-chan!”
La rosa rivolse
uno sguardo interrogativo a Ino, cosa voleva?
Era concentrata
sulla lezione di matematica e non voleva essere disturbata!
“Che vuoi?”
“Domani andiamo a
trovare i profe delle medie?”
“Ti è sfuggito il
fatto che domani c’è scuola?”
“Dio! Come sei
acida? Uchiha ti ha contagiata? Comunque domani c’è manifestazione…Tu ci sei?
HIna-chan e
ten-chan vengono…non vorrai mancare tu?”
“Va bene, va
bene….vengo! ma adesso fammi seguire la lezione!
Se Yakushi ci
sgama ci farà pulire i cessi per una settimana!”
Sakura sospirò,
era deconcentrata, non la allettava la prospettiva di tornare alla Konoha, non
c’erano ricordi belli legati a quel posto…
“pensandoci bene
tutto è iniziato a distruggersi quando sono andata li…”
Rivide un lungo
corridoio su cui si affacciavano molte aule, ragazzi e ragazze in divisa e rivide
se stessa camminare lungo quel corridoio, i capelli allora lunghi, la gonna
accorciata della divisa, i calzini portati rossi per dare un tocco di allegria
al grigiore e rivide lui.
Sasuke come era
nei suoi ricordi.
Scosse la testa,
non voleva pensarci non doveva!
Irritata tentò di
seguire di nuovo la lezione, ma si scoprì a guardare Sasuke, era diventato
ancora più bello dalla seconda media, i capelli più lunghi, più alto, magro ma
muscoloso e… con un carattere ancora più scontroso!
Doveva lasciarlo
perdere , dimenticarsi di lui o altrimenti avrebbe sofferto di nuovo…
La mattina dopo
arrivò all’appuntamento con Ino stravolta, assonnata e con due occhiaie
profonde, non aveva dormito quella notte, i ricordi non le avevano dato tregua
e lui era sempre presente.
In ogni momento
che poteva ricordare la sua ombra si estendeva, positiva o negativa, non sapeva
dirlo, ma c’era.
“Ciao sakura!
Come mai quelle
occhiaie?”
Fulminò Ino con
un’occhiata, possibile che non sapesse mai farsi gli affari suoi?
“non ho dormito.”
Rispose secca
avviandosi verso il cortile della scuola, con la voglia di un martire che sale
al rogo.
Una pioggia di
fiori di ciliegio fuori stagione le salutò, come due anni prima….
Sakura osservava
incuriosita il cortile della Konoha, i petali del ciliegio che era vicino alla
porta lo coprivano simili ad un tappeto in una fioritura fuori stagione.
Sorrise, era di
buon auspicio, lei Sakura haruno, tredici anni della quinta sezione del secondo
anno sarebbe riuscita a conquistare il ragazzo che amava, Sasuke Uchiha.
Attraversò il
cortile sorridendo ancora, poi smise, un gruppo di oche attorniava SAsuke, tra
loro Ino, la sua migliore amica, anzi ex-migliore amica, tendeva a non ricordare
che durante l’estate avevano rotto.
[“Ti piace sasuke,
vero Ino?”
Dalla sua
espressione colpevole aveva dedotto che la risposta doveva essere si.
“Allora le voci
sono vere…ci sei uscita…”
Ancora nessuna
risposta, solo un silenzio imbarazzato, la rabbia la sommerse, Ino lo sapeva che le piaceva! Lo sapeva e ci era
uscita lo stesso, d’altronde lei, la piccola stupida Sakura, era solo un
bocciolo in confronto alla splendida cosmea Ino.
“Ok Ino…Come
vuoi…D’ora in poi saremo rivali, io non mi lascerò più superare da te.”
SI era
allontanata, ma per un’attimo aveva creduto che Ino la volesse fermare.]
Oltrepasso il
gruppo senza dire una parola, in classe Naruto le corse intorno.
“Ciao sakura-chan!
Hai fatto
matematica?”
“si, ma
scordatela!”
“Ma Sakura-chan!”
Gli mollò un pugno
in testa.
“La verifica non
te la farò io…devi imparare a cavartela da solo!”
Un movimento alle
sue spalle la fece voltare, sasuke si era seduto al suo posto e con tutta
probabilità aveva assistito alla scenata, bella figura ci aveva rimediato!
Si sedette anche
lei.
“Uchiha!!!”
Kiba era arrivato
in classe come una furia, gli occhi fuori dalle orbite, urlando si era messo
davanti a Sasuke, che era rimasto impassibile, quasi divertito.
“Come ti permetti
di affiggere certi manifesti per la scuola?”
“Quali manifesti
Inuzuka?”
“Non fare il finto
tonto!”
Il ruggito di Kiba
fece voltare tutta la classe verso di loro.
“Lo so che sei
stato tu, Uchiha!
Sei tu l’unico che
è così stronzo da pensare e scrivere che io faccio certe cose con il mio
cane!!!”
“Q-Quali cose?”
HInata si era
avvicinata forse con l’intento di calmare l’inuzuka, ma la sua domanda sortì
l’effetto contrario, il ragazzo arrossì di botto, prese a calci una sedia e poi
si avventò su sasuke, che ormai era pronto a rispondere.
“Fermo kiba! Come
fai a dire che è stato Sasuke?”
Sakura si mise in
mezzo, senza pensarci due volte, senza avere paura dello sguardo animalesco che
ormai aveva kiba.
“Togliti haruno.”
Un ringhio.
“NO.”
“Fanculo frocio di
un’Uchiha! Ti è andata bene!”
Kiba lasciò la
classe, mentre Sakura tirava un sospiro di sollievo.
“Ehi Haruno!
Perché mi hai difeso?”
“Perché io non
penso che tu sia così stronzo come dice Inuzuka!”
Sakura vide un
lieve rossore salire alle guancie del ragazzo.
“Non sono poi
nemmeno tanto bravo”
Mormorò sedendosi di nuovo.
Quel giorno Sakura
si sentì immensamente felice, le sembrava di toccare il cielo con un dito dalla
gioia.
Fu come un sogno,
ma come i sogni fu solo una parentesi breve, la vita reale riprese il suo corso
e Sasuke tornò distante, freddo, arrabbiato, come se il mondo gli avesse fatto
un torto.
Un pomeriggio decise
di aspettarlo dopo le lezioni, per parlargli, stranamente si era attardato, di
solito schizzava fuori dall’aula non appena suonava la campanella.
“ma dove è
andato?”
Preoccupata tornò
all’interno dell’edificio, i suoi passi sembravano rimbombare nei corridoi
deserti, dov’era Sasuke?
Arrivò fin sulla
soglia della classe e li lo vide, stava mettendo il registro in cartella,
Sakura sbiancò e fuggi via, augurandosi di non essere stata vista.
Cosa stava facendo
Sasuke?
Perché?
Cos’aveva quel
ragazzo che non andava?
Non sentì nemmeno
le lacrime pungerle gli occhi e poi fluire.
La mattina dopo
arrivò in classe decisa a parlare a SAsuke, ma lui era come al solito
circondato dal codazzo di oche starnazzanti, doveva rimandare!
Fu un errore, il
professor Hatake entrò in classe furibondo, l’unico occhio visibile che andava
frenetico da un volto all’altro dei suoi compagni, come se sperasse di leggere
la scritta colpevole su uno di loro.
“Qualcuno ha
rubato il registro, chi è stato?”
Un silenzio di
ghiaccio scese sulla classe, nessuno, ovviamente ne sapeva niente, per un
‘attimo nutrì la fievole speranza che sasuke parlasse, ma il moro tacque con la
stessa espressione di stupore che avevano tutti.
Sakura aspettò la
fine delle lezioni un’altra volta, un’altra volta SAsuke non uscì subito,
un’altra volta Sakura entrò, quasi di nascosto nella scuola per vedere dove
fosse.
Era la copia del
giorno precedente, Sakura rabbrividì, chiedendosi perché all’improvviso sasuke
avesse deciso di far girare tutto storto.
Ancora una volta
si fermò, stupita, spaventata, delusa, quando vide SAsuke indicare al
professore l’armadietto di Ten-chan, da cui riapparve magicamente il registro.
Bastardo!
Scappò di nuovo,
aveva ancora paura di mettere il moro nei guai e segretamente sperava ancora che
lui si pentisse.
La mattina dopo fu di nuovo la copia del mattino
precedente, la stessa furia del professor Hatake, lo stesso silenzio di SAsuke.
“Ragazzi siete in
punizione!
Tutti!
Per aver rubato il
registro!”
La classe protestò
vivacemente, mentre Sakura diventava di ghiaccio, il suo sogno diventava
un’incubo…
Quel pomeriggio si
fermarono tutti a pulire, tranne sasuke che era dispensato dal professor
Kakashi stesso, Sakura lo guardò andare via, stava male, era divorata dal senso
di colpa.
“Non è giusto!”
Tenten accanto a
lei osservò torva il moro, lei aveva tentato dopo la rottura con Ino aveva
tentato di farla diventare la sua migliore amica, ma la bionda non era così
facile da sostituire, in ogni caso doveva parlare con qualcuno o sarebbe
scoppiata…
“Ten-chan…Sai
tenere un segreto?”
“Si Sakura-chan.”
“Io so chi ha
rubato il registro.”
Tenten lasciò
cadere lo straccio che aveva in mano.
“Chi?”
“Sasuke!”
“Brutto stronzo!
Sakura devi dirlo al professor Kakashi!”
“Ma io lo amo, non
voglio metterlo nella merda!”
“Lui ha sbagliato
ed è giusto che paghi.”
“Hai ragione anche
tu…facciamo così, prima di dirlo al prof gli parlerò,”
Tenten le rivolse
uno sguardo sornione, come se avesse saputo che nei giorni seguenti non sarebbe
mai riuscita a farlo, .
Sasuke era
sfuggente, come se la evitasse, come se sapesse che lei sapeva, mentre il clima
della classe peggiorava sempre più, tutti sospettavano di tutti, sperando di
stanare il traditore.
Sakura credeva che
si fosse toccato il fondo, non credeva potesse andare peggio di così, si
sbagliava ampiamente, glielo dimostrò quel lunedì maledetto, in cui il
professor Kakashi fece una scenata alla classe perché qualcuno gli aveva rigato
la macchina.
“Shaoran!
Dal preside!”
“Ma io….”
Poi,
inaspettatamente si zitti, trattenne le lacrime e gelò Sasuke con occhiata, lei
sapeva, lei gliel’aveva detto e con lei tutta la classe, il suo tentativo di
cercare di convincere Sasuke ad assumersi le proprie responsabilità era fallito
o forse non era mai iniziato.
Nessuno si
muoveva, lo guardavano tutti,con una rabbia tale da spaventare, volevano tutti
la testa di Sasuke, hyuga, il freddo Neji, inaspettatamente fu il primo a muoversi.
“Perché Uchiha?
Perché il
registro?
Perché hai coperto
di merda Tenten per ben due volte?”
“Perché è una perdente
e i perdenti, come voi, si meritano solo questo!”
Neji perse le
staffe e colpì SAsuke con una sberla, che fece per ribattere, ma lo hyuga lo
afferrò per il polso.
“Smetti di girare
intorno a Tenten, Uchiha o di spargere merda su di lei o te la vedrai con me.”
Voce fredda,
rabbia ben controllata, ma pronta a esplodere.
La stretta si
intensificò e solo l’arrivo del professore lo salvò.
“Hyuga….è inutile
che scleri….tra poco me ne andrò”
Sakura si sentì
mancare…
Non era possibile!
Doveva fermarlo,
non poteva lasciarlo andare così, quella fuga sapeva tanto di volontà
autodistruttiva e Sakura non poteva
permetterlo.
Aspettò con
impazienza la fine delle lezioni, lui sembrava scosso, lo capiva delle
sfumature che riuscivano ad assumere quegli occhi incredibili.
Quando suonò la
campanella, Sasuke schizzò via, ma lei
venne fermata da Naruto, non ascoltò nemmeno cosa voleva, lo liquidò con due
parole e partì all’inseguimento del moro.
“SAsuke!”
Era quasi senza
fiato quando lo raggiunse, era da solo.
“Sasuke, ti prego
resta!
Ti aiuterò io a
chiarirti con gli altri.
Ti prego!
IO mi sono
innamorata d te!”
“Haruno…sei
insopportabile!”
Quella frase la
ferì come una pugnalata, la paralizzò, le tolse ogni capacità di reazione, così
quando le mollò un pugno in pieno stomaco e le sussurrò un “grazie” lei non
seppe far altro che cadere e capire che tutto quello che pensava che ci fosse
tra lei e Sasuke, anche solo l’amicizia era un’illusione.
I giorni che
seguirono furono terribili, stava male, non faceva altro che piangere, persino
a scuola, Naruto non sapeva cosa fare e lei non sapeva cosa dirgli, sentiva
solo un vuoto all’altezza del cuore, quello che SAsuke le aveva portato via.
L’unica nota
positiva era Ino, che le stava accanto ,sembrava volesse farsi perdonare i fatti
accaduti l’estate precedente e l'aiutava con una dedizione incredibile.
“Ino, Sasuke è
solo uno stronzo.
Perché i ragazzi
fanno così?”
Le aveva
sussurrato un giorno, sfinita dalle lacrime
“Non lo so…
Lo chiedi a me,
sono una ragazza anch’io.”
“Ino…ti voglio
bene.”
“Anch’io…Torna mia
amica, ti prego.”
“SI.”
Un abbraccio e il
sorriso le era tornato per un po’ almeno, poi lui si era affacciato di nuovo
nei suoi pensieri e le lacrime erano tornate.
Ino la sorresse e
non si lamentò del fatto che le stava inondando la camicia nuova di lacrime,
non voleva lasciarsi andare così , ma non riusciva a fermarsi, solo quando
sentì dei rumori si sciolse e corse a vedere cosa stava succedendo.
Erano in un parco
vicino alla Oto Middle High School, dove Sasuke si era iscritto, dopo essersene
andato e vide Naruto a terra, che stava picchiando sasuke.
“Hai ucciso
sakura, stronzo!”
“è ancora viva!”
“ ma è come se
fosse morta!”
Sakura capì che
doveva reagire, non poteva permettere che gli altri soffrisero per il suo dolore.
“NARUTOOOO!FERMOOOOO!”
“Perché lo
proteggi Sakura? Dopo tutto quello che ti ha fatto?”
“Non proteggo lui,
ma te! Non voglio che ti sporchi le mani con uno del genere!
Andiamocene!”
Naruto si alzò
dopo aver lanciato un ‘ultimo sguardo disgustato a sasuke, da allora il moro
sparì, persino dai discorsi, nessuno lo nominava, come se volessero cancellarne
persino l’esistenza.
Sakura cercò di
dimenticarlo e credeva di esserci riuscita, quando vide Gaara alla festa di
compleanno di Choji, qualche mese dopo.
Lui era…carino,
pulito, dolce in quel suo modo di nascondersi dietro all’apparente freddezza
che mostrava al mondo.
“Ti annoi?”
“Si…Vieni a fare
un giro con me?
IO sono sakura!”
Sakura aveva le
farfalle nello stomaco quando uscì nel giardino degli akimichi, era felice per
la prima volta da tanto tempo.
[Ma non era lui
che voleva, non era lui che vedeva]
Felice…
Era felice quando
in quel giardino baciò per l a prima volta il rosso, quando usciva con lui.
[Ma si immaginava
che ci fosse SAsuke al suo posto.]
Tutto andava per
il verso giusto….finché non lo rivide, non rivide Sasuke.
Era con Gaara, lui
le stava parlando , ma lei vedeva solo SAsuke e quella ragazza dai capelli
rossi che tentava disperatamente di attaccare bottone con lui, gaara Fece finta
di niente.
Sakura rimase
sconvolta, non poteva credere che lui fosse ancora così presente nei suoi
pensieri, Gaara non se lo meritava…
Quella sera
dovevano vedersi, doveva smettere di pensare a lui…
“Sakura…tu non mi ami…
Sii sincera”
Gaara l’aveva
affrontata subito, non aveva perso tempo, i suoi occhi chiari lasciavano
trasparire il dolore che provavano, Sakura si sentì un verme.
“IO…mi dispiace.”
I suoi occhi verdi
si erano abbassati, chissa se lui aveva fatto in tempo a vederci l’ombra di
sasuke Uchiha?
Sakura era sicura
di si.
La scuola non era
cambiata, tutti furono felice di rivederle, tranne il professor Hatake,
sembrava ancora arrabbiato, forse le
riteneva, insieme a tutta la classe, colpevoli del trasferimento improvviso di
sasuke.
“Professor
Hatake…Dovrei dirle una cosa.”
“si Haruno,
parla.”
“Per il registro
di due anni fa, il colpevole di tutto fu Sasuke, l’ho visto io prenderlo.”
Il professore
impallidì.
“Haruno….tu non
mentiresti…Allora ho sbagliato per tutti questi anni…”
“Si, avrebbe
dovuto aspettare invece di giudicarci subito, anche se Sasuke era il suo
preferito.”
“Scusa Haruno e
fai le scuse anche ai tuoi compagni”
“D’accordo!”
Si salutarono
amichevolmente, vecchie storie erano state risolte, ma sAkura non stava meglio.
Grazie a
Jaheira
Beckill
Sang
Hinanaru
Talpina pensierosa