Anime & Manga > Lady Oscar
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Autore: angelady    31/01/2008    11 recensioni
Tutto può iniziare come un gioco, ma alla fine a giocare le nostre carte, siamo solo noi. Oscar respinta dal conte di Fersen trova rifugio nell'amore di Andrè, ma le situazioni posso prendere pieghe inaspettate ^__^ !!
Genere: Romantico, Malinconico, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, André Grandier, Axel von Fersen, Oscar François de Jarjayes
Note: Lemon, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Come mai quando ti guardo sento una forte stretta allo stomaco? Perché il tuo sguardo è così tagliente? Perché mi ripete ogni volta che non sari mai mia…come ti vorrei, angelo dei miei sogni.
Tu, che scaldi ogni giorno le mie giornate e le rendi ardenti, se volerti bene è la mia condanna allora non esiterò a farlo, piuttosto la solitudine, ma non resisterei lontano da te…
Anima mia…
Anima mia, ricordi quei giorni, passati a rincorrere il futuro,
che si presentava astio ai tuoi occhi di fanciulla,
ora è solo il nostro passato.
Sento il sangue scendere a fiotti da una parte indistinta del corpo,
una ferita si fa viva dentro il mio animo, oh…sono il vampiro del mio cuore,
incapace di non amarti…




Erano entrambi seduti davanti al fuoco, fuori il tempo minacciava una tempesta di pioggia, e l’aria si era fatta già così fredda…che Oscar dovette rinunciare ad una cavalcata.
Aveva lo sguardo fisso su quello scoppiettare caldo, e pensava. La sua mente era un insieme di rimpianti e dolori; l’amore che aveva sempre cercato l’aveva respinta, il suo amore amava un’altra donna. Una donna, come lo era lei; con gli stessi capelli biondi, e i profondi occhi azzurri, le stesse emozioni e sentimenti, per lui, eppure non era nei sogni del suo amore, non l’aveva nemmeno valutata. Andrè cercò il suo sguardo quando la vide sorridere lievemente, per cosa? Cosa pensava la sua Oscar? La fissava e sapeva che i suoi pensieri si perdevano per lui, che soffriva per lui, il conte di Fersen. Non resisteva più, doveva sapere cosa pensava, quale dolore la lacerava, come avrebbe potuto aiutarla a continuare la sua vita, seppur non sarebbe stata una vita, rinnegando il suo essere donna, rinnegando tutti i sentimenti verso l’altro sesso, no, non resisteva, e decise di parlare.
-Oscar, dimmi cosa ti succede-
La ragazza girò a stento il volto, solo per fargli scorgere gli occhi umidi, Andrè socchiuse gli occhi, vederla piangere era doloroso per lui che l’amava più di qualsiasi cosa al mondo. Abbassò lo sguardo e si mise le mani tra i capelli, come se la sua disperazione potesse uscire dando sfogo ad un dolore che lo attanagliava da sempre. Quando staccò le mani e alzò il volto Oscar stava davanti a lui con occhi tristi. Si mordeva le labbra, e Andrè non poteva non notare, pensare, che quello era il gesto più sensuale che le aveva visto fare, come avrebbe voluto catturarle quelle labbra che da troppo tempo sognava.
-Oscar…-
La sua voce era sussurro, lei gli prese le mani, come non aveva mai fatto, lasciandolo attonito, mentre la guardava interrogativo, sentiva la pelle percorsa da brividi, aveva le mani fredde, o forse era il solo contatto che lo lasciava senza parole.
La mano di Oscar guidò quella di Andrè, portandola sul suo petto, Andrè non poté non spalancare gli occhi dallo stupore, si sentiva terribilmente a disagio, cosa stava facendo? Cosa aveva in mente?
-Andrè…-
Cominciò a parlare con le lacrime agli occhi, mentre la mano di Andrè tremava al contatto del suo seno. Tuttavia, represse le emozioni e fissandola negli occhi celesti non disse una parola.
-Senti, come batte questo mio cuore di donna…perché batte in questo modo, perché mi fa soffrire cosi? Perché…-
-Oh, Oscar-
Era tutto chiaro adesso, non era un allusione sul loro rapporto, semplicemente una confidenza, e Andrè non aveva il coraggio di dire nulla, non riusciva a dirle quello che pensava, perché l’avrebbe ferita. Lei lo guardava supplicante, aveva bisogno di parole, di conforto, quando Andrè strinse più forte la mano si accorse che Oscar soffocò un gemito di dolore.
-Oscar…-
La sua mano si era tinta del rosso del suo sangue, a quel punto la staccò e la prese per le spalle, scuotendola.
-Che cosa hai? Oscar…parla!-
-Ho cercato di soffocare il dolore che mi colpiva al cuore, ma continua a fare male Andrè, sto male!-
La strinse a se forte, e lei ricambiò quell’abbraccio che sembrò durare un eternità, finché scoppiò in un pianto ininterrotto, affondando il viso nel petto del ragazzo.
-Io, non ho un esistenza, come faccio a vivere se non so nemmeno come vivere! Se non posso amare, se so che rimarrò sola-
d’improvviso la stretta di Andrè si fece più forte, e la sua voce più roca, come se dovesse rivendicare una frase detta mille volte, come se dovesse sgridarla.
-Tu non sei sola dannazione! Puoi ancora vivere come vuoi, diventare una donna e innamorarti…e anche se non sarà Fersen, sarà un altro uomo.-
Un altro uomo non avrebbe occupato il suo cuore…non le avrebbe fatto brillare gli occhi, non le avrebbe ricordato che è una donna, una bella donna, piena di emozioni, e sentimenti.
Lo strinse più forte anche lei e chiuse gli occhi mentre si lasciava cullare dal petto di Andrè che si alzava regolare al respiro. Il ragazzo la prese in braccio e si avviò verso le stanze della giovane.
-Dove mi porti?-
-In camera-
Alzò lo sguardo di scatto per ribattere il suo, dissoluto. Andrè fece uno sguardo di convincimento quando lei cercò di divincolarsi.
-Hai bisogno di riposo…-
-No, ho bisogno di cambiare vita-
Entrò nella grande stanza dove vi era un grande letto a baldacchino e piano la appoggiò ad esso, ma Oscar non lo mollava, si era aggrappata alle sue spalle e soffocava il suo respiro tra il petto possente dell’uomo.
-Lasciami, che fai…-
-No. Voglio che resti con me-
-Ormai siamo grandi Oscar-
Si riferiva alle innumerevoli volte che da bambini dormivano insieme nella sua stanza, Andrè non lo aveva più fatto dal giorno in cui oscar era cresciuta. Vedendo il sangue sulla sua vestaglia e sul letto si era spaventato ed era corso da sua nonna, ed ella gli aveva spiegato che succede alle piccole donna, all’epoca il ragazzo aveva solo dodici anni.
-Resta con me-
Lo supplicava ora, tenendolo per il colletto della camicia.
-Se resto…non sarò in grado di dormire, e tu lo sai-
Gli occhi di Oscar, già lucidi di pianto si chiusero lasciando cadere pesanti lacrime silenziose. Poi, abbozzò un mezzo sorriso che incuriosì Andrè.
-Allora non dormiremo-
Lo spettacolo che Andrè si aspettava era tutto meno che il suo angelo si spogliasse davanti a lui, Oscar incominciò a togliersi la camicia…Andrè volle fermarla, non le avrebbe permesso di…
-Oscar! Ma che stai facendo?-
-A te che sembra? Non è forse così che bisogna fare? Per farsi amare…-
-Ma sei completamente folle! Perché dovresti farlo?-
-Perché tu, hai cercato di farlo l’altra sera!-
La sera in cui Andrè tentò di violentarla. Si era lasciato andare al desiderio represso vedendola infuocare, sentendola calda di rabbia sotto le sue mani, non ci aveva più visto, ma poi alla fine si era fermato, non le avrebbe fatto male, non lui, non sarebbe diventato un mostro ai suoi occhi.
-Io…-
Si fermò alle mani della ragazza che incominciò a togliergli la camicia bianca, ed accarezzargli il petto, poi le sue mani tremanti incontrarono il bordo dei pantaloni. Si fermò un attimo, come per pensare a come dovesse toglierglieli, invece il suo timore era un altro, aveva capito che mai sarebbe stata come un uomo, la dimostrazione gliela dava Andrè, con la sua corporatura possente, i suoi addominali, i suoi fianchi.
-Non ce la faccio…aiutami-
Andrè tirò un lungo sospiro e cominciò a togliersi i pantaloni, Oscar si lasciò cadere pesantemente sui cuscini, incapace di guardare una tale differenza, si mise un cuscino sul viso. Il ragazzo, ormai nudo stava davanti alla figura semivestita di lei, e la guardava intenerito, arrossendo un poco si avvicinò chinandosi piano sul suo corpo esile, e le tolse il cuscino. Il viso di Oscar non era più triste, ma divertito, quando Andrè le tolse il cuscino con uno sguardo divertito anche Oscar si mise a ridere.
Andrè le tolse anch’essa i pantaloni, lasciandola con solo la camicia che in precedenza le era stato negato togliersi. Ora poteva vederla; una figura snella dalla carnagione bianca, due gambe lunghe e magre, si soffermò a guardarle, accarezzandole con il pensiero, finché le sfiorò le dita dei piedi. Oscar rise ancora più convulsivamente, rotolandosi tra le lenzuola, fino a coprirsi con la coperta la testa e continuando a ridere, Andrè cercò di togliergliela.
-Non ce faccio, mi fa male lo stomaco se continuo a ridere-
Mugugnò da sotto la coperta, finche il ragazzo non riuscì finalmente a togliergliela, trovarsi in fine faccia a faccia con lei. Si guardarono sorridenti negli occhi, e un po’ intimoriti, la mano di Andrè incominciò a sfiorarle il viso, per passare poi alle labbra calde e delineate, Oscar cercò divertita di mordergli il dito, ma Andrè scaltro si spostò sui suoi capelli.
-Non ho ancora ben capito che gioco è, ma sembra divertente-
-Non doveva essere un gioco, ma appena mi tocchi mi fai ridere, mi vengono i brividi-
-Ti vengono i brividi? E se io azzardassi…-
Oscar lo guardava interrogativa e curiosa mentre Andrè andava scivolando con la mano tra le sue gambe tremanti, e sorrise al gemito che sentì udire dalle labbra di Oscar.
Si contorceva, sotto il tocco delle dita di Andrè che andavano via via esplorando il suo piacere, non riusciva a trattenere gemiti strozzati, e chinò la testa all’indietro, riprendendosi il cuscino e mordendolo soffocando gemiti sempre più audaci, finché gli prese la mano e lo fermò.
-Questo è peggio del solletico-
-Lo so-
rise Andrè, che le toglieva per la seconda volta l’ingombrante imbottitura dal viso.
-che facciamo?-
-Posso guardarti?-
-Puoi anche toccarmi…ma io intendo…è l’amore che cerchi, o…questo?-
Oscar lo guardava incerta, poi mise una mano sul volto dell’amico, per poi farla scendere sul petto. Lo contemplò, era la prima volta che toccava il corpo di un uomo, e rabbrividì quando arrivò all’estremità dell’ombelico, sentendo sfiorare la sua mano con la protuberanza di Andrè, allora alzò di colpo il viso e lo fissò negli occhi, terrorizzata. Non era pronta a questo. Non era pronta a diventare donna. Andrè lo sapeva, lo vedeva nei suoi occhi limpidi e lo sentiva nei suoi gesti tremuli.
-Perché non dormiamo? Domani sarà un altro giorno-
-No, io…vol…volevo…-
-Oscar tu non sei pronta per questo, non riesci nemmeno a guardarmi...-
-Dammi qualche istante, è la prima volta che vedo…-
abbassò lo guardo sul membro eretto del giovane e i suoi occhi si spalancarono, doveva dimostrargli che non aveva paura, così lo prese in mano e si appoggiò dolcemente sulle coperte, trasportandolo sopra di lei, Andrè chiuse gli occhi al tocco della mano che lo avvolgeva. Era nei suoi sogni tutte le notti, ed ora era realtà. Sarebbe stata sua.
-Così è solo sesso. Io voglio che tu sappia che ti amo davvero-
-Lo so Andrè…-
-Allora baciami, prima che io lo faccia baciami-
Sorridendo maliziosamente gli cinse le mani al collo e accarezzò i capelli lunghi e morbidi, poi incominciò a sfioragli le labbra, finché divenne un bacio più deciso. Ora la loro anima era unita in un bacio spassionato e lussurioso, che non lasciava tempo al respiro di interromperli, poi lei si staccò lievemente e gli parlò a fior di labbra.
-Toccami Andrè, fammi tua-
Non se lo fece ripetere, riprese ardentemente le sue labbra e con le mani scivolò sotto la camicia avvolgendo i suoi seni, finché si liberò dell’indumento. Da lì cominciò a succhiare un capezzolo, facendola contorcere e gemere, finché decise di mettere fine a quella tortura, le prese le gambe da sotto il cavo popliteo e gliele allargò per poi farle aderire ai suoi fianchi, e piano la penetrò.
Chiuse gli occhi ed emise un urlo soffocato cingendosi più forte alle sue spalle, mentre Andrè continuava a spingere più forte dentro di lei. Le mani di oscar trovarono rifugio in quelle di Andrè che si chiudevano disperate nelle sue, mentre il dolore era troppo forte da sopportare, cercò di divincolarsi cercando una posizione che non le facesse sentire male. Pensò a Fersen, e a come sarebbe stato con lui, e poi la sua mente ritornò su Andrè che spinto dalla passione aveva preso un ritmo smisurato, non ricordandosi che per lei era la prima volta. Oscar non poté più sopportare, e lo chiamò disperatamente.
-Andrè!-
Sentendola irrigidire sull’ultima spinta il ragazzo si staccò e cadde esausto al fianco della sua amata.
Non era più su di lei, invadendola con il suo corpo, eppure sentiva ancora pulsare il dolore dentro di lei. Si alzò con fatica e con la mano strinse forte l’apertura appena forzata e strinse le gambe, chiudendo gli occhi per soffocare il bruciore, quando li riapri vide che la sua mano era tinta di sangue, come anche una gran parte delle lenzuola sotto di lei.
Sentiva prepotentemente le lacrime uscire dagli occhi e non si trattenne, scoppiò in un pianto singhiozzando e si coprì il volto con le mani sporche di sangue, Andrè non poté che restare a guardare, quel momento era solo di una donna, una donna che ora non poteva più negare di esserlo.
Si rimise sdraiata e si raggomitolò con le coperte, dando le spalle ad Andrè, non si era mai sentita così in imbarazzo, così umiliata. Andrè, capendo il disagio della donna cercò tutti i suoi abiti e si avviò verso la porta, Oscar non lo fermò, e nemmeno gli parlò.
  
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